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WILLIAM SHAKESPEARE

RACCONTO DI INVERNO

Personaggi:
Leonte, re di Sicilia
Mamillio, suo figlio
Camillo, Antigono, Cleomene, baroni di Sicilia
Polissene: re di Boemia
Florizel: principe di Boemia
Archidamo: barone di Boemia
Il vecchio pastore creduto padre di Perdita
Il contadino suo figlio
Autolico, vagabondo
Un marinaio
Un carceriere
Ermione sposa di Leonte
Perdita, figlia di Leonte e di Ermione
Paolina moglie di Antigono
Emilia dama di Ermione
Mopsa, Dorcas: pastorelle
Altri baroni, cortigiani, servi, pastori e pastorelle
Il Tempo (coro)

Scena: in Sicilia e in Boemia.

Atto primo


Anticamera del palazzo di Leonte, entrano Camillo e Archidamo. Il secondo elogia l'ospitalità ricevuta in Sicilia mentre il primo parla dell'amicizia che fin dall'infanzia lega Leonte re di Sicilia e Polissene re di Boemia. Entrambi lodano le qualità del piccolo principe Mamillio.
In un'altra sala del palazzo reale entrano Leonte, Ermione, Mamillio, Polissene e persone del seguito. Polissene, che si accinge a ripartire, ringrazia caldamente Leonte che lo ha ospitato.
Leonte insiste perché l'amico prolunghi la sua permanenza ma Polissene non si lascia convincere se non dalla richiesta, scherzosa ma ferma, della regina Ermione.
Il re si congratula per il successo della moglie ma, rivolto al pubblico, confida di essere geloso di Polissene. Lo conforta il notare che Mamillio gli somiglia decisamente e prende congedo dall'ospite e dalla moglie per allontanarsi con Camillo.
A Camillo Leonte conferma la propria gelosia e la propria certezza di essere stato tradito e gli ordina di avvelenare il rivale. Ma la coscienza di Camillo non gli permette di eseguire l'ordine ricevuto e lo spinge ad avvertire Polissene che, negato recisamente l'ingiusto sospetto, decide di partire segretamente portando con se Camillo.

Atto secondo


Scoperta la fuga di Polissene e di Camillo, Leonte litiga con la moglie (che è incinta) ed ordina che venga imprigionata.
Benché convinto della colpa di Ermione, Leonte invia Cleomene e Dione a consultare l'oracolo di Delfi in merito.
Paolina, moglie di Antigono, si reca a far visita alla regina ma poiché il carceriere non la lascia passare si accontenta di parlare con Emilia, una delle dame di compagnia della regina, che la informa che Ermione ha dato alla luce una bimba.
Nel frattempo Mamillio, turbato dagli avvenimenti, si è ammalato e Leonte medita di giustiziare la moglie.
Paolina si reca dal re con la neonata senza lasciarsi impaurire dagli impropoperi di Leonte ma questi non si lascia conviscere e quando Paolina esce lasciandogli la bambina, sfoga la sua ira su Antigono ordinandogli di mettere al rogo la figlia.
Infine alle preghiere di Antigono e di altri cortigiani ordina allo stesso Antigono di portare la neonata lontano dal regno e di abbandonarla al suo destino.
Viene annunciato che Cleomene e Dione sono tornati.

Atto terzo


Si apre il processo contro Ermione. La regina, pur consapevole di non aver prove o testimoni a sua discolpa, respinge ogni accusa.
Vengono introdotti Cleomene e Dione, il responso di Apollo, fino a quel momento sigillato, viene letto ed afferma l'innocenza di Ermione ma Leonte sostiene ostinatamente che si tratti di una falsificazione.
Sopraggiunge un servo ad annunciare che le emozioni ed il dolore hanno ucciso Mamillio. Ermione sviene mentre Leonte finalmente si pente.
Nella scena successiva Paolina annuncia che è morta anche Ermione. Leonte disperato dispone che madre e figlio vengano sepolti in una cappella dove fa voto di recarsi a piangere ogni giorno per il resto della vita.
Antigono, istruito da Ermione apparsagli in sogno, ha raggiunto la Boemia per abbandonarvi la bambina alla quale, come ordinatogli dalla visione, ha dato il nome di Perdita.
Mentre depone la neonata al suolo con un contrassegno, un sacchetto d'oro ed altri oggetti, avvista un orso e fugge inseguito dalla belva.
Un pastore trova la bambina e decide di affidarla a suo figlio il contaidno il quale entra in scena raccontando di aver visto un orso sbranare Antigono e la sua nave affondare nella tempesta.
Pastore e contadino scoprono l'oro del sacchetto e, felici, decidono di prendersi cura della bambina e di dar sepoltura a quel che resta di Antigono.

Atto quarto


Il coro (che rappresenta il Tempo) informa il pubblico che sono trascorsi sedici anni e che Perdita è cresciuta nella casa del pastore.
Nella reggia di Polissene Camillo, desideroso di tornare in Sicilia, chiede congedo al re che glielo nega perché vuole che Camillo continui a seguire gli affari di stato.
Inoltre il re è stato informato che suo figlio Florizel si reca spesso alla capanna di un pastore, probabilmente perché innamorato di una bellissima ragazza che vi abita. Polissene decide di andare ad indagare insieme a Camillo, entrambi travestiti.
Nella scena successiva il contadino viene derubato senza accorgesene daun piccolo truffatore di nome Autolico.
Florize, travestito da pastore, si reca con Perdita ad assistere alla festa della tosatura. Sollecitata dal pastore, Perdita accoglie gli ospiti fra i quali sono Polissene e Camillo travestiti che rimangono colpiti dalla bellezza della giovane.
Polissene chiede al pastore chi sia il bel giovane che balla con la figlia e viene a sapere che si fa chiamare Doricle ed intende sposare Perdita.
La festa prosegue fra danze e canzoni, Florizel e Perdita chiedono al pastore di annunciare a tutti il loro fidanzamento.
A questo punto Polissene si rivela e, infuriato, ordina a Florizel di non rivedere mai più Perdita e minaccia la giovane ed il suo presunto padre di condannarli a morte se tenteranno di nuovo di circuire il principe.
Deciso a non perdere l'amata, dopo l'uscita di Polissene Florizel annuncia che intende rinunciare alla successione e partire alla ventura con Perdita. Camillo lo persuade ad andare in Sicilia e a presentarsi a Leonte come se fosse stato inviato dal padre.
Per facilitare la sua fuga, Camillo fa scambiare gli abiti di Florizel con quelli di Autolico che si trova alla festa come venditore ambulante. In realtà Camillo intende informare Polissene della destinazione dei fuggiaschi e convincere il re ad inseguirli per poterlo accompagnare e tornare finalmente in Sicilia.
Autolico, che ha compreso la situazione, ottiene del denaro dal pastore e dal contadino promettendo loro di presentarli al re. I due hanno infatti deciso di svelare a Polissene la vicenda del ritrovamento di Perdita esposta da neonata.


Atto quinto


Cleomene, Paolina e Dione, cortigiani siciliani, conversano con Leonte il quale dichiara che non prenderàmai una nuova moglie per rispetto alla memoria di Ermione.
Viene annunciato l'arrivo di Florizel accompagnato da una bellissima giovane e da un modesto seguito, Leonte è stupito per una visita così informale ma accoglie comunque con gioia gli ospiti.
Mentre Florizel dichiara che Perdita è una principessa libica e sua moglie, entra un gentiluomo per informare il re dell'arrivo di Polissene e della sua richiesta di arrestare il figlio. Florizel prega Leonte di aiutarlo e Leonte promette di cercare una soluzione.
Nella scena successiva il pubblico apprende dalle battute di alcuni cortigiani come la situazione sia completamente cambiata: le rivelazioni del pastore e del contadino hanno permesso di appurare che Perdita è in realtà la figlia abbandonata di Leonte e di Ermione, Florizel si è riconciliato con il padre e presto i due giovani si sposeranno.
I due re si recano insieme ai figlio ed al seguito a visitare una galleria dove si trova una statua di Ermione che Paolina ha fatto scolpire da Giulio Romano.
Leonte è colpito dalla straordinaria somiglianza ma nota anche come l'artista ha ritratto la regina non giovane come era al momento di morire, ma più matura come se avesse potuto invecchiare durante gli anni trascorsi.
Paolina, che in precedenza aveva fatto giurare al re di non risposarsi se non con Ermione rediviva, prega la statua di prendere vita e la statua miracolosamente si muove, scende dal suo piedistallo ed abbraccia Leonte.
L'effetto teatrale che Shakespeare ottiene magistralmente è quello di lasciare lo spettatore in dubbio: si tratta veramente di un evento soprannaturale o Ermione non è morta ma lo ha lasciato credere al marito per punirlo delle sue colpe?