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Nel primo libro si parla di tutti i santi e beati di patria milanese. Co'l numero e nome dei corpi de' santi e reliquie notabili, chiese, monasterij, hospitali, case pie che sono nella città e diocesi di Milano. Nel secondo si descrivono tutti i papi, cardinali, arcivescovi, vescovi e prelati graduati milanesi. Nel terzo si ragiona di tutti i letterati e compositori milanesi in qualunque sorte de studij. Nel quarto si narra di tutti i re, imperatori & huomini valenti famosi nella militia dell'istessa patria. Con le guerre fatte dai milanesi con altre città. Nel quinto si favella dei pittori, scultori, miniatori, architetti e altri virtuosi in diverse sorti di virtù, milanesi. Nel sesto leggesi le grandezze dei milanesi, la nobiltà di molte casate, la fertilità dei campi, l'anticaglie, e quei c'hanno dominato questa città, et altre cose degne da sapersi. LIBRO I Nel primo libro si parla di tutti i santi e beati di patria milanese. Co'l numero e nome dei corpi de' santi e reliquie notabili, chiese, monasterij, hospitali, case pie che sono nella città e diocesi di Milano. Capitolo I In età romana, in Milano come a Roma, esistevano i flamini, sacerdoti addetti al culto degli dei. Il sommo flamine milanese aveva autorità su tutti i sacerdoti della città ma anche su quelli della Lombardia, della Liguria, della Marca Trevigiana e della Marca d'Ancona. Nei primi tempi del Cristianesimo, venne a Milano San Barnaba inviato da San Pietro per predicare la nuova religione. Poiché per entrare in città era obbligatorio venerare un idolo, Barnaba rimase fuori dalle mura approfittando di una sistemazione offertagli da un fedele. Predicò e disse messa, fisputò con i flamini e riuscì a convertire molti milanesi ai quali impartì il battesimo. Entrò in città e consacrò un palazzo facendone la chiesa di San Salvatore, più tardi detta di Santa Tecla. Si trattenne a Milano per sette anni e fu il primo vescovo della città. All'acqua della fontana che usava per battezzare si attribuivano facoltà terapeutiche. Con Roma e Aquileia, quella di Milano fu tra le prime chiese fondate in Italia ed ebbe grandi privilegi. L'arcivescovo di Milano partecipava con il papa alle cerimonie di incoronazione degli Imperatori. Il patriarca di Aquileia e l'arcivescovo di Milano si consacravano reciprocamente. In età longobarda l'arcivescovo di Milano ebbe la facoltà di incoronare i re d'Italia con la corona di ferro, l'incoronazione veniva spesso ripetuta dal papa a Roma con la corona d'oro. Capitolo II Anche San Paolo predicò a Milano ed ebbe tra i suoi discepoli i santi Gervasio e Protasio. Il ricco cittadino milanese Filippo degli Oldoni si convertì al Cristianesimo e donò alla chiesa tutti i suoi averi fra cui un terreno che fu utilizzato per il cimitero dei martiri. Qui furono sepolti Gervasio e Protasio, Nabore e Felice, Santa Savina e molti altri compreso lo stesso Filippo degli Oldoni. LIBRO II Nel secondo si descrivono tutti i papi, cardinali, arcivescovi, vescovi e prelati graduati milanesi. In preparazione LIBRO III Nel terzo si ragiona di tutti i letterati e compositori milanesi in qualunque sorte de studij. In preparazione LIBRO IV Nel quarto si narra di tutti i re, imperatori & huomini valenti famosi nella militia dell'istessa patria. Con le guerre fatte dai milanesi con altre città. Il libro si apre con una serie di re di Milano, tutti appartenenti alla nobiltà di Angera, che Morigia prende da una leggenda inventata dagli adulatori dei Visconti e dalle opere di cronisti milanesi come Filippo di Castelseprio e Galvano Fiamma. I primi di questi re risalirebbero addirittura ai tempi di Abramo e di Mosè. Si passa quindi agli imperatori nati a Milano: Didio Giuliano, Valeriano, Gallieno, Licinio, Costanzo, Teodosio II, Valentiniano, Galerio. Diocleziano fu proclamato imperatore a Milano, così Giuliano l'Apostata e suo fratello Gallo. Abitarono a Milano Giulio Cesare, Pompeo, Nerone, Diocleziano, Massimiano, Filippo, Costantino, Costanzo, Teodosio. Teodosio, Valeriano e Ludovico vi morirono. Fra i Milanesi che furono grandi guerrieri, Morigia ricorda Ducario che uccise il console Gaio Flaminio Nepote nella battaglia del Trasimeno (217 a.C.) e Virginio Rufo, tre volte console e comandante delle legioni in Germania. Venendo a parlare delle glorie militari di casa Visconti viene ricordato per primo Uberto di Angera che intorno al 400 uccise un pestrifero drago che aveva già causato migliaia di morti. Aglione Visconte di Angera fu nominato "Conte d'Italia" dai Milanesi e combattè a lungo contro Odoacre ed i Goti. LIBRO V Nel quinto si favella dei pittori, scultori, miniatori, architetti e altri virtuosi in diverse sorti di virtù, milanesi. In preparazione LIBRO VI Nel sesto leggesi le grandezze dei milanesi, la nobiltà di molte casate, la fertilità dei campi, l'anticaglie, e quei c'hanno dominato questa città, et altre cose degne da sapersi. In preparazione