Comune della Toscana in provincia di Arezzo situato sull'Appennino Centrale all'altitudine di 330 m.s.l.m. presso la riva sinistra del Tevere, nella zona in cui si toccano i confini di Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria, caratteristica che ha sempre contribuito all'importanza strategica e commerciale di Sansepolcro.
Il territorio comunale ha una superficie di 91,19 kmq. e confina con i comuni di Anghiari, Badia Tedalda, Borgo Pace (PU), Citerna (PG), Città di Castello (PG), Pieve Santo Stefano, San Giustino (PG).
La popolazione è di circa 16.000 abitanti.

Storia
Sansepolcro si formò nel X e XI secolo intorno all'abbazia benedettina intitolata al Santo Sepolcro
Le frequenti attività di mercato e le fiere che, favorite dalla posizione geografica, si svolgevano nel borgo ne stimolarono la crescita.
Nella seconda metà dell'XI secolo Sansepolcro fu libero comune con magistrature elettive mentre nel suo territorio cresceva l'urbanizzazione ma si verificava anche un frequente insediarsi di nuove comunità religiose.
Nel XIV secolo passò sotto la signoria di Uguccione della Faggiuola, poi di Guido Tarlati. Seguirono periodi di sottomissione a Perugia, ai Visconti di Milano, a Città di Castello, alla Chiesa e ai Malatesta di Rimini.
Nel XV secolo appartenne a Niccolò Fortebraccio e a Bartolomeo d'Alviano.
Nel 1441, dopo le sconfitte dell'esercito di Piccinino, Sansepolcro passò alla Signoria di Firenze. Sotto i Medici la città fu dotata di nuove fortificazioni alla cui realizzazione partecipò fra gli altri Giuliano da Sangallo.
La crisi sopraggiunse nel XVII secolo per vari motivi fra cui le difficoltà economiche nascenti dai nuovi assetti politici della regione con conseguente aggravarsi degli oneri doganali sul commercio.
Nella prima parte del XIX secolo varie iniziative economiche permisero una ripresa della città che dal 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia.