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Diodoro Siculo (Bibl. XXXVII, 11) riporta il testo della formula di giuramento solenne con cui gli Italici promettevano fedeltà a Marco Livio Druso Giuro per Giove Capitolino e Vesta di Roma e il suo patrio dio Marte e il capostipite Sole e la Terra benefattrice degli animali e delle piante e i semidei che furono fondatori di Roma e gli eroi che contribuirono ad aumentare il suo dominio, che avrò gli stessi amici e gli stessi nemici di Druso, e che non risparmierò né la mia vita, né i miei averi, né la vita di alcuno dei miei figli e dei miei parenti in favore di Druso, e di coloro che fanno questo giuramento. E se diverrò cittadino per la legge di Druso, considererò Roma la mia patria e Druso il mio più grande benefattore. Questo giuramento lo trasmetterò al massimo numero di cittadini che potrò. E se manterrò fede a questo giuramento, possa io acquistare ogni bene, se non lo manterrò, possa accadermi il contrario.1