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PLUTARCO Di CHERONEA
VITE DI AGIDE E CLEOMENE
Passo introduttivo:
Plutarco
cita il mito di
Issione
che volendo possedere
Era
fu ingannato da
Nefele
(Nube) e generò i
Centauri
; chi è ambizioso finisce per essere ingannato dai propri desideri come i pastori di
Sofocle
(da una tragedia perduta) che sono padroni delle greggi ma ne sono anche schiavi.
Continuano le considerazioni sulla fama e la gloria che accecano gli ambiziosi e li sottomettono, loro capi, al volere cieco delle masse che dovrebbero governare e dalle quali derivano il proprio potere. Anche i Greci, dice
Plutarco
, che pure erano mossi da nobili intenzioni, si lasciarono travolgere dal loro stesso successo e ne pagano tragicamente le conseguenze. Lo stesso avvenne ad
Agide
e a
Cleomene
, i due re di
Sparta
che ne riformarono la costituzione incontrando l'avversione dei potenti.
L'avidità e la corruzione avevano fatto degenerare i costumi di
Sparta
fino al tempo in cui regnarono
Agide
e
Leonida
.
Agide
era un
Euripontide
, figlio di
Eudamida II
, sesto discendente di
Agesilao
.
Leonida
, figlio di
Cleonimo
, apparteneva alla casata degli
Agiadi
ed era l'ottavo discendente di
Pausania
.
Agide
fu educato dalla madre
Agesistrata
e dalla nonna
Archidamia
nella ricchezza. Nonostante ciò appena fu re smise ogni lusso e cercò di restaurare le antiche consuetudini spartane.
L'antica costituzione di
Sparta
, dettata da
Licurgo
prevedeva una ripartizione della terra fra i cittadini che garantisse una certa parità di stato. La terra veniva tramandata da padre in figlio e non era alienabile.
Una legge dell'eforo
Epitadeo
(
400 a.C.
) aveva consentito di alienare la proprietà o di testare fuori dalla famiglia e questo aveva rapidamente creato forti sperequazioni sociali, indigenza e malcontento.
Agide
iniziò una propaganda volta a restaurare la costituzione di
Licurgo
. Furono suoi primi alleati
Lisandro
,
Mandroclide
e
Agesilao
, zio di
Agide
.
A
Sparta
le donne erano molto influenti ed
Agide
cercò l'appoggio della madre. Tuttavia incontrò molte difficoltà; come è ovvio, da parte delle classi influenti che sarebbero state danneggiate dalle riforme proposte da
Agide
.
Agide
ottenne che
Lisandro
diventasse eforo (243 a.C.) e subito presentò una proposta di legge al consiglio degli anziani che prevedeva la distribuzione di quattromilacinquecento lotti di terra, l'esenzione dei debiti, ecc.
Il consesso degli anziani, non trovando l'accordo, consultò l'assemblea popolare. Gli amici di
Agide
parlarono al popolo ricordando le profezie che avevano enunciato come l'avidità avrebbe portato
Sparta
alla rovina.
Agide
mise a disposizione il patrimonio proprio e quello familiare come contributo al regime che voleva costituire.
Leonida
, collega di
Agide
nel regno di
Sparta
polemizzò con
Agide
.
In breve il popolo fu schierato con
Agide
ed i ricchi con
Leonida
.
Leonida
riuscì a far bocciare la proposta di legge ma
Lisandro
lo trasse in giudizio perchè aveva avuto figli da una donna asiatica, cosa vietata dalle tradizioni ad un Eraclide.
Lisandro
convinse
Cleombroto
, genero di
Leonida
, ad avanzare pretese sul regno. La situazione si fece pericolosa per
Leonida
che citato in giudizio non si presentò; fu dichiarato decaduto e sostituito da
Cleombroto
.
Scaduti i termini
Lisandro
lasciò la sua carica.
I nuovi efori prosciolsero
Leonida
e citarono
Lisandro
e
Mandroclide
.
Lisandro
e
Mandroclide
convinsero i due re ad accordarsi e a sostituire gli efori, fra i nuovi fu eletto
Agesilao
.
Leonida
fuggì a
Tegea
.
Agesilao
, proprietario terriero oberato di debiti, convinse astutamente
Agide
e
Lisandro
a operare prima una remissione dei debiti, poi la distribuzione delle terre. Ottenuta la remissione dei debiti ricevette l'ordine di distribuire terre ma temporeggiò approfittando del fatto che
Agide
fosse chiamato a guidare una missione militare in favore degli alleati achei.
Agide
partì per la sua missione con un esercito particolarmente disciplinato.
Agide
raggiunse
Arato di Sicione
e si mise a sua disposizione.
Arato
tuttavia preferì non combattere contro di Etoli.
Intanto
Agesilao
svolgeva la sua carica di eforo in modo disonesto procurandosi molti nemici. Gli avversari di
Agesilao
restaurarono
Leonida
che preso il potere mise in fuga
Agide
e
Cleombroto
.
Chilonide, figlia di
Leonida
e moglie di
Cleombroto
intercesse presso il padre in favore del marito.
Leonida
finì col cedere alle preghiere della figlia e fare grazia della vita a
Cleombroto
, ordinandogli di partire per l'esilio. Chilonide partì con lui e con i figli.
Leonida
cercò di convincere
Agide
a lasciare il tempio di
Atena
presso il quale aveva trovato asilo e di regnare con lui, ma
Agide
non credette alla sua buona fede.
Agide
venne arrestato e si cercò di fargli ritrattare la sua politica ma
Agide
rifiutò e venne condannato a morte.
Anfare
, un eforo ex amico di
Agide
, coordinò le operazioni dell'esecuzione. Attirò con l'inganno anche
Agesistrata
ed
Archidamia
, rispettivamente madre e nonna di
Agide
e le fece impiccare insieme ad
Agide
.
La notizia della morte di
Agide
e delle due donne addolorò gli Spartani che presero in odio
Leonida
e
Anfare
. Era la prima volta che un re spartano veniva ucciso nella sua città.
Ucciso
Agide
Leonida
costringe la vedova Agiatide a sposare suo figlio
Cleomene
, ancora troppo giovane per il matrimonio. Crescendo il ragazzo si innamora di Agiatide.
Dopo la morte di
Agide
,
Leonida
regnò su
Sparta
in modo negligente, trascurando gli affari pubblici.
Cleomene
si dedicò alla filosofia e sotto la guida di
Sfero di Boristene
.
Morto
Leonida
,
Cleomene
divenne re di
Sparta
(
235 a.C.
). Subito concepì l'idea di calcare le orme di
Agide
ma venne contrastato anche dai più intimi amici. Decidendo di agire da solo pensò di accettare le provocazioni considerando più facile cambiare la situazione in tempo di guerra che in tempo di pace.
Dopo una serie di schermaglie,
Arato di Sicione
(stratego della lega Achea) occupò abilmente Mantinea e gli spartani si persero d'animo.
Archidamo
, fratello di
Agide
tornò dall'esilio ma venne ucciso.
Si giunse allo scontro con gli
Achei
nel territorio di
Megalopoli
. Gli Spartani vinsero la battaglia nella quale rimase ucciso
Lidiada
tiranno di
Megalopoli
.
Durante la guerra
Cleomene
, d'accordo con Megistano, marito di sua madre, propose la riforma agraria voluta da
Agide
ed allontanò per una campagna militare, tutti i possibili oppositori.
Il colpo di mano di
Cleomene
: gli efori vennero sorpresi sul luogo delle loro riunioni ed uccisi. Compiuto il colpo di stato
Cleomene
mise al bando ottanta cittadini ed abrogò l'eforato. Quindi convocò l'assemblea popolare per motivare il suo operato.
Disponendo la distribuzione delle terre mise a disposizione il proprio patrimonio e quello del patrigno
Megistono
. Quindi si occupò di altre riforme riguardanti gli armamenti dell'esercito e l'educazione dei giovani. Associò al regno il proprio fratello Emiclide contravvenendo alla costituzione che prevedeva che i re appartenessero alle due casate.
Cleomene
riprese le ostilità con gli
Achei
ed irruppe nelle regione di
Megalopoli
. Mantinea si consegnò volontariamente a
Cleomene
.
Arato
si ritirò dalla carica di stratego.
Cleomene
chiese ed ottiene la supremazia sulla Lega in cambio della restituzione dei prigionieri e di altre concessioni.
Arato
non condividendo l'accordo con gli Spartani chiamò nel
Peloponneso
i Macedoni di
Antigono III Dosone
.
Plutarco
denuncia una grave incoerenza in questo comportamento di
Arato
, da sempre nemico dei Macedoni.
Una trattativa fallì per l'intransigenza di
Arato
e
Cleomene
dichiarò guerra agli
Achei
ed attaccò l'
Acaia
, conquistò quindi la città di
Argo
.
Cleomene
ottenne l'egemonia sul
Peloponneso
e grandissimo prestigio personale.
Arato
tentò ancora di resistere agli Spartani con una propaganda a
Corinto
.
Cleomene
gli propose di unirsi a lui,
Arato
rifiutò e
Cleomene
invase la regione di
Sicione
confiscando i beni di
Arato
.
Intanto
Antigono
procedeva nel
Peloponneso
,
Cleomene
lo affrontò e lo mise in difficoltà ma
Argo
gli si ribellò.
Mentre
Cleomene
fronteggiava
Antigono
, inviò
Megistono
ad
Argo
a reprimere la ribellione.
Megistono
venne ucciso e
Cleomene
, temendo che i nemici potessero attaccare
Sparta
, abbandonò
Corinto
ad
Antigono
.
Cleomene
tentò la difesa di
Argo
ma desistette davanti alla preponderanza delle forze macedoni.
Cleomene
ottenne l'aiuto del re egiziano
Tolomeo III Evergete
ma dovette consegnargli come ostaggi la madre ed il figlio.
Cleomene
decise di impadronirsi improvvisamente di
Megalopoli
per contrastare
Antigono
e ci riuscì con una azione rapidissima.
Molti cittadini di
Megalopoli
fuggirono a Messene e la città si arrese dopo brevi scontri e poche perdite.
Cleomene
si disse disposto a liberare
Megalopoli
a patto che i suoi cittadini rompessero l'alleanza con gli
Achei
, la proposta venne respinta da
Filopemene
.
Cleomene
sdegnato per il rifiuto saccheggiò e distrusse
Megalopoli
.
Antigono
si trovò in Argolide mentre il grosso del suo esercito era sparso in varie città nei quartieri di inverno. Razziò l'Argolide mentre
Antigono
, sfornito di risorse non poteva intervenire e perdeva in prestigio presso gli Argivi.
Per prevenire attacchi Macedoni o
Achei
in
Laconia
,
Cleomene
continuò ad agire in Argolide impegnandovi le forze nemiche.
Nonostante i successi
Cleomene
bisognoso di mezzi e con scarse risorse non riuscì a resistere al ricco e ben organizzato
Antigono
che infine lo sconfisse a Sellasia nel 222 a.C. Per ironia della sorte solo pochi giorni dopo
Antigono
fu richiamato in
Macedonia
per far fronte ad un'invasione degli
Illiri
.
Cleomene
combattè a Sellasia da valoroso, secondo
Plutarco
fu però tradito da alcuni suoi ufficiali corrotti da
Antigono
. Il fratello Emiclide, che comandava una parte delle forze spartane fu circondato ed ucciso, allora l'umore degli spartani crollò.
Cleomene
fuggì con pochi superstiti, torna a
Sparta
e subito dopo si imbarcò.
Antigono
occupò
Sparta
ma ne trattò con benevolenza i cittadini. Pochi giorni dopo ripartì per la
Macedonia
dove era scoppiata la guerra contro gli
Illiri
. Già in quei tempi
Antigono
soffriva della tisi che poco più tardi lo avrebbe ucciso.
Dopo una sosta a Cirene,
Cleomene
giunse ad
Alessandria
presso
Tolomeo III Evergete
. Il re lo ebbe in grande stima e lo incoraggiò a tornare a combattere, ma morì prima di aver realizzato il ritorno in patria di
Cleomene
e gli successe il figlio
Tolomeo IV Filopatore
, debole e dissoluto che si disinteressò al caso di
Cleomene
. Quando
Cleomene
venne a sapere della morte di
Antigono
e della situazione caotica creatosi nel
Peloponneso
, chiese a
Tolomeo IV
, senza ottenerlo, il permesso di partire.
Giunse ad
Alessandria
un mercante amico di
Cleomene
che in realtà lo odiava per motivi di interesse. Il mercante calunniò
Cleomene
che venne denunciato a
Tolomeo
il quale decise di limitarne la libertà.
La situazione per
Cleomene
si fece pericolosa, come egli venne via via a scoprire, e con i suoi compagni decise di ribellarsi.
Approfittando di un viaggio di
Tolomeo
,
Cleomene
con dodici compagni tentò la fuga. Cercò di liberare i prigionieri dalle carceri per farsi aiutare ma non ci riuscì. A questo punto i fuggiaschi decisero di uccidersi.
Tolomeo
decretò l'esecuzione della madre di
Cleomene
, dei suoi figli e di tutti i parenti degli spartani.
Il corpo di
Cleomene
, per ordine di
Tolomeo IV
fu esposto ma un grande serpente lo difendeva dagli uccelli.
Tolomeo
spaventato ordinò nuovi riti propiziatori.
VITE DI TIBERIO E CAIO GRACCO
Tiberio Sempronio Gracco
, padre di
Caio
e di
Tiberio
, sposò
Cornelia
, ebbero dodici figli.
Tiberio
morì e dopo di lui morirono nove figli.
Cornelia
educò i sopravvissuti:
Tiberio
,
Caio
e Sempronio.
Tiberio
e
Caio
: il primo "mansueto e sereno", l'altro "teso e impetuoso".
L'oratoria di
Tiberio
era elegante e misurata, quella di
Caio
affascinante e piena di effetti.
Caio
era portato all'ira e affidava al servo Licinio il compito di far risuonare uno strumento per avvertirlo quando una discussione tendeva a riscaldarsi.
Tiberio
era nato nel
163 a.C.
e
Caio
nel
154 a.C.
Ciò comportò un lasso di tempo fra le attività politiche dei due.
Appena maggiorenne
Tiberio
divenne
augure
subentrando al padre morto nel
148 a.C.
, a sedici anni combattè in
Africa
con
Scipione Emiliano
.
Dopo la campagna d'
Africa
(circa dieci anni dopo)
Tiberio
fu questore. Dovette seguire il
console
Caio Mancino
contro i
Numantini
.
Mancino
fu più volte sconfitto e
Tiberio
trattò la pace.
Tiberio
ottenne dai
Numantini
i suoi documenti di questore e segni di amicizia.
Critiche a
Roma
contro
Tiberio
per l'episodio dei
Numantini
.
Premessa all'attività politica di
Tiberio Gracco
. Tendenza al latifondismo da parte di ricchi speculatori. Intorno al
145 a.C.
la Lex Licinia vietava di possedere più di cinquecento jugeri (circa centoventicinque ettari) di terra. Inizialmente questo giovava ai piccoli contadini ma presto gli speculatori, servendosi di prestanomi, aggirarono l'ostacolo.
Nel
133 a.C.
Tiberio Gracco
,
tribuno della plebe
, si propose di sanare la situazione.
Alleati e sostenitori di
Tiberio Gracco
furono
Publio Licinio Crasso Muciano, detto Dives
, pontefice massimo; il giureconsulto
Muzio Scevola
che era allora
console
e
Appio Claudio
, suocero di
Tiberio
.
La legge proposta da
Tiberio
prevedeva l'allontanamento dai fondi posseduti illegalmente degli speculatori ai quali sarebbe andato un indennizzo per i lavori sostenuti. I terreni così recuperati dovevano essere affidati agli indigenti.
Tiberio
iniziò un'intensa campagna politica per promuovere la legge.
Gli avversari politici di
Tiberio Gracco
convinsero l'altro
tribuno della plebe
,
Marco Ottavio
, ad opporre il veto.
Tiberio
ritirò la proposta e la sostituì con una più dura verso i contravventori. Accesi scontri fra
Tiberio Gracco
e
Marco Ottavio
.
Al momento decisivo l'aristocrazia boicottò le votazioni per la legge proposta da
Tiberio
. La situazione si esasperò e
Tiberio
giunse allo scontro con
Marco Ottavio
che voleva esautorare.
Tiberio
ricorse ad una legge che prevedeva la votazione popolare per confermare in carica o destituire
Marco Ottavio
. Nel corso della votazione, quando era ormai evidente che il popolo era con
Tiberio
,
Marco Ottavio
cedette ed accettò di abbandonare la carica di
tribuno
.
Fu proposta la legge agraria e furono eletti tre magistrati per espropriare e distribuire le terre; lo stesso
Tiberio
,
Appio Claudio
, suo suocero, e
Caio
, suo fratello. Iniziò subito in
Senato
lo scontro fra
Tiberio
e gli ottimati.
Morì in quei giorni
Attalo III re di Pergamo
lasciando suo erede il popolo romano. Scontro in
Senato
in merito all'utilizzo dell'eredità, argomento sul quale
Tiberio
propose di far decidere il popolo offendendo il
Senato
.
Fra gli altri
Tiberio
entrò in polemica con
Tito Annio Lusco
e con
Cecilio Metello Macedonico
.
Discorso di
Tiberio
al popolo per difendere il proprio operato nei confronti di
Ottavio
.
Per conciliarsi il popolo
Tiberio Gracco
emanò leggi che diminuivano la durata del servizio militare, ed altre tese a limitare il potere del
Senato
.
Elezioni tribunizie del
133 a.C.
Presagi nefasti per
Tiberio
.
Durante le elezioni il senatore
Fulvio Flacco
avvertì
Tiberio
che i ricchi erano pronti ad eliminarlo.
Cominciarono i disordini fra la folla. Scontro verbale in
Senato
fra
Scipione Nasica
e
Publio Muzio Scevola
.
Nasica
promosse il linciaggio di
Tiberio Gracco
e dei suoi sostenitori.
Persecuzione degli amici di
Tiberio
. Vengono uccisi
Gaio Villio
e l'oratore
Diofane
.
Per tenere calmo il popolo il
Senato
non si oppose alla distribuzione di terre e scelse Publio Crasso (suocero di
Caio Gracco
) per sostituire
Tiberio
nella commissione di assegnazione.
Astio della
plebe
contro
Nasica
che uccidendo un
tribuno
aveva commesso sacrilegio.
Nasica
venne inviato per prudenza in
Asia
, dove poco dopo morì a Pergamo. Anche
Scipione Africano
, in
Numanzia
, risultò impopolare quando si compiacque pubblicamente della fine di
Tiberio Gracco
.
Caio Gracco
, che alla morte del fratello era solo un ragazzo, rimase in disparte per alcuni anni, poi intraprese la carriera pubblica fra la preoccupazione degli ottimati. Divenne questore nel
126 a.C.
per la
Sardegna
insieme al
console
Lucio Aurelio Oreste
.
In
Sardegna
Caio
acquistò popolarità turbando il
Senato
. Il
Senato
più tardi riconfermò
Oreste
nella carica di
proconsole
in
Sardegna
ma
Caio
, contrariamente alle consuetudini non rimase con lui ma tornò a
Roma
dove fu processato per insubordinazione.
Caio
vinse brillantemente la causa.
Subì altri processi per l'accusa di aver partecipato alla ribellione di
Fregelle
(
125 a.C.
). Vinta anche questa causa si presentò all'elezione del
tribuno delle plebe
per il
123 a.C.
Divenne
tribuno
ed esercitò ampiamente l'eloquenza sempre rammentando al popolo la figura del fratello.
Propose due leggi: la prima vietava ad un magistrato destituito dal popolo di ricandidarsi, con riferimento evidente a
Marco Ottavio
, la seconda prevedeva che il magistrato che avesse bandito un cittadino senza processo fosse giudicato dal popolo.
Promosse una nuova legge agraria per confermare quella del fratello che non era stata realizzata. Propose agevolazioni per i militari, il diritto di voto per gli
Italici
e una Lex frumentaria che calmierava il prezzo del grano. Propose una legge giudiziaria che diminuiva il potere dei senatori in tribunale.
Caio
ottenne molto prestigio e potere, sia a
Roma
che nelle province. Promosse la fondazione di colonie e la costruzione di nuove strade e di granai.
Carismatico ed infaticabile fu ottimo politico e si guadagnò la benevolenza di molti.
Istituì l'uso di misurare le strade e di piantare le pietre miliari che segnavano distanze di mille passi.
Caio
appoggiò la candidatura al consolato dell'amico
Caio Fannio
e fu rieletto
tribuno
per iniziativa popolare.
Il
Senato
rimaneva ostile a
Gracco
. Gli ottimati gli opposero politicamente il collega
Marco Livio Druso
.
Livio
cercò allora di contendere a
Gracco
il favore popolare, a colpi di demagogia.
Nella primavera del
122 a.C.
Caio
partì per l'
Africa
per costruire una nuova colonia sul luogo della distrutta
Cartagine
. In sua assenza
Livio Druso
fece di tutto per screditarlo.
Fulvio Flacco
, amico e collaboratore di
Gracco
, non godeva di ottima fama e i sospetti contro di lui ricaddero su
Caio
che successivamente rischiò di essere coinvolto anche nell'inchiesta per la morte di
Scipione Africano
.
Con difficoltà
Caio
riuscì ad insediare la nuova colonia e dopo settanta giorni tornò a
Roma
.
Al ritorno di
Caio
molti
Italici
accorsero intorno a lui, tanto che il
Senato
votò una legge che proibiva la dimora in città a chi non avesse diritto al voto. Il potere di
Caio Gracco
declinò rapidamente: forse non riuscì ad essere eletto
tribuno
per la terza volta.
Lucio Opimio
, eletto
console
nel 121 a.C., fece abrogare diverse disposizioni graccane fra cui la Lex Rubria che stabiliva la deduzione di una colonia a
Cartagine
.
Caio
ed i suoi amici organizzarono una sedizione e presto si scontrarono con la fazione opposta. Quinto Antillio, littore di
Opimio
, in una cerimonia pubblica oltraggiò i graccani e venne ucciso.
L'incidente venne utilizzato dagli avversari di
Caio
per attaccarlo e
Opimio
venne investito di pieni poteri con il "Senatus Consultum Ultimum".
Parte degli alleati di
Caio
, gli uomini di
Fulvio Flacco
, tentò l'occupazione dell'
Aventino
, mentre
Caio
decideva di affrontare la sorte fra i lamenti della moglie.
Caio Gracco
e
Fulvio Flacco
tentarono di trattare con il
Senato
mandando come messaggero il figlio di
Fulvio Flacco
ma
Opimio
fece arrestare il giovane ed attaccò
Fulvio Flacco
. Negli scontri
Fulvio Flacco
rimane ucciso.
Caio
rifugiò nel tempio di
Diana
dove degli amici lo convinsero a non uccidersi.
Caio
fuggì con il servo Filocrate ma vedendosi raggiunto dagli inseguitori si fece uccidere dal servo che a sua volta si suicidò. La testa di
Caio Gracco
fu pagata a peso d'oro da
Opimio
ed alle spoglie sue e di
Fulvio Flacco
fu negata la sepoltura.
Opimio
, primo
console
ad essere investito dei pieni poteri da un consulto, più tardi si lasciò corrompere dal re
Giugurta
e finì i suoi giorni nel disonore mentre i Gracchi furono riabilitati e rimpianti dai
Romani
.
Cornelia
sopportò la tragedia con magnanimità. Continuò a vivere a
Miseno
circondata da amici e letterati, comportandosi sempre con grande dignità .