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Gneo Nevio



275-200 a.C. circa.
Libero cittadino romano, oriundo della Campania, fu soldato nell'esercito della Repubblica durante la prima guerra punica. Si dedicò definitivamente alla poesia soltanto dopo la fine di tale guerra e nel 235 a.C., qualche anno più tardi di Livio Andronico, cominciò a dare alla scena i suoi drammmi.
Predilegendo lo stile comico e non risparmiando battute mordaci contro personaggi in vista, almeno a quanto ne narra Tito Livio, Nevio si distingueva nettamente dallo stile ellenizzante di Livio Andronico avvicinandosi di più alla tradizione italica dei Fescennini e delle Saturae. Per questi motivi non godette del favore dei patrizi, anzi fu spesso perseguitato, fino a subire la prigionia nell'anno 206 a.C. per aver attaccato la potente famiglia dei Metelli con le frecciate delle sue satire.

In carcere Nevio compose due commedie, L'indovino e Leon nelle quali inserì qualche giustificazione per le offese arrecate ai potenti e per intercessione dei tribuni della plebe venne liberato, ma costretto ad abbandonare Roma. Si recò in Africa, forse al seguito di Scipione Africano Maggiore, nella sua spedizione contro Cartagine del 205-204 a.C.

In quegli anni mise mano al Bellum Poenicum, primo poema romano di argomento e di ispirazione nazionale. Qui Nevio segue solo da lontano l'esempio greco, preferendo mettere in risalto il carattere latino di quanto narrato, non senza riconnettere al mito le gesta e gli eventi dei romani. Il Bellum Poenicum precede in questo senso gli Annales di Ennio dei quali anticipa la struttura che diverrà lì assai più complessa.

Le composizioni drammatiche sembrano più ispirate al modello ellenico, tuttavia per attestare la propria indipendenza Nevio adottò il metodo di fondere insieme gli argomenti di due o più modelli drammatici: la contaminatio che sarà poi abbondantemente seguita da Plauto.

Anche nella tragedia affiancò elementi romani ai modelli greci o sostituì del tutto questi ultimi come in Romulus, Lupus, Clastidium. Per questo Nevio è¨ abitualmente considerato come l'inventore di due nuovi tipi di dramma, la fabula togata e la fabula praetexta cioè¨ rispettivamente la commedia e la tragedia di soggetto romano, così dette dal fatto che i personaggi, essendo romani, vi comparivano vestiti del loro costume nazionale: i personaggi comici con la comune toga del popolo, gli eroi e i condottieri della tragedia con la più nobile toga praetexta; mentre la commedia di argomento greco aveva nome di palliata.

Morì ad Utica, intorno al 200 a.C., dopo aver visto la vittoria di Scipione a Zama (202) e la conclusione della pace.

Si possiedono di Nevio frammenti di circa trenta commedie fra cui Corollaria (la fioraia), Tarentilla (la ragazza di Taranto), Apella (la donna di Puglia), Personata (la donna mascherata), Hariolus (l'indovino).
Le sue tragedie preteste: Romulus e Clastidium (sulla battaglia di Casteggio)
Altre tragedie di cui ci sono noti solo i titoli: Aesiona, Danae, Equas troianos, Hector proficiscens, Iphigenia, Lucurgus.
Del Bellum Poenicum si hanno scarsissimi frammenti. In origine l'opera era scritta come un unico carmen continuo, forse i quattro o cinquemila versi. Il grammatico Ottavio Lampadione, nel I secolo a.C. lo divise in sette libri. Il racconto della prima guerra punica vi era svolto in modo annalistico, alternato con parentesi mitiche che richiamavano la saga di Anchise, di Enea e di Romolo.


dalla Tarentilla

Quase pila
in choro ludens datatim dat se et communem facit:
alii adnutat, alii adnictat, alium amat, alium tenet,
alibi manus est occupata, alii pervellit pedem,
anulum dat alii spectandum, a labris alium invocat,
cum alio cantat, at tamen alii suo dat digito litteras.


Come una palla che dall'uno all'atro rimbalza in una cerchia di giocatori, così dall'uno all'altro si dona e a tutti appartiene: all'uno fa cenno, ammicca ad un altro, questo accarezza, quello tiene fra le braccia, qua è¨ occupata con la mano, là tasta ad un altro il piede, a questo porge l'anello da guardare, quell'altro lo invita con le labbra; con l'uno sta cantando e intanto all'altro fa messaggi con le dita.




Riferimenti letteratura:
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Macrobio - Saturnali



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