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SOFOCLE
AIACE
Personaggi:
Atena
Odisseo
Aiace
Coro di marinai di
Salamina
Tecmessa
Nunzio
Teucro
, fratello di
Aiace
Menelao
Agamennone
Eurisace
, figlio di
Aiace
, personaggio muto
La scena:
L'estremità orientale dell'accampamento greco, vi si trova la tenda di
Aiace
. E' l'alba.
Entra
Odisseo
in atteggiamento furtivo, esaminando le orme sulla sabbia. Subito dopo entra
Atena
ed interroga
Odisseo
sul suo comportamento. Come
Atena
mette in evidenza, la tenda di
Aiace
si trova all'estremità del campo acheo. E' un riferimento all'
Iliade
(VIII canto) dove di dice che
Achille
ed
Aiace
occupavano le posizioni esterne del campo, dunque le più esposte e pericolose.
Atena
informa
Odisseo
(ed il pubblico) che
Aiace
si trova nella tenda dove è "da poco rientrato, col capo madido di sudore e le mani cruente".
Odisseo
sta indagando sulla strage del bestiame avvenuta durante la notte, strage che alcuni testimoni oculari attribuiscono ad
Aiace
.
La dea conferma ma spiega che la vera intenzione di
Aiace
, furibondo per non aver ricevuto le armi di
Achille
, era quella di uccidere
Menelao
,
Agamennone
, lo stesso
Odisseo
e tutti gli Achei che avrebbe incontrato. Per questo
Aiace
era penetrato furtivamente nel campo durante la notte e lo sterminio era stato evitato dalla stessa
Atena
che aveva obnubilato la mente dell'eroe spingendolo a sfogare sulle bestie inerti l'ira che provava nei confronti dei suoi compatrioti.
Ora, spiega ancora
Atena
,
Aiace
si trova nella sua tenda intento a frustare alcuni animali che ha fatto prigionieri persistendo nella folle allucinazione.
Richiamato da
Atena
,
Aiace
esce dalla tenda, ma non può vedere
Odisseo
reso invisibile da un altro sortilegio della dea.
Dichiara orgogliosamente di aver ucciso gli
Atridi
e di aver fatto prigioniero
Odisseo
, suo rivale nella contesa per le armi di
Achille
, che egli intende finire a colpi di sferza.
Quando
Aiace
rientra nella tenda,
Odisseo
si mostra turbato da quanto ha ascoltato e compiange la sorte del suo nemico.
Prima di uscire di scena
Atena
ammonisce
Odisseo
riproponendo un tema diffuso nel teatro tragico: quello della caducità della gloria umana.
La scena successiva è occupata da un dialogo di
Tecmessa
con il coro in cui la donna descrive più dettagliatamente la tragica notte appena trascorsa e l'orribile follia di
Aiace
.
Tecmessa
, figlia di
Teleutante
, è preda di guerra toccata ad
Aiace
il quale, come di consueto ne ha fatto la propria concubina. Fra i due è nato un affetto "costante", consolidato dalla nascita del figlio
Eurisace
, in nome di questo affetto il coro incita la donna perché provi a calmare l'eroe.
A questo punto di sentono le grida di
Aiace
provenienti dall'interno, la tenda viene aperta e l'eroe che sta lentamente uscendo dall'effetto del sortilegio divino, fa la sua entrata in scena.
Quando rinsavisce,
Aiace
dialogando con il coro e con
Tecmessa
, sfoga liberamente la propria disperazione. Resosi conto della follia che lo ha colpito egli sa di essere "manifestamente inviso agli dei" ed ora odiato dai Greci oltre che dai
Troiani
.
Il suo codice d'onore ("chi è nato nobile deve o gloriosamente vivere o gloriosamente morire") gli proibisce di tornare in patria, dopo aver tanto valorosamente combattuto, privo di gloria e di trofei. Cercare la morte portando ai
Troiani
un attacco suicida gli restituirebbe forse la gloria ma gioverebbe agli ormai odiatissimi connazionali. Non gli resta dunque che morire di propria mano per mettere fine a sofferenze e disonore.
Il coro e
Tecmessa
cercano di dissuadere
Aiace
, in particolare la donna si sforza di far leva sulla pietà che l'eroe dovrebbe provare per lei stessa e per il piccolo
Eurisace
, loro figlio.
Aiace
chiede di vedere il piccolo
Eurisace
, che era stato allontanato da
Tecmessa
per timore dei folli eccessi dell'eroe, e gli augura un futuro di gloria e di felicità.
Parlando con
Eurisace
,
Aiace
esprime l'intenzione di affidare le cure della famiglia al fratello
Teucro
, ma una volta allontanato il piccolo cambia atteggiamento e si mostra rassegnato al proprio destino e dichiara di volersi recare alla spiaggia per mondarsi dal sangue delle vittime ed offrire sacrifici, onde placare l'ira degli dei.
Mentre il coro gioisce per i nuovi propositi di
Aiace
, tuttavia, sopraggiunge un messaggero ad annunciare il ritorno di
Teucro
.
Teucro
ordina che per quel giorno
Aiace
non venga lasciato uscire dalla sua tenda in quanto l'indovino
Calcante
ha sentenziato che, se si allontanerà dal suo quartiere prima dell'indomani,
Aiace
morirà.
Sconvolti dalla profezia tutti corrono a cercare
Aiace
mentre lo scenario viene sostituito con quello della spiaggia presso il campo acheo.
Sulla spiaggia, prima di morire gettandosi sulla spada che egli stesso ha conficcato nel terreno,
Aiace
pronuncia un ultimo splendido monologo nel quale prende congedo dalla vita, dalla natura, dalla propria memoria.
Quando sopraggiungono
Tecmessa
e il coro trovano l'eroe esanime, ricurvo sulla propria spada. Giunge anche
Teucro
che inorridisce nel vedere il fratello morto e già prevede il proprio destino, egli sarà infatti scacciato dalla natia
Salamina
per volontà di
Telamone
che lo sospetterà di non aver aiutato
Aiace
per rimanere unico erede.
Entra in scena
Menelao
che proibisce a
Teucro
di dare sepoltura al cadavere di
Aiace
, in quanto questi è ormai considerato dagli Achei un odioso nemico. I due litigano duramente infine
Menelao
si allontana per chiamare
Agamennone
, con il quale la contesa si fa ancora più aspra.
Interviene a questo punto
Odisseo
che, con atteggiamento coerente a quello mostrato all'inizio della tragedia, accantona ogni astio nei confronti di
Aiace
e convince l'arrogante
Agamennone
a non interferire oltre con la sepoltura del suicida.