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Repubblica Romana



Secondo la tradizione la repubblica romana fu fondata nel 509 a.C., dopo la caduta di Tarquinio il Superbo.
L'autorità suprema era costituita dal Senato e da due magistrati (successivamente definiti Consoli) che venivano eletti annualmente dallo stesso Senato.
Il Senato era composto da patrizi della classe più elevata mentre la massa dei cittadini (la plebe) era esclusa dal governo.
All'inizio del quinto secolo la plebe si ribellò e costrinse il Senato ad accettare i suoi rapprensentanti, i tribuni della plebe.
Nel 445 a.C. fu aboolito il divieto di matrimonio fra patrizi e plebei e questi ultimi conquistarono gradualmente il diritto di accedere a tutte le cariche dello stato e, dal 366 a.C. anche al consolato.
La lotta fra patrizi e plebei durò duecento anni ed ebbe fine nel 287 a.C. quando i plebisciti (decreti votati dall'assemblea della plebe) furono dichiarati vincolanti per tutto il periodo.
A trarre vantiaggio da questi progressi furono soprattutto alcune famiglie plebee alle quali la ricchezza e l'accesso alle più alte cariche dello stato permisero di mescolarsi ai patrizi dando luogo alla nuova classe dominante, la nobiltà.
Nonostante i conflitti politici interni nei primi tempi della repubblica, roma continuò ad espandersi. Fece guerra alle altre città del Lazio riunite nella Lega Latina e concluse con esse un'alleanza nel 493 a.C. riuscendo a dominare l'intera regione.
Con l'aiuto dei Latini sconfisse vari popoli limitrofi e nel 396 d.C. distrusse la città etrusca di Veio.
Pochi anni dopo i Galli attraversarono le Alpi e, infrante le difece etrusche, nel 390 a.C. conquistarono e devastarono Roma.
Quando le città latine tentarono di conquistare l'indipendenza, i Romani le sconfissero e sciolsero la Lega (340 a.C. - 338 a.C.).
Dal 343 a.C. al 290 a.C. i Romani scesero in guerra contro i Sanniti. Sanniti, gli Umbri, gli Etruschi e i Galli si coalizzarono contro Roma ma furono sconfitti a Sentino (attuale Sassoferrato) nel 295 a.C. Roma entrò poi in conflitto con Taranto (282 a.C. - 272 a.C.) aiutata dal re epirota Pirro che riportò due vittorie subendo gravi perdite e fu infine sconfitto a Benevento nel 275 a.C.
Con la resa di Taranto (272 a.C.) Roma estese il proprio dominio all'Italia centrale e meridionale.
Per consolidare questa egemonia i Romani di servirono di due sistemi: la deduzione di colonie militari nelle terre confiscate e la concessione della piena cittadinanza ad alcune città e ad alcuni popoli per ricompensarli della rapida romanizzazione e della loro fedeltà. Altre città ed altre popolazioni ebbero una cittadinanza limitata: furono costrette a concludere con Roma un'alleanza perpetua, a fornire uomini per le guerre e a rinunciare ad una propria politica estera. Nel 264 a.C. l'Italia romana comprendeva un'area di centotrentacinquemila kmq., era abitata da duecentonovantaduemila cittadini romani maschi e da circa settecentomila abitanti.

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