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Timoteo



Figlio del generale ateniese Conone e probabilmente di una cortigiana tracia, erede delle consistenti sostanze paterne visse una gioventù spensierata e dispendiosa.
Nel 378 a.C. fu nominato generale. Nel 375 a.C. fu incaricato di vigilare su un possibile attacco alla Beozia da parte di Sparta, navigando con sei navi intorno al Peloponneso.
Devastò la Laconia e concluse alleanze con i Corciresi, gli Acarniani e con Alceta I re d'Epiro.
Sconfisse una flotta spartana e con l'aiuto di Corcira prese il controllo del mare.
Al termine della guerra, tornando in patria, aiutò degli esuli democratici a tornare a Zacinto, che era retta da un governo aristocratico filo-spartano, creando un nuovo incidente fra Sparta e Atene.
Nel 373 a.C. fu inviato con sei navi ad opporsi al navarca spartano Mnasippo che aveva il compito di riportare Corcira nell'orbita spartana isolandola dagli Ateniesi.
Privo di mezzi adeguati per affrontare l'impresa, Timoteo fu costretto a navigare nell'Egeo in cerca di fondi e di rinforzi. In quest'occasione fece amicizia con Aminta re di Macedonia, tuttavia il tempo impiegato in questa ricerca aveva reso estremamente delicata la situazione di Corcira e Timoteo fu deposto dal comando, richiamato in Atene e processato.
Venne assolto anche per l'intercessione di Alceta di Epiro, appositamente giunto in Atene.
Negli anni seguenti fu al servizio di Artaserse II re di Persia ma non abbiamo notizie chiare di questo periodo della sua vita fino al ritorno in Atene del 367 a.C.
Nel 366 a.C. fu inviato presso il satrapo Ariobarzane ma quando questo si ribellò ad Artaserse II Timoteo si rifiutò di aiutarlo.
In seguito assediò Samo, che era occupata da un presidio persiano, e dopo dieci mesi recuperò l'isola riportandola nell'area di influenza ateniese. Conquistò altri territori sull'Ellesponto ed indusse gli Ateniesi a nominarlo comandante in Macedonia nel 364 a.C.
Il suo incarico era quello di conquistare Anfipoli, invece Timoteo, con l'aiuto del re macedone Perdicca III prese Potidea e molte città della Calcidica e liberò Cizico da un assedio persiano.
In questi anni Timoteo raggiunse l'apice della sua popolarità ed influenza politica. Nel 360 a.C. si riconciliò con Ificrate, con il quale aveva rivaleggiato per il comando in Macedonia, facendo sposare la propria figlia con il figlio di lui Menesteo.
Nel 358 a.C. i Tebani attaccarono l'Eubea e Timoteo si fece promotore della reazione ateniese.
Durante la guerra sociale, nel 356 a.C., insieme a Carete, Ificrate e Menesteo, ebbe il comando della flotta.
In questa condivisione del comando si verificarono problemi: secondo Diodoro Carete, in disaccordo con i colleghi, li accusò di tradimento. Secondo Cornelio Nepote Carete fu sconfitto in una battaglia affrontata con imprudenza e scaricò le sue responsabilità su Timoteo.
Timoteo venne di nuovo processato nel 354 a.C. e condannato al pagamento di un'ingente multa per aver incassato tangenti in Eubea.
Non essendo in grado di pagare si ritirò in Eubea dove morì poco dopo.
Statue di Timoteo e di Conone erano sull'Acropoli di Atene quando fu visitata da Pausania (I, 24, 2).


Riferimenti letteratura:
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Cicerone - Dell'Oratore


  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Conone

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