Generale romano, console nel 267 a.C. con Lucio Giulio Libone, diventò famoso nella battaglia di Brindisi contro i Salentini.
Di nuovo console nel 256 a.C. con Lucio Manlio Vulsone, in occasione della prima guerra punica, portò il conflitto in Africa occupando Tunisi e raggiungendo Cartagine. Rifiutate le proposte di pace fu sconfitto in battaglia.
Secondo la tradizione fu inviato a Roma per trattare lo scambio di prigionieri dopo la vittoria romana a Palermo (250 a.C.), ma dissuase i propri concittadini incitandoli a continuare la lotta. Fedele alla parola data tornò a Cartagine dove fu ucciso con atroci tormenti.
Agostino di Ippona cita Regolo come esempio di coraggio e dignità dell'uomo che affronta il propio destino senza tentare di evitarlo togliendosi la vita: virtù nelle quali il cristiano dovrebbe eccellere.
Mommsen rigetta le versioni tradizionali della fine di Regolo che morì a Cartagine in modo e data sconosciuti ma ricorda che la vendetta dei parenti sui prigionieri cartaginesi a Roma fu talmente spietata che i tribuni intervennero per fermarla.

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Riferimenti letteratura:

Virgilio - Eneide

Polibio di Megalopoli - Storie

Velleio Patercolo - Storia romana

Aulo Gellio - Notti Attiche

Agostino di Ippona - La città di Dio

Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica

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Vedi anche:

Cronologia dei magistrati romani

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