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Pindaro
Pindaro nacque nel
518 a.C.
a
Cinoscefale
, presso
Tebe
, da antica famiglia aristocratica, studiò ad
Atene
musica e poesia. Fu sacerdote a
Delfi
ed anche le sue figlie furono sacerdotesse. Poeta corale per eccellenza, compose parteni, lamenti funebri, peana, ditirambi. I suoi versi più noti, tuttavia, sono per noi quelli degli epinici, canti celebrativi per i vincitori delle gare panellieniche. La fama di questi suoi componimenti lo portò ad essere ricercato da tutte le più potenti famiglie della
Grecia
che partecipavano alle gare e volevano adornare le proprie vittorie con i suoi canti gloriosi.
Nel
476 a.C.
, a quarantadue anni, si trasferì in
Sicilia
presso
Trasibulo di Agrigento
: era il periodo di massimo splendore della
Sicilia
greca, battuti i cartaginesi le dinastie siracusana dei Dinomenidi ed agrigentina degli
Emmenidi
, imparentatesi, avevano di fatto unificato le città greche dell'isola. Pindaro fu ospite di entrambe le corti e vi incontrò
Simonide
e
Bacchilide
. Per ragioni a noi ignote presto tornò a
Tebe
e spedì a
Ierone
la prima e la seconda pitica.
Dopo la definitiva vittoria ateniese sui
Persiani
Pindaro dimostrò la propria ammirazione per
Atene
, tradizionale rivale di
Tebe
, ricevendo una multa da parte dei propri concittadini. Nel
457 a.C.
l'imperalismo ateniese sconfisse la
Beozia
, ma nel
448 a.C.
Tebe
si rifece con la battaglia di
Cheronea
, dopo la quale fu sancita la pace panellenica.
Dopo il suo ritorno dalla
Sicilia
lavorò ancora a
Tebe
,
Corinto
,
Argo
,
Rodi
,
Cirene
e soprattutto
Egina
. Morì non prima del
446 a.C.
(data della Pitica VII, ultima ode a noi nota). Secondo una tradizione scarsamente affidabile sarebbe morto ad
Argo
, in compagnia del giovane amante Teosseno di
Tenedo
.
Compose, fra l'altro, un peana sull'eclissi di sole del 30 aprile
463 a.C.
di cui ci rimane un ampio frammento. Il componimento è ricordato da
Plinio il Vecchio
(NH II, 9).
Ci sono giunti di lui, oltre a trecentocinquanta frammenti, quattro libri di epinici: le Olimpiche, le Pitiche, le Nemee e le Istmiche.
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Istmiche
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