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PINDARO
NEMEE
NEMEA I
PER CROMIO DI ETNA VINCITORE ALLA CORSA DEI CARRI
Cromio, dedicatario dell'ode, era un collaboratore di
Ierone di Siracusa
. L'anno della gara non è stato identificato.
La prima parte dell'ode comprende un elogio di
Siracusa
, con un riferimento al mito del fiume
Alfeo
e della ninfa
Aretusa
, ed un encomio del vincitore.
Si passa quindi a narrare, senza diretto collegamento all'attualità, un episodio della leggenda di
Eracle
, quello che vede l'eroe neonato uccidere due mostruosi serpenti.
Alcmena
si era unita nella stessa notte con
Zeus
e con il marito
Anfitrione
, concependo due gemelli:
Eracle
, figlio del primo ed
Ificle
figlio del secondo.
Alla nascita
Era
, come sempre mossa dalla gelosia, mandò due enormi rettili ad uccidere i bambini ma
Eracle
, dalla sua culla, afferrò gli animali e li strangolò con le nude mani.
Pindaro
propone una descrizione di grande effetto scenico dell'evento prodigioso: i serpenti che attraversano strisciando la sala, le donne impietrite dal terrore,
Alcmena
che accorre dal suo letto per difendere i figli come può,
Anfitrione
ed altri uomini che irrompono in armi ma trovano i serpenti già uccisi.
NEMEA X
A TEEO D'ARGO VINCITORE NELLA LOTTA
In onore dell'atleta Teeo,
Pindaro
apre l'ode con un encomio di Argo, città sacra ad
Era
, citando vari miti tipici della tradizione argiva.
Si passa quindi all'encomio dell'atleta stesso ed alla citazione delle glorie del suo casato per arrivare finalmente al riferimento mitico che in questo caso è quello ai
Dioscuri
.
Stando al poeta i due mitici atleti furono ospiti nella casa di un antenato di Teeo.
Castore e Polluce
erano figli di
Leda
la quale (analogamente a
Alcmena
) si era unita a breve distanza di tempo con
Zeus
e con il marito
Tindaro
, re di
Sparta
, aveva così generato un figlio mortale (
Castore
) ed uno immortale (
Polluce
).
I due fratelli si scontrarono con un'altra coppia di giovani gemelli:
Ida
e
Linceo
, figli di
Afareo
, re di Messene.
In questi versi lo scontro nasce per questioni legate al bestiame mentre altrove a scatenare la lite è una contesa amorosa. Comunque
Ida
riesce a ferire a morte
Castore
,
Polluce
, insensibile ai colpi dei nemici, uccide
Linceo
mentre
Ida
viene fulminato da
Zeus
.
Polluce
tenta disperatamente di soccorrere
Castore
ormai agonizzante
Zeus
, commosso dalla dedizione fraterna, gli rivela che solo lui è immortale.
Polluce
, al quale il padre concede la scelta, accetta di condividere il destino del fratello con il quale vorrebbe spartire la propria natura immortale, perciò ciascuno dei due
Dioscuri
vivrà da allora un giorno in cielo, presso gli dei, ed un giorno nel regno dei morti.