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Cerbero



Mostro zoomorfo degli inferi, un terribile cane che ingoia i morti.
Già in Omero (Iliade VIII 367-8 e Odissea XI 623 e 625) ma senza nome, più tardi è rappresentato con tre gole tre teste ed il dorso irto di serpi. E' poi guardiano della città infernale ma per impedire di uscire, non di entrare, ed atterrisce le anime con i suoi latrati.
Provenienza immagine: dalla rete
Virgilio affronta Cerbero
Illustrazione di G. Doré per la Divina Commedia
Partecipa alla saga di Ercole che per una sua 'fatica' lo trasse alla luce per esibirlo al fratellastro Euristeo.
Figlio di Echidna e di Tifone.
Nella Teogonia di Esiodo il nome compare per la prima volta.
Nell'Eneide (VI,617) è posto a guardia del passaggio, subito oltre l'Acheronte.
La Sibilla, accompagnatrice di Enea lo placa gettandogli una focaccia affatturata.
In Dante: Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra
e l'ventre largo, e unghiate le mani
graffia li spiriti, iscoia e isquatra.

Secondo gli antichi commentatori: occhi vermigli - avidità, barba unta - ingordigia, ventre largo - insaziabilità, mani unghiate - rapacità.


Riferimenti letterari:
  • Iliade
  • Odissea
  • Esiodo - Teogonia
  • Virgilio - Eneide
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Igino - Fabulae
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Seneca - Ercole Furioso
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache
  • Divina Commedia - Inferno

  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Tifone
  • Madre: Echidna
    Fratelli e sorelle:
  • Chimera
  • Idra di lerna
  • Otro

    Indice sezione