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ESIODO

TEOGONIA


Mentre pasceva gli armenti sotto il monte Elicona, Esiodo racconta di aver incontrato le Muse che gli insegnarono un canto ordinandogli di tramandarlo. E' una vera e propria trasformazione quella che le Muse operano sul pastore "solo ventre" con il dono del canto divino, dono simboleggiato da un ramo di alloro fiorito. Si sottolinea, da parte degli studiosi, come diversamente da Omero, Esiodo ponga in scena se stesso, citando il proprio nome e dando garanzia nelle parole delle Muse, della veridicità di quanto sta per raccontare.
Il canto tratta della stirpe degli dei e rallegra la mente di Zeus sulla vetta dell'Olimpo. Le Muse sono figlie di Zeus e di Mnemosine, dea della memoria, furono concepite durante nove notti d'amore ed un anno dopo nacquero da un unico parto, con la loro amabile voce cantano, presso l'Olimpo, le leggi ed i costumi degli immortali.
I loro nomi sono Clio, Euterpe, Talia, Melpomene, Tersicore, Erato, Polimnia, Urania, Calliope. Quest'ultima accompagna i re e li assiste quando amministrano la giustizia. Poeti e re sono dunque i protetti delle Muse, i primi ricevono la propria dignità dalle Muse stesse e da Apollo, i secondi da Zeus. I re placano, pronunciando giuste sentenze, gli animi umani accesi dalle contese, i poeti, con la forza consolatrice del loro canto, leniscono il dolore e l'angoscia. Dopo un'ultima invocazione alle Muse,delle quali ha parlato fin qui Esiodo comincia ad esporre il tema dell'opera.

Il primo fu Caos, poi Gaia, quindi Eros.
Da Caos nacquero Erebo e Notte, da questi Etere e Giorno.
Gaia generò per primo Urano, quindi, senza unione sessuale,Ponto, poi unendosi a Urano, concepì Oceano, Coio, Crio, Iperione, Iapeto, Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Foibe, Teti e Crono. Nacquero poi, ancora da Gaia ed Urano i Ciclopi (Bronte, Sterope ed Arge) dotati di un solo occhio, ed i Centimani (Cotto, Briareo e Gige).

Urano, padre crudele, nascondeva i propri figli nel ventre della terra via via che nascevano; Gaia allora creò una grande falce e propose ai figli di mettere fine all'ingiustizia di Urano.
Accettò l'arma Crono e quando a sera Urano venne a giacere con Gaia, lo evirò con la falce. Dalle gocce di sangue nacquero in seguito le Erinni, i Giganti e le Ninfe Melie. Il fallo di Urano, scagliato in mare navigò a lungo, verso Citera poi verso Cipro, e dallo sperma che lo circondava nacque Afrodite.
Dalla sua nascita Afrodite è accompagnata da Eros e da Imeros (Desiderio) del quale però Esiodo ha dimenticato di narrare le origini. I figli di Urano e Gaia furono tutti Titani.

Da Notte nacquero Moros (il fato avverso), Thanatos (la morte), Sonno, i Sogni, Biasimo e Sventura, le Esperidi, le Moire e le Kere (Cloto, Lachesi, Atropo), Nemesi, Inganno, Amore, Vecchiaia, Contesa (nelle Opere e i Giorni Esiodo distinguerà due contese, l'una nobile e l'altra distruttiva).

Contesa generò Pena, Oblio, Fame, Dolore, Battaglia, Delitto, Omicidio, Discordia, Ambigui Discorsi, Anarchia, Sciagura e Giuramento.

Ponto generò Nereo,Taumante, Forci, Ceto, Euribie.

Figli di Nereo: le Nereidi (con Doride figlia di Oceano) Eucrante, Sao, Anfitrite, Eudora, Teti, Galena, Glauce, Cimotoe, Speio, Talie, Pasitea, Erato, Eunice, Melite, Eulimene, Agave, Doto, Proto Ferusa, Dinamene, Nesea, Actea, Protomedea, Dori, Panopea, Galatea, Ipponoe, Cimodoce, Evagora, Laomedea, Pulinoe, Autonoe, Lissianassa, Evarne, Psamate, Menippe, Neso, Eupompe, Temisto, Pronoe, Nemerte, Cimatoleghe.

Taumante sposò Elettra, figlia di Oceano e con questa generò Iride, le Arpie Aello e Ocipete.

Forci e Ceto generarono le Graie, (Penfredo ed Enio), canute fin dalla nascita, e le Gorgoni (Stenno,Euriale e Medusa). Dal sangue di Medusa, uccisa da Perseo nacquero Crisaore ed il cavallo Pegaso.
Crisaore generò con l'oceanide Calliroe, Gerione che fu ucciso da Eracle.
Ceto generò inoltre Echidna, per metà fanciulla affascinante e per metà orribile serpente. Unitasi con Tifone generò Orto, Cerbero, Idra (quest'ultima uccisa da Eracle). Chimera con tre teste (di leone, di capra e di serpente) uccisa da Bellerofonte e Pegaso; Sfinge, il leone Nemeo (anch'esso abbattuto da Eracle).
Forci e Ceto generarono infine un terribile rettile posto ad occidente e guardia de pomi aurei.
Teti e Oceano generarono i fiumi Nilo, Eridano, Strimone, Meandro, Istro, Reso, Acheloo, Nesso, Rodio, Aliacmone, Eptaporo, Granico, Asopo, Simoenta, Peneo, Ermo, Caico, Sangario, Ladone, Partenio, Eveno, Ardesco, Scamandro, nonché le Oceanidi: Peito, Admete, Iante, Elettra, Doride, Primno, Urania, Ippo, Climene, Rodeia, Calliroe, Zeuxo, Clitie, Iduia, Pasitoe, Plexaure, Galaxaure, Dione, Melobosi, Toe, Polidore, Cercei, Pluto, Perseis, Ianira, Acaste, Xante, Petrea, Menesteo, Europa, Meti, Eurinome, Telesto, Criseide, Asia, Calipso, Eudore, Tyche, Anfiro, Ociroe, Stige. Queste le più antiche, successivamente ne nacquero altre fino a raggiungere il numero di tremila, altrettanti o più numerosi i fiumi nati da Oceano. [In pratica gli antichi greci credevano che tutti i fiumi e tutte le sorgenti (le Oceanine) fossero figli dell'Oceano].

Teia ed Iperione (entrambi figli di Urano), unendosi fra loro generarono il Sole, la Luna, l'Aurora. Dall'unione di Euribie e Crio nacquero Astreo, Pallante e Perse.
Da Astreo ed Aurora nacquero i venti Zefiro, Borea, Noto, e l'astro Eosforo.
Stige (figlia di Oceano), unita a Pallante generò Rivalità e Vittoria, Potere e Forza quest'ultimi poi entrati nel corteggio di Zeus.
Stige è definita da Esiodo la "più illustre delle Oceanine" in quanto fu la prima a schierarsi con Zeus nella guerra contro i Titani, per questo motivo Zeus la amerà accogliendo i suoi figli e legando al suo nome il giuramento sacro degli dei.

Foibe e Coio concepirono Leto ed Asteria.
Asteria sposò Perse e concepì Ecate. Ad Ecate Esiodo dedica particolare attenzione: la sua giurisdizione abbraccia la terra, il mare ed il cielo, e non fu privata da Zeus di alcuno dei privilegi di cui godeva prima della caduta dei Titani.
Ecate benignamente accoglie la richiesta degli uomini concedendo prosperità e vittoria, doni che può anche revocare secondo la propria insindacata volontà, è infine protettrice della gioventù.

I figli di Rea e di Crono: Istie, Demetra, Era, Ade,e Zeus
Inizia qui il racconto della nascita di Zeus e della detronizzazione di Crono: Gaia ed Urano avevano predetto a Crono che sarebbe stato spodestato dal più forte dei suoi figli e questo, con gran dolore di Rea, aveva preso a divorare i neonati. Rea incinta di Zeus aveva chiesto aiuto a Urano e Gaia e questi avevano nascosto il neonato a Creta.
Per ingannare Crono gli fu presentata, avvolta in panni infantili una pietra che il dio ingoiò senza sospetto. Più tardi Crono vomitò la pietra e gli altri figli che aveva divorato. Intanto Zeus cresceva e diventava sempre più forte.

Iapeto e l'oceanina Climene concepirono Atlante, Menezio, Prometeo, Epimeteo. Menezio fu precipitato nell'Erebo da Zeus per la sua tracotanza, Atlante è condannato a reggere la volta del cielo, mentre un'aquila divorava il fegato di Prometeo incatenato, finché non venne liberato da Eracle. Prometeo, notoriamente, aveva ingannato Zeus nel cerimoniale del sacrificio, riservando a lui le ossa ed il grasso del toro, mentre aveva tenuto la carne per gli uomini.
Adirato Zeus aveva tolto il fuoco agli uomini, ma Prometeo lo aveva rubato per loro.
Zeus questa volta punì gli uomini con un male peggiore: la donna (!), mentre Prometeo veniva condannato alla pena di cui si è detto.
Segue un passo complesso che sarebbe troppo facile spiegare accusando Esiodo di misoginia. Il poeta sostiene, in definitiva, che non esiste la felicità per l'uomo, nè nel matrimonio, né nel celibato.

Inizia il racconto della titanomachia: Urano confinò nel sottosuolo Briareo, Cotto e Gige, invidioso della loro forza e della loro bellezza, Zeus li liberò su consiglio di Gaia. Da dieci anni i Titani combattevano contro i figli di Crono, con la loro liberazione Zeus ottenne l'alleanza dei tre Centimani. Segue la pressante descrizione della battaglia che Cronidi e Centimani ingaggiano contro i Titani, la battaglia coinvolge gli elementi( "un ardore prodigioso penetrava Caos"), con grande effetto evocativo. Infine i Titani vinti vennero relegati nel Tartaro, "tanto sotto la terra quanto della terra il cielo è lontano".
Il Tartaro viene descritto in un lungo e difficile brano, a tratti contraddittorio che non definisce una geografia precisa dell'oltretomba. Si dice nel brano che la prigione dei Titani è nel sottosuolo, circondata da un muro e chiusa da una porta di bronzo, opere di Posidone, ma è anche circondata da un mare insuperabile e vi trova sede la casa terribile della Notte. Giorno e Notte vi dimorano alternativamente, incontrandosi al mattino, vi dimorano Sonno e Morte, figli della Notte. Là si innalza la casa di Ade e di Persefone, sorvegliata da Cerbero che accoglie festosamente chi entra, ma è pronto a schiacciare chi tenti di uscire.
Nel Tartaro scorre lo Stige, sulle cui acque giurano gli dei. Il dio spergiuro è privato per nove anni dei cibi degli immortali e della compagnia dei propri simili e per nove anni giace inerte in un oscuro torpore.

Dopo la cacciata dei Titani Gaia partorì Tifeo, mostro immane dalle cento teste che emetteva fiamme dagli occhi e gridava con innumerevoli voci diverse. Contro le velleità di Tifeo (o Tifone), mosse da solo Zeus, armato del tuono e della folgore e bruciò tutte le terribili teste. Esiodo descrive la caduta del mostro e come dal suo cadavere scaturisse un enorme incendio e molti venti maligni che ancora oggi tormentano i naviganti e devastano le campagne.
Compiuta quest'ultima impresa Zeus assunse il comando dell'Olimpo e distribuì onori agli dei che lo avevano aiutato.
Sposò Meti, ma quando questa stava per partorire Atena, su consiglio di Gaia ed Urano, Zeus la divorò, per garantirsi di non avere pretendenti al trono e "affinché la dea (Atena) potesse consigliarlo sul bene e sul male".
Sua seconda moglie fu Temi, che partorì le Ore (Eunomia, Dike, Irene) e le Moire (Cloto, Lachesi ed Atropo). [Le Moire in precedenza sono state indicate come figlie della Notte].

Quindi dall'oceanina Eurinome, unitasi con Zeus nacquero le tre Grazie: (Cariti) Aglaia, Eufrosine, Talia (in altri autori figlie della najade Egle e del Sole).

Da Demetra ebbe Persefone, da Mnemosine la nove Muse.
Leto generò Apollo e Artemide.
Infine sposò Era che partorì Ebe, Ares e Eiletuia.

Dalla testa di Zeus nacque Atena mentre Era, senza amplesso, generò Efesto.

Da Maia, con la quale ha inizio la lista delle amanti mortali di Zeus,nacque Ermes, da Semele Dioniso, da Alcmena Eracle.

Fra gli altri dei Posidone si unì ad Anfitritee nacque Tritone, mentre Ares ed Afrodite concepirono Fobo e Deimo.

Efesto sposò Aglaia (v.Grazie o Cariti), Dioniso sposò Arianna, Eracle Ebe. Sole sposò l'Oceanina Perseis che partorì Circeed Eeta. Eeta sposò Idia e ne nacque Medea.

Inizia quindi l'elenco delle unioni fra dee e uomini mortali:
Demetra con Iasione generò Pluto, Armonia, figlia di Afrodite, unitasi a Cadmo generò Ino, Semele, Autonoe e Polidoro.
Calliroe, figlia dell'Oceano, con Crisaore generò Gerione.
Aurora con Titone concepì Memnone ed Emazione .
La nereide Psamate con Eaco concepì Foco, Teti con Peleo generò Achille; Afrodite con Anchise concepì Enea. Circe ed Odisseo concepirono Agrio e Latino. Sempre conOdisseo Calipso generò Nausitoo e Nausinoo.

La Teogonia si chiude con una nuova invocazione alle Muse che dava inizio ad un catalogo delle dee, pervenutoci solo parzialmente e considerato come opera a se stante.