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Eris



In Esiodo (Le opere e i giorni, prologo) si legge di due generi di contese (Eris), quella buona, nata dalla Notte (divinità primigenia) e posta sulla terra per volere di Zeus, tramite un nobile spirito di emulazione spinge gli uomini a lavorare e a migliorare la propria condizione.
Quella cattiva favorisce la guerra e la discordia.
In Omero è sorella di Ares e lo assiste in battaglia.
Esclusa dal banchetto per le nozze di Teti e Peleo, si vendica gettando una mela fra le dee e, dicendola destinata 'alla più bella', scatena una contesa che si concluderà con il giudizio di Paride, origine della guerra di Troia.
Nei Canti Ciprii l'episodio non è estraneo alla volontà di Zeus, che anzi lo provoca scientemente per scatenare la guerra e diminuire il numero degli esseri umani che si era fatto troppo alto.
Eris veniva spesso rapprensentata con aspetto mostruoso e anguicrinita.


Riferimenti letterari:
  • Esiodo - Le opere e i giorni
  • Igino - Fabulae
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache




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