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LUCIANO DI SAMOSATA
DIALOGHI MARINI
1 -
Doride
e
Galatea
La
nereide
Doride
deride la sorella
Galatea
per la corte che questa riceve dal
ciclope
Polifemo
innamorato di lei.
Pur dichiarando di non ricambiarne i sentimenti,
Galatea
difende
Polifemo
dalle malignità di
Doride
, anzi l'accusa di essere invidiosa della situazione.
Il quadretto si ispira all'Idillio n. XI di
Teocrito
, che
Luciano
reinterpreta con la sua consueta ironia.
Particolarmente caustiche sono alcune frasi di
Doride
:
Polifemo
viene messo in ridicolo descrivendo una sua stonata serenata, cantata accompagnandosi con una cetra scordata ricavata dal teschio di un cervo; quanto al fascino che
Galatea
esercita nei confronti del
ciclope
, dice
Doride
, tutto si spiega con il candore della sua pelle, colore certamente caro e familiare al rozzo capraio.
2 -
Ciclope
e
Posidone
Accecato da
Ulisse
(qui
Luciano
riprende il famoso episodio omerico),
Polifemo
si lamenta con il padre
Posidone
narrando i particolari della vicenda.
Nel dialogo emerge una sorta di primitiva ingenuità da parte del
ciclope
che ingannato e mutilato dallo scaltro
Ulisse
ha subito l'estremo oltraggio quando i fratelli lo hanno creduto pazzo perchè diceva di essere stato aggredito da "Nessuno". Da parte sua
Posidone
dimostra una velata ironia nei confronti del figlio al quale promette comunque vendetta.
3 -
Posidone
e
Alfeo
Qui
Luciano
riprende una favola antica e delicata, quella del fiume d'
Arcadia
Alfeo
che per amore riesce ad attraversare il mare senza che le sue acque si disperdano e riesce a raggiungere la
Sicilia
dove si congiunge con la fonte Aretusa.
4 -
Menelao
e
Proteo
Questo dialogo è una sorta di "nota a margine" su un altro episodio dell'
Odissea
. Ne sono protagonisti
Menelao
(di ritorno da
Troia
) e la divinità marina
Proteo
, capace di strabilianti trasformazioni.
Menelao
ha appena assistito alle esibizioni di
Proteo
ma non riesce a credere che un dio del mare possa diventare un essere di fuoco.
5 -
Posidone
e i delfini
Una leggenda narrava che
Arione di Metimna
, poeta e musico vissuto nel VII secolo a.C., fu rapito dai pirati i quali, dopo averlo spogliato di ogni avere, volevano ucciderlo.
Arione
chiese ed ottenne di morire gettandosi in mare mentre cantava ma la sua musica attirò i delfini che lo portarono in salvo.
Nel dialogo
Posidone
loda i delfini per questo atto di amicizia verso gli uomini e i delfini, riprendendo un altro mito, fanno presente la loro origine umana. Si diceva infatti che quando i pirati tirreni rapirono
Dioniso
questi, mutatosi in leone, ne uccise il capo e li trasformò, appunto, in delfini.
6 -
Posidone
e
Nereidi
Elle
, figlia di
Atamante
e di
Nefele
, è appena precipitata in mare mentre lo sorvolava sulla groppa del montone dal vello d'oro con il fratello
Frisso
.
Si tratta dell'antefatto del mito di
Argonauti
e degli
Argonauti
la cui avventura consiterà nel recupero del Vello.
Elle
e
Frisso
cercavano di sfuggire all'odio della matrigna
Ino
con l'aiuto del magico montone inviato da
Nefele
.
Posidone
nel dialogo decide che il braccio di mare in cui è caduta
Elle
prenda da lei il nome di
Ellesponto
ed ordina alla
nereide
Anfitrite
, sua sposa, di curare la sepoltura della giovane in Troade.
Anfitrite
non vuole accettare la pietosa morte di
Elle
sapendo che la maligna
Ino
cadrà a sua volta in mare ma sarà salvata (diverrà la dea Leucotea) perché cara a
Dioniso
del quale, secondo una versione del mito, era stata nutrice.
Posidone
non accoglie le obiezioni di
Anfitrite
e conclude affermando che anche
Nefele
non ha potuto salvare la figlia di fronte alla potenza delle
Moire
.
7 -
Panope
e
Galene
Panope
e
Galene
sono due
Nereidi
. La prima racconta che
Eris
, dea della discordia, offesa per non essere stata invitata ad un pranzo degli dei era riuscita ad introdurre nella sala un pomo aureo con la scritta "Mi prenda la bella".
Il pomo aveva suscitato la rivalità delle dee più belle;
Era
,
Afrodite
ed
Atena
. Dal canto suo
Zeus
aveva declinato la richiesta di fare da giudice ed aveva stabilito che a giudicare fosse il giovane
Paride
, figlio di
Priamo
. Il dialogo costituisce così l'antefatto del "giudizio delle dee" .
8 -
Tritone
e
Posidone
Posidone
, con l'aiuto del figlio
Tritone
, rapisce la danaide
Amimone
, intenta a prendere acqua alla fonte Lerna.
9 -
Iride
e
Posidone
Iride
reca a
Posidone
un ordine di
Zeus
: deve fermare ed ancorare l'isola errante Ortigia perché accolga
Leto
prossima a partorire.
Quell'isola, infatti, invisibile perché sempre al di sotto della superficie marina, è l'unica terra che ha potuto evitare di giurare ad
Era
di non accogliere
Leto
.
Amata da
Zeus
(di qui la vendicativa gelosia di
Era
),
Leto
sta per dare alla luce
Apollo
ed
Artemide
.
10 -
Xanto
e Mare
Il fiume
Xanto
(o Scamandro) ha tentato di sommergere
Achille
che faceva strage di
Troiani
(
Iliade
, 21) ed è stato punito da
Efesto
che lo ha colpito con il fuoco facendo ribollire le sue acque ed incendiando la vegetazione sulle rive.
Xanto
ha agito per amore dei
Troiani
, abitanti delle sue sponde,
Efesto
per compassione di
Teti
, madre di
Achille
.
11 -
Xanto
e Mare
I venti
Noto
e
Zefiro
hanno ricevuto da
Zeus
l'ordine di non turbare le acque mentre
Io
, trasformata da
Era
in vacca, custodita da
Argo
e liberata da
Ermes
, naviga verso l'
Egitto
. In poche battute si racconta questo mito con chiari riferimenti all'identificazione di
Io
con
Iside
, del figlio
Epafo
con
Api
e di
Ermes
con
Anubi
, il dio sciacallo egiziano.
12 -
Doride
e
Teti
Le due
Nereidi
parlano di
Danae
e di suo figlio, il neonato
Perseo
, gettati in mare in una cassa per ordine del padre di lei
Acrisio
.
Danae
era stata fecondata da
Zeus
sceso su di lei in forma di pioggia d'oro. Il vecchio
Acrisio
, dal canto suo, aveva saputo da un oracolo che se
Danae
avesse avuto un figlio questo lo avrebbe ucciso.
Mosse a compassione dalla gioventù di
Danae
e dalla bellezza del bimbo,
Doride
e
Teti
decidono di salvarli spingendo la cassa nella rete dei pescatori.
13 -
Enipeo
e
Posidone
Il fiume della
Tessaglia
Enipeo
si lamenta con
Posidone
che, spacciandosi per lo stesso
Enipeo
, ha violato
Tiro
, figlia di
Salmoneo
re dell'Elide.
Dal canto suo
Posidone
rimprovera
Enipeo
di non aver colto l'occasione per godere delle grazie che la giovane innamorata gli offriva.
14 -
Tritone
,
Ifianassa
e altre
Nereidi
Cassiopea
moglie di
Cefeo
re degli Etiopi si era vantata di essere più bella delle
Nereidi
. Offeso,
Posidone
aveva scatenato contro il paese un'inondazione ed un mostro marino.
Consultato un oracolo,
Cefeo
aveva appreso che solo sacrificando la figlia
Andromeda
al mostro avrebbe posto fine alla devastazione.
Nel frattempo
Perseo
, per ordine del re
Polidette
, aveva ucciso la
Gorgone
con l'aiuto di
Atena
che lo aveva munito di ali. Giunto in vista della roccia sulla costa etiope dove
Andromeda
era stata incatenata,
Perseo
rimase abbagliato dalla procace bellezza della giovane, se ne innamorò ed uccise il mostro pietrificandolo con la testa della
Gorgone
.
Questo il racconto di
Tritone
alle
Nereidi
le quali, accantonato il rancore verso
Cassiopea
, si rallegrano delle nozze imminenti fra
Perseo
ed
Andromeda
.
15 -
Zefiro
e
Noto
Zefiro
racconta a
Noto
di aver assistito ad un singolare corteo marino:
Zeus
in forma di toro aveva rapito
Europa
e nuotava dalla
Fenicia
a
Creta
scortato da
Posidone
,
Anfitrite
e tutte le divinità marine mentre
Afrodite
spargeva fiori sulla giovane preda.
Giunti a
Creta
,
Zeus
aveva ripreso il suo aspetto ed aveva recato per mano
Europa
nell'antro sacro del monte Ditte.
DIALOGHI DEGLI DEI
1 -
Ares
e
Ermes
Ermes
vuole discutere con
Ares
delle minacce e delle vanterie di
Zeus
il quale si è dichiarato infinitamente più forte di tutti gli altri dei.
Ermes
avanza dubbi in proposito ma
Ares
, più cauto, gli intima di tacere: "è pericoloso per te parlare così e per me starti a sentire".
E' un riferimento ad un passo omerico ripreso da
Luciano
anche in altre sue opere.
2 -
Pan
e
Ermes
In questo dialogo
Luciano
riprende una rara versione del mito secondo la quale
Pan
sarebbe nato dall'unione di
Ermes
con
Penelope
(non è chiaro se si tratti della moglie di
Ulisse
o di un'omonima).
Pan
incontra
Ermes
e lo saluta come padre ma
Ermes
stenta a credere che la creatura dall'aspetto ferino possa essere suo figlio.
Pan
, allora, gli parla di
Penelope
e di come lo stesso
Ermes
per conservare il riserbo sui loro convegni solesse presentarsi alla giovane in forma di caprone.
Ermes
infine ricorda ed ammette ma, nonostante
Pan
gli descriva i propri meriti ed i propri successi galanti,
Ermes
lo prega di evitare di chiamarlo padre in presenza altrui.
3 -
Apollo
e
Dioniso
I due dei chiacchierano tra loro di quanto siano diversi i tre figli di
Afrodite
:
Eros
,
Ermafrodito
e
Priapo
.
Scherzando
Dioniso
racconta che
Priapo
, dopo aver banchettato insieme, ha tentato di approfittare di lui. Non se ne stupisce
Apollo
, data la bellezza di
Dioniso
, e a sua volta
Dioniso
considera che anche
Apollo
, divinamente bello, potrebbe provocare il desiderio di
Priapo
... ma
Apollo
confida nel suo arco.
4 -
Ermes
e
Maia
Ermes
si lamenta con la madre del troppo lavoro che gli spetta in qualità di messagero di
Zeus
, coppiere divino addetto all'
ambrosia
, patrono delle palestre e dell'oratoria, nonché accompagnatore dei defunti alla loro ultima dimora.
5 -
Prometeo
e
Zeus
Prometeo
sconta la famosa pena sul Caucaso e per recuperare la libertà rivela a
Zeus
che la
nereide
Teti
, con la quale
Zeus
ha intenzione di unirsi, dovrà generara - per volere del fato - un figlio più forte del padre.
Zeus
rinuncia a sedurre
Teti
ed ordina la liberazione di
Prometeo
.
6 -
Eros
e
Zeus
Zeus
si lamenta con
Eros
dei suoi amori "complicati", costretto come è ad assumere le forme più stravaganti per sedurre le donne.
Eros
gli consiglia di rinunciare, se vuole essere amato, alle terrifiche insegne della sua condizione, ma
Zeus
non ascolta e pretende da
Eros
maggior fortuna nelle sue future avventure galanti.
7 -
Zeus
e
Ermes
Zeus
ordina a
Ermes
di uccidere
Argo
, liberare
Io
e portarla in
Egitto
.
8 -
Era
e
Zeus
Scenata di gelosia di
Era
per le attenzioni di
Zeus
verso
Ganimede
, il giovane figlio di
Troo
che
Zeus
ha portato in cielo per farne il proprio amasio ed il coppiere degli dei.
9 -
Era
e
Zeus
Issione
re del
Lapiti
aveva ucciso il suocero
Deioneo
e nessuno aveva voluto compiere per lui i riti di purificazione.
Impietosito
Zeus
lo aveva accolto alla mensa degli dei. Ora
Era
si lamenta con
Zeus
per le continue
advances
di
Issione
e
Zeus
, comprensivo verso chi è innamorato e galante lo perdona e decide di consolarlo plasmando con una nuvola le fattezze di
Era
.
Issione
si unirà alla nuvola credendo di avere fra le braccia
Era
.
Alla dea la soluzione non piace, teme che tornato sulla terra
Issione
si vanti di averla amata e fatta innamorare. In questo caso - promette
Zeus
- sconterà una pena eterna legato ad una ruota che girerà vorticosamente.
10 -
Zeus
e
Ganimede
Zeus
ha appena rapito
Ganimede
trasformandosi in aquila, torna al suo vero aspetto ma il ragazzo non lo riconosce. Per lui l'unico vero dio è
Pan
, non quello a cui suo padre ha offerto sacrifici ottenendo in cambio solo pioggia e grandine.
Il giovane vorrebbe tornare a casa temendo la punizione del padre per aver abbandonato il gregge ma
Zeus
gli spiega che rimarrà sull'
Olimpo
, sarà immortale e servirà il nettare agli dei.
Eros
sarà suo compagno di giochi.
Con grande ingenuità
Ganimede
si stupisce quando
Zeus
afferma che dormirà con lui e lo avverte che rigirandosi nel letto lo terrà sveglio. Infine
Zeus
affida
Ganimede
ad
Ermes
perché gli faccia "bere un sorso di immortalità" e gli insegni a servire il nettare.
11 -
Efesto
e
Apollo
Efesto
si compiace della bellezza e della grazia del bambino di
Maia
appena nato, ma
Apollo
lo mette in guardia: il piccolo
Ermes
è già un ladro ed ha rubato oggetti a molti dei. Parlandone
Efesto
si accorge di non avere più le tenaglie ... Comunque, continua
Apollo
. è veramente un bel bambino ed è molto portato per la musica, ha costruito una lira con un guscio di tartaruga e la suona con grande abilità.
Maia
ha raccontato che
Ermes
va ovunque, anche nell'
Ade
dove accompagna le anime dei morti con una verga che
Efesto
gli ha regalato, come giocattolo.
12 -
Posidone
e
Ermes
Posidone
vorrebbe far visita a
Zeus
ma
Ermes
glielo impedisce perché il re degli dei ha appena partorito ed è sfinito dalle doglie.
Di fronte allo stupore di
Posidone
,
Ermes
spiega che
Zeus
si è lasciato convincere da
Era
ad andare a trovare la sua amata
Semele
ornato di tutti i suoi attributi, ma il fulmine ha incendiato il tetto e
Semele
è morta fra le fiamme.
Ermes
ha recuperato il feto dal grembo di
Semele
e lo ha cucito in una coscia di
Zeus
. Ora il tempo della gestazione è trascorso ed il bambino è nato. E' stato chiamato
Dioniso
.
13 -
Efesto
e
Zeus
Zeus
ordina a
Efesto
di spaccargli la testa con la scure perché possa "partorire"
Atena
.
Efesto
esita comicamente, poi esegue e non appena vede la dea in armi con gli occhi cerulei se ne innamora e chiede a
Zeus
di fargliela sposare come compenso per la sua opera di "levatrice", ma
Zeus
sa che
Atena
vorrà rimanere eternamente vergine e che i progetti di
Efesto
sono senza speranza di riuscita.
14 -
Ermes
e
Elios
Ermes
porta a
Elios
l'ordine di
Zeus
di riposare e non attraversare il cielo con il suo carro portatore di luce.
Zeus
vuole che la notte sia tre volte più lunga mentre lui giace con
Alcmena
dalla quale nascerà
Eracle
.
Elios
si rassegna ad obbedire ma ricorda i tempi di
Crono
, che non si sarebbe mai unito ad una donna mortale.
Ermes
lo avverte che criticare
Zeus
è molto pericoloso e lo saluta per andare ad ordinare a
Selene
di procedere lentamente e al
Sonno
di non lasciare gli uomini perché non si rendano conto della lunghezza della notte.
15 -
Zeus
,
Asclepio
e
Eracle
Asclepio
ed
Eracle
litigano contendendo il privilegio di sedere per primo alla tavola degli dei. Mentre
Zeus
cerca di farli smettere,
Eracle
accusa
Asclepio
di essere solo un erborista e di non aver mai compiuto un'azione di valore;
Asclepio
rinfaccia ad
Eracle
di avergli guarito le ustioni quando è arrivato in cielo con il corpo doppiamente straziato dal veleno e dal rogo.
Quando
Asclepio
parla dell'attacco di follia che ha spinto
Eracle
ad uccidere moglie e figli,
Eracle
minaccia di scaraventarlo giù dal cielo.
16 -
Ermes
e
Apollo
Confidandosi con
Ermes
,
Apollo
piange la morte di
Giacinto
. Stava giocando con
Giacinto
al lancio del disco quando il vento
Zefiro
, innamorato non corrisposto del giovanetto, ha respinto il disco lanciato da
Apollo
colpendo a morte il ragazzo.
Apollo
ha voluto che dal suo sangue nascesse il più soave dei fiori.
17 -
Ermes
e
Apollo
Ermes
e
Apollo
sono invidiosi di
Efesto
che, nonostante il suo aspetto sgradevole, ha sposato due fra le dee più belle,
Carite
ed
Afrodite
.
Si diceva che incontrasse la prima nell'isola di
Lemno
, la seconda in cielo.
Afrodite
non era gelosa perché innamorata di
Ares
, ma
Efesto
minacciava di fabbricare reti e catene con cui catturarli nel letto.
18 -
Era
e
Leto
Era
, spinta dalla gelosia, critica
Artemide
ed
Apollo
parlandone con la madre
Leto
. Definisce
Artemide
una selvaggia montanara che è andata a vivere in Scizia dove uccide i viaggiatori per cibarsi delle loro carni.
Apollo
sarebbe solo un falso indovino che ha aperto "botteghe di mantica" (
Delfi
e gli altri santuarii) per imbrogliare i fedeli.
Leto
incassa le offese ma prevede che
Zeus
, con le sue avventure galanti farà di nuovo soffrire
Era
.
19 -
Afrodite
e
Selene
Selene
confida ad
Afrodite
il suo amore per il cacciatore
Endimione
e come spesso durante la notte si fermi e scenda sulla terra per guardarlo dormire, senza svegliarlo.
La colpa è di
Eros
che senza rispetto per nessuno costringe gli dei e gli esseri umani a compiere follie per amore.
20 -
Afrodite
e
Eros
Afrodite
rimprovera
Eros
per le licenze che si concede con gli dei, ha fatto impazzire la vecchia
Rea
che ora, innamorata di
Attis
, vaga di notte sul
Monte Ida
con i
Coribanti
che fanno un tremendo frastuono. La dea teme che
Rea
torni in se e faccia gettare
Eros
in pasto ai leoni. Ma la prospettiva non preoccupa
Eros
che dice di aver fatto amicizia con i leoni e di giocare spesso con loro. Rifiuta ogni responsabilità e sostiene di limitarsi ad indicare la bellezza, il resto lo fanno le sue vittime lasciandosi prendere dalla passione.
21 -
Apollo
e
Ermes
Ermes
racconta ridendo ad
Apollo
che
Efesto
ha catturato
Ares
ed
Afrodite
mentre amoreggiavano nudi nel letto, usando delle catene invisibili.
Ora i due amanti sono esposti nudi ed incatenati alla derisione di tutti gli dei, ma
Ermes
, vedendo il corpo di
Afrodite
, invidia
Ares
nonostante tutto.
22 -
Era
e
Zeus
Era
biasima
Dioniso
, figlio di
Zeus
, per i suoi modi effeminati e per i piaceri e le danze ai quali si dedica continuamente ma
Zeus
le ricorda che
Dioniso
, nonostante le apparenze, ha conquistato la
Lidia
e sottomesso gli Indiani compiendo imprese di grande valore.
Era
accusa
Dioniso
anche per aver fatto conoscere il vino agli uomini inducendoli all'ubriachezza ed alla violenza, come dimostra la vicenda di
Icario
che fu ucciso dai suoi stessi compagni di baldoria. Ma secondo
Zeus
la colpa non è di
Dioniso
o del vino ma di chi beve senza misura, del resto - nota
Zeus
-
Era
parla così perché è ancora gelosa di
Semele
.
23 -
Afrodite
ed
Eros
Afrodite
chiede ad
Eros
perché non colpisca mai con le sue frecce
Atena
, le
Muse
ed
Artemide
.
Eros
risponde che ha paura di
Atena
e dell'immagine della
Gorgone
che porta sul petto, soggezione delle
Muse
sempre impegnate con le loro arti e che
Artemide
ha già un amore, quello per la caccia.
24 -
Zeus
e
Elios
Zeus
rimprovera duramente
Elios
per aver lasciato guidare il carro del sole al figlio
Fetonte
. Il ragazzo si è lasciato prendere la mano dai cavalli e quelli hanno deviato dal loro percorso portando il fuoco distruttore sulla terra.
Zeus
ha dovuto abbattere
Fetonte
con la folgore per evitare che sterminasse l'umanità.
Elios
si scusa parlando del suo amore per il figlio e del suo attuale dolore.
Zeus
lo perdona e dispone che le sorelle di
Fetonte
lo seppelliscano presso il fiume
Eridano
dove è caduto, piangano lacrime d'ambra e si trasformino in salici per il dolore.
24 -
Apollo
ed
Ermes
Ermes
spiega ad
Apollo
come distinguere
Castore da Polluce
: quest'ultimo ha sul viso le cicatrici delle ferite ricevute durante il pugilato, in particolare contro
Amico
re dei
Bebrici
, mentre il viso di
Castore
è intatto.
Ermes
spiega anche che i due fratelli, avendo il fato deciso che uno fosse mortale, hanno scelto di abitare gli inferi a periodi alterni condividendo così in due l'immortalità di uno solo. Hanno l'incarico di sorvegliare il mare e salvare i marinai in pericolo.
IL GIUDIZIO DELLE DEE
Zeus
decide che sia
Paride
a giudicare chi sia la più bella fra
Era
,
Atena
ed
Afrodite
, assegnando alla vincitrice il pomo di
Eris
(la discordia).
Ermes
viene incaricato di accompagnare le tre dee sul
Monte Ida
dove
Paride
, pastore, si sta occupando del bestiame.
Durante il viaggio
Ermes
racconta che
Paride
ha una compagna (la ninfa
Enone
) di accettabile bellezza ma molto rozza. Giunti sul
Monte Ida
,
Ermes
riconosce il luogo dove
Zeus
si trasformò in aquila e rapì
Ganimede
per farlo diventare il suo amasio ed il coppiere degli dei.
Paride
è sgomento nel trovarsi di fronte a quattro divinità ma
Ermes
lo tranquillizza e gli spiega l'incarico affidatogli da
Zeus
i cui ordini non possono in alcun caso essere disattesi.
Superata l'iniziale soggezione,
Paride
accetta di fare da giudice, anzi per poter valutare più attentamente chiede alle tre dee di spogliarsi e di lasciarsi esaminare una alla volta.
Rimasta sola con
Paride
,
Era
gli promette di farlo diventare signore dell'
Asia
se sarà lei la prescelta, ma
Paride
non si mostra particolarmente interessato al potere.
Quando viene il turno di
Atena
questa promette al pastore di trasformarlo in un invincibile guerriero, ma anche in questo caso
Paride
non rivela entusiasmo ed afferma di preferire la pace.
Infine è la volta di
Afrodite
che gli promette di fargli sposare la bellissima
Elena
, la donna più desiderabile e desiderata della
Grecia
. Che si tratti di una donna sposata non costituisce un problema:
Afrodite
sarà aiutata dai suoi figli Amore e Desiderio. Il primo farà innamorare
Elena
, il secondo renderà
Paride
tremendamente affascinante e a questo punto certamente la conturbante Spartana fuggirà con lui.
Questa promessa convince
Paride
che assegna il pomo alla dea dell'amore.
DIALOGHI DELLE CORTIGIANE
1 - Glicera e
Taide
Glicera si lamenta con
Taide
per aver perduto un amante, un militare acarnano che le è stato portato via da una rivale.
Taide
la consola: sono cose che capitano fra le cortigiane, piuttosto si stupisce che l'uomo abbia potuto preferire a Glicera una donna certamente meno bella. Ma Glicera le spiega che la rivale avrà certamente utilizzato un filtro magico preparato dalla madre, notoriamente dedita alla stregoneria.
2 - Mirtio, Panfilo e Doride
La cortigiana Mirtio è incinta da otto mesi quando viene a sapere che il suo amante Panfilo sta per sposare la figlia di un ricco armatore. Panfilo nega tutto e vuole sapere come Mirtio abbia avuto questo sospetto. E' stata Doride, una schiava di Mirtio che, informata da un'altra cortigiana, ha portato la brutta notizia alla sua padrona. Doride stessa ha visto le decorazioni nuziali nella via dove abita Panfilo. A questo punto Panfilo comprende ogni cosa: a sposarsi non sarà lui ma un suo vicino di casa e la malalingua che ha informato Doride ha sbagliato persona. Così l'equivoco viene chiarito con grande sollievo di Mirtio.
3 - Fillina e la madre
Filinna viene rimproverata dalla madre perché si è comportata male con il suo uomo civettando con un altro durante un banchetto e poi rifiutando di entrare nel suo letto, anzi tormentandolo con il canto tutta la notte.
Filinna si giustifica spiegando che Difilo, il suo amante, l'aveva provocata corteggiando e baciando l'amica
Taide
, ma la madre, con molto senso pratico, le ricorda che sono due poverette e che senza l'aiuto di Difilo avrebbero passato un terribile inverno.
4 - Melitta e Bacchide
Melitta è stata lasciata dal suo amante Carino a causa di una scritta lungo il muro del
Ceramico
che l'accusava di amare un altro uomo. Si trattava certamente di uno scherzo ma Carino, gelosissimo, non ha voluto sentir ragioni.
Per farlo tornare l'amica Bacchide propone gli incantesimi di una vecchia, già da lei sperimentati con successo in una situazione simile.
5 - Clonario e Leena
Clonario è curiosa di sapere cosa ci sia di vero nelle dicerie a proposito di Leena e dei suoi rapporti omosessuali con la ricca Megilla di Lesbo. Leena le confida che è tutto vero e le racconta che Megilla ed una sua amica di nome Demonassa l'hanno circuita durante una festa e l'hanno convinta a provare una nuova esperienza. Clonario vorrebbe conoscere i particolari, ma Leena arrossisce e rifiuta di dire di più.
6 - Crobile e Corinna
La vedova Crobile è soddisfatta per il primo "cliente" della figlia Corinna. Dopo aver ricordato i sacrifici che ha dovuto fare per vivere dalla morte del marito in poi, esorta la figlia a diventare una cortigiana per vivere entrambe agiatamente. Elargisce consigli ed indica a Corinna l'esempio di altre cortigiane che, vendendo con eleganza il proprio corpo, sono diventate ricche dopo aver vissuto nella miseria.
7 - Musario e la madre
Musario è una cortigiana ma ha un solo amante, Cherea, che pur essendo figlio di un uomo molto ricco, non dispone di denaro e non può quindi pagare le prestazioni di lei, anzi di tanto in tanto è lui a chiedere a lei di che pagarsi da bere con gli amici. La madre rimprovera severamente Musario per questa situazione ma la giovane è innamorata e si ostina a credere a Cherea quando le promette che un giorno sarà ricco e la sposerà.
8 - Ampelide e Criside
La giovane cortigiana Ampelide si lamenta perché il suo amante la picchia e le fa continue scenate di gelosia. L'amica Criside, molto più matura ed esperta, le spiega che questo è il tipo d'amore che si deve cercare, quello fatto solo di baci e carezze è un amore tiepido che non dura mai a lungo.
Criside racconta che una volta un ricco usuraio la trovò occupata con un altro cliente e divenne pazzo di gelosia. Dopo una terribile scenata le pagò una grossa somma per averla solo per se. E' dunque la gelosia l'unico filtro d'amore veramente efficace.
9 - Dorcade, Pannichide, Filostrato e Polemone
La schiava Dorcade, molto affannata, avverte la cortigiana Pannichide che il suo amante Polemone è tornato dalla guerra carico di bottino e che presto verrà a trovarla. Il problema è che Pannichide ha trovato un altro uomo, Filostrato, che le ha dato molto denaro per stare con lei.
I due amanti arrivano contemporaneamente e mentre Pannichide non sa come comportarsi, Polemone si infuria e con toni farsescamente militari giura vendetta e minaccia di attaccare Filostrato con i suoi cinquemila soldati. Filostrato non si lascia impressionare e minaccia a sua volta di prendere a sassate il rivale.
10 - Chelidonio e Droside
Il giovane Clinia non va più a trovare l'amante Droside perché il padre lo ha mandato a scuola dal filosofo Aristeneto che insegna che la virtù è più importante del piacere e gli vieta severamente di incontrare una cortigiana.
Aristeneto controlla continuamente Clinia che a stento è riuscito a far avere a Droside un biglietto per spiegarle la situazione ed il motivo della sua assenza.
Droside si confida con l'amica Chelidonio che le risponde che Aristeneto è un noto pederasta che circuisce i bei giovani con il pretesto della filosofia. Promette a Droside di andare di notte a scrivere sul muro del
Ceramico
"Aristeneto corrompe Clinia".
11 - Trifena e Carmide
Carmide ha pagato Trifena per stare con lei ma poi non si è lasciato avvicinare ed ha continuato a piangere per tutta la notte. Alle insistenti domande di Trifena spiega che è innamorato, senza speranza, della cortigiana Filemasio, detta la Trappola.
Trifena le spiega che, nonostante l'aspetto dovuto al trucco molto laborioso e ad una parrucca, Filemasio è una donna di quarantacinque anni. In effetti Carmide ammette che nonostante lui le abbia dato molto denaro Filemasio non si è mai lasciata vedere nuda da lui, e si rende conto che si è comportata così perché spogliandosi avrebbe svelato la sua età.
Trifena si offende quando Carmide confessa di essere andato da lei per ingelosire Filemasio, ma Carmide è ormai convinto e, già dimenticando la matura meretrice, attira nell'alcova la bella e giovane Trifena.
12 - Ioessa, Piziade e Lisia
Ioessa litiga con Lisia: lei cortigiana non si è mai fatta pagare da lui e ha lasciato andare tutti gli altri amanti perché sinceramente innamorata di Lisia. E come viene ricambiata? Lisia ormai la ignora ed amoreggia sfacciatamente con altre donne davanti a lei per farla soffrire.
Lisia ribatte di essere stato tradito. Introdottosi di notte nella casa di Ioessa l'ha trovata addormentata accanto ad un ragazzo imberbe e profumato, completamente rasato.
Ioessa e la sua amica Piziade che assiste alla lite scoppiano a ridere: era Piziade nel letto di Ioessa, dormiva con lei per farle compagnia e se Lisia toccando ha sentito il capo rasato ... anche questo è facile da spiegare. Piziade si toglie la parrucca e confida a Lisia di essersi dovuta rasare a causa di una malattia. I due amanti fanno pace ed invitano Piziade a bere con loro.
13 - Leontico, Chenida e Innide
Con evidente esagerazione Leontico si vanta delle sue imprese guerresche con la cortigiana Innide e l'amico Chenida lo aiuta confermando i suoi improbabili racconti.
Leontico parla di accaniti duelli, di teste spaccate, di laghi di sangue, sperando di sedurre Innide ma la ragazza lo chiama assassino e fugge inorridita.
Leontico, interdetto, rimane solo con Chenida e lo prega di seguire la ragazza e riportarla da lui. Chenida lo avverte che per riuscirci dovrà confessarle che si trattava di bugie. Leontico esita preoccupato dalla figuraccia ma alla fine, fra la gloria e Innide, sceglie Innide.
14 - Dorione e Mirtale
La cortigiana Mirtale è stata l'amante del marinaio Dorione ma ora lo ha lasciato per un altro uomo anziano e brutto ma molto ricco.
Dorione le ricorda pateticamente i doni che le ha fatto durante le loro relazione: cipolle, un cacio, un paio di sandali, qualche moneta ... tutto ciò che la sua misera condizione di marinaio gli permetteva.
Ben altri sono i doni che Mirtale riceve dal nuovo amante...
15 - Coclide e Partenide
La flautista Partenide piange e si lamenta con la cortigiana Coclide. Era stata ingaggiata per allietare con la sua musica l'incontro della cortigiana Crocale con un nuovo cliente, il contadino Gorgo. Quando tutti si stavano divertendo aveva fatto irruzione nella casa un altro amante di Crocale, il militare Dinomaco accompagnato da otto giovinastri. Gorgo era stato duramente malmenato, Crocale era fuggita e la povera Partenide era stata schiaffeggiata da Dinomaco che le aveva anche spezzato i flauti.
Il dialogo e l'intera opera si concludono con una morale pronunciata da Coclide: meglio preferire la gente semplice come contadini e marinai ai militari vanitosi, con le loro smargiassate e la loro arroganza.