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Appio Claudio Crasso Inregillese Sabino decemviro nel 451 a.C.



Uomo politico romano, figlio di Appio Claudio console nel 495 a.C.
Fu console nel 471 a.C. (con Tito Quinzio Barbato).
Ostinato avversario del tribuno Volerone Publilio, autore della Lex Publilia che conferiva ai comizi tributi il diritto di eleggere i tribuni della plebe per evitare ingerenze del patriziato. Venuto a battaglia con i Volsci fu sconfitto perché le truppe, a causa della sua impopolarità, mal rispondevano ai suoi ordini. Secondo Livio punì gli insubordinati con la decimazione (primo caso nella storia romana), ma probabilmente si tratta di un episodio successivo trasposto in questo periodo dalla narrazione tradizionale. Di nuovo console nel 451 a.C., venne chiamato a presiedere il primo decemvirato e nell'anno successivo costituì il secondo. Il decemvirato, istituito per la compilazione delle Leggi delle Dodici Tavole, esaurito il suo compito tentò di rimanere al potere ma fu abbattuto da una rivolta popolare. Appio Claudio morì in prigione, suicida.
Ne racconta Svetonio: Avendo tentato, spinto dalla passione, di rendere schiava una ragazza libera, fu la causa della seconda secessione della plebe. ma l'episodio di Virginia, la ragazza plebea che egli per libidine aveva tentato di ridurre in schiavitù e che fu uccisa dal padre per salvarne l'onore, è probabilmente leggendario.


Riferimenti letteratura:
  • Livio - Storia di Roma
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Svetonio - Vite dei Cesari
  • Niccolò Machiavelli - Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio
  • Vittorio Alfieri - Virginia


    Vedi anche:
  • Cronologia dei magistrati romani


  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Appio Claudio
    Famiglia: Gens Claudia
    Figli:
  • Appio Claudio Crasso


  • Indice sezione