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Gorgoni

Steno, Euriale e Medusa, solo l'ultima mortale, figlie di Forco e di Ceto, sorelle delle Graie.
Più che a vecchie donne devono essere paragonate a maschere simili a quelle utilizzate per rappresentare Ecate.
Avevano ali d'oro e mani di bronzo, serpenti intorno alla testa ed alla vita. Chi scorgeva il loro orribile viso rimaneva pietrificato.
Nella tragedia Ione di Euripide si legge che il sangue proveniente dalla vene delle Gorgoni aveva poteri di guarigione mentre quello proveniente dai serpenti delle loro chiome era letale.

Una di loro era Medusa, dalla chioma formata da serpenti, che viene decapitata da Perseo il quale riesce a fuggire grazie ad un magico elmo che lo rende invisibile. Dal suo sangue nacque il cavallo Pegaso. La testa di Medusa, in alcune versioni, è incastonata nell'egida di Atena.

In un tentativo di razionalizzazione (Alessandro di Mindo in Ateneo) erano animali della Libia simili a pecore selvatiche il cui alito avvelenava chi si avvicinasse. Era accaduto ad alcuni soldati di Mario durante la guerra con Giugurta.
Secondo Solino, che qui cita Senofonte di Lampsaco, erano donne villose e selvagge. Un generale cartaginese ne catturò due ed espose le loro pelli nel tempio di Cartagine per stupire i concittadini.

Varia a seconda delle fonti la sede delle Gorgoni: Esiodo le colloca nell'Oceano Occidentale, vicine della Notte e delle Esperidi, le si trova spesso in Libia ma secondo Plinio il Vecchio e Solino era nella isole Gorgadi nel Mar Rosso.
Dopo la morte di Medusa le Gorgoni superstiti si trasferiscono negli Inferi insieme alle Arpie, a Briareo e ad altre creature mostruose (Eneide).
Secondo Pindaro (Pitica XII) Atena inventò il flauto per riprodurre il lamento di Steno ed Euriale per la morte di Medusa.

Riferimenti letteratura:

Iliade

Odissea

Esiodo - Teogonia

Pseudo Esiodo - Lo scudo di Eracle