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Legione



Nelle età più antiche il termine legione (legio) indicava l'esercito romano, ma successivamente fu usato per indicare un'unità tattica costituita da 3000 fanti e 300 cavalieri.
In epoca regia questi combattenti erano reclutati fra la popolazione in ragione di 1000 fanti e 100 cavalieri per ciascuna delle tre tribù.
Se inizialmente la legione combatteva in formazione serrata come la falange greca, successivamente fu introdotta una prima importante innovazione che la tradizione attribuisce a Furio Camillo: la legione si schierava in tre divisioni o manipoli, la prima era composta dagli Hastati, i soldati più giovani, la seconda dai Principes, soldati più maturi ed esperti, la trerza dai Triarii, i veterani.
Le divisioni a loro volta potevano dividersi in gruppi più piccoli durante il combattimento per operare con maggiore elasticità.
Al comando della legione erano i Tribuni Militum, originariamente in numero di tre, poi sei, tuttavia il comando militare vero e proprio spettava al console mentre i tribuni esercitavano a turno funzioni di sovrintendente.
Fino a tutto il quarto secolo le legioni furono due, una per console, ma con le guerre sannitiche si decise di raddoppiare il numero delle legioni e si aggiunsero le "ali" formate dagli alleati.
Successivamente si aggiunsero altre legioni in numero variabile quando vicende belliche o esigenze di sicurezza lo richiedevano. A stabilire il numero di legioni da reclutare era il senato che annualmente deliberava in merito. Sembra che durante la seconda guerra punica si arrivò a venticinque legioni.
A partire dal II secolo a.C. fu introdotta l'organizzazione delle legioni in coorti che consentiva una migliore governabilità di un elevato numero di uomini in combattimento. Ciascuna coorte comprendeva una parte dei tre manipoli (hastati, principes, triarii) per un totale di 420 uomini comandati da sei centurioni, il più anziano dei quali aveva il comando dell'intera coorte.
La legione comprendeva dieci coorti e con l'andare del tempo questa struttura si affermò, la suddivisione in manipoli perse di importanza e gli armamenti vennero unificati per tutti i componenti della legione.
Con le riforme introdotte da Mario il reclutamento di proletari che sceglievano la carriera militare come propria professione portò alla formazione di legioni permanenti.
Negli ultimi anni della Repubblica a causa della guerra civile si arrivò a 45 legioni e si tornò a 25 sotto Augusto.
In età imperiale il ruolo di difesa dei confini fu affidato alle legioni che per questo motivo vennero dislocate nelle regioni pià remote sotto il comando del legatus legionis.
Con il trascorrere del tempo divenne sempre meno attuabile il principio di comporre le legioni arruolando solo cittadini romani e destinare gli alleati al ruolo di ausiliari, si preferì quindi concedere la cittadinanza ai nuovi arruolati che ne fossero sprovvisti.
Sotto Diocleziano l'intero esercito venne suddiviso in eservito di campagna ed eservito di confine. Il primo comprendeva le truppe palatine e la guardia imperiale, per lo più costituite da cittadini romani, e il secondo le truppe limitanee.


Vedi anche:
Lista delle legioni romane in Wikipedia



Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Filippiche
  • Livio - Storia di Roma
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Svetonio - Vite dei Cesari
  • Plutarco - Teseo e Romolo
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Plutarco - Vite di Lisandro e Silla
  • Storia Augusta
  • Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica


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