4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ
Sunelweb
Guida rapida
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
Y
Z
Home
Storia
Storia antica
Storia greca
Biografie
Approfondimenti
Cronologia
Governanti
Atene
Sparta
Tebe
Argo
Corinto
Magna Grecia
Macedonia
Tirannidi
Glossario
Storia romana
Biografie
Approfondimenti
Cronologia
Governanti
Re di Roma
Consoli
Imperatori
Glossario
Storia ebraica
Biografie
Cronologia
Governanti
Giudici di Israele
Re di Israele fino a Salomone
Regno di Israele o di Samaria
Regno di IGiuda
Glossario
Storia della Mesopotamia
Biografie
Cronologia
Glossario
Storia persiana
Biografie
Cronologia
Achemenidi
Glossario
Storia bizantina
Biografie
Cronologia
Imperatori di Bisanzio
Glossario
Storia egiziana
Biografie
Cronologia
Glossario
Storia siriana
Biografie
Cronologia
Dinastia dei Seleucidi
Governatori romani
Glossario
Storia italiana
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia europea
Storia francese
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia spagnola
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia inglese
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia tedesca e austriaca
Biografie
Cronologia
Sacro Romano Impero
Glossario
Storia altri Paesi Europei
Belgio
Danimarca
Polonia
Portogallo
Ungheria
Storia della Chiesa
Biografie
Cronologia
Papi e Antipapi
Glossario
Pagine tematiche
Cronologia generale
Governanti
Famiglie
Città
Guerre
Popolazioni
Letteratura
Letteratura greca
Letteratura latina
Letteratura italiana
Letteratura spagnola
Letteratura francese
Letteratura inglese
Letteratura tedesca
Premi letterari
Mitologia
Dei, eroi ed altri personaggi
Le leggende di Tebe
Letteratura e mitologia
Teatro
Indice per autore
Indice per titolo
Cinema
Ricerca
Cronologia
Ricerca
Glossario
PLUTARCO DI CHERONEA
VITE DI
ALESSANDRO
E
CESARE
ALESSANDRO
1) Biografia, non storia, è la materia che
Plutarco
intende trattare. Questa premessa per spiegare l'omissione consapevole di alcuni fatti storici per dar maggior risalto ai particolari della vita di
Alessandro
che meglio definiscono il carattere del personaggio.
2) Secondo la tradizione,
Alessandro
discendeva da
Eracle
attraverso
Carano
per parte di padre e da
Eaco
attraverso
Neottolemo
per parte di madre.
Filippo
ed
Olimpiade
, ancora ragazzi, furono iniziati insieme al culto dei
Cabiri
, si innamorarono e decisero di sposarsi.
Olimpiade
sognò di essere colpita da un fulmine al ventre e
Filippo
di imprimere sul corpo della moglie con un sigillo l'immagine di un leone. L'indovino
Aristandro di Telmesso
interpretò i due sogni predicendo la nascita di un eroe.
Olimpiade
, di origine epirota, era dedita a riti orfici e dionisiaci e spesso portava con se dei serpenti. Dicono che ciò fu causa di allontanamento fra
Filippo
ed
Olimpiade
.
3) Si narrava anche che
Filippo
avesse visto la moglie nel letto con un serpente e che un oracolo gli annunciò la perdita dell'occhio con cui l'aveva spiata.
Alessandro
nacque nel giorno in cui ad
Efeso
un incendio distrusse il tempio di
Artemide
(forse il 20 luglio del
356 a.C.
).
4) L'aspetto fisico di
Alessandro
era tramandato dalle statue di
Lisippo
e dai ritratti di
Apelle
.
Anche in gioventù, benché impetuoso e passionale,
Alessandro
fu dotato di controllo sui piaceri del corpo, mentre tutta la sua attenzione era rivolta al desiderio di gloria.
5) Una volta, ricevendo ambasciatori persiani in assenza del padre, li impressionò con la sua conversazione e con l'interesse che mostrava per i costumi del loro paese.
Non esultava per le vittorie del padre temendo che non gli rimanesse modo di compiere grandi imprese.
Si occupavano del giovane
Alessandro
molti educatori sui quali sovrintendeva un parente di
Olimpiade
di nome
Leonida
.
6) Quando a
Filippo
fu offerto il cavallo
Bucefalo
,
Filippo
intendeva rifiutarlo perché sembrava indomabile ma
Alessandro
, che aveva capito che l'animale era innervosito dalla propria ombra, lo fece volgere verso il sole e rapidamente riuscì a montarlo con grande commozione del padre.
7) Consapevole delle doti del figlio,
Filippo
decise di procurargli il migliore dei maestri ed ingaggiò il celebre
Aristotele
al quale riconobbe un alto onorario.
Aristotele
insegnò all'allievo la politica e la morale ma anche argomenti di filosofia più profondi. Quando queste lezioni furono divulgate
Alessandro
rimproverò al maestro di aver reso noto a tutti quanto avrebbe dovuto rimanere sapere di pochi, ma
Aristotele
rispose che soltanto chi era già versato nella materia poteva comprendere i suoi concetti.
8) Da
Aristotele
Alessandro
imparò la medicina e spesso si dedicò a prescrivere cure agli amici malati.
Amava la letteratura, in particolare l'
Iliade
, ed anche durante la sua grande spedizione si faceva mandare dei libri.
Il suo grande affetto per
Aristotele
si raffreddò nel tempo ma egli amò sempre la filosofia e protesse filosofi come
Anassarco
e
Senocrate
.
9) Quando
Filippo
partì per la guerra contro
Bisanzio
affidò il governo al sedicenne
Alessandro
che domò la ribellione dei
Maidi
e stabilì una colonia di
Macedoni
nel loro paese. A
Cheronea
(
338 a.C.
) si comportò eroicamente.
Quando
Filippo
divorziò da
Olimpiade
per sposare la giovane
Cleopatra
nipote di
Attalo
i rapporti fra padre e figlio si guastarono e durante il matrimonio
Alessandro
litigò con
Attalo
che lo aveva offeso e con il padre che arrivò a tentare di colpirlo con la spada.
Dopo questa lite
Alessandro
portò la madre in
Epiro
e si trasferì in
Illiria
dove visse per qualche tempo finché
Filippo
mandò un amico per persuaderlo a ritornare.
10) Quando
Filippo
trattò con il
satrapo
persiano
Pissodaro
un matrimonio politico fra la figlia del
satrapo
e
Arrideo
,
Alessandro
fu geloso dei preparativi (che interpretava come un passo di
Arrideo
verso il trono) e dissuase
Pissodaro
. Furibondo
Filippo
rimproverò
Alessandro
ed esiliò i suoi amici
Arpalo
,
Nearco
,
Erigio
e
Tolomeo
.
Il giovane nobile macedone
Pausania
fu oltraggiato da
Attalo
e non ottenendo soddisfazione da
Filippo
uccise quest'ultimo (
336 a.C.
).
Olimpiade
e, in misura minore,
Alessandro
furono ritenuti responsabili di aver sobillato
Pausania
.
11)
Alessandro
ereditò all'età di vent'anni un regno nel quale covavano rivolte e pericoli perché le conquiste di
Filippo
non erano ancora consolidate.
Con grande energia condusse una campagna militare per sedare rapidamente le sommosse e sconfisse fra gli altri la popolazione dei
Triballi
, nel territorio dell'odierna
Bulgaria
.
In
Grecia
attaccò ed espugnò
Tebe
che si era ribellata e, sperando che l'esempio spaventasse gli altri
Greci
, saccheggiò la città e vendette come schiavi migliaia di abitanti.
12) Durante il saccheggio di
Tebe
una donna di nome
Timoclea
(sorella di
Teagene
che era caduto a
Cheronea
combattendo contro
Filippo
) venne derubata e violentata da un ufficiale di
Alessandro
ma con un espediente riuscì ad ucciderlo. Ammirando la dignità ed il coraggio di
Timoclea
,
Alessandro
la lasciò libera con i suoi figli.
13) Sembra che in seguito
Alessandro
si pentisse della distruzione di
Tebe
e che questo rimorso lo inducesse in altre occasioni alla clemenza.
Comunque si riconciliò con gli
Ateniesi
che avevano tentato di soccorrere i
Tebani
e li prosciolse da qualsiasi accusa.
14) Durante la prima permanenza di
Alessandro
in
Grecia
(
336 a.C.
) i
Greci
riuniti a
Corinto
decisero di attaccare i
Persiani
sotto il comando supremo del giovane re.
Alessandro
rese visita al filosofo
Diogene di Sinope
che si mostrò del tutto indifferente (gli chiese di scostarsi per non fargli ombra) suscitando l'ammirazione di
Alessandro
.
La sacerdotessa di
Delfi
affermò che
Alessandro
era invincibile e tanto bastò al
Macedone
in materia di vaticinii.
15) Le testimonianze di contemporanei come
Aristobulo di Cassandreia
e
Duride
non sono esattamente concordi sulle dimensioni dell'esercito macedone ma se ne ricava comunque che le risorse militari e finanziarie di
Alessandro
mentre stava per dar corso alle sue imprese erano piuttosto modeste.
Attraversato l'
Ellesponto
,
Alessandro
sostò a
Troia
per rendere omaggio alla stele di
Achille
.
16) L'esercito persiano attendeva i
Macedoni
lungo le rive del fiume
Granico
. Molti suoi ufficiali, preoccupati dalla profondità del fiume e dalle asperità del terreno, erano riluttanti ad attaccare ma
Alessandro
, comandando personalmente la cavalleria, affrontò la pericolosa traversata della corrente senza esitazioni e giunto sulla riva opposta rischiò più volte la vita in combattimenti corpo a corpo che
Plutarco
descrive nei dettagli.
Al termine della battaglia i
Persiani
sconfitti avevano perso migliaia di soldati mentre fra i
Macedoni
, stando a
Aristobulo
, si contavano soltanto trentaquattro caduti.
17)
Alessandro
conquistò
Alicarnasso
e
Mileto
, quindi ottenne la resa di
Sardi
e, incoraggiato da un presagio favorevole, passò ad occupare il litorale fino alla
Fenicia
ed alla
Cilicia
.
Nella città di
Faselide
rese omaggio alla statua dell'oratore
Teodette
, allievo di
Aristotele
.
18) Assoggettata la
Frigia
,
Alessandro
prese la città di
Gordio
in
Bitinia
dove si custodiva il carro del re
Mida
. Secondo una leggenda chi fosse riuscito a sciogliere il nodo che legava il carro sarebbe diventato re del mondo. Secondo alcuni storici
Alessandro
vi riuscì facilmente ma secondo gli altri spezzò il nodo con la spada.
Procedendo,
Alessandro
conquistò
Paflagonia
e
Cappadocia
. Intanto
Dario
muoveva verso di lui con un enorme esercito.
19) In
Cilicia
Alessandro
si ammalò gravemente e poiché la malattia era sconosciuta e sembrava incurabile nessun medico osava tentare una terapia temendo di essere accusato in caso di insuccesso.
Solo
Filippo di Acarnania
, medico e amico di infanzia di
Alessandro
, preparò una pozione. Quando il Macedone stava per berla fu avvertito da una lettera di
Parmenione
che il medico era stato corrotto da
Dario
, ma
Alessandro
non prestò fede alla denuncia ed assunse serenamente la pozione dimostrando piena fiducia nell'amico.
Filippo di Acarnania
, al quale
Alessandro
mostrò la lettera, rimase sconvolto dalla calunnia ma il conquistatore, dopo una breve crisi, riprese le forze e si presentò ai
Macedoni
esultanti.
20)
Dario
giunse ai monti della
Cilicia
e non ascoltò quanti gli consigliavano di combattere in luoghi aperti.
I due eserciti si scontrarono presso
Isso
e i
Macedoni
, in numero inferiore, riuscirono a manovrare più agevolmente fra le gole dei monti e le rive del fiume Pinaro.
Alessandro
partecipò attivamente alla battaglia e riportò una ferita a una coscia priva di conseguenze. I
Persiani
persero centodiecimila uomini e
Dario
fuggì. I
Macedoni
saccheggiarono il loro campo e
Alessandro
prese possesso della sontuosa tenda del re.
21)
Alessandro
prese sotto la propria protezione la moglie e la figlia del re garantendo loro la massima sicurezza ed un trattamento regale.
Concesse ai nemici di dare dignitosa sepoltura ai loro caduti e, pur ammirando la bellezza di molte prigioniere persiane, non si lasciò mai andare ad atti di lussuria.
Prima del matrimonio la sua unica donna fu
Barsine
, vedova dell'ufficiale
Memnone
e imparentata con la famiglia reale.
22) Filossero, capo delle province marittime, scrisse ad
Alessandro
per proporgli l'acquisto di due giovani e bellissimi schiavi.
Alessandro
reagì con indignazione, proibì simili commerci e punì adulterii ed altri atti di libidine.
Si mostrò sempre moderato anche con il cibo e rifiutò alcuni rinomati cuochi quando gli furono mandati da
Ada
regina di
Caria
.
23) Era temperante anche nel bere, ma protraeva volentieri i brindisi dopo cena perchè amava rimanere a conversare con i commensali.
Amava la caccia, l'esercizio fisico e la lettura, era amabile nella conversazione ma - riconosce
Plutarco
- sensibile all'adulazione e alquanto vanitoso.
24) Fra i paesi costieri soltanto
Tiro
oppose resistenza ad
Alessandro
che la assediò per sette mesi.
Durante questa impresa rischiò la vita rimanendo isolato per non lasciare indietro il pedagogo
Lisimaco
che, pur anziano, aveva voluto seguirlo nella spedizione.
25) L'indovino
Aristandro
predisse che
Tiro
sarebbe caduta entro la fine del mese suscitando ilarità perché ci si trovava nell'ultimo giorno del mese ma
Alessandro
decretò l'istituzione di un giorno intercalare e comandò subito un assalto tanto energico che
Tiro
si arrese, confermando l'esattezza del vaticinio.
Conquistata
Gaza
inviò al suo maestro
Leonida
una grande quantità di incenso e mirra, memore della parsimonia del precettore nell'uso di quelle sostanze durante i sacrifici.
26) La sua grande passione per
Omero
lo spinse a portare sempre con se una copia dell'
Iliade
e si diceva che la scelta dell'
isola di Faro
come luogo dove fondare
Alessandria
sia stata ispirata in sogno ad
Alessandro
dall'antico poeta.
27) Per visitare il tempio di
Ammone
Alessandro
affrontò con l'esercito un pericoloso viaggio attraverso il deserto e si raccontavano prodigi come quello di uno stormo di corvi che avrebbe costantemente indicato la via da seguire.
Giunto al santuario ricevette un oracolo incoraggiante sul suo futuro potere e si sparse la voce che il dio lo avesse accolto come un figlio.
28)
Alessandro
incoraggiava il diffondersi della credenza delle sue origini divine con gli stranieri per consolidare la loro soggezione ma con i
Greci
evitava l'argomento o vi accennava con grande discrezione.
29) Tornato in
Fenicia
dall'
Egitto
,
Alessandro
indisse grandi giochi e spettacoli. Quando
Dario
gli presentò un'offerta per trattare la pace
Alessandro
gli rispose che se fosse venuto personalmente da lui lo avrebbe accolto cordialmente, altrimenti era già pronto ad attaccare.
30)
Stateira
, moglie di
Dario III
che era stata catturata dai
Macedoni
a
Isso
, morì di parto in prigionia. Un prigioniero persiano riuscì a fuggire e portò la notizia a
Dario
non senza lodare gli onori funebri che
Alessandro
aveva riconosciuto alla regina ed il trattamento che riservava agli altri prigionieri. In particolare il messaggero giurò che alle donne della casa di
Dario
non era stata arrecata alcuna offesa e convinse
Dario
della nobile correttezza del suo nemico.
30) Il grande scontro fra
Macedoni
e
Persiani
avvenute in una località detta
Gaugamela
(= Casa del Cammello).
Plutarco
descrive con drammaticità la notte che precede la battaglia con le tenebre punteggiate dagli innumerevoli fuochi da campo dei
Persiani
ed
Alessandro
che consulta l'indovino
Aristandro
celebrando riti misterici.
Io non rubo la vittoria
avrebbe risposto il condottiero a chi gli proponeva di attaccare di notte per non spaventare i soldati con la vista dell'immenso esercito di
Dario
.
31) Lieto di essere finalmente giunto allo scontro diretto e sicuro della vittoria,
Alessandro
riposò tranquillamente ed al mattino affrontò la battaglia con serenità e presenza di spirito.
Parmenione
, che comandava l'ala sinistra, si trovò in difficoltà e mandò a chiedere aiuto ad
Alessandro
per difendere le salmerie ma
Alessandro
, vestite le sue armi e montato
Bucefalo
, preferì passare direttamente all'attacco.
33) L'irruenza della cavalleria macedone comandata personalmente da
Alessandro
e seguita dalla falange che si muoveva compatta "come un'onda" mise subito in fuga i nemici.
Dario
abbandonò il suo carro da guerra e fuggì in groppa a una cavalla, sarebbe forse caduto prigioniero se un altro appello di
Parmenione
non avesse distolto
Alessandro
dall'inseguimento.
34)
Alessandro
, proclamato re dell'
Asia
, offrì sacrifici agli dei, dichiarò abolita ogni tirannia in
Grecia
e donò parte del bottino agli alleati.
Per onorare le glorie del passato concesse benefici a
Platea
e a
Crotone
che aveva partecipato alla battaglia di
Salamina
contro i
Persiani
.
35)
Alessandro
visitò l'intera
Babilonia
.
Plutarco
inserisce una digressione sulle proprietà della nafta che veniva prelevata da una voragine nei pressi di
Ecbatana
. Il protagonista appare affascinato dal misterioso liquido così facilmente infiammabile da accendersi spontaneamente in prossimità delle fonti di calore.
36) Dopo il soggiorno a
Babilonia
,
Alessandro
raggiunse
Susa
e prese possesso della reggia e del suo grande tesoro.
27) A
Susa
Alessandro
fece uccidere molti prigionieri, quindi proseguì la visita dell'impero conquistato mentre il suo esercito raccoglieva enormi bottini.
38) Durante un banchetto la cortigiana
Taide
amante di
Tolomeo
persuase
Alessandro
a dar fuoco alla reggia di
Dario
ma, dopo essersi lasciato tentare,
Alessandro
cambiò parere ed ordinò di spegnere l'incendio.
39) Generoso per natura,
Alessandro
lo divenne ancora di più con l'aumentare delle sue ricchezze, come
Plutarco
dimostra con alcuni esempi. Fra questi quello di
Mazeo
, già generale di
Dario
che passato ai
Macedoni
ottenne la
satrapia
di
Babilonia
.
Preoccupata per l'eccessiva magnificenza del figlio,
Olimpiade
scriveva ad
Alessandro
mettendolo in guardia contro le insidie celate nel rendere gli amici troppo ricchi e potenti.
40) Quando vedeva gli amici impigrirsi ed abbandonarsi al lusso li rimproverava senza asprezza cercando di ricondurli alla misura.
Non smise mai di esercitarsi nelle attività fisiche e nella caccia, una sua lotta contro un leone fu immortalata nelle sculture di
Lisippo
e di
Leocare
.
41) Le sue abitudini rigorose provocarono malcontento e molti suoi amici lo criticarono ma
Alessandro
continuò a trattarli con benevolenza come dimostra
Plutarco
con esempi riguardanti
Efestione
ed altri personaggi vicini al re.
42) Fu sempre premuroso verso gli amici e clemente nell'amministrare la giustizia.
Dopo la digressione l'autore riprende a narrare gli eventi: saputo che
Dario
era stato catturato da
Besso
satrapo
della
Battriana
,
Alessandro
congedò i
Tessali
assegnando loro un ricco compenso, partì quindi per un lungo e difficile inseguimento.
43) Quando i
Macedoni
raggiunsero il campo di
Besso
trovarono
Dario
in fin di vita. Il re strinse la mano a un soldato macedone che gli aveva dato da bere e spirò benedicendo
Alessandro
per la benevolenza verso i suoi congiunti.
In seguito
Alessandro
catturò
Besso
che era fuggito dopo aver assassinato
Dario
e lo fece squartare. Quanto al corpo di
Dario
fu mandato alla madre a
Persepoli
regalmente adornato.
44) In
Ircania
fu rapito
Bucefalo
e
Alessandro
minacciò una strage degli abitanti ma tornò alla clemenza quando l'animale gli fu restituito.
45) Nella regione dei
Parti
, per la prima volta
Alessandro
adattò il proprio abbigliamento alla foggia orientale. Ciò dispiacque ai
Macedoni
che comunque accettarono volentieri la scelta grazie alla profonda ammirazione che nutrivano per il condottiero.
46) Alcuni fra i biografi di
Alessandro
raccontano che il conquistatore si unì ad un'
amazzone
, ma
Plutarco
respinge la notizia razionalizzandola con una proposta di matrimonio con una principessa scita ricevuta da
Alessandro
.
47)
Alessandro
consentiva di lasciare l'esercito a quanti desideravano tornare in
Macedonia
ma grazie al suo carisma pochi lo abbandonarono.
Intanto egli cercava di fondere la sua gente con i
Persiani
per raggiungere l'unione con metodi pacifici. Scelte trentamila giovani
Persiani
e fece insegnare loro la lingua greca.
Conobbe ad un banchetto la bella
Rossane
e se ne innamorò ma non volle unirsi a lei prima di averla sposata.
Affidò i rapporti con la nobiltà persiana all'amico
Efestione
mentre le relazioni con
Greci
e
Persiani
erano curate da
Cratero
che si mostrava più legato alle tradizioni. Quando
Efestione
e
Cratero
per un diverbio stavano per passare alle spade
Alessandro
intervenne per dividerli e dopo averli severamente rimproverati li riconciliò.
48)
Filota
figlio di
Parmenione
era stimato per il suo coraggio e per la sua generosità ma la ricchezza ottenuta lo aveva reso superbo e arrogante.
Si vantava di aver compiuto grandi imprese attribuendo a se stesso e ad altri generali le vittorie dei
Macedoni
.
Alessandro
ne fu informato e prese a controllarlo.
49)
Filota
, non sospettando di essere sorvegliato, continuò con le sue vanterie e la sua maldicenza ma quando fu sospettato di aver organizzato un attentato al re venne arrestato, interrogato e infine messo a morte. Inoltre
Alessandro
fece uccidere
Parmenione
, vecchio collaboratore di
Filippo
.
50) Un fatto analogo riguardò
Clito
che durante una festa rinfacciò ad
Alessandro
di avergli salvato la vita durante la battaglia del
Granico
.
51) Era nata una discussione violenta fra
Clito
e
Alessandro
perché il primo accusava il secondo di trattare come schiavi collaboratori ed amici. Molti si adoperarono per sedare gli animi ma
Clito
insisteva nelle sue ingiurie e
Alessandro
, sconvolto dall'ira, lo uccise con le sue mani.
52) Il giorno seguente
Alessandro
si pentì del gesto compiuto e cercò sollievo al suo rimorso nella compagnia del filosofo
Callistene
.
53)
Callistene
era ammirato per la sua eloquenza e per il suo modo di vivere ordinato, serio e sobrio. Aveva seguito
Alessandro
, come egli stesso dichiarava, per ottenere la ricostruzione di
Olinto
come
Aristotele
l'aveva ottenuta per
Stagira
, tuttavia la sua severità di costumi e l'asprezza dei suoi giudizi lo resero inviso ad
Alessandro
e a molti
Macedoni
.
54)
Callistene
rifiutava di prostrarsi di fronte a
Alessandro
, comportamento dignitoso a giudizio di
Plutarco
, ma che procurò la sua rovina.
55) Quando il giovane nobile
Ermolao
congiurò contro
Alessandro
(la "congiura dei paggi" del
327 a.C.
),
Callistene
fu accusato di averlo sobillato. Nessuno dei congiurati interrogati sotto tortura fece il suo nome ma il filosofo fu arrestato e morì di malattia in prigione o, secondo alcuni, fu impiccato per ordine di
Alessandro
.
56)
Demarato di Corinto
, nonostante l'età avanzata, seguì
Alessandro
e ne fu sempre grande ammiratore. Morì di malattia e l'esercito gli tributò molti onori.
57) Prima di passare in
India
Alessandro
fece incendiare molti carri che trasportavano il bottino per facilitare la marcia liberando i soldati del superfluo.
58) Era religioso e dava molta importanza ai presagi, ma sosteneva che il coraggio può vincere l'avversa fortuna e la virtù prevalere sulla forza bruta. Lo dimostrò conquistando l'inaccessibile rocca di Sisimitro e in molte pericolose imprese.
59) Il re di Taxila, una regione dell'
India
, si arrese spontaneamente ad
Alessandro
che lo trattò con benevolenza, ma in altre regioni i combattimenti furono duri e le stragi compiute dai
Macedoni
costituiscono per
Plutarco
una macchia sulla gloria di
Alessandro
.
60) Oltre il fiume
Idaspe
si svolse la campagna di
Alessandro
contro il re indiano
Poro (Paurava)
.
Plutarco
descrive in particolare il pericoloso attraversamento del fiume sotto una pioggia torrenziale ed il successivo scontro con la cavalleria e con gli elefanti degli
Indiani
.
Una volta sottomesso
Poro
,
Alessandro
lo lasciò governare con la carica di
satrapo
.
61) Poco dopo la battaglia dell'
Idaspe
morì
Bucefalo
che ormai aveva raggiunto i trent'anni e
Alessandro
ne fu molto addolorato e gli dedicò una città da lui fondata in quei luoghi. Un altra città dedicò al suo amato cane Perita quando morì.
62)
Alessandro
avrebbe voluto raggiungere e superare il
Gange
ma i suoi soldati erano sfiniti e gli amici lo convinsero a rinunciare. A malincuore
Alessandro
ordinò di togliere il campo e fece costruire grandi altari agli dei come testimonianza del suo passaggio.
63) Fece costruire delle navi e prese a discendere i fiumi verso l'Oceano. Durante la navigazione si fermava spesso per sottomettere le popolazioni rivierasche.
Nel territorio della tribù dei
Malli
rischiò la vita trovandosi isolato in combattimento e fu gravemente ferito ma ancora una volta riuscì a sopravvivere.
64) Fece arrestare dieci
gimnosofisti
coinvolti in una ribellione e li sottopose ad una serie di difficili domande promettendo la morte a chi non avesse risposto in modo esatto. L'episodio è considerato non storico.
Le domande e le risposte (ad esempio
Qual è l'animale più astuto? Quello che l'uomo non ha ancora conosciuto
) sono tipiche della dottrina di questi filosofi orientali dediti alla meditazione e all'astinenza che divennero noti in occidente proprio in seguito all'impresa di
Alessandro
, dottrina che viene considerata affine a quella dei
cinici
.
65)
Alessandro
liberò i filosofi prigionieri ed incaricò
Onesicrito
di studiare le loro teorie.
66) Dopo sette mesi di navigazione fluviale
Alessandro
raggiunse l'Oceano, approdò ad un isola che chiamò Scilusti dove offrì sacrifici agli dei. Affidò la flotta a
Nearco
e a
Onesicrito
ed affrontò con l'esercito un terribile viaggio attraverso terre incolte durante il quale perse molti uomini a causa del caldo torrido, della fatica e della mancanza di viveri.
Dopo sessanta giorni raggiunse la
Gedrosia
in territorio persiano dove finalmente l'esercito venne rifornito e ristorato.
67)
Alessandro
riprese il viaggio con un corteo trionfale formato da molti carri sontuosamente addobbati. L'esercito marciava cantando e bevendo. Si tenevano spettacoli e danze bacchiche.
68) Quando si ricongiunse con
Nearco
,
Alessandro
decise di navigare lungo l'
Eufrate
e poi circumnavigare l'
Africa
ma scoppiò una grande ribellione.
Anche
Olimpiade
e
Cleopatra
si ribellarono ad
Antipatro
,
Olimpiade
si impossessò dell'
Epiro
e l'altra della
Macedonia
. Il conquistatore riprese la marcia per punire i ribelli inviando
Nearco
a scatenare guerre lungo il litorale.
69) In
Persia
, secondo un uso locale, distribuì denaro alle donne, quindi rese onore al sepolcro di
Ciro
facendo uccidere un uomo che lo aveva profanato.
Il nobile
Calano
, da tempo malato, volle morire stendendosi su una pira e facendosi dare fuoco.
70) A
Susa
Alessandro
promosse le nozze dei suoi amici con donne persiane ed egli stesso sposò
Stateira
figlia di
Dario
.
Un ufficiale di nome
Antigene
, glorioso combattente già accanto a
Filippo
, tramò per appropriarsi indebitamente di donazioni in denaro elargite da
Alessandro
e venne scoperto ma fu perdonato in considerazione dei suoi meriti.
71)
Alessandro
arruolò i trentamila giovani
Persiani
che aveva fatto educare provocando la gelosia dei
Macedoni
ed infinite lamentele. Irritato, allontanò quanti protestavano e quando quelli si umiliarono chiedendo perdono li trattò con sufficienza per qualche giorno, infine ristabilì buoni rapporti, congedò con onore feriti e malati e dispose una pensione per gli orfani dei caduti.
72) Giunto a
Ecbatana
,
Alessandro
indisse spettacoli e giochi ma morì il suo intimo amico
Efestione
e
Alessandro
per vincere il dolore riprese a combattere. Sterminò una tribù di briganti detti Cossei definendo la strage "un sacrificio funebre per
Efestione
".
Stanziò una somma enorme per onorare la memoria dell'amico e prese ad esaminare molti progetti di opere strane e dispendiose.
73) Andando verso
Babilonia
(nella primavera del
323 a.C.
) fu turbato da diversi presagi infausti.
74)
Alessandro
cominciò a sospettare degli amici e a temere
Antipatro
e i suoi figli
Iolao
e
Cassandro
. In particolare era in contrasto con
Cassandro
che lo temeva al punto di tremare davanti alla sua statua anche dopo essere divenuto re di
Macedonia
molti anni dopo.
75) Quando giunse il responso dell'oracolo di
Ammone
richiesto da
Alessandro
che ordinava di tributare a
Efestione
le esequie di un eroe, il re sciolse il lutto e riprese i simposi. Durante un festino offerto dall'amico
Medio
bevve molto vino ed il giorno successivo fu colto da una febbre violenta che in pochi giorni lo portò alla tomba.
76) I diari di corte raccontavano gli ultimi giorni di
Alessandro
tormentati dalla febbre e trascorsi in compagnia di
Medio
,
Nearco
ed altri ufficiali.
77) Sei anni dopo, in seguito ad una denuncia,
Olimpiade
mandò a morte molte persone accusate di aver avvelenato
Alessandro
e per lo stesso motivo fece disperdere le ceneri di
Iolao
che era già morto da tempo.
Anche
Aristotele
venne sospettato ma in realtà l'uccisione del conquistatore non venne mai dimostrata.
Rossane
per gelosia uccise
Stateira
con la connivenza di
Perdicca
. Quest'ultimo divenne molto potente e si appropriò del trono prendendo con se
Arrideo
che era mentalmente minorato, si diceva, a causa di droghe somministrategli da
Olimpiade
.
CESARE
Ancora molto giovane,
Cesare
chiese al popolo una magistratura sacerdotale ma non la ottenne per l'opposizione di
Silla
. Parente di
Mario
che aveva sposato sua zia
Giulia
e genero di
Lucio Cornelio Cinna
,
Giulio Cesare
era detestato da
Silla
che diceva di "vedere in lui molti Marii" e intendeva mandarlo a morte.
Riuscì a sfuggire dall'arresto corrompendo un liberto di
Silla
e partì per la
Bitinia
dove fu ospitato dal re
Nicomede
. Durante il viaggio di ritorno fu catturato dai pirati e dovette mandare quanti lo accompagnavano in cerca di denaro per pagare il riscatto. Durante i trentotto giorni di prigionia trattò i pirati come servitori, ma una volta liberato per aver pagato il riscatto armò delle navi a
Mileto
e catturò i pirati, recuperò il denaro e fece crocifiggere i rapitori.
Prima di rientrare a
Roma
trascorse un periodo a
Rodi
per studiare presso
Apollonio Molone
, maestro di retorica. Molto versato nell'eloquenza rinunciò a conseguirne il primato volendo eccellere nelle attività politiche e militari.
Tornato a
Roma
fece processare
Cneo Cornelio Dolabella
per concussione con l'appoggio delle città greche che l'accusato aveva governato. Più tardi sostenne le stesse città in un processo contro
Antonio Ibrida
.
Per l'affabilità e la cortesia era benvoluto dai cittadini e offrendo molti banchetti si guadagnava un certo ascendente politico. Solo
Cicerone
sembra aver intuito sino dai primi tempi le mire tiranniche di
Cesare
.
Fu eletto tribuno militare (
73 a.C.
) e in occasione delle esequie della zia
Giulia
ne pronunciò l'elogio funebre e fece sfilare le statue di
Mario
suscitando grande scalpore. Pronunciò l'orazione funebre anche per la moglie
Cornelia
figlia di
Cinna
(morta nel
69 a.C.
).
Rimasto vedovo partì per la
Spagna
come
questore
del
pretore
Caio Antistio Vetere
e al ritorno sposò
Pompeia
(figlia di
Quinto Pompeo Rufo
,
console
nell'
88 a.C.
).
Contrasse molti debiti per pagare i banchetti che offriva, per la manutenzione della
Via Appia
della quale era stato nominato curatore, per offrire spettacoli, ma questa liberalità gli procurò la stima e la gratitudine del popolo.
Cercò di favorire la fazione mariana che era caduta in disgrazia e da
edile
fece collocare di notte nuove statue di
Mario
sul
Campidoglio
. Ovviamente per quest'azione fu attaccato dai sillani e in
senato
Lutazio Catulo
lo accusò di mirare al potere con mezzi illeciti, ma
Cesare
seppe abilmente schivare le accuse.
Quando morì il
pontefice
Metello
(
Quinto Cecilio Metello Pio
console
nell'
80 a.C.
, morto nel
63 a.C.
)
Cesare
si candidò contro
Publio Servilio Vatia Isaurico
e
Lutazio Catulo
, quest'ultimo gli offrì una forte somma di denaro perché si ritirasse ma
Cesare
respinse la proposta e fu eletto
pontefice massimo
.
Durante il
consolato
di
Cicerone
fu l'unico a pronunciarsi contro la pena di morte per
Publio Cornelio Lentulo Sura
e
Caio Cornelio Cetego
, complici di
Catilina
, e fu sospettato di aver partecipato alla congiura. Conclusa la riunione le guardie del corpo del
console
stavano per uccidere
Cesare
che fu salvato dall'intervento di
Caio Scribonio Curione
e dello stesso
Cicerone
.
Quando pochi giorni dopo
Cesare
fu convocato in
senato
per chiarire la sua posizione il popolo minacciò di insorgere e si verificarono disordini. La
plebe
fu quietata con una distribuzione di grano proposta da
Catone
.
Durante la
pretura
di
Cesare
il ricco e nobile
Publio Clodio Pulcro
si innamorò di
Pompeia
, ma i due amanti avevano difficoltà ad incontrarsi a causa della vigilanza di
Aurelia
madre di
Cesare
.
In occasione della festa della
Bona Dea
(prima settimana di dicembre) i relativi riti misterici che erano riservati alle donne si svolsero in casa di
Cesare
che in quell'anno era
pontefice massimo
e
pretore
.
Clodio
ne approfittò per introdursi nella casa travestito da donna, ma fu scoperto e cacciato.
Il giorno seguente
Clodio
fu formalmente accusato di sacrilegio ed alcuni
senatori
aggiunsero altre accuse fra cui quella di incesto con la sorella moglie di
Lucullo
.
Cesare
ripudiò la moglie ma non si pronunciò contro
Clodio
, forse per compiacere il popolo che lo difendeva per odio verso l'aristocrazia.
Clodio
venne assolto.
Dopo la
pretura
Cesare
ebbe la provincia di
Spagna
ma i creditori ostacolavano la sua partenza, si rivolse a
Crasso
che lo desiderava dalla sua parte contro
Pompeo
e che lo aiutò finanziariamente.
In
Spagna
sedò le rivolte di
Calaici
e
Lusitani
, conquistò nuovi territori e governò saggiamente tornando in patria arricchito e benvoluto dai suoi soldati.
Poiché i candidati al
consolato
dovevano operare in città mentre gli aspiranti al trionfo dovevano rimanerne fuori,
Cesare
decise di rinunciare al trionfo che avrebbe potuto ottenere per i successi in
Spagna
e di portare avanti la campagna elettorale.
Riuscì a riconciliare
Pompeo
e
Crasso
formando con loro una coalizione che gli conferiva di fatto i massimi poteri garantendogli il consenso dei due uomini più potenti di
Roma
.
Plutarco
osserva che la guerra civile non fu provocata dalla discordia fra
Cesare
e
Pompeo
ma dalla loro concordia poiché prima di scontrarsi agirono insieme per abbattere l'aristocrazia.
Con l'appoggio del
triumvirato
Cesare
vinse facilmente le elezioni ed ebbe il
consolato
insieme a
Marco Calpurnio Bibulo
(
59 a.C.
), avanzò subito proposte di legge gradite al popolo entrando in aperto contrasto con gli ottimati del
senato
.
Per consolidare l'alleanza con
Pompeo
gli fece sposare la figlia
Giulia
mentre egli stesso sposava
Calpurnia
figlia di
Pisone
facendo ottenere al suocero il
consolato
per l'anno seguente.
I
tribuni della plebe
fecero assegnare a
Cesare
la
Gallia
e l'
Illirico
per cinque anni,
Catone
si oppose e
Cesare
lo fece arrestare ma poi si accordò con un tribuno perché si opponesse all'arresto, preoccupato dal prestigio di cui il senatore godeva anche presso il popolo.
Cesare
promosse la nomina a
tribuno della plebe
di
Clodio
al quale chiese l'esilio di
Cicerone
e rimase per tre mesi in armi alle porte di
Roma
finché l'oratore non venne esiliato.
Inizia qui il racconto delle gesta militari di
Cesare
in
Gallia
, racconto che
Plutarco
non sviluppa in ordine cronologico perché la sua intenzione non è quella di narrare gli eventi in modo storiografico ma quella di rappresentare i caratteri del generale
Cesare
dopo aver parlato di
Cesare
uomo politico emergente.
Mosso da un incontenibile desiderio di gloria,
Cesare
superava con la forza di volontà i limiti della sua condizione di uomo non robusto e malato di epilessia. Si sottoponeva alle stesse fatiche sopportate dai suoi soldati dei quali condivideva sofferenze ed abitudini. Per questi motivi oltre che per le sue capacità strategiche, i suoi uomini lo amavano e lo seguivano con una dedizione che superava il dovere.
Un'altra caratteristica di
Cesare
era la rapidità negli spostamenti, quando uscì da
Roma
per la prima campagna raggiunse il
Rodano
in soli otto giorni (marzo
58 a.C.
).
Il primo combattimento delle
guerre galliche
fu contro
Elvezi
e
Tigurini
che avevano attaccato la
Gallia Romana
.
Cesare
sconfisse duramente gli
Elvezi
respingendoli nei loro territori mentre i
Tigurini
furono vinti dal suo luogotenente
Labieno
.
La guerra proseguì contro i
Germani
quando fu rotta l'alleanza che l'anno precedente
Cesare
aveva firmato con il loro re
Ariovisto
a causa dei tentativi dei
Germani
di invadere i territori limitrofi.
Le forze dei
Germani
scoraggiarono molti ufficiali romani, ma
Cesare
li colpì nell'orgoglio consentendo loro di tornare in patria se non avevano il coraggio di proseguire. All'avvicinarsi in massa delle
legioni
fu il turno dei
Germani
a perdersi d'animo. Attaccando i nemici di sorpresa
Cesare
ne fece strage e li respinse oltre il
Reno
.
Al termine dell'estate (del
58 a.C.
)
Cesare
lasciò l'esercito a svernare in una regione pacifica e si dedicò al governo della
Gallia Cisalpina
, provincia che gli era assegnata, ma quando seppe che le popolazioni settentrionali si erano ribellate piombò su di loro. Molte delle popolazioni ribelli si arresero spontaneamente, non così i
Nervii
che combatterono strenuamente ma furono sterminati dalle
legioni
di
Cesare
.
Il
senato
decretò quindici giorni di festeggiamenti per queste imprese.
Cesare
trascorse l'inverno successivo nella valle del
Po
preparando tramite i suoi sostenitori la propria azione politica in
Roma
. Incontrò a
Lucca
Crasso
,
Pompeo
,
Appio Claudio Pulcro
propretore
della
Sardegna
,
Quinto Cecilio Metello Nepote
proconsole
in
Spagna
e molti altri personaggi illustri. In questo convegno si decise di conferire il
consolato
a
Pompeo
e
Crasso
e si prorogò a
Cesare
l'incarico in
Gallia
per altri cinque anni.
Tornato in
Gallia
,
Cesare
trovò un'altra guerra perché delle tribù germaniche avevano oltre passato il
Reno
.
Cesare
avviò delle trattative ma i
Germani
lo attaccarono di sorpresa, azione sleale che
Cesare
non tardò a ricambiare: i barbari persero quattrocentomila uomini e i superstiti fuggirono oltre il fiume presso i
Sigambri
. Il generale decise di attaccare anche questi e per farlo con un'opera straordinaria costruì in soli dieci giorni un ponte sul
Reno
.
Entrato in
Germani
Cesare
vi si trattenne diciotto giorni devastando il territorio nemico ma senza combattere perché i
Germani
erano fuggiti.
Affrontò quindi la spedizione in
Britannia
, primo romano a spingersi con una flotta nell'oceano. Prese l'isola ma giudicò che non valesse la pena di governarla e ripartì prendendo degli ostaggi e imponendo un tributo.
Gli giunse la notizia che la figlia
Giulia
, moglie di
Pompeo
, era morta di parto. Il neonato le sopravvisse pochi giorni. Furono in molti a
Roma
a preoccuparsi per la fine che la parentela fra
Cesare
e
Pompeo
portasse alla discordia.
Quando rientrò in
Italia
per l'inverno la
Gallia
si sollevò di nuovo e il capo
Ambiorige
massacrò l'esercito di
Lucio Aurunculeio Cotta
e di
Quinto Titurio Sabino
.
Ambiorige
intrappolò la
legione
comandata da
Quinto Tullio Cicerone
, il fratello dell'oratore, ma
Cesare
ne fu informato e si precipitò sul luogo dove, nonostante disponesse di pochi uomini, con un'abile strategia massacrò i nemici.
In quella regione le insurrezioni ebbero fine ma altre e più gravi ne nacquero in altre zone della
Gallia
, alla testa dei ribelli era un giovane capo di nome
Vercingetorige
.
Cesare
si mosse immediatamente verso gli insorti non preoccupandosi del clima invernale nè dell'opposizione contro di lui che stava prendendo forza a
Roma
. Nel territorio dei
Lingoni
il grosso delle forze dei ribelli che appartenevano a diverse popolazioni circondò le
legioni
romane che dopo una lunga battaglia ed una grande strage riuscirono a mettere in fuga i superstiti.
Vercingetorige
con quanto rimaneva del suo esercito riparò ad
Alesia (Mont-Auxois)
, città che
Cesare
cinse subito d'assedio ma venne a sapere che altri combattenti
Galli
stavano accorrendo ed erano centinaia di migliaia.
Per evitare di essere preso fra gli assediati e i soccorritori
Cesare
fece rapidamente costruire due cinte murarie a protezione delle
legioni
. Si rivolse quindi verso i nemici provenienti dall'esterno e li sconfisse con tale rapidità che quando i difensori di
Alesia
se ne resero conto la battaglia era già finita.
Gli assediati si arresero poco dopo e
Vercingetorige
si consegnò spontaneamente al generale vincitore.
Dopo la morte di
Crasso
i rapporti fra
Cesare
e
Pompeo
precipitarono: il primo doveva eliminare il secondo per ottenere il potere assoluto e
Pompeo
doveva eliminare
Cesare
perché era divenuto troppo pericoloso.
A
Roma
vigevano disordine e anarchia e non erano infrequenti scontri armati fra le opposte fazioni.
Su proposta di
Catone
il
senato
nominò
Pompeo
console
unico (
52 a.C.
) e prorogò i suoi incarichi nelle province di
Spagna
e
Africa
.
Cesare
si candidò a sua volta al
consolato
e chiese di veder prorogati i suoi mandati come
Pompeo
. Si opposero
Marco Claudio Marcello
e
Lucio Cornelio Lentulo Crure
i quali non risparmiarono alcun mezzo per diffamare
Cesare
.
Pompeo
mandò a chiedere al rivale la restituzione delle
legioni
che gli aveva prestato per la guerra in
Gallia
e quando i comandanti di queste
legioni
rientrarono in
Italia
si diedero a loro volta a calunniare
Cesare
. Questa situazione, secondo
Plutarco
, indusse
Pompeo
nell'errore di sottovalutare l'avversario.
Il
senato
si riunì per decidere sulla situazione, i due contendenti non si trovavano a
Roma
;
Cesare
era rappresentato da
Curione
e
Pompeo
dal suocero
Quinto Cecilio Metello Pio Scipione
.
Fu letta la proposta di
Cesare
che suggeriva che entrambi deponessero le armi per trattare la questione da privati cittadini. L'idea incontrava la piena approvazione popolare ma in
senato
nacquero accese discussioni e i
consoli
sciolsero la seduta.
Tornato a
Roma
dalla
Cilicia
,
Cicerone
cercò di fare da mediatore, le richieste di
Cesare
erano ragionevoli e
Pompeo
si stava orientando ad accoglierle ma il
console
Lentulo
si oppose e cacciò dal
senato
i rappresentanti di
Cesare
.
Questi aveva con se una sola
legione
ma decise di agire immediatamente: partì a tarda sera e giunto al
Rubicone
si fermò per riflettere e per discutere con
Caio Asinio Pollione
e pochi altri amici, turbato dall'importanza del momento, quindi prese improvvisamente la sua decisione e pronunciata la famosa frase "si getti il dado" passò il fiume e prima di giorno occupò
Rimini
.
Seguirono giornate drammatiche di agitazione e paura in tutta
Italia
.
Pompeo
, sconvolto, veniva spesso accusato di aver aiutato
Cesare
a raggiungere il potere di cui ora godeva. Scontri, tumulti e risse si verificavano ovunque.
Infine
Pompeo
lasciò
Roma
seguito da gran parte dei senatori. Anche molti cesariani, impauriti e confusi, fuggirono dalla città e
Labieno
, fidato luogotenente di
Cesare
, passò a
Pompeo
.
Avvicinandosi a
Roma
Cesare
si dimostrava clemente verso quanti faceva prigionieri.
Lucio Domizio Enobarbo
, dopo aver tentato il suicidio, accolse
Cesare
a
Corfinio
, ma poi passò di nuovo a
Pompeo
.
Le notizie sul comportamento di
Cesare
rincuorarono i
Romani
e una parte di loro rientrò in città.
Dopo la presa di
Corfinio
,
Cesare
che aveva raccolto molti soldati lungo la strada, intercettò
Pompeo
ma questi evitò lo scontro e corse ad imbarcarsi a
Brindisi
mentre
Cesare
, che non aveva navi, dovette rinunciare a seguirlo e si diresse a
Roma
.
Affrontò il
senato
con atteggiamento benevolo mostrando di voler tentare un accordo con
Pompeo
, ma respinse duramente un
tribuno della plebe
che voleva impedirgli di accedere al tesoro erariale.
Decise quindi di cacciare dalla
Spagna
i legati di
Pompeo
Lucio Afranio
e
Marco Terenzio Varrone Reatino
(il famoso erudito) e portò la guerra nella provincia finché non riuscì ad impadronirsi dell'esercito di
Pompeo
.
Tornato a
Roma
, nel
49 a.C.
, emise in qualità di
dittatore
alcuni provvedimenti fra cui restituire i diritti civili ai figli dei proscritti di
Silla
e dopo undici giorni depose la dittatura per assumere il
consolato
insieme a
Servilio Isaurico
.
Nonostante si fosse in gennaio portò l'esercito a
Brindisi
per imbarcarlo e cercare
Pompeo
creando un certo malcontento fra i soldati che ritardarono la marcia ed arrivati al porto scoprirono che
Cesare
era già salpato.
Partirono con un secondo tragitto delle navi guidati da
Antonio
ma nel frattempo
Cesare
per non restare a corto di uomini rischiò senza successo una traversata durante una tempesta.
Ricevuti i rinforzi cominciò a provocare
Pompeo
che era avvantaggiato dalla posizione migliore e dagli abbondanti rifornimenti mentre i soldati di
Cesare
arrivarono a cibarsi di radici. Si svolse una serie di scaramucce e in un'occasione
Pompeo
attaccò improvvisamente e
Cesare
subì una grave sconfitta a
Durazzo
in seguito alla quale decise di spostarsi in
Macedonia
(zona per lui più favorevole) per affrontare l'esercito di
Scipione
proveniente dalla
Siria
, sperando che
Pompeo
lo seguisse.
Dal canto suo
Pompeo
riprese a temporeggiare contando di indebolire con l'attesa il nemico che era tormentato dalla scarsità di cibo, dalla fatica e dalle malattie. Tuttavia poiché tutti i suoi ufficiali erano ansiosi di combattere, controvoglia si mosse per seguire i cesariani.
In
Tessaglia
Cesare
prese la città di Gonfi dove i suoi uomini riuscirono a rifocillarsi e curarsi, quindi si portò nella piana di
Farsalo
dove mise il campo in attesa degli scontri.
Pompeo
giunse nei primi giorni di agosto e subito offrì la battaglia con soddisfazione di
Cesare
che si affrettò a disporre l'esercito in campo. Le tre ali in cui i soldati furono divisi erano comandate da
Cneo Domizio Calvino
,
Antonio
e dallo stesso
Cesare
. Insieme a
Pompeo
guidavano l'esercito avversario il suocero
Scipione
e
Domizio Enobarbo
.
All'inizio della battaglia la cavalleria di
Pompeo
attaccò l'ala sinistra nemica ma
Cesare
aveva dato ordine ai suoi fanti di fronteggiarla mirando con i giavellotti al viso, ciò che spaventò molto i cavalieri giovani e inesperti di
Pompeo
che presto fuggirono. A questo punto
Pompeo
, colto dalla disperazione, si ritirò nel suo campo per poi allontanarsi con pochissimi compagni.
Cesare
prese il campo nemico e fece molti prigionieri che in gran parte furono arruolati nel suo esercito. Perdonò molti pompeiani fra cui
Bruto
che poi lo uccise.
Cesare
inseguì
Pompeo
fino ad
Alessandria
ma qui giunto trovò che il suo nemico era già stato ucciso.
In
Egitto
Cesare
combattè una guerra da molti ritenuta non necessaria. Gli si opponeva l'eunuco
Potino
, uno dei consiglieri di
Tolomeo
, fautore dell'uccisione di
Pompeo
che aveva esiliato
Cleopatra
e si sforzava di allontanarlo dall'
Egitto
.
Cesare
fece rientrare
Cleopatra
(
Plutarco
cita il singolare episodio della regina trasportata in un sacco avvolto di coperte) e subito ne rimase affascinato, la riconciliò con il fratello
Tolomeo
e l'associò al trono.
Quando fu noto che
Potino
tramava con il comandante delle sue truppe
Achilla
per eliminare il conquisatore,
Cesare
lo fece uccidere, ma
Achilla
fuggì per tornare poco dopo con un esercito ed attaccare
Alessandria
(ottobre 48 a.C.).
Assediato nel palazzo reale con pochi soldati,
Cesare
dovette resistere in attesa di rinforzi correndo grandi pericoli. Alla fine
Cesare
prevalse e sconfisse i nemici ai quali si era unito anche
Tolomeo XIV
che scomparve durante la battaglia (27 marzo
47 a.C.
).
Partendo per la
Siria
Cesare
lasciò sul trono d'
Egitto
Cleopatra
che poco dopo gli partorì un figlio che fu chiamato
Cesarione
.
Intanto
Farnace
figlio di
Mitridate
aveva occupato
Bitinia
e
Cappadocia
(precedentemente sottratte al padre da
Pompeo
) sconfiggendo
Domizio
.
Cesare
distrusse il suo esercito con tale rapidità che comunicò a
Roma
la vittoria con il motto "Venni, vidi, vinsi" poi divenuto famoso.
Tornò in
Italia
al termine del suo secondo anno di dittatura (26 novembre
46 a.C.
) e fu nominato
console
per l'anno successivo.
In questo periodo
Cesare
fu criticato da molti per la mitezza con cui aveva sedato una rivolta militare nella quale erano stati uccisi
Cosconio
(
tribuno della plebe
nel
59 a.C.
) e
Publio Sulpicio Galba
(
pontefice massimo
nel
57 a.C.
). Anche il comportamento di alcuni suoi aiutanti non era gradito ai
Romani
, come nel caso di
Publio Cornelio Dolabella
(
tribuno della plebe
nel
47 a.C.
) e di
Marco Antonio
.
Catone
e
Metello Scipione
(suocero di
Pompeo
) avevano raccolto forze in
Africa
con l'aiuto di
Giuba I
,
Cesare
li affrontò traghettando in
Africa
i suoi soldati che si trovarono in difficoltà per carenza di cibo.
Dopo alcune scaramucce sfavorevoli per i cesariani,
Scipione
decise di venire alla battaglia decisiva e preparò un campo fortificato presso la città di
Tapso
, ma
Cesare
si mosse in modo fulmineo e in un solo giorno conquistò le postazioni avversarie ed uccise cinquantamila nemici.
Si diresse quindi a
Utica
, città difesa da
Catone
che non aveva partecipato alla battaglia, ma all'arrivo seppe del suicidio del suo rivale e, dicono, se ne dispiacque. In seguito scrisse l'
Anticato
, opera polemica in risposta all'elogio di
Catone
composto da
Cicerone
.
Tornato a
Roma
celebrò il trionfo sulla
Gallia
, l'
Egitto
, il
Ponto
e l'
Africa
. In quest'occasione sfilò nel corteo trionfale il giovanissimo
Giuba II
che in seguito divenne un famoso scrittore.
Seguirono grandi feste con banchetti e distribuzioni di donativi ai soldati. Si tenne quindi il censimento che svelò quanto tragicamente la popolazione fosse diminuita a causa della guerra civile.
Cesare
passò in
Spagna
per combattere contro i figli di
Pompeo
(
Cneo Pompeo
e
Sesto Pompeo
) che avevano organizzato un grande esercito. Li sconfisse a
Munda
in una delle sue battaglie più difficili e pericolose, che fu anche l'ultima da lui combattuta. In seguito celebrò un altro trionfo che non piacque a molti
Romani
che giudicarono indegno solennizzare una tragedia della patria.
Cesare
assunse la carica di
dittatore
a vita, che equivaleva in pratica a una monarchia e gli adulatori gareggiarono nel rendegli ogni sorta di onori.
Si mostrò clemente con i suoi nemici liberando tutti e in alcuni casi concedendo loro delle cariche,
Bruto
e
Cassio
furono nominati
pretori
, le statue di
Pompeo
vennero ricollocate. Rifiutò la guardia del corpo e riprese ad offrire feste e donativi al popolo, studiò ogni modo per compiacere anche gli ottimati desiderando governare con il consenso generale.
Mai sazio di gloria progettò una spedizione contro i Parti al ritorno della quale avrebbe fatto un giro lungo i confini dell'impero. Progettò anche opere civili come la deviazione dell'ultimo tratto del
Tevere
per migliorarne la navigabilità e la bonifica della pianura laziale.
La sua riforma del calendario, di grande utilità pratica, fu studiata e realizzata da filosofi e matematici.
Ciò che portò
Cesare
alla rovina fu l'aspirazione al regno che suscitò l'odio dei
Romani
che per antica tradizione aborrivano la monarchia.
Cesare
ricusava ogni accenno all'argomento ma alcuni suoi atteggiamenti venivano considerati irrispettosi nei confronti del
senato
e della città.
Durante la festa dei
Lupercali
(15 febbraio),
Cesare
osservava la cerimonia dai
Rostri
in abbigliamento trionfale quando
Antonio
, che partecipava alla corsa rituale, gli offrì per due volte una corona d'alloro.
Cesare
rifiutò fra gli applausi del popolo.
Molti contavano su
Bruto
che era genero e nipote di
Catone
e pareva discendere dall'antico
Bruto
fondatore della Repubblica, ma
Bruto
, che da
Cesare
era stato perdonato a
Farsalo
ed aveva ottenuto cariche e favori, si sentiva in debito verso il
dittatore
. Ma a poco a poco la sua ambizione andò riscaldandosi, stimolata da quanti lo incitavano.
Si dice che intanto si verificassero prodigi e segni premonitori.
Calpurnia
sognò la morte violenta del marito e la mattina seguente lo pregò di non uscire e di rimandare la seduta del
senato
. Turbato dalle parole di
Calpurnia
,
Cesare
stava per mandare
Antonio
a congedare i senatori quando
Decimo Giunio Bruto Albino
, uomo di fiducia di
Cesare
ma partecipe alla congiura, lo schernì per la sua debolezza e lo accompagnò in strada.
Artemidoro di Cnido
che era a conoscenza della congiura tentò di informare
Cesare
passandogli uno scritto ma il
dittatore
non riuscì a leggerlo a causa della massa di gente che gli stava intorno.
Quel giorno il
senato
si riuniva nella
Curia Pompeia
, edificio pubblico eretto da
Pompeo
e ornato con la sua statua.
Decimo Bruto
si occupò di trattenere
Antonio
all'esterno mentre
Cesare
entrava accolto dai senatori in piedi e da alcuni compagni di
Bruto
che gli andarono incontro con
Tillio Cimbrio
, supplice per un fratello esule.
Tillio
afferrò la sua tunica dando il segnale ai congiurati. Il primo a colpire fu
Publio Servilio Casca Longo
e subito
Cesare
si trovò circondato. Dicono che smise di difendersi e si coprì il volto quando vide
Bruto
estrarre il pugnale. Cadde ai piedi della statua di
Pompeo
imbrattandola di sangue. I senatori fuggirono sconvolti comunicando il panico alla gente in strada.
Antonio
e
Lepido
si rifugiarono in case non loro;
Bruto
e i suoi compagni, ostentando i pugnali insanguinati, si diressero al
Campidoglio
chiamando il popolo alla libertà.
Il giorno successivo
Bruto
tenne un discorso nel foro che il popolo accolse senza entusiasmo. Il
senato
si riunì e tentò di normalizzare la situazione deliberando onori divini per
Cesare
e confermando le sue leggi ma anche assegnando cariche ed onori ai congiurati.
Quando fu aperto il testamento di
Cesare
però i
Romani
, scoprendo che il
dittatore
aveva disposto donativi per ogni cittadino, reagirono contro i congiurati e li cercarono per ucciderli ma senza riuscire a trovarli. Ne fece le spese un amico di
Cesare
di nome
Cinna
che venne ucciso perché scambiato per un omonimo congiurato.
Il demone di
Cesare
perseguitò i suoi uccisori fino ad annientarli.
Cassio
si suicidò con il pugnale che aveva usato contro
Cesare
,
Bruto
vide uno spettro che gli annunciava la disfatta di
Filippi
, lo rivide durante gli scontri e si tolse la vita.
Una cometa apparve per sette notti dopo la morte di
Cesare
e per tutto l'anno il sole si levò pallido emanando un calore languido e tenue.