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Lucio Settimio Severo imperatore



(Leptis Magna 146 - Eboraco 211). Imperatore romano dal 193 al 211 d.C.
Figlio di Publio Settimio Geta e di Fulvia Pia, era di famiglia nordafricana naturalizzata, di ordine equestre, ottenne importanti cariche: nominato senatore nel 173, fu governatore della Gallia Lugdunense, quindi della Sicilia. Console nel 190 sotto Commodo.
Governatore della Pannonia Superiore nel 193 d.C.
Sposò la principessa siriaca Giulia Domna ed ebbe due figli: Bassiano detto Caracalla e Geta.
Alla morte di Pertinace, ucciso dopo soli tre mesi di regno, fu proclamato imperatore dalle sue truppe danubiane e marciò su Roma, dove ottenne dal Senato la conferma della nomina.
Entrato in Roma Settimio Severo congedò a guardia pretoriana sostituendola con soldati delle sue legioni, sostò nella capitale solo trenta giorni e quindi mosse verso Oriente contro il rivale Pescennio Nigro e lo sconfisse nella battaglia dell'Isso.
Superò quindi l'Eufrate e liberò Nisibi assediata dai Parti alleati di Pescennio Nigro.
Nel 195 si fece 'adottare retroattivamente' dal defunto imperatore Marco Aurelio e proclamò il proprio governo come continuazione di quello degli Antonini.
Per eliminare l'opposizione sostituì la guardia pretoriana con le proprie truppe, circondandosi di funzionari fedeli.
Il 6 aprile 196 nominò cesare il primogenito Bassiano (Caracalla). Intanto Clodio Albino veniva proclamato imperatore dai suoi legionari in Gallia. Severo inviò contro di lui le legioni appena rientrate dall'Oriente che il 19 febbraio 197 affrontarono nella battaglia sul fiume Saona Albino il quale, sconfitto, si suicidò.
Seguirono dure repressioni contro i seguaci di Albino con centinaia di condanne a morte in Gallia ed a Roma.
Nel 197 Settimio Severo tornò a combattere in oriente contro i Parti e li sconfisse conquistando Ctesifonte. Istituì la provincia di Mesopotamia affidandola ad un governatore di rango equeste.
Nel 198 nominò Bassiano coreggente e Geta cesare.
Sostò tre anni in oriente ed in Egitto, tornando a Roma nel 202.
Nel 203, per i festeggiamenti del decennale del suo impero, venne costruito il suo arco di trionfo. Nello stesso anno Severo acconsentì alla condanna del suo intimo amico Plauziano, prefetto del pretorio, accusato di cospirazione da Caracalla e Geta.
Nel 208 partì per la Britannia con la moglie, i figli ed il prefetto Papiniano con il progetto di sottomettere la Scozia. Restaurò il Vallo di Adriano ma rinunciò al vallo di Antonino.
Geta, nominato augusto nel 209, assunse il governo della Britannia e si stabilì a York con Giulia Domna, mentre Caracalla affiancava il padre nelle spedizioni militari contro i ribelli, ma l'infido Bassiano tramava contro il fratello e pare che cercasse di avvelenare Severo con la collaborazione dei medici imperiali, tuttavia Severo morì di malattia durante la spedizione a Eboracum il 4 febbraio. 211.
Dal punto di vista teorico Settimio Severo si ispirò sempre a sani principi etici ma questi principi non sempre trovarono attuazione nella condotta sua e dei suoi familiari. Gli si attribuisce il merito di aver reso più equa ed umana la normativa giudiziaria con la collaborazione di Ulpiano e di Papiniano, tuttavia durante il suo regno tollerò spesso abusi e delitti politici.
Fu autore di numerose riforme tese a contenere l'influenza dell'aristocrazia senatoria a favore dell'ordine eqiestre e dei militari che costituivano il suo principale supporto. Le sue riforme influenzarono in maniera determinante anche la storia politica dei successivi principati.
In particolare conferendo il rango equestre ai veterani aumentò considerevolmente le file dei cavalieri e da questi seppe trarre i migliori funzionari amministrativi, liberando l'erario dall'onere di intermediari per la riscossione dei tributi.
Concesse ai militari il grande privilegio di non risentire dell'inflazione e della conseguente perdita di potere di acquisto della moneta istituendo la parziale corresponsione del soldo in natura, cioè la materiale consegna di viveri che venivano prelevati dalle province sotto forma di regolari tributi.

Numerose le opere costruite a Roma da Settimio Severo fra le quali il portale ornato di statue e colonne detto Settizonio che andò distrutto durante il Rinascimento. Altre importanti opere, come il foro ed altre costruzioni di Leptis Magna, furono realizzate nelle province.



Riferimenti letteratura:
  • Storia Augusta
  • Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica
  • Giovanni Xifilino - Compendio di Dione Cassio
  • Niccolò Machiavelli - Il principe
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare


    Vedi anche:
  • Cronologia degli Imperatori Romani


  • Figli:
  • Caracalla
  • Publio Settimio Geta


  • Indice sezione