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Epidauro



Antica città dell'Argolide. Sviluppatasi intorno al grande santuario di Asclepio si mantenne indipendente fino alla conquista romana.
Oltre ai resti del santuario, si trova ad Epidauro anche il teatro, ancora oggi utilizzato per rappresentare spettacoli.
Provenienza immagine: dalla rete
Il teatro di Epidauro

Riferisce Strabone che la città era detta anche Epidauro Limera dove Limera era contrazione di Limenera che significa "con un buon porto".
Nel mito Epidauro era il luogo di nascita di Asclepio dio della medicina e il suo santuario attirava pellegrini in cerca di guarigione da tutta la Grecia con grande beneficio dell'economia locale, soprattutto nel quarto e nel terzo secolo a.C.

A proposito del culto di Asclepio (Esculapio per i Romani), Ovidio racconta nelle Metamorfosi l'episodio di un'ambasceria romana inviata a Epidauro a chiedere aiuto per una grave epidemia che aveva colpito il Lazio. Asclepio seguì gli ambasciatori a Roma trasformato in serpente e giunto all'Isola Tiberina riprese il suo aspetto divino e fece cessare la peste.


La città stessa poi di Epidauro, queste cose ci presentò più degne ad esser rammentate. Vi è il sacro recinto di Esculapio, in cui sono le statue del Dio stesso, e di Epione, la quale dicono esser stata moglie di Esculapio; sono queste a cielo scoperto, e di marmo pario. Sono per la città edicole, e le statue di Bacco, e di Diana, la quale assomigliaresti ad una cacciatrice. Havvi anche il tempio di Venere: quello che presso il porto stà sul promontorio che si erge nel mare, dicono che sia di Giunone. La Minerva che è nella cittadella, statua di legno che merita esser veduta, addimandano Cissèa.
Pausania II, XXIX, 1




Riferimenti letteratura:
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Strabone - Geografia
  • Pausania - Descrizione della Grecia



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