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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Evemone
  • Opi
  • Euripilo figlio di Evemone



    Guerriero greco figlio di Evemone e Opi, originario della Tessaglia, partecipa alla guerra di Troia con quaranta navi e milizie provenienti da Ormenio, Asterio ed altre località.
    Nel V libro dell'Iliade uccide Ipsenore, sacerdote del fiume Scamandro, nel VI libro uccide Melanzio.
    Nel VII libro è uno dei guerrieri achei che accettano di duellare con Ettore (verrà però scelto per lo scontro Aiace Telamonio).
    Nell'XI libro uccide Apisaone, viene ferito da Paride e aiutato da Patroclo che lo accompagna nella sua tenda e cura la sua ferita.
    Igino lo inserisce nel suo catalogo dei comandati greci a Troia (ma parla di un contingente da Orcomeno) e nell'elenco dei pretendenti di Elena.

    Nell'Eneide Sinone racconta che i Greci, desiderosi di tornare a casa ma bloccati dalle tempeste, inviarono Euripilo a consultare l'oracolo di Delfi e che Euripilo riferì che come alla partenza si era dovuta sacrificare Ifigenia era ora necessario un altro sacrificio e per questo motivo Sinone stesso era stato abbandonato nella Troade. In realtà Sinone sta mentendo e il suo racconto ha il solo scopo di convincere i Troiani ad introdurre il cavallo di legno nelle mura cittadine.
    Dante, interpretando liberamente i versi virgiliani, mette in relazione Euripilo con Calcante che aveva prescritto il sacrificio di Ifigenia in Aulide e lo pone fra gli indovini della quarta bolgia (Inferno, 20).

    In un racconto tramandato da Pausania (VII, 19) Euripilo partendo da Troia prende con se un'arca contenente una statua di Dioniso opera di Efesto ma quando apre l'arca e osserva la statua la sua mente ne rimane sconvolta e in seguito viene colto da frequenti crisi di follia.
    Per guarirne, gli spiega l'oracolo di Delfi, dovrà recare l'arca nel luogo dove vedrà compiersi uno strano sacrificio e in quel luogo dovrà rimanere a vivere. Euripilo trova la risposta a Patrasso dove annualmente si svolgevano sacrifici umani per espiare la profanazione del tempio di Artemide compiuta dai giovani Cometo e Melanippo. La malattia di Euripilo guarisce ed il sacrificio viene abolito perché anche gli abitanti di Patrasso avevano avuto un responso oracolare e sapevano di poter cessare il sanguinario rituale quando un re straniero con una divinità straniera sarebbe giunto presso di loro.
    Per questo motivo, secondo Pausania, Euripilo aveva un monumento presso il tempio di Artemide e gli si dedicava una celebrazione annuale.
    Ancora Pausania precisa che secondo alcuni Euripilo era figlio di Dessameno.



    Riferimenti letteratura:
  • Iliade
  • Virgilio - Eneide
  • Ditti Cretese - Storia della guerra troiana
  • Darete Frigio - Storia della rovina di Troia
  • Licofrone - Alessandra
  • Igino - Fabulae
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Guido delle Colonne - Storia della guerra di Troia
  • Divina Commedia - Inferno




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