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Mitridate VI Eupatore re del Ponto



Figlio di Mitridate V Filopatore Filadelfo re del Ponto e di Laodice, figlia del re di Siria Antioco IV Epifane, nacque a Sinope intorno al 132 a.C.
Il padre fu ucciso nel 120 a.C. e Mitridate ereditò il regno ma dovette condividerlo con la madre e con il fratello minore che, insieme ai suoi tutori (che erano gli assassini del padre) tramavano contro di lui. Temendo di essere avvelenato prese l'abitudine di assumere piccole dosi di veleno, via via più grande, fino a raggiungere la completa assuefazione. Dovette infine fuggire e condusse una vita nomade fin quando nel 112 a.C. tornò a Sinope e riuscì a deporre la madre che venne uccisa. Nel 111 a.C. Mitridate eliminò anche il fratello e sposò la propria sorella Laodice II, che fece uccidere nel 105 a.C.
Aveva un corpo gigantesco ed un'eccezionale forza fisica, inoltre era estremamente colto ed intelligente. Secondo Gellio conosceva almeno ventidue lingue.
Il Ponto intratteneva con Roma rapporti di amicizia e di alleanza quando Mitridate VI salì al trono.
Roma iniziò subito a contrastare le sue mire espansionistiche e Mitridate VI si procurò alleanze antiromane.
Salvando le città greche della Crimea dai Sarmati e dagli Sciti, estese la propria influenza all'intera costa settentrionale del Mar Nero dove assunse il comando della flotta mentre potenziava l'esercito. Poco dopo occupò l'Armenia Minore, il Ponto Orientale e la Colchide, nel 104 a.C. assoggettò la Galazia.
Quando tentò di conquistare la Cappadocia provocò l'intervento romano (95-92 a.C.) mentre i suoi tentativi di abbattere Nicomede IV di Bitinia, alleato di Roma, rivelavano la sua intenzione di cacciare i Romani dall'Anatolia.
A partire dall'88 a.C. Mitridate affermò la propria egemonia su quasi tutta l'Anatolia, le Isole Egee e gran parte della Grecia, istigando i popoli sottomessi al massacro degli ottantamila coloni romani ed italici che vivevano in Anatolia.
Si ebbero così le tre guerre mitridatiche: 88-85 a.C. (Lucio Cornelio Silla), 74 a.C.-66 (Lucio Licinio Lucullo), 66-62 (Pompeo Magno); con queste guerre Roma vanificò le ambizioni di Mitridate.
Sfuggito al nemico si rifugiò in Crimea dove, tradito dal figlio Farnace, si fece uccidere da un soldato.


Riferimenti letteratura:
  • Cicerone - Pro Murena
  • Velleio Patercolo - Storia romana
  • Svetonio - Vite dei dodici Cesare
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Dione Cassio - Storia romana
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Plutarco - Vite di Cimone e Lucullo
  • Plutarco - Vite di Lucullo e Silla
  • Appiano di Alessandria - Le guerre civili dei Romani
  • Agostino di Ippona - La città di Dio


    Vedi anche:
  • Guerre mitridatiche

  • Riferimenti Genealogici

  • Padre: Mitridate V
    Figli:
  • Farnace II


  • Indice sezione