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PLUTARCO DI CHERONEA
VITE DI
CIMONE
E
LUCULLO
CIMONE
Il giovane
Damone di Cheronea
era discendente di
Ofelta
e dei Tessali che occuparono la
Beozia
una generazione dopo la guerra di
Troia
. Se ne innamorò un ufficiale romano che non riuscendo a sedurlo sarebbe senz'altro passato alla violenza se
Damone
, con un gruppo di coetanei, non lo avesse sopraffatto ed ucciso.
Damone
ed i suoi fuggirono dalla città e il consiglio di
Cheronea
li condannò a morte per poter dimostrare l'estraneità della città all'accaduto di fronte ai
Romani
ma
Damone
rientrò nottetempo con i suoi compagni ed uccise tutti i membri del consiglio.
Lucio Lucullo
che casualmente passava in missione in quei luoghi con un esercito, condusse un'inchiesta ed appurò l'assoluta innocenza della città.
Damone
fu perdonato e richiamato in città, fu nominato capo del
ginnasio
ma più tardi venne ucciso mentre si trovava nei bagni. Si diceva che in seguito in quei bagni fossero apparsi fantasmi e si fossero uditi suoni terrificanti.
Gli Orcomeni, rivali dei
Cheronei
, assoldarono un delatore romano perchè intentasse causa alla città di
Cheronea
per l'uccisione dell'ufficiale. Al processo, che si svolse davanti al
pretore
di
Macedonia
,
Lucullo
testimoniò scagionando la città. Per questo motivo gli venne eretta una statua a
Cheronea
e, per questo motivo,
Plutarco
gli dedica una biografia nella quale loderà le sue virtù ma non tacerà i suoi difetti, in omaggio alla verità ed alla natura umana che non produce mai persone del tutto inclini alla virtù.
Per affinità di indole e di vicende,
Plutarco
ha deciso di confrontare la vita di
Lucullo
con quella di
Cimone
: entrambi combatterono spingendosi molto lontano, entrambi fiaccarono il nemico ma non conclusero la guerra, entrambi furono esuberanti e generosi.
Cimone
era figlio di
Milziade
e della trace
Egesipile
, figlia del re
Oloro
, era imparentato con lo storico
Tucidide
.
Milziade
fu condannato ad una multa di cinquanta talenti e, recluso fino al pagamento, morì in prigione lasciando orfano
Cimone
ancora molto giovane.
Cimone
si fece la fama di dissoluto e beone, trascurò gli studi e dimostrò di non avere la padronanza dell'eloquio tipica degli Attici, tuttavia era di temperamento nobile e franco.
Pare che da giovane avesse rapporti incestuosi con la sorella
Elpinice
, che da parte sua aveva fama di donna dissoluta, la quale visse apertamente con lui finchè non sposò un ricco ateniese di nome
Callia
.
Si diceva che
Elpinice
fosse stata anche amante di
Polignoto
, famoso pittore che decorò la Stoa e che avrebbe ritratto le fattezze di
Elpinice
nella figura di
Laodice
figlia di
Priamo
.
Cimone
aveva una chiara propensione per il sesso ed ebbe molte donne ma amò sinceramente la legittima moglie
Isodice
per la cui morte soffrì amaramente.
Cimone
non fu inferiore a
Milziade
per audacia nè a
Temistocle
per sagacia. Quando
Temistocle
propose agli
Ateniesi
di evacuare la città per resistere sulle navi davanti a
Salamina
,
Cimone
si prodigò con il suo esempio per infondere coraggio ai concittadini. Durante la battaglia di
Salamina
si distinse per il suo valore e divenne molto popolare in
Atene
; quando entrò in politica fu ben accolto dal popolo e sostenuto da
Aristide
.
Dopo la fuga dei
Persiani
,
Cimone
divenne generale quando gli
Ateniesi
erano ancora al seguito degli
Spartani
. Quando
Pausania
cominciò ad intrattenere rapporti segreti con il re di
Persia
e a trattare con gli alleati con arroganza,
Cimone
prese ad accogliere con umanità quanti erano stati offesi dallo spartano e a poco a poco la maggioranza degli alleati si avvicinò a lui e ad
Aristide
i quali interpellarono gli efori perché richiamassero
Pausania
a comportamenti più degni.
Cimone
fece vela verso la
Tracia
e liberò dai
Persiani
la città di
Eione
, sul fiume
Strimone
. Conquistò anche l'isola di
Sciro
cacciandone i pirati
Dolopi
che infestavano l'
Egeo
. In quell'isola recuperò le spoglie di
Teseo
e le riportò in
Atene
.
Trovandosi a teatro con gli altri strateghi
Cimone
fu invitato a giudicare le opere in gara. Vinse il concorso
Sofocle
(sua prima vittoria nel
468 a.C.
).
Cimone
era di bell'aspetto e cantava piacevolmente. Gli piaceva raccontare le proprie imprese, come la volta in cui dovendo ripartire i prigionieri con gli alleati divise gli uomini dai loro abiti ed ornamenti. Gli alleati scelsero gli oggetti, che comprendevano gioielli e stoffe preziose, ma presto i parenti dei prigionieri vennero a riscattarli e
Cimone
incassò molto di più.
Cimone
accumulò grandi ricchezze che sempre elargì con generosità: fece togliere gli steccati dai suoi campi perché i passanti potessero prendere liberamente i frutti, ogni giorno nella sua casa allestiva per i poveri un pasto frugale ma sostanzioso, elargiva elemosine e vestiario ai bisognosi e fece della sua casa una residenza aperta a tutti i cittadini.
A differenza dei suoi predecessori,
Cimone
non insistette con gli alleati che non volevano fornire combattenti e si limitò ad incassare i loro contributi e, mantenendo gli
Ateniesi
in costante allenamento, raggiunse una supremazia militare su tutti gli alleati.
Quando i
Persiani
lasciarono la
Grecia
,
Cimone
li inseguì e strada facendo provocava defezioni fra i loro alleati finché l'
Asia Minore
non fu sgomberata. Con la flotta costruita da
Temistocle
, rimodernata e potenziata, prese d'assalto la città greca di
Faselide
che era alleata dei
Persiani
, poi evitò di distruggerla per intercessione dei Chii, in cambio di un tributo e dell'adesione alla lotta contro i barbari.
Cimone
sconfisse la flotta persiana nei pressi dell'
Eurimedonte
catturando duecento navi.
Subito dopo
Cimone
sbarcò gli
opliti
, già stanchi ma eccitati dalla vittoria, e sbaragliò la fanteria persiana che nel frattempo si era avvicinata alle mura. Per completare la sua vittoria riprese il mare ed affrontò ottanta navi fenicie che non erano arrivate in tempo per la battaglia.
In seguito a questa sconfitta il re
Artaserse I
concluse la pace impegnandosi a tenersi lontano dal mare greco con il trattato detto di
Callia
, dal nome del negoziatore ateniese (l'esistenza del trattato di
Callia
è dubbia, comunque negli anni successivi si verificò un periodo di pace).
Con il ricavato del bottino di guerra fu costruito il muro meridionale dell'
Acropoli
e gettate le fondamenta delle Lunghe Mura, la città fu abbellita con piante e l'
Accademia
, che era una zona arida, divenne un boschetto irrigato.
Cimone
mosse contro i Traci che erano stati chiamati in aiuto dai
Persiani
che non volevano lasciare il
Chersoneso
, li sconfisse e conquistò la regione, quindi sconfisse in battaglia i Tasi che avevano defezionato da
Atene
, ma non volle attaccare la
Macedonia
, come avrebbe potuto fare facilmente da quella posizione.
I suoi nemici politici ne approfittarono per trascinare
Cimone
in tribunale accusandolo di essersi lasciato corrompere dal re
Alessandro
. Fra gli avversari di
Cimone
era
Pericle
e si ricorda che
Elpinice
andò a supplicarlo.
Pericle
la derise ma in tribunale non infierì contro
Cimone
.
Cimone
venne assolto. Durante una sua assenza
Efialte
riuscì a fare approvare una riforma che privava l'
Areopago
delle sue funzioni istituzionali e della sua autorità. Al suo ritorno
Cimone
intraprese una lotta politica per restaurare l'
Areopago
.
Cimone
era notoriamente filospartano. Quando
Sparta
fu distrutta da un terremoto ed esposta al pericolo di essere attaccata dai suoi nemici,
Cimone
si battè per aiutarla. Rimase famosa la sua esortazione a non permettere che la
Grecia
rimanesse zoppa ed
Atene
sola al giogo.
Successivamente gli
Spartani
chiesero ancora aiuto contro i
Messeni
e gli
Ateniesi
aderirono ma i loro contingenti furono rimandati indietro (le ragioni non sono chiare, probabilmente perché in quel periodo
Atene
era governata dai democratici).
Per reazione in
Atene
cominciò la repressione dei filospartani e
Cimone
fu condannato all'ostracismo.
Plutarco
parla di un "piccolo pretesto", per alcune fonti l'accusa fu appunto di essere filopsartano, per altre di immoralità per i suoi rapporti con la sorella
Elpinice
.
Poco dopo gli
Spartani
si scontrarono vittoriosamente con gli
Ateniesi
nella battaglia di
Tanagra
(ma la successione cronologica degli eventi qui proposta da
Plutarco
è errata).
Pericle
propose ed ottenne di richiamare
Cimone
dall'esilio prima che fossero trascorsi i dieci anni previsti per l'ostracismo (
Cimone
fu esule, probabilmente in
Tracia
, dal
461 a.C.
al
457 a.C.
).
Dopo il ritorno di
Cimone
fu ristabilita la pace fra
Sparta
ed
Atene
. Per soddisfare le ambizioni di espansione degli
Ateniesi
senza provocare nuove guerre fra
Greci
,
Cimone
intraprese una spedizione contro l'
Egitto
e
Cipro
.
Poco prima di partire
Cimone
fece un sogno che fu interpretato come un presagio della sua morte. Sbaragliò una flotta di navi fenicie e cilicie e conquistò alcune città di
Cipro
: il suo obiettivo era quello di distruggere la supremazia persiana.
Cimone
morì durante l'assedio di
Cizio
di malattia o per una ferita. Dopo la sua morte nessun generale greco compì imprese importanti contro i barbari, anzi i
Greci
, spinti da demagoghi e fomentatori, presero a combattere fra loro.
In suo corpo fu sepolto in
Attica
ed il monumento funebre ancora esisteva ai tempi di
Plutarco
.
LUCULLO
Un nonno di
Lucullo
ebbe il rango di
console
(
Lucio Licinio Lucullo
nel
151 a.C.
, nonno paterno, oppure
Lucio Cecilio Metello Calvo
, nel 142 a.C., nonno materno). Su zio materno fu
Metello Numidico
.
Suo padre (
Lucio Licinio Lucullo
,
pretore
nel 104 a.C.) fu accusato di corruzione, sua madre
Cecilia Metella Calva
aveva fama di essere donna poco seria.
Ancora prima di intraprendere la carriera politica,
Lucullo
ed il fratello
Marco
intentarono un processo per peculato contro l'
augure
Caio Servilio
che era stato l'accusatore del padre. Il processo provocò disordini ma
Servilio
venne assolto.
Lucullo
ebbe un'educazione accurata ed imparò perfettamente il latino ed il greco, tanto che
Silla
gli dedicò la sua autobiografia. Ottimo oratore, appassionato delle lettere, al termine delle sue vicende militari si dedicò allo studio della filosofia.
Scrisse in greco una storia della
guerra marsica
.
Per il grande affetto che portava al fratello minore rifiutò ogni carica finché anche questi non avesse raggiunto l'età necessaria per ricoprirla.
Ancora giovane,
Lucullo
si distinse nella
guerra marsica (o guerra sociale)
.
Silla
lo notò e lo prese con se affidandogli importanti incarichi fra i quali la direzione della zecca per convertire in moneta i tesori confiscati in
Grecia
per coprire le spese di guerra. Avendo conquistato
Atene
ma trovandosi tagliato fuori dai rifornimenti via mare,
Silla
incaricò
Lucullo
di recarsi in
Egitto
per procurare delle navi.
Durante il viaggio
Lucullo
fu a
Creta
(che fece passare dalla parte dei
Romani
) e a
Cirene
dove risolse una situazione di conflitto interno e, su richiesta dei
Cirenei
, promulgò una legislazione.
Giunto ad
Alessandria
,
Lucullo
ottenne dal re
Tolomeo IX
quanto richiedeva ma non accettò i ricchi doni personali che
Tolomeo
voleva offrirgli.
Mitridate
intanto era assediato in Pitane da
Caio Flavio Fimbria
il quale chiese a
Lucullo
di intervenire con la flotta che aveva raccolto per bloccare il re del
Ponto
anche dalla parte del mare. Se
Lucullo
avesse aderito alla richiesta
Mitridate
non avrebbe avuto via di scampo e la guerra sarebbe finita, ma
Lucullo
non accettò, forse per lealtà verso
Silla
(
Fimbria
era un fervente seguace di
Mario
) e lasciò che
Mitridate
fuggisse via mare.
Mentre
Lucullo
inseguiva le navi nemiche, fu avvistato
Neottolemo
con molte altre navi. Si scontrò con
Neottolemo
il rodiese
Damagora
della flotta di
Lucullo
e questi poco dopo mise in fuga il nemico.
Lucullo
raggiunse
Silla
nel
Chersoneso
.
Silla
concluse la pace con
Mitridate
(pace di Dardano) e multò le città dell'
Asia
che avevano aiutato il nemico affidando a
Lucullo
il compito di incassare le multe e battere monete.
Lucullo
svolse questo ingrato compito con moderazione. Usò la forza solo contro gli abitanti di
Mitilene
che anni prima avevano consegnato a
Mitridate
il legato
Manio Aquilio
.
Poco dopo la morte di
Silla
,
Lucullo
ebbe il consolato con
Marco Aurelio Cotta
(
74 a.C.
). Si sapeva, in quel periodo, che la guerra contro
Mitridate
sarebbe ricominciata e
Lucullo
si rammaricava di aver avuto in sorte la provincia della
Gallia Cisalpina
, che lo avrebbe tenuto lontano dal fronte orientale.
Era opinione comune che il comando in
Asia
sarebbe stato affidato a
Pompeo
se questi avesse concluso la guerra in
Spagna
contro
Sertorio
, così quando
Pompeo
chiese finanziamenti minacciando di abbandonare la guerra se non li avesse ricevuti,
Lucullo
si adoperò per procurargli il denaro.
Tale era il desiderio di
Lucullo
di ottenere il comando contro
Mitridate
, che ricorse ad un'azione poco nobile. Quando morì il governatore della
Bitinia
,
Lucullo
comprese che l'ottenere quella provincia gli avrebbe spianato la strada per il comando e la ottenne procurandosi le simpatie della bellissima
Precia
, una sorta di cortigiana amante di
Cetego
.
In questo modo
Lucullo
ottenne il governo della
Bitinia
e, quando fu il momento, nessuno si oppose ad affidargli il comando in
Asia
, anche perché
Pompeo
era ancora impegnato in
Spagna
contro
Sertorio
.
Lucullo
passò in
Asia
con una
legione
reclutata in
Italia
e si riunì alle
legioni
che erano state di
Fimbria
, ormai ingovernabili per l'indisciplina. Pure
Lucullo
riuscì in breve tempo a ristabilire l'ordine facendo sperimentare ai soldati cosa significasse avere un vero comandante.
Dal canto suo
Mitridate
, ammaestrato dalle sconfitte subite, organizzava le sue forze secondo i costumi romani: pesanti spade e scudi sostituirono le armi intarsiate con pietre preziose, le navi vennero attrezzate d'armamenti senza più baldacchini dorati e bagni per le concubine.
Quindi assalì la
Bitinia
dove fu accolto con piacere dopo le vessazioni degli esattori romani, esattori che sarebbero stati più tardi scacciati da
Lucullo
"come arpie che strappavano il cibo alla gente".
Mentre
Lucullo
si accampava in
Frigia
,
Cotta
per non dover condividere il trionfo accelerò lo scontro con
Mitridate
ma fu battuto in terra ed in mare subendo gravi perdite e finì assediato a Calcedone.
Molti consigliarono a
Lucullo
di trascurare
Cotta
e di invadere il
Ponto
mentre l'esercito del re era assente ma
Lucullo
, sostenendo che preferiva salvare un solo romano piuttosto che prendere gli averi dei nemici, marciò contro
Mitridate
. Ma giunto in vista del nemico, considerando la moltitudine di soldati che avrebbe dovuto affrontare, decise di temporeggiare e vincere il nemico con la fame, calcolando che un tale numero di uomini non poteva disporre di viveri per molti giorni.
Intanto
Mitridate
pensava di attaccare
Cizico
alla quale si avvicinò di notte con il suo esercito,
Lucullo
se ne accorse e spostò il proprio accampamento in un punto dal quale poteva controllare le vie di rifornimento dei nemici. I cittadini di
Cizico
erano disposti a resistere all'assedio ma inquieti perché non sapevano dove fosse
Lucullo
, credendo che il campo che vedevano fosse di alleati di
Mitridate
; scoprendo la verità ne furono rincuorati.
Lucullo
inviò di notte un contingente di uomini via mare e penetrò in città.
Pare che gli dei fossero favorevoli ai Ciziceni: la giovenca consacrata si sottopose spontaneamente al sacrificio,
Atena
apparve in sogno a molti, una tempesta di vento distrusse le macchine di assedio di
Mitridate
.
Quando si rese conto che il suo esercito era alla fame,
Mitridate
decise di allontanare la cavalleria, una parte della fanteria e tutti gli animali da soma, ma
Lucullo
li inseguì e ne fece strage catturando migliaia di prigionieri e di animali. A questo punto
Mitridate
volle fuggire con l'intero esercito da
Cizico
ma, di nuovo inseguito, fu di nuovo duramente sconfitto.
Lucullo
entrò trionfalmente in
Cizico
fra la popolazione in festa, quindi raggiunse l'
Ellesponto
, attrezzò una flotta e scese nella
Troade
. Qui sognò, una notte, la dea
Afrodite
che lo avvertiva della vicinanza del nemico, infatti furono avvistate tredici quinquiremi di
Mitridate
che vennero rapidamente catturate. Fra i prigionieri era anche il comandante degli aiuti che
Sertorio
aveva inviato a
Mitridate
.
Lucullo
riprese l'inseguimento di
Mitridate
il quale si era imbarcato alla volta del
Ponto
per sfuggirgli, ma la flotta del re fu distrutta da una tempesta e lo stesso
Mitridate
si mise in salvo fortunosamente trasbordando su un'imbarcazione di pirati.
Lucullo
invase il regno di
Mitridate
attraverso la
Bitinia
e la
Galazia
e prese a saccheggiare le campagne per rifornirsi del necessario, tralasciando le città. Ciò non piacque ai suoi soldati avidi di bottino, ma
Lucullo
ignorò il malcontento e a chi gli rimproverava di procedere troppo lentamente rispondeva che intendeva dare a
Mitridate
il tempo di riorganizzare un esercito perché non fuggisse davanti ai
Romani
: la fuga lo avrebbe portato certamente dal genero
Tigrane
, re di
Armenia
, che era avversario più pericoloso.
Lucullo
trascorse l'inverno assediando senza eccessivo dispendio di energie la città di
Amiso
, quindi affidò l'assedio a
Murena
e mosse verso Cabira dove si trovava
Mitridate
. Questi aveva raccolto un nuovo esercito ed una forte cavalleria con la quale dominava la pianura circostante. Con l'aiuto di guide greche
Lucullo
trovò una posizione strategica dove accamparsi, ma per il momento sia
Lucullo
sia
Mitridate
evitavano lo scontro decisivo.
Da un piccolo scontro fra soldati usciti per cacciare nacque un vero combattimento ed i
Romani
stavano per essere sconfitti ma
Lucullo
, scendendo in campo personalmente, richiamò i fuggitivi e capovolse la situazione.
Un certo Oltaco (ma il nome varia presso altre fonti), principe di un popolo barbaro alleato di
Mitridate
, promise al re di uccidere
Lucullo
. Oltaco si presentò a
Lucullo
fingendo di essere stato offeso da
Mitridate
e venne ben accolto. Quando decise che era il momento di agire si avvicinò alla tenda di
Lucullo
che stava riposando ma fu bloccato da un servo che gli impedì di entrare per non disturbare il generale. Scoraggiato Oltaco desistette dal suo proposito e tornò da
Mitridate
.
Una serie di insuccessi in scontri occasionali demoralizzarono i soldati di
Mitridate
che provocarono disordini ed il re decise di spostare il campo ma durante la partenza i soldati trucidarono molti cortigiani per impadronirsi delle loro ricchezze. Lo stesso
Mitridate
fuggì in incognita e si salvò per caso dalla cattura da parte dei
Romani
.
Durante la fuga
Mitridate
mandò un eunuco ad uccidere le sue mogli e le sue sorelle perché morissero libere e non oltraggiate, si salvò solo una sorella catturata dai
Romani
. In Cabira
Lucullo
trovò molti tesori ed una prigione dalla quale liberò numerosi
Greci
.
Mitridate
fuggì presso
Tigrane
al quale
Lucullo
inviò ambasciatori a chiederne la consegna, quindi
Lucullo
tornò ad
Amiso
- che ancora resisteva all'assedio - e riuscì a conquistarla ma il presidio nemico fuggendo incendiò la città con grande dispiacere di
Lucullo
.
Lucullo
quindi si occupò delle città della provincia d'
Asia
che, come conseguenza di un tributo imposto da
Silla
nell'
85 a.C.
, erano nelle mani degli usurai. Fissò i tassi di interesse nella misura del dodici per cento annuo e cancellò le eccedenze a questo tasso calcolate dagli usurai, decretò che le quote di rimborso non superassero un quarto delle entrate del debitore. Con questi ed altri provvedimenti risanò le finanze di quelle città e liberò le proprietà confiscate.
Appio Clodio
, l'ambasciatore di
Lucullo
presso
Tigrane
, giunto a destinazione dovette aspettare il ritorno del re che era assente e nel frattempo procurò numerose simpatie in
Armenia
per
Lucullo
e per i
Romani
. Al cospetto di
Tigrane
non si lasciò impressionare dall'alterigia e dalla magnificenza del re ma disse chiaramente che voleva la consegna di
Mitridate
altrimenti i
Romani
avrebbero fatto guerra all'
Armenia
.
Tigrane
rifiutò e rispose che, in caso di guerra, si sarebbe difeso.
Appio Clodio
tornò da
Lucullo
con un nulla di fatto.
Tigrane
non aveva ancora ricevuto
Mitridate
lasciandolo in un'umiliante attesa. Dopo la visita di
Clodio
lo fece chiamare ed i due tennero una serie di colloqui segreti. Fra l'altro
Tigrane
rivelò a
Mitridate
che un suo consigliere di nome
Metrodoro
, durante un'ambasciata in
Armenia
per chiedere aiuto contro i
Romani
, aveva sconsigliato a
Tigrane
di aderire alla richiesta.
Mitridate
, che già nutriva sospetti sulla lealtà del consigliere, fece subito uccidere
Metrodoro
.
Insediatosi ad
Efeso
Lucullo
organizzò feste e cortei. Delle città istituirono in suo onore le Feste Lucullee. Quando tornò
Appio Clodio
e fu chiaro che si sarebbe combattuto contro
Tigrane
,
Lucullo
tornò nel
Ponto
ed assediò
Sinope
, capitale di
Mitridate
, che era occupata da un presidio di mercenari che fuggirono nottetempo.
Lucullo
entrò in città, uccise i mercenari rimasti e restituì ai proprietari i loro beni.
Macare
, il figlio di
Mitridate
che governava il
Bosforo Cimmerio
, offrì alleanza a
Lucullo
, questi ne dedusse che la guerra con
Mitridate
era finita e lasciando seimila uomini a guardia del
Ponto
partì per affrontare
Tigrane
.
A
Romani
la sua decisione fu molto criticata ma
Lucullo
procedette a marce forzate ed attraversò l'
Eufrate
che, prodigiosamente, abbassò il livello delle acque per lasciar passare a piedi l'esercito romano.
Tigrane
sottovalutò
Lucullo
e gli mandò contro forze limitate comandate da un generale di nome
Mitrobarzane
. Questi si scontrò con il legato
Sestilio
(che
Lucullo
aveva mandato avanti mentre il grosso dell'esercito si stava ancora accampando) e nel combattimento perse la vita come gran parte dei suoi uomini.
Tigrane
lasciò
Tigranocerta
ritirandosi verso il Tauro dove intendeva riunire tutte le sue forze ma
Lucullo
inviò i legati
Murena
e
Sestilio
ad intercettare e respingere quanti affluivano al raduno.
Murena
sorprese lo stesso
Tigrane
ed il suo seguito in una stretta gola e lo attaccò: il re fuggì ma molti dei suoi vennero uccisi.
Lucullo
assediò
Tigranocerta
confidando che
Tigrane
avrebbe reagito ed ebbe ragione. Riunito un enorme esercito ed ignorati quanti, come
Mitridate
, gli sconsigliavano di affrontare le armi romane, si mise in marcia verso la città.
Quando
Tigrane
fu in vista di
Tigranocerta
,
Lucullo
decise di dividere le proprie forze: affidò il compito di continuare l'assedio a
Murena
lasciandogli seimila fanti e con il resto dell'esercito e l'intera cavalleria mosse contro gli Armeni.
Tigrane
ed i suoi giudicarono irrisorie le forze dei
Romani
.
Con grandissima rapidità
Lucullo
lanciò la propria cavalleria ad attaccare lateralmente quella corazzata di
Tigrane
che, rallentata nei movimenti dalle pesanti armature, non resse all'impatto. Quindi
Lucullo
stesso guidò la fanteria all'attacco ma il combattimento vero e proprio fu evitato dalla vergognosa fuga dei nemici dei quali, durante l'inseguimento, i
Romani
fecero grandissima strage.
Tigrane
stesso fuggì in preda alla disperazione. Le fonti stimavano in oltre centomila i caduti da parte armena e sostenevano che mai una battaglia fu vinta con tale disparità di forze, i
Romani
infatti erano la ventesima parte dei nemici.
I
Greci
e gli altri stranieri che si trovavano a
Tigranocerta
insorsero contro i barbari aiutando
Lucullo
a conquistare la città.
Lucullo
permise ai suoi soldati il saccheggio e rimandò a casa tutti gli stranieri che si trovavano a
Tigranocerta
deportati da
Tigrane
. Tutto ciò fruttò a
Lucullo
la simpatia di molte popolazioni che si misero a sua disposizione offrendo amicizia e alleanza.
Anche il re dei
Parti
(
Fraate III
) propose alleanza a
Lucullo
, ma quando
Lucullo
gli inviò i suoi ambasciatori questi scoprirono che il Parto faceva il doppio gioco ed aveva intavolato trattative anche con
Tigrane
.
Desideroso di gloria,
Lucullo
progettò di fare guerra anche ai
Parti
e chiamò a raccolta le truppe che aveva lasciato nel
Ponto
, ma questo progetto generò tensione ed insubordinazione fra i suoi soldati.
Prudentemente
Lucullo
abbandonò l'idea di attaccare i
Parti
e riprese a marciare contro
Tigrane
. Decise di attaccare la capitale Artaxata dove si trovava la famiglia del re, sperando che
Tigrane
avrebbe reagito, infatti gli Armeni si schierarono di fronte alla città ed affrontarono i
Romani
ma di nuovo subirono una durissima sconfitta.
Eccitato dal successo
Lucullo
meditò di spingersi più avanti per conquistare l'intero paese ma il clima glaciale dell'inverno in quelle regioni provocò lamentele e resistenze da parte dei soldati. Così
Lucullo
tornò indietro e giunto in una regione dal clima più mite conquistò la città che i barbari chiamano
Nisibi
e i
Greci
Antiochia Migdonia
.
Ma a questo punto la fortuna abbandonò
Lucullo
che subì una lunga serie di contrarietà della quale era in parte responsabile. Il problema era il suo rigore verso i soldati ai quali non faceva mai concessioni convinto che queste diminuissero l'autorità del comandante.
La dura disciplina ed i lunghi inverni trascorsi nel campo avevano esasperato i soldati mentre a
Romani
i demagoghi, invidiosi dei successi di
Lucullo
, lo accusavano di protrarre la guerra per brama di potere personale e di ricchezze. Il
pretore
Lucio Quinzio
propose che
Lucullo
venisse sollevato dal comando e molti dei suoi soldati congedati.
Publio Clodio Pulcro
, fratello dell'
Appio
di cui si è parlato e della
Clodia
prima moglie di
Lucullo
(con la quale si sospettava avesse avuto rapporti incestuosi) era nell'esercito di
Lucullo
. Era uomo violento ed arrogante e convinto di non ricevere nell'esercito gli onori che gli spettavano. Prese a sobillare le truppe, in particolare quelle di
Fimbria
, ed i soldati cominciarono a rifiutare di combattere nella speranza e nell'attesa che
Lucullo
venisse sostituito.
Quando si seppe che
Mitridate
si era ripreso ed aveva sconfitto
Marco Fabio Adriano
, i soldati provarono vergogna e seguirono
Lucullo
, ma
Mitridate
si scontrò nuovamente con i
Romani
prima che arrivasse
Lucullo
presso la città di Zela ed ottenne un'importante vittoria.
Lucullo
seppe che
Mitridate
attendeva
Tigrane
che si stava avvicinando e decise di attaccare quest'ultimo prima che i due re si ricongiungessero, ma le truppe di
Fimbria
si ammutinarono e
Lucullo
riuscì a trattenerle ma non a farle combattere. Quando arrivarono i dieci commissari da
Romani
incaricati di sistemare le cose nel
Ponto
, ormai considerato conquistato, trovarono l'esercito completamente indisciplinato e
Lucullo
ormai privato di qualunque autorità.
Intanto a
Romani
si era deciso che
Pompeo
avrebbe preso il comando.
Lucullo
e
Pompeo
, su esortazione di comuni amici, si incontrarono in un villaggio della
Galazia
, l'incontro fu amichevole e cordiale ma non portò alcun mutamento di situazione.
Pompeo
annullò tutte le decisioni di
Lucullo
e condusse via tutti i suoi soldati lasciandogliene solo milleseicento per il corteo trionfale. Annota
Plutarco
che se
Lucullo
avesse avuto oltre tutte le sue doti anche quella di farsi amare dai suoi soldati avrebbe certamente sconfitto i
Parti
e probabilmente conquistato tutta l'
Asia
.
Tornato a
Romani
,
Lucullo
trovò il fratello
Marco
sotto processo per accuse mossegli da
Caio Memmio
.
Marco
fu assolto ma
Memmio
si adoperò per impedire il trionfo di
Lucullo
che in effetti fu celebrato solo tre anni dopo.
Lucullo
divorziò da
Clodia
(
66 a.C.
) e sposò
Servilia
, sorella di
Catone Uticense
. Anche
Servilia
si rivelò donna dissoluta e più tardi
Lucullo
la ripudiò.
Una parte del
Senato
contava su di lui come oppositore di
Pompeo
e campione dell'aristocrazia ma
Lucullo
preferì ritirarsi a vita privata e godere lusso e piacere dopo tanti pericoli, fatiche e disagi.
Lucullo
costruì o acquistò numerosi splendidi edifici che decorò con preziosi dipinti e statue, passeggi coperti e bagni. i suoi giardini (i famosi
Horti Luculliani
sulle pendici del
Pincio
) erano ancora ai tempi di
Plutarco
fra i più lussuosi di
Romani
. Possedeva una residenza a
Napoli
dove aveva fatto scavare canali per l'allevamento del pesce, e dimore a
Tuscolo
con sale da banchetto all'aperto.
I pasti quotidiani di
Lucullo
erano famosi: la sala da banchetto era arredata con coperte tinte di porpora e decorate di pietre preziose, vi si svolgevano spettacoli e venivano imbandite le vivande ed i dolci più ricercati.
L'episodio qui narrato da
Plutarco
è divanuto famoso: un giorno
Lucullo
incontrò
Cicerone
e
Pompeo
e questi gli chiesero di ospitarli a pranzo mangiando solo quello che sarebbe stato preparato per lui.
Lucullo
disse ai servi di preparare il pranzo nella sala dell'
Apollo
e questo bastò: i servi infatti sapevano che in quella sala si dovevano servire solo lussuosi banchetti.
Realizzò una ricca biblioteca aperta a tutti i
Greci
con i quali amava intrattenersi discutendo di filosofia. Era particolarmente interessato alle teorie dell'
Accademia
antica che aveva allora come massimo esponente
Antioco d'Ascalona
.
Cicerone
compose un trattato sugli interessi filosofici di
Lucullo
intitolato, appunto, "
Lucullo
".
Cicerone
e
Lucullo
erano molto amici ed avevano le stesse opinioni in politica. Pur essendosi ritirato, infatti,
Lucullo
interveniva nel foro ed in
Senato
quando si trattava di ostacolare
Pompeo
. Collaborò con
Catone Uticense
per annullare le disposizioni di
Pompeo
e per bloccare una proposta di distribuzione di terre ai veterani.
Pompeo
trovò l'appoggio di
Crasso
e
Cesare
e fece ratificare i suoi decreti con la forza.
Si parlò di un complotto per uccidere
Pompeo
e venne arrestato un certo
Vettio
che morì in carcere, pare soppresso da quelli che lo avevano istigato.
Dopo questi fatti
Lucullo
si allontanò dalla politica e quando
Cicerone
venne esiliato e
Catone
allontanato da
Romani
l'abbandonò del tutto.
Negli ultimi tempi della sua vita
Lucullo
perse la ragione, tanto che il fratello dovette assumere l'amministrazione del suo patrimonio.
Il popolo lo pianse e chiese che fosse sepolto nel
Campo Marzio
come
Silla
ma il fratello preferì seppellirlo nella tenuta del
Tuscolo
.
Marco
, fratello affezionatissimo di
Lucullo
, non gli sopravvisse a lungo.
CONFRONTO FRA
CIMONE
E
lUCULLO
Cimone
e
Lucullo
morirono entrambi prima che la patria fosse sconvolta dagli avvenimenti.
Cimone
morì sul campo, non ancora stanco, mentre
Lucullo
morì nella sua casa, ormai folle e dedito solo al lusso e al piacere.
Plutarco
giudica indegno dell'
Accademia
il tenore di vita degli ultimi anni di
Lucullo
, piuttosto adatto ad un seguace di
Epicuro
.
Cimone
fu sregolato e dissoluto nella giovinezza mentre
Lucullo
lo fu in vecchiaia, quindi da questo punto di vista
Cimone
fu uomo migliore perché il suo cambiamento fu verso il meglio.
Entrambi furono ricchi ma
Cimone
dedicò gran parte dei suoi averi alla città, ad opere pubbliche ed alla povera gente che nutriva quotidianamente con semplici pasti, mentre
Lucullo
offriva banchetti costosissimi a pochi raffinati.
In guerra furono entrambi valorosi ma
Cimone
merita una certa preminenza per aver reso la patria dominatrice sugli alleati quando l'aveva trovata soggetta. Il grave difetto di
Lucullo
fu quello di non saper farsi amare dai soldati, del resto anche
Cimone
fu processato ed ostracizzato dopo le sue vittorie.
Plutarco
attribuisce tutto ciò al fatto che le indoli aristocratiche non si accordano con la moltitudine e, di conseguenza, solleva entrambi i generali da questa accusa.
Lucullo
si spinse molto lontano e fu il primo romano a raggiungere con un esercito regioni così remote, si appropriò di territori immensi debellando le forze di
Mitridate
e di
Tigrane
.
Dopo
Cimone
i
Persiani
continuarono a combattere contro i
Greci
e li sconfissero in
Egitto
, mentre
Lucullo
ridusse i suoi nemici in un tale stato che non osarono più combattere:
Mitridate
fuggì nel
Bosforo
dove si uccise e
Tigrane
si prostrò ai piedi di
Pompeo
.
Inoltre
Cimone
trovò i nemici già provati dalla lotta contro
Temistocle
e
Pausania
, mentre
Lucullo
li trovò nel pieno delle loro energie e li lasciò ormai esausti ed imbelli a
Pompeo
.
Dunque, conclude
Plutarco
, è difficile stabilire chi fu il migliore fra questi due uomini "entrambi di natura eccellente e divina".