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PUBLIO PAPINIO STAZIO


ACHILLEIDE
(Sintesi parziale)



Libro Primo


Stazio inizia l'opera con la tradizionale invocazione alla Musa: intende celebrare le imprese di Achille non narrate da Omero e riprendere l'esercizio della sua arte, già sperimentata nel cantare le storie di Tebe.
Quando vide le navi di Paride tornare verso Troia, Teti madre di Achille, che prevedeva le conseguenze del rapimento di Elena decise di rivolgersi a tutti gli dei del mare e al sommo Giove pregando perché una tempesta distruggesse quella flotta. Accompagnato da un corteo di tritoni e creature marine sopraggiunse il re del mare al quale Teti rivolse la sua preghiera.
Nettuno le rispose che il Fato non voleva il naufragio delle navi troiane, il decreto degli dei non può essere cambiato ma Teti sarà felice e orgogliosa nel vedere le gloriose imprese che Achille compirà in quella guerra. Il dio promise di punire gli inganni di Ulisse quando i Greci riprenderanno il mare per tornare in patria
Udita la risposta di Nettuno, Teti rinunciò a far naufragare Paride ma concepì un altro tentativo e raggiunse rapidamente la dimora di Chirone in Tessaglia.
Il Centauro l'accolse lietamente ma Teti era angosciata e gli chiese con urgenza di affidarle il giovane Achille per farlo assistere a dei riti misteriosi. In realtà la dea voleva nascondere Achille e sperava di metterlo al sicuro travestendolo da donna. Chirone prese a parlare della giovanile intemperanza del suo pupillo e di come il suo precoce vigore presagisse un grande destino, ma l'interruppe l'arrivo di Achille, asperso di sudore e di polvere, con l'aspetto gentile di adolescente. Il giovane corse ad abbracciare la madre, lo seguiva l'inseparabile Patroclo.
A notte, mentre Achille dormiva dopo aver cenato con la madre e aver cantato per lei, Teti lo prende tra le braccia e parte con lui su un carro trainato da due delfini.
Al mattino il giovane si risvegliò sulla spiaggia di Sciro e la madre lo invitò ad indossare indumenti femminili.
Quel giorno si celebrava la festa di Pallade e le figlie del re Licomede ornavano di fiori la statua della dea. Fra loro la più bella era Deidamia e Achille subito se ne innamorò e, pur di starle vicino, accettò il travestimento.
Prima di lasciarlo, Teti suggeri ad Achille atteggiamenti e movimenti femminili, gli fece indossare una gonna e dei gioielli e gli acconciò opportunamente i capelli. Lo presentò quindi come sorella di Achille al re Licomede al quale chiese di domare il carattere della giovane che avrebbe voluto vivere come un'amazzone e rifiutava il matrimonio. In particolare Teti chiese a Licomede di trattenere la giovane in compagnia delle sue figlie e di vietarle di allontanarsi da sola, soprattutto di non lasciarla mai andare fino al porto o alla spiaggia.
Le figlie di Licomede accolsero la nuova arrivata con allegria e curiosità. Teti ripetè al figlio le ultime raccomandazioni quindi si tuffò e ancora, nuotando, si volgeva indietro per guardare l'isola e pregarla di nascondere il suo Achille come Creta seppe nascondere Giove.
Intanto in Grecia si preparava la vendetta promossa dai due Atridi, in particolare da Menelao a cui è stata rapita la moglie. Ogni città della Grecia fu mobilitata, ogni regione offrì combattenti, armi, cavalli. L'armata venne imbarcata e ... a tante navi non basta più il mare.
Tutte le navi greche si riunirono in Aulide e per la prima volta tutti i Greci accettarono di sottostare a un unico comandante.
Gli Atridi erano impazienti di partire e con loro Stenelo, Diomede, Antiloco, Aiace, Ulisse ... il solo Achille mancava all'adunata, atteso ansiosamente perchè considerato l'unico in grado di vincere Ettore e di essere fatale per Troia.
Impaziente, Protesilao si rivolse a Calcante chiedendogli di individuare con le sue facoltà divinatorie il nascondiglio di Achille. Calcante offrì sacrifici, cadde in trance e rivelò che Achille si trovava presso la reggia di Licomede.
Diomede propose ad Ulisse di farsi insieme carico di ritrovare Achille e Ulisse accettò con soddisfazione di tutti.
Intanto Achille aveva svelato il suo segreto alla sola Deidamia e passava in sua compagnia ore liete e appassionate. Ben presto il reciproco amore li portò ad unirsi e Deidamia rimase incinta ma decise di celare a tutti il suo stato fino al momento del parto.


Libro Secondo


La nave di Ulisse e Diomede procedette sicura con il mare sereno ed il vento favorevole e presto giunse a Sciro dove i due eroi vennero onorevolmente accolti. La notizia del loro arrivo giunse nelle stanze dove si trovavano le figlie del re e Achille fremette per l'impazienza di vedere gli ospiti e le loro armi.
Licomede presentò agli ospiti le sue figlie che Ulisse osservò con grande attenzione sperando di individuare il giovane nascosto ma la penombra della sera rendeva l'indagine più difficoltosa, Ulisse notò comunque che una delle ragazze non aveva l'atteggiamento timido delle altre e cominciò a tenerla d'occhio. Dopo il banchetto offerto dal re, Ulisse prese a parlare della guerra in corso e della grande armata schierata agli ordini di Agamennone. Mentre Ulisse parlava Achille fu sul punto di rivelarsi ma Deidamia lo trattenne e invitò tutte le ragazze a ritirarsi, ma Achille esitò, continuò a fissare Ulisse e fu l'ultimo a lasciare la sala del banchetto.
Il mattino seguente la figlia di Licomede e le loro compagne danzarono in onore degli ospiti e tra il loro aggraziati movimenti fu più facile notare la figura virile di Achille. Terminata l'esibizione Ulisse e Diomede mostrarono molti doni invitando le ragazze a scegliere quelli che preferivano. Tra monili, gioielli e strumenti musicali l'astuto Ulisse dispose anche alcune armi che le giovani ignorarono credendole destinate al padre ma Achille vedendo uno scudo e una lancia non seppe trattenersi ed abbandonò il travestimento, si liberò degli abiti femminili e impugnò quelle armi mostrando finalmente tutto il suo vigore.
I gemiti di Deidamia richiamarono l'attenzione di Achille che, accantonate momentaneamente le armi, rivolse a Licomede un breve discorso: prima lo chiamò padre e dichiarò di amarlo di sincero amore filiale, ma subito dopo lo informò senza mezzi termini sulla sua relazione con Deidamia e sul bambino che era già nato.
Frastornato dagli inattesi avvenimenti, il povero Licomede non sapeva come reagire, si sarebbe adirato con il seduttore di sua figlia ma lo fermò la considerazione di chi fosse la madre del detto seduttore. D'altra parte Ulisse, con la solita parlantina, blandì il vecchio re raffreddandone la collera e Licomede accettò di avere per genero un così buon partito. Si fece festa, si banchettò, poi la notte congiunse i due felici amanti. Al mattino, tuttavia, Deidamia pensò con dolore all'imminente partenza dello sposo e pianse a lungo tra le braccia di Achille pregandolo di non dimenticarla, di tornare da lei. Achille, commosso, tentava di calmarla, le prometteva di rimanerle fedele e di tornare presto a lei carico di doni ... ma le sue vane parole le rapiva il vento.
Il giovane eroe dismise gli indumenti femminili e, rivestito ed armato, offrì sacrifici agli dei prima di ripartire, sparse in mare le viscere della vittima in onore di sua madre e infine prese posto sulla nave. Deidamia guardò da una torre la nave allontanarsi stringendo tra e braccia il figlioletto Pirro.
Vedendo l'isola scomparire Achille fu preso dalla nostalgia per la moglie ma Ulisse, che ben comprendeva le sue emozioni, lo consolò prospettandogli la gloria futura. Ulisse narrò ad Achille gli episodi del giudizio di Paride e del rapimento di Elena. Spiegò come l'oltraggio commesso da Paride spinse tutti i nobili greci a mobilitarsi come fecero Agenore per il ratto di Europa, Eeta per la fuga di Medea o come avrebbe fatto lo stesso Achille se qualcuno avesse rapito Deidamia.
Diomede chiese ad Achille di parlare dell'educazione ricevuta da Chirone e Achille ricordò di essere stato nutrito con la carne di animali feroci. Il Centauro gli aveva insegnato a cacciare, lo aveva abituato al gelo e al sole, lo aveva addestrato per la corsa e per il tiro con l'arco. Raggiunti i dodici anni, Achille aveva cacciato orsi e cinghiali feroci. In seguito Chirone gli aveva insegnato la scherma, l'uso di lance e frombole, la lotta e il pugilato, ma anche il canto e la musica, la medicina, l'arte di ricavare farmaci dalle erbe.
Con queste memorie di Achille si conclude, al termine del secondo libro, l'intera opera che rimase purtroppo incompiuta.