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EURIPIDE
IPPOLITO
Personaggi:
Ippolito
Servo
Nutrice di
Fedra
Fedra
Teseo
Messaggero
Artemide
Coro di cacciatori
Coro di donne di Trezene
Il prologo è recitato dalla dea
Afrodite
per informare gli spettatori sugli antefatti della vicenda:
Ippolito
, figlio di
Teseo
e di una amazzone, dedica tutto il suo tempo alla caccia, venerando
Artemide
e non cerca l'amore delle donne. Questo comportamento ha offeso
Afrodite
che ha voluto che
Fedra
, moglie di
Teseo
, si innamorasse di lui. Ora anche
Fedra
si consuma in un "assillo amoroso" che tiene assolutamente segreto, mentre
Teseo
è in esilio per un anno da Atene per aver ucciso i cugini che gli contendevano il trono. Ma
Afrodite
vuole che il segreto di
Fedra
venga scoperto e che
Teseo
uccida
Ippolito
.
Uscita
Afrodite
entra in scena
Ippolito
seguito da un coro di cacciatori.
Ippolito
, che reca una corona di fiori da offrire ad
Artemide
, discute con un servo che lo invita ad onorare anche
Afrodite
, ma
Ippolito
dichiara di rispettare "da lontano" la dea dell'amore.
Il coro delle donne descrive la desolazione di
Fedra
che da giorni giace sul suo letto rifiutando il cibo. Entra in scena la nutrice, dialoga con
Fedra
che sembra a volte delirare e rifiuta di svelare il motivo della propria sofferenza. Infine la nutrice, nei suoi discorsi di persuasione, nomina accidentalmente
Ippolito
, a quel nome
Fedra
reagisce dolorosamente e finisce per confidare all'anziana il suo amore per
Ippolito
.
Superato il primo stupore, la nutrice assume un atteggiamento indulgente ed esorta
Fedra
perché trovi il modo di soddisfare il desiderio amoroso. Le si contrappone il rigore di
Fedra
, orgogliosamente decisa ad evitare ogni vergogna a costo di dover cercare sollievo nella morte. Infine la nutrice propone di usare un filtro magico per fare in modo che anche
Ippolito
desideri
Fedra
.
Fedra
non accetta e respinge la proposta cosicché l'uscita della nutrice chiude la scena con una nota di ambiguità.
Dopo un intervento del coro, si sentono dall'interno della casa voci concitate dalle quali si evince che la nutrice ha parlato con
Ippolito
, il quale è scandalizzato.
Nutrice ed
Ippolito
entrano in scena, la prima prega il secondo di stare calmo e perdonare, ma
Ippolito
pronuncia una lunga invettiva contro la donna. Evidentemente prima di parlare la nutrice ha fatto giurare ad
Ippolito
di non riferire a
Teseo
, ed
Ippolito
è troppo religioso per violare un giuramento. Tuttavia ha deciso di stare lontano dalla casa fino al ritorno del padre. Uscito
Ippolito
,
Fedra
maledice e scaccia la nutrice, quindi chiede al coro di giurare di mantenere il segreto. Infine
Fedra
rivela al coro di aver deciso di morire per salvare l'onore proprio e quello della casata, ma anche per punire
Ippolito
del suo ostinato rifiuto dell'amore.
Fedra
esce di scena e poco dopo si sente dall'interno della casa la nutrice gridare che la regina si è impiccata.
Arriva
Teseo
e trova la casa in lutto, i servi che stanno componendo il corpo di
Fedra
. Disperato per la morte della moglie,
Teseo
trova una tavoletta nella mano del cadavere. Prima di morire
Fedra
ha voluto vendicarsi accusando
Ippolito
di averle usato violenza.
Teseo
maledice
Ippolito
chiedendo a
Posidone
di farlo morire. Secondo una tradizione, infatti,
Posidone
aveva concesso a
Teseo
tre desideri, il primo era stato utilizzato per uscire dal labirinto di Creta, il secondo per liberarsi dall'Ade ed il terzo viene appunto usato qui contro il figlio degenerato.
Sopraggiunge
Ippolito
e
Teseo
interpreta lo stupore del giovane come prova di estrema perversione e falsità e lo accusa duramente, additando come prova la tavoletta di
Fedra
.
Ippolito
pronuncia la propria difesa ribadendo di essere puro e casto e conclude giurando sugli dei di non aver mai toccato
Fedra
.
Teseo
non ascolta e condanna
Ippolito
all'esilio perenne,
Ippolito
insiste, implora, ma non viola il giuramento fatto alla nutrice, giuramento che dovrebbe infrangere per svelare a
Teseo
la verità.
Ippolito
esce di scena per lasciare la città, il coro ne piange l'ingiusto destino. Sopraggiunge un messaggero per annunciare a
Teseo
la rovina di
Ippolito
. Il servo racconta che mentre
Ippolito
partiva da Atene con il suo carro era stato attaccato da un toro gigantesco emerso misteriosamente dal mare ed era andato a schiantarsi contro le rocce, ora agonizzava.
Teseo
, che vede accolta la richiesta di vendetta fatta a
Posidone
, ordina che
Ippolito
venga portato al suo cospetto.
Il coro inneggia al potere assoluto che
Afrodite
esercita sugli uomini. Appare
Artemide
ex machina.
La dea testimonia a
Teseo
dell'innocenza di
Ippolito
, svelando come siano andate realmente le cose.
Artemide
addebita a
Teseo
la precipitazione con la quale ha invocato la maledizione sul proprio figlio, senza ragionare e senza cercare altre prove. Del resto quanto è avvenuto è dipeso dall'ira di
Afrodite
e - afferma
Artemide
- è norma che gli dei rispettino sempre le azioni ed il volere dei loro simili.
Sopraggiunge
Ippolito
portato dai servi, l'infelice si lamenta per il dolore delle ferite ed invoca la morte.
Artemide
lo compiange ed ha per lui parole di consolazione mentre
Teseo
piange per il suo errore. Prima di scomparire
Artemide
promette ad
Ippolito
che lo vendicherà colpendo uomini cari ad
Afrodite
, e che alla sua memoria verranno tributati sempre grandissimi onori.
La dea, inoltre, sollecita
Ippolito
al perdono verso
Teseo
il cui odio è stato voluto da
Afrodite
.
Ippolito
, pronunciato il perdono, muore fra le braccia del padre.