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EURIPIDE
CICLOPE
Personaggi;
Sileno
Coro dei
Satiri
Odisseo
Ciclope
La scena: alle pendici dell'
Etna
(una tradizione non omerica vi collocava la sede dei
Ciclopi
). Al centro della scena, in ambiente rupestre, l'ingresso della caverna.
Il primo ad entrare in scena è
Sileno
, che pronuncia il prologo per illustrare, come sempre in
Euripide
, gli elementi del contesto in cui si svolgerà l'azione.
Sileno
racconta le peripezie capitategli a causa di
Dioniso
, da quando questi - fatto impazzire da
Era
- sfuggì alla sorveglianza delle sue balie, le ninfe oreadi. Ricorda come combatté al fianco di
Dioniso
nella battaglia degli dei contro i
Giganti
, uccidendo
Encelado
. Quando
Dioniso
fu rapito dai pirati,
Sileno
prese il mare con i figli per rintracciarlo. Durante questo viaggi il vento li fece naufragare in Sicilia, dove furono catturati e fatti schiavi da
Polifemo
.
Qui ora i
Satiri
devono custodire il bestiame del
Ciclope
e
Sileno
è addetto alla cura della spelonca. (La servitù dei
Satiri
e la loro liberazione erano temi ricorrenti del dramma satiresco).
Alla fine del prologo pronunciato da
Sileno
, entra in scena il coro dei
Satiri
, danzando.
Recitando la parodo il coro finge di governare le pecore, quindi passa al lamento per la perduta felicità ricordando i tempi in cui i
Satiri
servivano
Dioniso
.
Sileno
scorge una nave approdare, uomini ne scendono in cerca di cibo ed acqua. Entra in scena
Odisseo
con un gruppo di compagni.
Sileno
dialoga con
Odisseo
che, comunicata la propria identità, chiede acqua e cibo. A
Sileno
, che gli ha detto dei
ciclopi
antropofagi che abitano il luogo,
Odisseo
propone un commercio: carne e formaggio in cambio di un otre di vino.
Sileno
assaggia il vino, che non beve da tempo, e prende comicamente a danzare. Mentre
Sileno
entra nella caverna per prendere il cibo, il coro dei
Satiri
si informa lascivamente presso
Odisseo
sulla sorte di
Elena
. Quando
Sileno
riesce si ode arrivare il
Ciclope
.
Odisseo
, sollecitato, rifiuta di nascondersi.
Entra
Polifemo
e comincia a sbraitare contro i
Satiri
, ordinando il pranzo. Scorti gli stranieri, il
Ciclope
nota che
Sileno
è paonazzo per il vino bevuto ma, ignorando i segni dell'ubriachezza, crede che sia stato percosso. Il vecchio avalla l'equivoco accusando i greci di averlo picchiato per derubarlo.
Odisseo
lo smentisce e
Sileno
contrattacca con uno scambio di battute di chiaro accento comico.
Polifemo
si informa sull'identità degli stranieri,
Odisseo
risponde e prega il
Ciclope
di astenersi dall'orrendo pasto che ha già minacciato di fare.
Polifemo
si dimostra insensibile ai discorsi ed alle invocazioni di
Odisseo
, dichiara di non temere gli dei, anzi di considerare importanti solo il suo benessere e la sua comodità.
Odisseo
ed i suoi compagni vengono fatti entrare nella caverna. Dopo un breve intermezzo riempito da un corale
Odisseo
esce di nuovo in scena. Inorridito racconta al coro il pasto tremendo di
Polifemo
che ha ucciso due suoi compagni e li ha mangiati dopo averli accuratamente cucinati. Ma
Odisseo
è riuscito a far ubriacare il
Ciclope
ed ora propone ai
Satiri
di fuggire con lui.
Odisseo
espone il suo piano di fuga che consiste nell'accecare il gigante addormentato. Torna in scena
Ciclope
, piuttosto alticcio, e dichiara di voler andare a fare baldoria con i fratelli ma
Odisseo
, astutamente, lo dissuade convincendolo a tenere il vino solo per se.
Polifemo
chiede il nome ad
Odisseo
che, come in
Omero
, dichiara di chiamarsi Nessuno.
Inizia una scena a tre, molto grottesca, in cui
Odisseo
continua a versare vino a
Polifemo
mentre
Sileno
cerca in tutti i modi di partecipare alla bevuta. Ubriaco
Polifemo
dichiara di voler fare del vecchio
Sileno
il suo
Ganimede
e lo trascina nella grotta.
Anche
Odisseo
entra nella grotta e poco dopo ne riesce annunciando al coro dei
Satiri
che è venuto il momento di agire ma i
Satiri
, umorescamente divisi in semicori, accampano scuse banali (caviglie slogate, cenere negli occhi) per nascondere la paura.
Compresa la situazione
Odisseo
entra da solo nella caverna e poco dopo ne esce il
Ciclope
urlando di essere stato accecato. Fra
Ciclope
ed il coro si svolge il famoso gioco di parole:
Ciclope
: Nessuno mi ha rovinato
Coro: Allora non ti è successo niente di grave
Ciclope
: Nessuno mi ha cavato l'occhio
Coro: Allora non sei cieco.
ecc.
Prima di fuggire,
Odisseo
grida il proprio nome al
Ciclope
che così riconosce l'esito di un'antica profezia e lo maledice invocando contro di lui l'ira del padre
Posidone
.