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Euripide
ELETTRA
Personaggi:
Contadino
Elettra
Oreste
Coro
Aio
Messo
Clitemnestra
Dioscuri
Pilade
(personaggio muto)
Dopo l'uccisione di
Agamennone
,
Egisto
e
Clitemnestra
hanno preso il potere ma temono la vendetta dei figli della loro vittima,
Oreste
ed
Elettra
. Il primo, ancora bambino, è stato portato in salvo dal vecchio precettore che lo ha affidato a
Strofio
, re di Crisa, in Focide. Quanto ad
Elettra
è stata costretta a sposare un povero contadino per evitare che, unendosi ad un nobile, potesse cercare in questi aiuto nella vendetta.
Proprio questo contadino apre la tragedia raccontando gli antefatti e dichiarando di non aver mai voluto consumare il matrimonio non sentendosi degno di unirsi ad
Elettra
.
Da parte sua
Elettra
si dimostra grata per l'affettuoso rispetto del contadino e si sforza di aiutarlo nel lavoro e nelle necessità della loro misera esistenza.
Il dialogo fra
Elettra
ed il marito è immaginato all'aperto in una landa antistante la casa dei due. Mentre il contadino esce di scena per dirigersi al lavoro nei campi sopraggiungono dei viaggiatori: si tratta di
Oreste
e dell'amico
Pilade
che, con un piccolo seguito di servi, sono entrati in Argolide in incognito ed ora sono in cerca di notizie su
Elettra
.
Oreste
incontra
Elettra
che sta dialogando con le donne del coro e, mentre lei non lo riconosce, si finge latore di un messaggio di
Oreste
.
Nel fitto dialogo che segue
Oreste
viene a conoscenza delle sofferenze e delle umiliazioni subite dalla sorella,
Elettra
in uno sfogo appassionato denuncia la volgare crudeltà di
Clitemnestra
e del suo amante. Ad interrompere il dialogo rientra il contadino il quale, informato dalla moglie sulla provenienza dei visitatori, si affretta ad offrire loro una modesta ma sincera ospitalità.
Elettra
, temendo che la loro casa non disponga di cibo sufficiente per gli ospiti, prega il marito di andare a chiamare il vecchio aio ed invitarlo a contribuire al banchetto, si dice del resto sicura che anche il vecchio sarà felice di apprendere che
Oreste
è ancora vivo.
Il precettore (che è stato a sua volta cacciato dalla reggia di
Agamennone
ed ora vive stentatamente di pastorizia) accorre commosso alla chiamata recando semplici cibi e del vino.
Egli, già turbato per aver visto sulla tomba di
Agamennone
i segni di offerte recenti, non tarda a riconoscere in
Oreste
il bambino che egli stesso aveva portato in salvo anni prima. A questo punto
Oreste
abbandona ogni finzione ed i due fratelli possono finalmente riabbracciarsi. Ma
Euripide
non indulge troppo a lungo sulla scena della patetica agnizione, quello che più urge ora ad
Oreste
ed
Elettra
è la vendetta.
L'aio li informa che
Egisto
si trova non lontano, privo di scorta armata ed intento a preparare sacrifici: si tratta di un'ottima occasione per
Oreste
che subito si appresta ad agire.
Elettra
, ansiosa di realizzare una completa e definitiva vendetta, decide di tendere una trappola a
Clitemnestra
ed incarica il vecchio di andarla a chiamare, di dirle che sua figlia ha partorito e che la prega di farle visita per svolgere i tradizionali riti di ringraziamento agli dei.
Rimasta sola in scena,
Elettra
dialoga con il coro, dichiara che si ucciderà se
Oreste
non riuscirà ad eliminare l'odiato
Egisto
.
Arriva il messo ad annunciare il felice esito dell'impresa di
Oreste
. Si tratta di uno dei servi al seguito di
Oreste
e
Pilade
, racconta come
Egisto
, vedendo transitare gli stranieri, li aveva invitati a prendere parte ai suoi sacrifici. Sgozzato un toro,
Egisto
aveva invitato
Oreste
a macellarlo, offrendogli il coltello. I visceri della vittima indicavano funestri presagi che
Egisto
aveva appena avuto il tempo di interpretare prima di essere colpito a morte da
Oreste
.
Elettra
accoglie con grande felicità
Oreste
e
Pilade
che tornato recando il cadavere di
Egisto
, cadavere sul quale la giovane sfoga con terribili maledizioni l'odio ed il rancore così a lungo serbati.
Ma perché la vendetta sia compiuta, si dicono i fratelli, anche
Clitemnestra
deve morire. Ora
Oreste
ha un momento di esitazione davanti al matricidio ma
Elettra
, inflessibile, lo spinge a nascondersi in casa per attendere l'arrivo della madre.
Accompagnata dalle schiave troiane che
Agamennone
aveva portato come preda di guerra, sopraggiunge
Clitemnestra
.
Nel dialogo che segue la donna cerca di giustificare l'uccisione di
Agamennone
come una giusta vendetta: egli aveva infatti accettato di sacrificare la figlia
Ifigenia
portandola a morire con un inganno ed era inoltre tornato dalla guerra con
Cassandra
della quale aveva fatto la propria concubina.
Queste motivazioni non bastano ad
Elettra
, ella accusa la madre di essersi comportata in modo impudico durante l'assenze di
Agamennone
, di averlo tradito con
Egisto
e di aver perseguitato i suoi figli per compiacere l'amante.
Infine, per concludere la scabrosa conversazione,
Clitemnestra
entra nella casa con l'intento di svolgere i sacrifici. Poco dopo ne esce
Oreste
, sconvolto per il delitto appena compiuto. Il suo turbamento sembra preludere alla follia nella quale sarà indotto dalle
Erinni
, follia che lo stesso
Euripide
descrive magistralmente nella tragedia
Oreste
. La sorella gli è accanto, pronta a condividere ogni responsabilità, orgogliosa di aver partecipato alla vendetta.
Appaiono prodigiosamente i
Dioscuri
, divini fratelli di
Clitemnestra
e di
Elena
. Riconoscono che
Clitemnestra
ha pagato una giusta pena per i suoi delitti ma avvertono
Oreste
che sarà d'ora in avanti perseguitato dalle orribili
Erinni
. Gli ordinano di dare la sorella in moglie a
Pilade
e di lasciare Argo, dove non gli sarà più concesso tornare. Per ritrovare la serenità dovrà raggiungere Atene e qui sottoporsi al giudizio dell'Aeropago.
Al coro ed allo stesso
Oreste
che chiedono loro di spiegare le ragioni di tanto dolore,
Castore e Polluce
rispondono con l'ineluttabilità del Fato, che governa - a volte in modo imperscrutabile - le vicende umane ed al quale ha ubbidito anche
Apollo
emanando il verdetto oracolare che ha indotto
Oreste
al matricidio.
I
Dioscuri
tornano alla loro occupazione di protettori dei naviganti mentre
Oreste
prende pateticamente congedo da
Elettra
, appena ritrovata e subito perduta.
Elettra
lascerà Argo con il nuovo sposo
Pilade
, porterà con se, per ricompensarlo, l'umile contadino che le aveva tributato tanto rispetto.