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Euripide
Eraclidi
Personaggi:
Iolao
Araldo
Coro
Demofonte
Macaria
Servo
Alcmena
Nunzio
Euristeo
Gli antefatti del dramma sono esposti in un breve monologo di
Iolao
: morto
Eracle
,
Euristeo
ha preso a perseguitare i suoi figli, gli
Eraclidi
che sono stati costretti a fuggire sotto la guida dello stesso
Iolao
, parente e vecchio amico dell'eroe, e di
Alcmena
, la madre di
Eracle
. Ma la persecuzione continua, entra infatti in scena un araldo di
Euristeo
e cerca di catturare
Iolao
, per riportarlo ad Argo con i figli di
Eracle
, ma il vecchio invoca la protezione di
Zeus
e della città di Atene.
Accorre un gruppo di Ateniesi (il coro).
Il coro difende
Iolao
ed i bambini che sono con lui, dall'aggressione dell'araldo, ricordando a questi la sacra inviolabilità dei supplici.
Sopraggiunge
Demofonte
, figlio di
Teseo
e re di Atene. A
Demofonte
, l'araldo indirizza un discorso arrogante, intimandogli di lasciargli portar via
Iolao
e i bambini e minacciando la guerra in caso contrario.
Dal canto suo
Iolao
rivolge una pressante supplica a
Demofonte
, facendo leva sulla famosa giustizia degli ateniesi, nonché sui rapporti di parentela e di amicizia che legavano
Eracle
a
Teseo
, padre di
Demofonte
. In forza di questi argomenti e per non commettere sacrilegio (
Iolao
e gli
Eraclidi
si sono raccolti intorno all'altare di
Zeus
),
Demofonte
accorda la sua protezione ai supplici, ma l'araldo non desiste finché non viene decisamente scacciato, infine si allontana promettendo la guerra.
Iolao
pronuncia i suoi ringraziamenti e le sue benedizioni (anche qui, come in altre tragedie coeve, la propaganda per Atene protettrice degli oppressi è evidente).
Demofonte
si allontana per organizzare la risposta all'imminente attacco argivo e torna dopo un breve intervento del coro.
Porta cattive notizie: gli oracoli che ha consultato pretendono, per la vittoria ateniese, il sacrificio di una nobile vergine a
Persefone
e
Demofonte
non è disposto a sacrificare la vita della propria figlia o di alcuna giovane concittadina.
Iolao
comprende le ragioni di
Demofonte
, al quale conferma la propria immutata gratitudine, ma dichiara di essere ormai privo di risorse e di speranze.
Entra in scena
Macaria
, figlia di
Eracle
e si dichiara disposta a morire per salvare la vita ai suoi fratelli ed evitare una guerra che comunque la porterebbe alla morte o ad una vita miserrima.
Commosso
Iolao
propone che si estragga a sorte quella che, fra le figlie di
Eracle
, dovrà essere sacrificata, ma
Macaria
insiste perché la sua libera e generosa offerta venga accettata.
Iolao
e
Demofonte
rendono onore al coraggio della giovane e
Macaria
rivolge un commovente addio al vecchio tutore ed ai suoi fratelli.
Macaria
, che ha chiesto solo di morire fra braccia femminili, esce di scena fra i versi di lode del coro.
Entra un servo, latore di buone notizie, e racconta a
Iolao
che
Illo
, uno dei figli di
Eracle
, ha ottenuto l'aiuto di un potente esercito di alleati.
Lo scontro è ormai imminente e
Iolao
, nonostante l'età, decide di partecipare. Insiste perché lo si aiuti ad armarsi.
Il coro esegue un inno propiziatorio per la vittoria al termine del quale torna il servo annunciando che gli argivi sono stati sconfitti.
Ad
Alcmena
, il servo racconta che,
Iolao
è improvvisamente tornato giovane sul campo di battaglia.
Il servo racconta che
Illo
aveva tentato di evitare la battaglia proponendo ad
Euristeo
di risolvere la questione con un duello, ma
Euristeo
aveva rifiutato.
Quando le forze ateniesi avevano messo in rotta gli argivi,
Euristeo
era fuggito inseguito da
Iolao
. Durante l'inseguimento il vecchio aveva pregato
Zeus
di concedergli per un giorno il suo vigore giovanile ed era stato accontentato: avvolto da una nuvola prodigiosa, ne era uscito giovane e forte ed aveva facilmente catturato
Euristeo
ed ora lo stava conducendo in catene al cospetto di
Alcmena
.
Quando entra
Euristeo
,
Alcmena
ne decreta subito la morte, ma il servo obietta che le leggi ateniesi vietano di uccidere i prigionieri catturati in battaglia.
Euristeo
espone rapidamente le sue ragioni e con inaspettata dignità si rimette alla decisione di
Alcmena
. Chiede di avere onorevole sepoltura in Atene e promette di divenire una sorta di nume tutelare della città.
Infine
Alcmena
, pur contravvenendo alle leggi ateniesi, decide che l'odiato
Euristeo
sia messo a morte e che il suo corpo venga dato in pasto ai cani.