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EURIPIDE
ANDROMACA
Personaggi
Andromaca
Serva
Coro di donne di Ftia
Ermione
Menelao
Figlio di
Andromaca
Peleo
Oreste
Messaggero
Tetide
La scena:
Il palazzo di Ftia (regno di
Peleo
), accanto al quale sorge un edificio consacrato alla dea
Tetide
.
Nel prologo
Andromaca
, in atteggiamento di supplica davanti all'altare di
Tetide
, introduce il tema della tragedia: dopo la morte di
Ettore
è divenuta schiava di
Neottolemo
, figlio di
Achille
, dal quale ha avuto un figlio maschio.
Neottolemo
, che al momento dell'azione è assente da Ftia, ha sposato
Ermione
, figlia di
Menelao
, e la loro unione è rimasta sterile. Gelosa di
Andromaca
,
Ermione
sostiene che la propria sterilità dipenda da sortilegi operati dalla rivale ed ha chiamata a Ftia
Menelao
perché le renda giustizia.
Infatti una serva giunge ad avvertire
Andromaca
dell'arrivo di
Menelao
che ha già dichiarato di voler uccidere sia la madre, sia il bambino. In assenza di
Neottolemo
,
Andromaca
ripone la sua unica speranza nel vecchio
Peleo
ed invia la serva a chiamarlo.
L'entrata in scena di
Ermione
da inizio al primo episodio che consiste nello scontro fra
Ermione
stessa ed
Andromaca
.
Superba e polemica,
Ermione
attacca direttamente Androamaca, la accusa di maleficio e la minaccia duramente.
All'arroganza di
Ermione
,
Andromaca
- più anziana e certamente più provata dalle proprie disgrazie - risponde con dignità ed amara saggezza.
Non può essere accusata, lei schiava - sostiene - di rivaleggiare in amore con
Ermione
e se questa non è amata dal marito la causa non è un sortilegio ma la sua incapacità di condurre e valorizzare il rapporto coniugale.
Le rinfaccia, fra l'altro, di essere collerica e di dispiacere a
Neottolemo
facendogli pesare la propria superiore condizione:
Ermione
infatti, in quanto figlia del re di Sparta, ha già accennato con ironia al modesto regno isolano di
Peleo
e di
Neottolemo
.
Prima di uscire di scena,
Ermione
minaccia ancora di morte
Andromaca
la quale, dal canto suo, rifiuta di allontanarsi dall'altare di
Tetide
per non rinunciare alla protezione offerta dalla sacralità del luogo.
Dopo un breve intervento del Coro si apre il secondo episodio con il sopraggiungere di
Menelao
. Questi reca con se il piccolo
Molosso
, il figlio di
Andromaca
, che è riuscito a catturare ed impone ad
Andromaca
di scegliere fra la propria morte e quella del figlio. Di fronte a questo ricatto,
Andromaca
è costretta a cedere ed accetta di sacrificarsi ma
Menelao
l'ha ingannata e dichiara di volerla uccidere insieme al bambino.
L'episodio si conclude con un'invettiva da parte di
Andromaca
contro gli Spartani nella quale si sono voluti vedere riferimenti all'attualità politica dell'epoca di
Euripide
.
Mentre
Menelao
continua a mostrarsi irremovibile nonostante la commovente supplica del piccolo
Molosso
, sopraggiunge
Peleo
.
Implorato da
Andromaca
il vecchio re ordina l'immediata liberazione dei due prigionieri,
Menelao
gli si oppone minacciosamente.
L'invettiva di
Peleo
nei riguardi di
Menelao
è molto aspra: "E saresti un uomo tu?" si chiede
Peleo
accusando lo spartano di aver provocato la guerra a causa di una donna depravata che sarebbe stato giusto ripudiare.
Per colpa di
Elena
e di
Menelao
tanti sono morti fra cui
Achille
, figlio dello stesso
Peleo
, e dopo tanto dolore e tanto disonore
Menelao
pretende di comandare in casa d'altri? Con grande disprezzo
Peleo
ordina a
Menelao
e ad
Ermione
di andare via dall'isola.
Sopraffatto dalle violente accuse di
Peleo
,
Menelao
cerca di difendere il proprio operato e di giustificare
Elena
, colpita dal volere degli dei, tuttavia
Peleo
, quasi ignorandolo, prende a slegare le mani di
Andromaca
e a
Menelao
non resta che andarsene, sia pur promettendo di tornare a Ftia quando potrà discutere con
Neottolemo
.
I ringraziamenti di
Andromaca
e le lodi di
Peleo
intonate dal Coro chiudono il terzo episodio e la prima parte della tragedia.
Nella seconda parte la situazione è molto cambiata: ora
Menelao
è partito ed
Andromaca
è salva,
Ermione
è disperata, teme la punizione di
Neottolemo
e, per il terrore, medita di suicidarsi.
A raccontarlo è la nutrice di
Ermione
dialogando con il Coro prima e con la stessa
Ermione
(rientrata in scena disperata) subito dopo.
Quando a questo punto entra in scena
Oreste
che, passando da Ftia, vuole salutare la cugina
Ermione
, la giovane vede in lui un insperato salvatore.
Dopo avergli brevemente raccontato l'accaduto,
Ermione
implora
Oreste
di portarla via da Ftia.
Oreste
svela di non essere all'oscuro della situazione ed accetta volentieri di prendere con se la cugina che, per altro, era stata sua promessa sposa prima che
Menelao
, mutando la propria decisione, la concedesse a
Neottolemo
.
Per vendetta, infatti,
Oreste
ha già organizzato l'uccisione di
Neottolemo
come si vedrà più avanti.
Di questi propositi di
Oreste
il Coro informa
Peleo
ma ormai è tardi,
Oreste
ed
Ermione
sono già fuggiti e sopraggiunge un messaggero ad annunciare la morte del figlio di
Achille
.
Neottolemo
si era recato al santuario di
Delfi
per espiare l'atto di orgoglio compiuto quando aveva chiesto ad
Apollo
ragione della morte di suo padre.
Astutamente
Oreste
aveva sparso nell'isola la voce che
Neottolemo
ed il suo seguito volessero depredare il santuario, cosicché quando nel tempio aveva aggredito il suo rivale, i presenti anziché ostacolarlo l'avevano aiutato e
Neottolemo
, nonostante la sua strenua difesa, era stato ucciso.
Peleo
ed il Coro, udito il racconto del messaggero, danno sfogo alla disperazione ma appare
Tetide
che annuncia a
Peleo
che, una volta sepolto il corpo del nipote, egli stesso sarà divinizzato.
Quanto ad
Andromaca
la dea ordina che sia inviata nella terra dei Molossi, dove sposerà
Eleno
e dove suo figlio otterrà il regno per se e per la sua discendenza.