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Curia



La suddivisione in curie della popolazione era un'antica istituzione risalente probabilmente ad epoca preromana.
Secondo la tradizione già Romolo considerava i Romani divisi in tre tribù ciascuna delle quali era a sua volta suddivisa in dieci curie.
La suddivisione aveva scopi militari (infatti ogni curia doveva conferire cento fanti, dieci cavalieri), funzioni amministrative legate al censimento e funzioni politiche legate alle votazioni.
L'assemblea delle curie (comitia curiata) in epoca regia era l'unica istituzione che condividesse con il rex alcune funzioni politiche e decisionali. Veniva convocata in giorni fissi ma anche per esigenze occasionali e aveva inizialmente un'ampia area di competenze. Ovviamente però - come spiega Mommsen - la partecipazione era spesso solo formale in quanto potevano parlare solo coloro ai quali il re avesse ceduto la parola e le formule rituali riconfermavano di volta in volta l'autorità del re sull'assemblea. La vera funzione dell'assemblea era esercitata nel caso in cui si rendesse necessaria una nuova legge o la riforma di una legge esistente. In tal caso la cittadinanza veniva interpellata perchè esprimesse la propria opinione sulla nuova norma e quindi, dopo dibattiti e trattative, si arrivava a concepire la legge come patto concluso fra i vari poteri dello stato.
L'assemblea delle curie perse ogni importanza con l'istituzione dei comizi centuriati alla fine dell'epoca regia, evento che la tradizione collega alle riforme di Servio Tullio.
Sappiamo che ciascuna delle antiche curie aveva un nome derivato da zone della città o dalle gentes, tuttavia ce ne sono giunti soltanto alcuni: Titia, Veliensis, Forensis, Velitia, Tifata, Rapta, Saucia.
Il termine curia, che aveva la sua origine in co-viria ad indicare una riunione di uomini, assunse anche il significato di luogo di riunione, quindi gli edifici dove si svolgevano le assemblee vennero detti a loro volta curie. La Curia Hostilia era tradizionalmente attribuita al re Tullo Ostilio ed era la casa delle assemblee sul Palatino in età regia nonché il luogo dove i sacerdoti Salii (Curia Saliorum) custodivano lo scudo ancile, uno scudo che sarebbe piovuto dal cielo durante il regno di Numa Pompilio. Ricostruita da Silla nell'80 a.C. circa prese il nome di Curia Cornelia, quindi quello di Curia Julia quando Giulio Cesare la volle riedificare nell'attuale posizione nel Foro Romano, come racconta Dione Cassio.
Curia Pompeia era invece il nome dell'edificio costruito da Pompeo Magno, probabilmente identificabile con un edificio in tufo i cui resti si trovano nell'Area Sacra dell'Argentina, sulla cui entrata venne ucciso Giulio Cesare.


Riferimenti letteratura:
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Cicerone - La Repubblica
  • Ovidio - Fasti
  • Livio - Storia di Roma
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Dione Cassio - Storia romana
  • Plutarco - Teseo e Romolo
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica



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