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Eros
Alphonse Legros, Cupido e Psiche
Londa, Tate Britain
(Google Art Project: Home)
Public domain
via Wikimedia Commons
Nella
Teogonia
di
Esiodo
, Eros è divinità primordiale e nasce subito dopo
Caos
e
Gaia
.
Ben lontana dal dio dell'amore come sarà immaginato successivamente, questa divinità arcaica rappresenta un'energia incontenibile e primitiva, elemento fondamentale del creato.
Mentre le prime generazioni avvengono senza il suo intervento (
Erebo
,
Etere
,
Urano
,
Gaia
ecc.) la sua azioni ha inizio con l'unione di
Urano
e
Gaia
dalla quale nascono i
Titani
.
Urano
racchiude i figli nelle profondità della terra finché
Crono
non lo evira, dal suo sangue nascono le
Erinni
ed i
Giganti
mentre dal suo membro reciso caduto in mare prende vita
Afrodite
alla quale Eros e
Desiderio
si uniscono in corteo.
Successivamente tutte le altre divinità nasceranno con l'aiuto di
Afrodite
e di Eros, tranne
Efesto
,
Atena
e poche altre.
Condividevano la visione di
Esiodo
di un Eros come principio necessario alla procreazione era condivisa da
Ferecide
,
Parmenide
ed
Empedocle
.
Nella teologia orfica Eros veniva identificato con
Dioniso
Zagreo, il figlio di
Zeus
e
Persefone
divorato bambino dai
Titani
. In questi miti l'uomo nasce dalle ceneri dei
Titani
fulminati da
Zeus
e possiede sia la natura dei
Titani
sia quella di
Dioniso
, per somigliare a quest'ultimo deve purificarsi dalla componente titanica, solo in questo modo potrà interrompere il ciclo delle sue reincarnazioni.
Contrariamente ad
Esiodo
, le versioni successive presentano Eros come figlio di
Afrodite
che lo ha generato con
Zeus
, o con
Urano
(
Saffo
), o con
Efesto
(
Ibico
), o con
Ares
(
Simonide
) o con
Ermes
, ecc.
La versione che lo vuole nato da
Zeus
e da
Persefone
si è formata in età alessandrina ed ha prodotto l'immagine più diffusa di Eros, alato ed armato di arco.
Totalmente diversa la concezione presentata da
Platone
nel Simposio: figlio della miseria e dell'ingegno, Eros è un demone tormentato i cui seguaci non possono avere pace, è così per gli innamorati ma è così anche per quanti, tramite la filosofia, ricercano la verità e le conoscenza.
Figlio di
Afrodite
è, invece, l'Eros protagonista della splendida favola
Amore e Psiche
raccontata da
Lucio Apuleio
nel romanzo
Le metamorfosi
.
Qui Eros viene inviato dalla madre, invidiosa della bellezza di Psiche, a tormentare la giovane ma Psiche è così bella che il dio se ne innamora, la rapisce e la rende sua amante. I loro incontri devono però svolgersi al buio per evitare l'ira di
Afrodite
.
L'incanto ha termine quando la giovane, non resistendo al desiderio di vedere il suo amante, accende una lampada. La collera di
Afrodite
è tremenda ma i due vengono infine salvati e riuniti dall'intervento di
Zeus
.
Eros nel Simposio
I convitati propongono tre risposte alla domanda cosa sia l'amore:
- Eros è un dio, il più antico o il più giovane,
- esistono due Eros così come esistono due
Afrodite
(Urania e Pandemia),
- Eros è il solo dio in grado di riunire le due parti dell'essere umano separate da
Zeus
.
Queste interpretazioni si rifanno alla religione tradizionale mentre l'ultima, proposta da
Socrate
, è di radice orfica ed afferma che Eros non è un dio ma un demone tramita la cui mediazione l'uomo concretizza le proprie aspirazioni al bello ed al buono, nella procreazione fisica come nella creazione intellettuale.
Uno degli interlocutori, Aristofane, riferisce che l'antica natura umana comprendeva tre generi: il maschio (derivato dal sole), la femmina (derivata dalla terra) e l'androgino (derivato dalla luna). Ciascuno aveva due volti, quattro mani e due sessi posti su quella che oggi è la parte posteriore del corpo.
Ribellatisi agli dei questi esseri vennero puniti da
Zeus
che li divise in due parti. Perché non muoiano di disperazione
Zeus
lasciò che gli organi sessuali fossero trasferiti sul lato anteriore del corpo consentendo agli umani di accoppiarsi di tanto in tanto tornando temporaneamente alla primitiva unità .
In questo contesto Eros garantisce la riproduzione senza che l'unione permanente impedisca lo svilupparsi delle generazioni.
Il divenire della specie richiede dunque il sacrificio della beatitudine individuale. Gli esseri scissi sono infelici, destinati alla perenne ricerca di quanto hanno perduto, alla perenne costruzione del bene la cui mancanza tormenta e consuma loro ed impedisce al loro nume tutelare Eros di essere felice, dunque perfetto. Per questo egli non potrà essere un dio (immune dal dolore e da ogni emozione) ma sarà un demone, tramite fra l'umano ed il divino, di questo e di quello partecipe ma da entrambi diverso.
Egli è figlio della Povertà , dalla quale eredita appunto la carenza del bene e del bello, e di Espediente che gli trasmette la forza di cercarli e raggiungerli.
Così mentre la procreazione fisica perpetua l'umanità nel mondo sensibile, le creazioni dell'anima trasforma il sensibile in intellegibile. Ciò è reso possibile da Eros e dalla sua funzione demiurgica di mediatore. Dalla perfezione dell'unico corpo primordiale alla bellezza di tutti i corpi, da questa alla virtù dell'anima che crea tramite la conoscenza. In altri termini Eros consente il trapasso dalla percezione del sensibile verso la contemplazione della bellezza in se che è dell'intelletto.
Il Cupido dei
Romani
Il dio Eros, prettamente greco, fu chiamato Cupido dai
Romani
da
Cupidines
(Desiderio) o
Amor
. Non si tratta di un sincretismo come quello riscontrabile nel caso di altre divinità (per es. Cerere e Demetra o Era e Giunone), ma semplicemente dell'attribuzione di un nome latino a un dio che restava greco e che veniva trasmesso ai
Romani
sul piano culturale molto più che sul piano religioso. In altri termini l'intellettuale romano aveva letto
Platone
e aveva letto molte opere greche o ellenistiche nelle quali si parlava di Eros esaminandone caratteristiche e funzioni e ne nascevano opere artistiche come ad esempio il racconto di Amore e Psiche di Apuleio, ma l'uomo comune non venerava Cupido, non gli offriva sacrifici e non gli dedicava templi.
Riferimenti letteratura:
Inni Omerici
Esiodo - Teogonia
Apollonio Rodio - Argonautiche
Ovidio - Fasti
Ovidio - Rimedi d'amore
Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
Plutarco - Iside e Osiride
Nonno di Panopoli - Dionisiache
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