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PUBLIO OVIDIO NASONE
I RIMEDI D'AMORE
Il poeta si rivolge a
Cupido
rassicurandolo: egli è sempre stato suo seguace e non intende nuocergli, non è come
Diomede
che osò ferire
Venere
.
La sua intenzione è aiutare chi soffre per amore e continui pure il fanciullo
Cupido
a giocare con i suoi dardi incruenti, lasciando che della guerra si occupi il "patrigno"
Marte
.
Leggano dunque i giovani innamorati questa nuova opera di chi insegnò loro ad amare: chi provocò la ferita procura anche il rimedio, come avvenne ad
Achille
che dopo aver ferito
Telefo
ne curò la piaga.
Questi precetti avrebbero cambiato le sorti di
Fillide
(abbandonata da
Demofonte
), leggendoli
Didone
non si sarebbe uccisa e
Medea
avrebbe evitato la sua tragedia.
I rimedi d'amore avrebbero aiutato
Tereo
che amò la cognata
Filomela
,
Pasifae
che si congiunse con un toro e
Fedra
che voleva sedurre il figlio del marito.
Paride
non avrebbe rapito
Elena
,
Scilla
non avrebbe reciso il magico capello del padre
Niso
.
Ovidio
invoca
Apollo
in quanto nume tutelare della poesia e della medicina, quindi esorta il lettore ad affrettarsi ad apprendere i suoi insegnamenti: se
Mirra
avesse compreso in tempo a cosa andava incontro non sarebbe stata trasformata in albero, comunque anche quando il danno è fatto si può cercare rimedio, come nel caso di
Filottete
che, ferito, guarì molti anni più tardi.
Il primo precetto per chi soffre per amore sta nel bandire l'ozio. L'ozio toglie vigore allo spirito e lo rende più vulnerabile, quindi è opportuno dedicarsi al lavoro o alla guerra per lenire le delusioni del cuore.
Egisto
commise adulterio proprio perché per viltà evitò di andare in guerra.
Anche il lavoro della terra può aiutare, così come la caccia le cui fatiche possono procurare un sonno tranquillo ed initerrotto.
Un altro rimedio consiste nel viaggiare, anche se può essere doloroso allontanarsi dalla propria casa, sarà centamente d'aiuto nel superare le pene amorose. In questo caso, tuttavia, è necessario non ritornare prima di aver risolto il problema, altrimenti la sofferenza potrà aumentare.
Non sono invece da sperimentare filtri magici, incantesimi e malefici. Le loro arti misteriose, infatti, non furono d'aiuto a
Medea
e
Circe
. Non servì a
Circe
saper trasformare gli uomini in bestie, non le servì pregare: Ulisse non l'ascoltò e spiegò le sue vele lasciandola a soffrire.
Sarà utile pensare spesso ai torti subiti, ai disattesi giuramenti dell'amata. Pensarla accentuando i suoi difetti e negando i suoi pregi. Spingerla, se possibile, a far mostra dei suoi aspetti peggiori: farla cantare se stonata, farla ridere se ha brutti denti, presentarsi alla sua casa di primo mattino per vederla ancora assonnata e in disordine, per osservarla truccarsi con quegli unguenti che hanno l'odore della mensa di
Fineo
(lordata dagli escrementi delle
Arpie
).
In un inciso
Ovidio
difende i suoi versi spesso criticati e paragona i suoi detrattori a Zoilo che osò biasimare le opere di
Omero
. Del resto, afferma l'autore, il suo stile è adatto all'argomento.
Tornando ai "rimedi",
Ovidio
consiglia all'innamorato sofferente di far visita all'amata dopo essere stato con un'altra donna in modo da non mostrarsi eccessivamente appassionato, quindi di unirsi a lei nel modo più indecente per osservare i suoi vizi e i suoi difetti. Consiglia ancora di avere due amanti in modo di spartire fra loro la passione.
Minosse
tradì
Pasifae
per
Procri
, Anfiloco tradì Alfesibea con Calliroe,
Paride
tradì
Enone
con
Elena
e
Tereo
Procne
con
Filomela
: in sintesi un nuovo amore vince sempre il precedente.
Quando
Agamennone
fu costretto a rinunciare a
Criseide
pretese e ottenne che
Achille
gli cedesse Briseide e con questa si consolò della perdita di quella. Così
Ovidio
suggerisce di fare ed è pronto a dare consigli anche per trovare molte ragazze.
Non lasciar mai vedere che soffri per le pene d'amore, allontanati se piangi. Quando ne hai modo godi della compagnia della tua donna fino a fartela venire a noia. Nel tempio di
Venere Ericina
presso Porta Collina è raffigurato Amore che versa acqua del Lete sugli amanti perché dimentichino la loro passione. E proprio Amore in sogno ha suggerito a
Ovidio
un altro precetto: chi mensi ai suoi mali e ai suoi problemi facilmente metterà da parte le sofferenze del cuore.
Non rimanere da solo, cerca la compagnia, la conversazione, procurati amici sinceri. Se non fosse stata sola ad affrontare il dolore dell'abbandono
Fillide
non sarebbe morta per
Demofoonte
.
Stai lontano da colei che non ti ama più ma anche dalla madre, dalle sorelle, da chiunque conosca la vostra storia e possa farti pensare a lei, non ti lamentare, non piangere, ma evita anche la lite, se le hai fatto dei doni non rivolerli. Ricordati dei giuramenti che lei ha dimenticato e se dovrai recarti da lei non vestirti in modo da piacerle. Noi ci ostiniamo ad amare perché speriamo sempre di essere amati, per questo crediamo a tante menzogne e false lacrime.
Paragona la tua amata alle più belle e alle più dolci così che nel paragone sia perdente come come di fronte a
Paride
furono
Minerva
e
Giunone
al confronto di
Venere
. Getta nel fuoco le sue lettere come fece
Altea
con il legno fatale, distruggi il suo ritratto: per un ritratto morì
Laodamia
. Evita i luoghi dei vostri incontri, l'amore acquista forza dai ricordi e si riapre la piaga.
Altri rimedi dipendono dalle circostanze:
Fedra
e
Pasifae
, se fossero state povere, non avrebbero vissuto le loro insane passioni. Ecale e Irone (v. pag. 179) erano troppo miseri per avere amanti.
Fuggi il teatro che esibisce imitati amori, fuggi poeti come
Callimaco
,
Saffo
,
Tibullo
,
Properzio
,
Gallo
. Evita di pensarla con un altro uomo perché la gelosia accresce la sofferenza, come accadde a
Oreste
che per
Ermione
uccise
Pirro
. Anche
Menelao
si recò tranquillamente a
Creta
senza consorte ma quando seppe
Elena
rapita non riuscì più a farne a meno,
Achille
soffrì per
Briseide
ceduta ad
Agamennone
anche se questi giurò di non averla violata.
Evita i cibi afrodisiaci, evita il vino oppure ubriacati fino a non pensare più a nulla: bere con misura nella tua condizione è molto pericoloso.
L'opera è compiuta, il porto è raggiunto.