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PLUTARCO
VITE DI
LICURGO
E
NUMA
VITA DI
LICURGO
1)
Plutarco
inizia la narrazione con una premessa profondamente scettica : di
Licurgo
, della sua vita, della sua morte e delle sue attività non si può dire nulla di sicuro. Anche l'epoca della sua vicenda è controversa.
Per alcuni autori, fra cui
Aristotele
,
Licurgo
sarebbe stato contemporaneo del re degli Elei
Ifito
con il quale avrebbe istituito o riformato i giochi olimpici (776 a.C.) .
Secondo altri autori (
Eratostene di Cirene
e
Apollodoro di Atene
)
Licurgo
sarebbe vissuto prima, iniziando la sua reggenza circa un secolo prima (885 a.c.).
Timeo
ritiene che siano vissuti due personaggi di nome
Licurgo
in epoche diverse ma spesso confusi dalla tradizione.
Il primo
Licurgo
sarebbe stato contemporaneo di
Omero
, il secondo l'istitutore della prima Olimpiade.
Controversa anche la genealogia di
Licurgo
. Lo si vuole discendente da
Eracle
tramite Procle, la discendenza è più o meno distante a seconda dell'epoca in cui
Licurgo
viene collocato.
2) Fra gli antenati di
Licurgo
si ricordava
Soo
, vincitore degli Iloti e conquistatore di un grande territorio degli
Arcadi
.
Soo
era per alcuni autori padre di Emipantide, in altri è ignorato ed Emipantide è figlio di Procle. Emipantide fu il primo a fare concessioni al popolo. Più tardi si verificarono dei disordini popolari nei quali perse la vita Ennomo, padre di
Licurgo
, lasciando il regno al primogenito
Polidecte
.
3) Morto
Polidecte
il regno passò a
Licurgo
ma quando questi seppe che la moglie del fratello era incinta dichiarò che il regno spettava di diritto al nascituro, se maschio, e continuò ad esercitare il potere come tutore.
La cognata gli propose segretamente di sopprimere il nascituro e di sposarla per regnare insieme ma
Licurgo
finse di accettare la proposta convincendo la donna a portare a termine la gravidanza senza rischiare pericolosi aborti, avrebbe pensato lui ad eliminare il neonato. Salvò così la vita al nipote che immediatamente presentò al popolo come nuovo re, con il nome di Carilao.
La cosa gli procurò l'odio della cognata e dei suoi congiunti che cominciarono a calunniare
Licurgo
il quale addolorato dai sospetti che i suoi rivali andavano insinuando sul suo conto fra i cittadini, lasciò
Sparta
partendo in volontario esilio.
4)
Licurgo
si recò a
Creta
, dove studiò la costituzione legale ed invitò il poeta e letterato
Taleta di Gortina
a
Sparta
per diffondervi la proprie opere di alto contenuto civico e morale.
Dopo
Creta
Licurgo
visitò la
Ionia
ove ebbe modo di accedere ai poemi di
Omero
che trascrisse alacremente nell'intento di diffondere la conoscenza una volta tornato in patria.
Forse fu in
Egitto
dove conobbe ed approvò l'idea della separazione della casta militare dalle altre classi sociali.
Ad altri viaggi in
Libia
, Iberia e verso l'
India
riferiti da alcune sue fonti
Plutarco
attribuisce scarsa attendibilità.
5) Infine gli
Spartani
pregarono
Licurgo
di tornare in patria ed egli accettò. Ristabilitosi a
Sparta
mise mano al suo progetto di una nuova costituzione e raccolse intorno a se, fra gli ottimati, una trentina di potenti sostenitori. Giunse infine ad una sorta di pacifico colpo di stato occupando l'agorà. Prima innovazione operata da
Licurgo
fu l'istituzione di un consiglio di anziani (
Gerusia
) formato da ventotto membri. Il consiglio godeva di parità di voto verso i re ed assicurava in tal modo un governo più equilibrato garantendo un freno alle tendenze tiranniche dei re e agli eccessi demagogici verso i quali di tanto in tanto la situazione politica precipitava.
Secondo alcuni autori moderni la
gerusia
sarebbe istituzione più antica, di origine Micenea, e l'opera compiuta da
Licurgo
sarebbe stata non già la sua istituzione ma il suo radicale rinnovamento, privando i re del potere di eleggere i garanti a vita.
Licurgo
, che prima di agire aveva ottenuto dall'oracolo di
Delfi
previsioni molto incoraggianti, non destituì i re in carica, anzi convinse il debole Carilao che per paura si era rifugiato nel tempio di
Atena
, che non ci fosse nulla da temere per la sua persona e per il suo trono.
6) Basandosi sul verdetto dell'oracolo
Licurgo
volle sostenere che le sue leggi fossero ispirate dallo stesso
Apollo
. L'oracolo, definito con il termine
Retra
(risposta, o trattato, o patto) venne probabilmente trascritto e conservato negli archivi spartani. E' citato anche da
Aristotele
.
Le nuove leggi prevedevano che garanti e re presentassero le proprie proposte all'approvazione dell'assemblea popolare. Qui il popolo aveva facoltà di approvarle o di proporre emendamenti, tuttavia se la discussione o gli emendamenti tendevano a distorcere il senso della proposta il consiglio degli anziani aveva facoltà inappellabile di sciogliere l'assemblea.
Licurgo
prescrisse che le riunioni si tenessero all'aperto ritenendo contraria alla modestia e quindi alla serietà dei partecipanti la presunzione indotta dall'eleganza di pubblici edifici sfarzosi.
7) La costituzione di
Licurgo
arginò la tirannide dei re ma incrementò il potere degli oligarchi. A ciò fu posto rimedio circa centocinquanta anni più tardi dal re Teopompo che approvò l'istituzione degli efori.
Note : Nella vita di Cleomene
Plutarco
fornisce altre motivazioni dell'istituzione dell'eforato che sarebbe stato creato dai re per delegare le incombenze dell'amministrazione della giustizia quando la guerra messenica era diventata troppo impegnativa per i diarchi. In realtà è molto controversa anche la datazione del primo eforato.
8) Il secondo provvedimento di
Licurgo
fu di grande importanza politica, operò la ridistribuzione delle terre ponendo fine a grandi sperequazioni economiche fra gli spartiati. Questo provvedimento, le cui modalità variano nelle fonti, è attestato in molti autori. La sua diffusa tradizione è dovuta probabilmente alla propaganda di re come
Agide IV
e Cleomene III che al momento di operare simili spartizioni cercarono nel mitico
Licurgo
un precedente prestigioso.
9)
Licurgo
dichiarò fuori corso le monete d'oro e d'argento sostituendole con pesanti ed ingombranti monete di ferro che non avevano valore fuori della
Laconia
. Con questo fantasioso espediente riuscì ad eliminare gran parte dei lussi e dei crimini derivanti dalla sete di ricchezza. Ristagnando la circolazione di denaro tutte le attività superflue o frivole furono duramente colpite e molti di quelli che abitualmente vi si dedicavano lasciarono
Sparta
mentre gli artigiani distolti dalla produzione di oggetti voluttuari si specializzarono in quella di oggetti utili come la famosa coppa della
Laconia
.
10)
Licurgo
fu anche autore della famosa istituzione dei pasti in comune, tesa ad eliminare i lussi e le intemperanze dei banchetti. L'usanza storicamente non è da attribuirsi a
Licurgo
ma risale alle costituzioni tribali dei
Dori
. Fu elemento caratteristico della costituzione macedone, ma fu praticata anche in altre città come
Mileto
,
Creta
, Turi, Megara, ecc. La partecipazione ai pasti comuni era obbligatoria ed i trasgressori venivano puniti.
11) Ovviamente le leggi emanate da
Licurgo
gli procurarono presto l'avversità dei benestanti. Scoppiò un tumulto nel corso del quale un giovane di nome
Alcandro
colpì
Licurgo
con un bastone cavandogli un occhio. Alla vista di
Licurgo
così offeso i rivoltosi si pentirono e cessate immediatamente le ostilità consegnarono
Alcandro
a
Licurgo
.
Licurgo
non punì il suo aggressore ma si limitò a farne un suo servo. Vivendo a contatto con il legislatore,
Alcandro
imparò presto ad apprezzarne le qualità e la forza morale e divenne un uomo saggio ed avveduto.
12) Per i pasti comuni gli
Spartani
si riunivano in gruppi di circa quindici persone. Ogni membro del gruppo contribuiva con periodici conferimenti di grano, vino, formaggio, fichi e con una modesta somma per l'acquisto di altri alimenti. Era usanza conferire al banchetto comune anche le primizie dei sacrifici e parte delle prede di caccia.
Si era autorizzati a mangiare in casa solo dopo sacrifici e battute di caccia. Si facevano partecipare ai pasti in comune anche i ragazzi per abituarli alla frugalità ed alla concordia. Il clima dei pasti doveva essere il più possibile allegro e cordiale, per questo motivo si poteva essere ammessi in un gruppo solo con il parere unanime di tutti i membri . Pietanza preferita era il " brodo nero ", una zuppa a base di carne e sangue di maiale, vino e spezie.
13)
Licurgo
non dette leggi scritte, anzi proibì di darne.
Plutarco
attribuisce quindi a
Licurgo
il principio, molto radicato nella cultura greca, secondo il quale la stabilità politica e la concordia dei cittadini si basavano sull'educazione più che sull'impostazione della norma scritta. Altre disposizioni furono quelle che vietavano lo sfarzo negli arredi domestici e quella che prescriveva di non intraprendere frequenti ostilità militari contro i popoli vicini per non spingere questi ad organizzarsi e perfezionarsi nelle cose militari.
14)
Licurgo
e le donne : si occupò anche della loro educazione equiparando la loro preparazione atletica a quella maschile. Le giovani partecipavano nude alle processioni che prevedevano questo costume e motteggiavano con i ragazzi il che, secondo il legislatore serviva ad evitare la mollezza dei costumi, e le conseguenti perversioni.
Qui
Plutarco
è in aperto contrasto con
Aristotele
che aveva sostenuto come le leggi di
Licurgo
avessero ignorato le donne le quali vivevano in costume di grande dissolutezza.
Pare in effetti che i costumi familiari spartani fossero singolari : le donne godevano di grande libertà, molte delle loro incombenze erano delegate alle schiave e l'educazione dei figli dai sette anni in poi era curata dallo stato. Vedevano poco i mariti che, se non erano in guerra, erano presi da occupazioni sociali come i pasti pubblici.
15) Varie consuetudini introdotte da
Licurgo
penalizzavano il celibato. I celibi venivano privati di alcuni diritti formali (partecipare a spettacoli, atti di ossequio da parte di giovani) e venivano assoggettati a varie forme di ostracismo sociale.
Il matrimonio avveniva per ratto. Non si svolgevano erano cerimonie e la prima notte veniva consumata in maniera sbrigativa. Gli usi matrimoniali erano comunque sempre continenti (i coniugi si incontravano solo notte tempo e spesso furtivamente). Erano concessi rapporti extraconiugali non clandestini e con l'approvazione dell'altro coniuge, al fine di procreare figli con partners selezionati per salute ed aspetto.
16) I nati erano esaminati dagli anziani che dopo averne valutato la complessione fisica ne decidevano la sorte.
Se sani veniva disposto per la loro cura e veniva loro assegnato un lotto di terra, se deboli venivano subito eliminati (precipitati in una voragine). Le madri lavavano i neonati con il vino per irrobustire la tempra. Le nutrici crescevano i piccoli abituandoli alla forza ed al coraggio. A sette anni gli
Spartani
venivano presi in custodia dallo stato.
L'educazione era tipicamente militare, si insegnava appena a leggere e a scrivere. Dai dodici anni vivevano in gruppo, lavandosi solo in alcuni giorni dell'anno. Pare che la notizia sull'educazione sia più che altro di tipo tradizionale perchè da altri autori si apprende che a
Sparta
vivevano anche molti filosofi e letterati.
17) Dai dodici anni gli adolescenti avevano rapporti omoerotici con giovani più maturi. Non è certo se si trattasse di relazioni platoniche a fini educativi incentivate per sublimare la sessualità o di pratiche iniziatiche in cui i giovani dovevano sottomettersi anche sessualmente agli adulti. Per gli adolescenti la vita non era facile, divisi in gruppi erano comandati dai " Prefetti dei fanciulli o
Ireni
che dovevano servire e rispettare.
Era fatto loro obbligo di rubare cibo ed altri generi, rischiando sferzate e digiuno se venivano colti sul fatto, per abituarli al pericolo. Mangiavano poco perchè si credeva che l'abbondanza di cibo danneggiasse la crescita.
18) L' Irene proponeva ai fanciulli a lui affidati problemi e quesiti riguardanti la vita cittadina. Risposte non soddisfacenti venivano punite. Spesso l'Irene somministrava le punizioni davanti agli anziani perchè ne giudicassero l'operato.
19) Si adottava nel parlato uno stile succinto ed incisivo, lo stile laconico, appunto. Di tale stile era maestro
Licurgo
del quale
Plutarco
cita alcune sentenze.
20) Ancora sullo stile laconico, motti e sentenze.
21) La musica a
Sparta
: flauti e cori su temi militari, elogio di chi ha perduto la vita eroicamente, biasimo per chi si era comportato vilmente in battaglia.
22) In tempo di guerra ai ragazzi era concesso di adornarsi adeguatamente. Al fine dell'adolescenza si lasciavano crescere molto i capelli perchè
Licurgo
definiva la chioma "ciò che rende più affascinanti i belli e più terribili i brutti " .
Rituali bellici : schierato l'esercito il re sacrificava quindi ordinava ai flautisti di suonare il " ritmo di
Castore
" ed intonava il poema di marcia. Pare che l'accompagnamento musicale infodesse coraggio e dignità nei guerrieri spartani. Dopo la vittoria gli
Spartani
non usavano inseguire i nemici, cosa ritenuta poco nobile. Questo induceva chi ne era a conoscenza ad essere propenso più alla fuga che alla resistenza in caso di sconfitta. In battaglia il re era affiancato dai vincitori delle ultime competizioni agonistiche.
23) Disposizioni di
Licurgo
in materia militare : suddivisione dei cavalieri in squadroni di 50, secondo alcuni autori era bellicosissimo, per altri invece emanò la sua costituzione in pace.
Collaborò con
Ifito
ad organizzare le gare Olimpiche.
24) L'educazione degli
Spartani
continuava fino alla maturità, e " la città era come un accampamento " in cui tutti erano perennemente in servizio. Il disprezzo della ricchezza procurava comunque agli
Spartani
molto tempo libero, mentre il lavoro dei campi era affidato agli Iloti.
25) Fino ai trent'anni non si scendeva nell'agorà ed era ammesso occuparsi degli affari domestici ma superata quell'età era considerato disonorevole farsi vedere impegnati ed il tempo non trascorso in guerra veniva speso quasi interamente in convegni in piazza. Era apprezzato lo scherzo e si diceva che
Licurgo
volle erigere un monumento al Riso.
In generale le norme di
Licurgo
spingevano verso una forte coesione sociale e morale dei cittadini.
26) Quando moriva un membro della
gerusia
se ne eleggeva un altro fra i cittadini che avessero superato i sessanta anni . L'elezione si svolgeva in un modo singolare : alcuni giudici erano chiusi in un edificio all'esterno del quale la folla acclamava un candidato alla volta (venivano presentati in ordine casuale). I giudici prendevano nota di quale candidato (il primo, il secondo, ecc.) avesse ricevuto maggiori acclamazioni ed in questo modo ne decretavano la vittoria. Al nuovo eletto veniva tributato un corteo d'onore ed un banchetto.
27) Norme funerarie.
Licurgo
bandendo la supestizione permise che i morti fossero sepolti in città, presso i templi, venivano avvolti in una tunica purpurea e sepolti con rami di ulivo. Era ammessa l'iscrizione del nome sulla tomba solo per gli uomini morti in guerra e le donne morte di parto. Il lutto durava undici giorni, al dodicesimo si sacrificava a
Demetra
e si scioglieva il lutto.
Licurgo
limitava la possibilità degli
Spartani
di recarsi all'estero e non accettava stranieri per evitare l'entrata di nuove idee sovversive.
28) A
Sparta
vigeva la consuetudine della
kripteia
, una sorta di caccia all'uomo ai danni degli Iloti che venivano presi e sgozzati a tradimento dai giovani liberi.
Plutarco
non vuole attribuire questa ed altre barbarie perpetuate dagli
Spartani
contro i loro schiavi a
Licurgo
che egli ritiene nel complesso uomo saggio e mite.
29) Consolidata la nuova costituzione
Licurgo
fece giurare ai suoi concittadini di conservarla immutata in sua assenza e partì per
Delfi
. Consultato l'oracolo che approvò le sue leggi
Licurgo
inviò il responso in patria e si lasciò morire di fame.
Licurgo
sarebbe vissuto fino a ottantacinque anni. La sua costituzione rimase attiva e sostanzialmente immutata, secondo
Plutarco
, per cinquecento anni.
30) La costituzione di
Licurgo
fu sovvertita ai tempi di
Agide II
quando Lisandro riportando in patria ricchi bottini di guerra riaccese negli
Spartani
la cupidigia per la ricchezza.
31) Lo scopo di
Licurgo
non fu comunque, secondo
Plutarco
, quello di garantire a
Sparta
onori e potere anche se la città nei secoli arrivò a dominare la
Grecia
; ma quello di stabilire la saggezza, l'equilibrio e la semplicità.
Finalità questa teorizzata anche da
Platone
e da altri filosofi ma messa in pratica da
Licurgo
.
Quando i resti di
Licurgo
furono riportati in patria un fulmine si abbattè sulla sua tomba.
Si disse che lasciò un figlio unico, Antioro, che non ebbe figli. Secondo altre fonti
Licurgo
sarebbe morto a
Creta
ordinando di spargere le sue ceneri in mare.
VITA DI
NUMA
1) Anche la biografia di
Numa Pompilio
si apre con un'ipoteca sulla chiarezza e sull'attendibilità delle fonti.
Gli antichi registri cronologici romani, secondo
Plutarco
, erano forse andati dipersi in occasione del sacco di
Roma
ad opera dei
Galli
(
390 a.C.
) e sostituiti con falsi che compiacevano le famiglie più potenti attestandone illustri genealogie.
Anche sulla tradizione di
Numa Pompilio
discepolo di
Pitagora
,
Plutarco
avanza obiezioni di natura cronologica.
Più probabile che ci si riferisse ad un altro
Pitagora
, uno spartano, il che spiegherebbe certe analogie fra i costumi romani e quelli spartani, d'altro canto anche i
Sabini
, ai quali
Numa
apparteneva, si dicevano di origine spartana.
2)
Roma
era stata fondata da trentasette anni quando
Romolo
scomparve in una nuvola prodigiosa. Si aprì subito una discordia fra
Latini
e
Sabini
per la scelta del nuovo re. Nella circostanza il governo fu affidato a rotazione (sei ore di giorno e sei ore di notte) a ciascuno di centocinquanta
patrizi
.
Il computo dei
patrizi
non è esatto, in genere si parla di cento senatori istituiti da
Romolo
e di altri cento scelti tra i
Sabini
entrati a
Roma
con
Tito Tazio
. L'interregno, secondo gran parte degli autori, durò circa un anno.
3) Infine le due parti (Romani e
Sabini
) per trovare un re, si accordarono che ciascuna parte ne proponesse uno appartenente all'altra. I Romani scelsero per primi ed indicarono
Numa Pompilio
, la cui fama di saggezza era tale che i
Sabini
accettarono senz'altro la scelta.
Numa
non viveva a
Roma
e furono invitati messi per invitarlo ad accettare il regno.
Numa
era nato a Curi, nel giorno della fondazione di
Roma
, figlio di
Pompone
, era il più giovane di quattro fratelli. Fu educato alla filosofia ed alla ragione, condusse vita morigerata e fu estremamente pio. Aveva sposato
Tazia
, figlia unica di
Tito Tazio
, ma non si era voluto trasferire a
Roma
per rimanere accanto al padre anziano.
Tazia
era morta dopo dodici anni di matrimonio.
4) Quando fu chiamato al regno
Numa
amava vivere in campagna, frequentando boschi sacri e luoghi di devozione. In questi boschi la leggenda vuole che incontrasse la ninfa
Egeria
che si innamorò di lui e divenne sua sposa.
Plutarco
nota l'analogia di questa vicenda con molte tradizioni mitologiche e dopo svariati esempi conclude che questa unione fra l'umano ed il divino era un espediente - per altro legittimato dalla rettitudine dei fini - per attribuire alle leggi del re una relazione sovraumana.
5)
Numa Pompilio
aveva circa quarant'anni quando gli ambasciatori si recarono da lui. Non fu facile convincere un uomo tanto pacifico ad accettare il governo di una città tanto bellicosa . In un primo momento
Numa
rifiuta e congeda gli ambasciatori.
6) Familiari e concittadini spronarono
Numa
perchè accettasse il governo di
Roma
.
7) Infine
Numa Pompilio
decise di accettare e, dopo aver sacrificato agli dei, si recò a
Roma
, dove fu accolto con grande entusiasmo. A
Roma
l'elezione di
Numa
fu confermata da una votazione pubblica, quindi con gli indovini trasse auspici sul
Campidoglio
. Come primo atto sciolse la guardia del corpo istituita da
Romolo
, detta dei trecento
Celeres
(secondo
Dionigi di Alicarnasso
Numa
avrebbe invece mantenuto i
Celeres
).
Quindi istituì il
flamine quirinale
, sacerdote di
Romolo
, che andò ad aggiungersi ai
flamini
di
Giove
e di
Marte
.
8) Comincia la politica pacifista di
Numa Pompilio
che chiede aiuto agli dei per il difficile compito di governare e rendere più tranquilla una popolazione così bellicosa. Il nuovo re istituisce riti e cerimonie uniti a danze e feste. La sua propaganda non manca di episodi misteriosi, narrazione di prodigi ed apparizioni demoniache. Da questi particolari derivò forse la tradizione che voleva
Numa
discepolo di
Pitagora
.
In effetti, nota
Plutarco
, alcuni aspetti della politica di
Numa Pompilio
ben si accordano con la filosofia di
Pitagora
: la cultura misterica, il divieto di erigere statue agli dei, considerati incorporei e quindi non rappresentabili, i sacrifici incruenti.
Plutarco
rammenta anche alcuni indizi di fatto citati dalle sue fonti sui rapporti fra
Numa
e
Pitagora
, come il nome di un figlio di
Numa
che fu chiamato Memerco come il figlio del filosofo, o la notizia della cittadinanza onoraria attribuita dai romani a
Pitagora
(da una fonte del IV secolo a.C.).
9) A
Numa Pompilio
si attribuisce anche l'istituzione dei
Pontefici
, di cui sarebbe stato il primo.
Sull'etimologia del termine
Pontefice
Plutarco
riporta tre ipotesi, la prima legata alla potenza degli dei di cui erano sacerdoti (Pontetifices), oppure, con la stessa radice, si riferisce al potere di compiere i sacri riti. Infine la terza ipotesi deriverebbe dai ponti presso i quali essi sacrificavano e dei quali erano sovrintendenti, ma
Plutarco
definisce "ridicola" questa ipotesi. Funzione del
Pontefice
era di sovrintendere al culto pubblico e di curare l'ortodossia di quello privato. Controllava inoltre la condotta delle
Vestali
. Anche la consacrazione delle
Vestali
è tradizionalmente attribuita a
Numa Pompilio
.
Le
Vestali
, come è noto, avevano il compito di custodire il fuoco perpetuo nel
tempio di Vesta
ed erano legate al voto di verginità. Diversamente da quanto avveniva in
Grecia
, nota
Plutarco
, dove nei santuari i fuochi perpetui erano affidati alle vedove.
10) Le prime
Vestali
consacrate da
Numa Pompilio
erano Gegaria, Verenia, Canuleia e Tarpea, più tardi
Servio Tullio
portò il loro numero a sei . Venivano scelte giovanissime ed il loro ufficio durava trenta anni. Nei primi dieci, da novizie, imparavano a svolgere le loro funzioni, nei dieci successivi le svolgevano e negli ultimi dieci insegnavano alle novizie.
Le
Vestali
godevano di grandi onori e di particolari prerogative di solito negate alle donne o concesse soltanto alle madri di tre figli, come la possibilità di fare testamento mentre il padre era in vita e quella di compiere atti legali senza tutori. Per contro le loro mancanze erano severamente punite dal
Pontefice Massimo
. Colpa suprema per una
vestale
era considerata la perdita della verginità: chi se ne macchiava era sepolta viva presso Porta Collina al termine di una cerimonia lugubre alla quale la folla assisteva in assoluto silenzio.
11) Si attribisce a
Numa Pompilio
anche la costruzione del
tempio circolare di Vesta
. Secondo
Plutarco
la forma circolare voleva rievocare quella dell'universo, ritenuto sferico dai Pitagorici, e non quella della terra come di solito in altri autori.
12)
Numa Pompilio
istituì il culto degli dei inferi incaricando i
Pontefici Massimi
di istruire il popolo sui riti della sepoltura. Fissò il limite massimo di dieci mesi per il lutto e per la vedovanza delle donne.
Fra le molte istituzioni religiose attribuite a re
Numa Pompilio,
Plutarco
ricorda ancora quella dei
Feziali
e quella dei
Salii
.
I
Feziali
erano dei magistrati - sacerdoti (in realtà di origine italica) la cui funzione era quella di trattare con i popoli vicini per evitare la guerra, nonchè di aprire le ostilità quando vedevano falliti i propri tentativi di conciliazione. Si credeva che una guerra iniziata senza il consenso dei
Feziali
o contro la loro volontà sarebbe stata nefasta ed ingiusta.
Plutarco
cita ad esempio un episodio posteriore, quello dello scontro con i
Galli
del
390 a.C.
culminato con il sacco di
Roma
. Responsabile dello scoppio della guerra sarebbe stato
Quinto Fabio Ambusto
che invitato a trattare con i barbari che assediavano
Chiusi
ne avrebbe sfidato i capi a duello di propria iniziativa.
13) I
Salii
furono istituiti da
Numa Pompilio
nell'ottavo anno del suo regno, dopo la pestilenza che si concluse con la prodigiosa apparizione dello
scudo ancile
. Caduto dal cielo direttamente nelle mani di
Numa
lo scudo, così disse il re di aver appreso da
Egeria
, doveva essere replicato in undici copie perfette per confondere un eventuale ladro.
Quelle copie furono fatte dall'abilissimo artefice Mamurio che fu commemorato con un canto rituale (vedi
Ovidio - Fasti
) e la pestilenza cessò.
Numa Pompilio
istituì i
Salii
che ballavano per la città, imbracciando gli scudi, una danza fatta di salti (da cui il nome).
14)
Numa
edificò la propria reggia presso il
tempio di Vesta
. Vi trascorreva molto tempo istruendo i sacerdoti e meditando. Faceva precedere i cortei dei sacerdoti da
littori
che intimavano il silenzio ed il raccoglimento, convinto della necessità che il culto non venisse osservato in modo superficiale.
Plutarco
cita altre analogie fra le prescrizioni di
Numa Pompilio
e quelle di
Pitagora
, come il divieto di attizzare il fuoco con la spada e quello di voltarsi indietro partendo per un viaggio, la regola di sacrificare ai celesti un numero dispari ed agli dei degli inferi un numero pari. Di queste ed altre regole dettate da
Numa
taceva la ragione : così del libare con il vino di viti tagliate o di compiere in giro su se stessi e sedere dopo i sacrifici.
15) Molte leggende nacquero intorno alla figura di
Numa Pompilio
, alla sua religiosità ed ai suoi misteriosi poteri. Fra le altre
Plutarco
ricorda quella narrata anche da
Ovidio
nei
Fasti
, secondo la quale
Numa
riuscì a catturare
Pico
e
Fauno
ed a farsi da loro indicare il modo di evocare
Giove
in persona. Nel colloquio con
Giove
l'acume di
Numa
riuscì a propiziargli il favore del Dio.
16) Secondo la tradizione
Numa
fu il primo ad edificare un tempio alla Fede e a Termine. Definì i confini territoriali di
Roma
che
Romolo
aveva preferito lasciare imprecisati per non evidenziare alcuni soprusi compiuti ai danni dei vicini. Suddivise il contado romano in
pagi
e spronò i cittadini verso l'agricoltura.
17) Cercò di risolvere la distinzione e gli antagonismi fra i due ceppi della popolazione (romano e sabino) "rimescolandoli" in una nuova classificazione basata sull'attività professionale. creò così diverse corporazioni dotandole ognuna di un'assemblea, di una propria attività collegiale e di specifici aspetti rituali.
Gli storici moderni tendono a considerare l'istituzione delle corporazioni come una vicenda più tarda (quinto secolo a.c.), tuttavia l'importanza religiosa che le corporazioni assunsero portò gli autori latini ad attribuirla a
Numa Pompilio
, riformatore religioso per eccellenza.
18) A
Numa
si attribuiva anche una riforma del calendario. Fissò a dodici il numero dei mesi con un mese intercalare di ventidue giorni ogni due anni. L'attribuzione di queste riforme a
Numa
era comunque molto controversa, il passo non è affatto chiaro.
19) Divagazioni di
Plutarco
sui nomi e l'ordine dei mesi, in genere coerenti con i
Fasti di Ovidio
.
Numa
antepose Gennaio e Febbraio a Marzo, secondo
Plutarco
perchè tendeva sempre a dar maggior rilievo ai valori civili e religiosi piuttosto che a quelli militari. Gennaio era infatti dedicato a
Giano
, una divinità pacifica ed il nome di Febbraio significa in sostanza " purificatorio ".
20) Dedicato a
Giano
esisteva a
Roma
il famoso tempio delle "porte della guerra " che veniva chiuso solo in tempo di pace. Le porte, dopo
Numa Pompilio
, furono chiuse solo due volte, nel
235 a.C.
durante il consolato di
Atilio Bulbo
e di
Tito Manlio Torquato
e durante l'impero di
Augusto
.
Sotto
Numa Pompilio
invece le porte di
Giano
rimasero chiuse ininterrotamente per tuttti i quarantatre anni del suo regno.
Plutarco
da un'immagine idilliaca del pacifico governo di
Numa Pompilio
, ispiratore di serenità ed amicizia anche nei confronti degli altri popoli italici.
21) Le fonti di
Plutarco
sono discordi sulla prole di
Numa Pompilio
. Per alcuni ebbe solo la figlia
Pompilia
, per altri ebbe anche quattro figli maschi : Pompone, Pino, Calpo e Memerco ai quali facevano risalire la propria origine rispettivamente le casate dei Pomponi, dei
Pinari
, dei
Calpurni
e dei Marci.
Secondo alcuni
Numa Pompilio
sposò solo
Tazia
, mentre altri parlano di una seconda moglie di nome Lucrezia. La figlia
Pompilia
sposò il sabino
Marcio
che fu senatore e che dopo la morte di
Numa
si candidò alla successione. Sconfitto da
Tullo Ostilio
si lasciò morire di fame. Da
Pompilia
e
Marcio
nacque
Anco Marcio
che divenne re dopo
Tullo Ostilio
.
Numa Pompilio
morì di malattia lunga ma non dolorosa a poco più di ottant'anni.
22) Le esequie di
Numa Pompilio
furono solenni e videro grande partecipazione dei romani e di tutti gli
Italici
. Come egli stesso aveva disposto il vecchio re fu sepolto in un'arca di pietra ai piedi del
Gianicolo
, in un'altra arca furono sepolti i suoi scritti.
Il contenuto dei libri, opere religiose e filosofiche, era stato tramandato direttamente da
Numa Pompilio
ai sacerdoti, ed è questa un'altra analogia fra
Numa
e la scuola dei pitagorici.
Sotto il consolato di
Publio Cornelio Cetego
e
Marco Bebio Tamfilo
(
181 a.C.
) dopo cinque secoli (erroneamente
Plutarco
dice dopo quattrocento anni) un'alluvione riportò alla luce le arche. Quella che aveva accolto il corpo di
Numa
fu trovata completamente vuota mentre nell'altra furono rinvenuti degli scritti. Il
Senato
ritenendo sacrilego divulgare quei testi che il re aveva voluto seppellire, li fece bruciare.
Il successore di
Numa Pompilio
,
Tullo Ostilio
, stravolse i suoi ordinamenti riportando i romani alla belligeranza. La sua fine (colpito da un fulmine) ed il destino dei re successivi che morirono tutti di morte violenta salvo
Tarquinio il Superbo
che finì i suoi giorni in esilio, contribuirono a formare la leggenda di
Numa Pompilio
.
Confronto fra
Licurgo
e
Numa Pompilio
.
1)
Numa Pompilio
accettò un regno che non aveva fatto nulla per ottenere mentre
Licurgo
rinunciò spontaneamente, per rettitudine, ad un regno che di fatto aveva già ottenuto.
Numa
lavorò per portare i cittadini romani, tanto bellicosi, sulla via della pace,
Licurgo
invece dovette combattere la diffusione dei lussi e degli eccessi. Il primo fece della religione il primo dei valori, il secondo pose al primo posto l'attività militare.
2) Entrambi guidarono
i loro popoli verso la frugalità e la temperanza
, entrambi per eliminare gli eccessi e colmare le carenze
apportarono grandi cambiamenti nella vita dei loro concittadini
.
Licurgo
proibì ai cittadini liberi di occuparsi di lavori ed affari materiali destinandoli esclusivamente alla pratica della guerra, così a modo suo tentò di arginare cupidigia e speculazione, mentre
Numa Pompilio
non si occupò affatto di questi aspetti.
3) In materia di costumi e moralità
Licurgo
fu molto liberale e al fine di selezionare e migliorare la razza rese lecita ogni frequentazione extraconiugale, al contrario
Numa
impose il massimo pudore.
4)
Licurgo
faceva sposare le donne quando erano già mature e pronte a sostenere numerosi parti mentre le romane venivano maritate giovanissime per favorire il loro adattamento alla convivenza con il marito.
Contrariamente a
Licurgo
,
Numa Pompilio
non emanò disposizioni sull'educazione dei giovani e questo secondo
Plutarco
fu un errore, infatti l'ordinamento spartano sopravvisse per secoli al suo ideatore mentre quello di
Numa
fu stravolto dalle generazioni successive.
Il maggior merito di
Numa
è comunque secondo l'autore nell'aver saputo regnare "senza aver bisogno di armi ne di violenza".