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GAIO GIULIO SOLINO
RACCOLTA DELLE COSE MEMORABILI
Collectanea Rerum Memorabilium
(Sintesi parziale)
Proemio
L'autore dichiara di voler presentare la propria opera sotto forma di compendio perché non risulti tediosa e di voler dedicare maggiore attenzione alle cose poco note.
La materia è organizzata per regioni geografiche e comprende notizie di argomento etnico, zoologico e, in minor misura, botanico.
Capitolo I - Delle origini della città di
Roma
Secondo alcuni l'origine del nome di
Roma
risaliva al tempo di
Evandro
e si riferiva alla parola Romin che per gli
Arcadi
significava rocca, castello.
Secondo altri derivava da
Rome
, la troiana che bruciò le navi giunte al
Tevere
per costringere i compagni a porre fine al viaggio, o da un'altra
Rome
nipote di
Enea
.
Si dice che
Roma
avesse anche un nome segreto che era proibito rivelare: lo fece
Valerio Sorano
e fu ucciso per questo.
Fra le più antiche divinità dei
Romani
era Angerona festeggiata il 21 dicembre e sempre rappresentata nell'atto di imporre il silenzio con un dito sulle labbra.
Si ricordavano vari episodi avvenuti nel sito di
Roma
prima della fondazione come la vittoria di
Ercole
su
Caco
per la quale l'eroe aveva innalzato un altare a
Giove
.
Megale Frigio fu ambasciatore per il re
Marsia
presso l'etrusco Tarconte che gli donò
Caco
come schiavo, ma
Caco
fuggì e tentò di occupare territori degli
Arcadi
, venne quindi ucciso da
Ercole
che si trovava casualmente in quei luoghi. Quanto a Megale si stabilì presso i
Sabini
ed insegnò loro le arti divinatorie.
Quando
Ercole
seppe da
Nicostrata
madre di
Evandro
detta
Carmenta
che sarebbe divenuto un dio eresse un altare alla propria divinità ed istituì sacrifici rituali di buoi nel luogo che sarebbe diventato il
Foro Boario
. I suoi compagni costruirono l'edificio destinato a divenire l'
Erario di Saturno
.
Carmenta
viveva ai piedi del
Campidoglio
e da lei prese il nome la
Porta Carmentale
.
Sono varie le ipotesi anche sull'origine del nome
Palatino
, forse da Pale dea dei pastori o da una donna di nome Pallanta amata da
Ercole
su quel colle.
Come afferma Varrone
Roma
fu fondata da
Romolo
figlio di
Marte
e di
Rea Silvia
.
Inizialmente fu detta
Roma
Quadrata
per la forma del terreno scelto fra il "cortile di
Apollo
" e la
Scala di Caco
", dove si trovava la capanna di
Faustolo
nella quale
Romolo
trascorse l'infanzia.
A diciotto anni
Romolo
fondò la città: era il 21 aprile, giorno che fu ricordato con le feste
Parilia
durante le quali era proibito uccidere animali.
Romolo
regnò trentasette anni. Il suo primo trionfo fu su Acrone re di Cenina e in quell'occasione offrì per la prima volta le
spoglie opime
. Trionfò inoltre su
Antemnati
e
Veienti
.
Scomparve il 7 luglio presso la
Palude della Capra
.
Tazio
(collega di
Romolo
nel regno per qualche tempo) abitò dove in seguito sorse il tempio di Giunone Moneta. Fu ucciso dai Laurenti nel quinto anno di regno.
Numa
regnò quarantatre anni, abitò sul
Quirinale
e fu sepolto ai piedi del
Gianicolo
.
Tullo Ostilio
regnò ventiquattro anni, abitò sulla
Velia
dove poi sorse il tempio dei
Penati
.
Tarquinio Prisco
regnò trentasette anni e dimorò presso la
Porta Mugonia
.
Servio Tullio
regnò quarantadue anni ed abitò nelle
Esquilie
.
Anche
Tarquinio il Superbo
abitò nelle
Esquilie
e regnò venticinque anni.
Valutate le indicazioni non sempre concordanti di
Cincio Alimento
,
Fabio Pittore
, Cornelio Nepote, Lutazio Catulo, Eratostene, Apollodoro e Cicerone,
Solino
sostiene che
Roma
fu fondata nel primo anno della settima olimpiade, 433 anni dopo la caduta di Troia, ed argomenta l'affermazione con varie osservazioni basate sui
fasti consolari
e sul computo delle Olimpiadi.
Partendo da questo punto fermo, l'autore indica altre date: la monarchia durò 241 anni, il Decemvirato fu istituito 302 anni dopo la fondazione, la prima guerra punica ebbe inizio nell'anno 489 di
Roma
, la seconda nel 535, la terza nel 604, la guerra sociale nel 662; Irzio e Pansa furono consoli nell'anno 710 di
Roma
, alla loro morte
Augusto
ottenne il suo primo consolato.
Capitolo II - Della divisione dell'anno
Inizialmente i
Romani
avevano anni di dieci mesi di trenta giorni ciascuno che iniziavano da Marzo.
A Marzo si rinnovava il fuoco di
Vesta
, il senato ed il popolo si riunivano e (in quell'epoca) si festeggiavano i Saturnali durante i quali i padroni servivano gli schiavi. (La festa fu successivamente spostata a dicembre).
Questo computo, che risaliva a
Numa Pompilio
, non trovava corrispondenza con i cicli lunari, si passò quindi ad un anno di 355 giorni e finalmente all'anno di 365 giorni.
Furono aggiunti il mese di Gennaio, consacrato agli dei superi, e di Febbraio, dedicato agli dei inferi.
Si era consapevoli della necessità di un giorno intercalare la ma sua ricorrenza fu lasciata all'arbitrio dei sacerdoti fino alla riforma di
Giulio Cesare
poi perfezionata da
Augusto
.
Seguono dei cenni sulla vita di
Augusto
e sulle sue vicissitudini: in gioventù aspirava alla carica di Maestro della Cavalleria ma gli fu anteposto Lepido, fu poi molestato da
Marco Antonio
, dalla battaglia di
Filippi
e da problemi di salute. Vengono ricordati gli scandali della figlia e della nipote ed altri dispiaceri.
Durante il suo regno si verificò una carestia preannunciata dal prodigio di un parto quadrigemino.
Poiché i parti multigemellari e le donne particolarmente feconde fanno parte delle "cose meravigliose",
Solino
dedica il capitolo successivo alla generazione dell'uomo.
Capitolo III - Dell'uomo
Fra tutti gli animali solo la donna ha il mestruo che viene considerato cosa mostruosa perché al suo contatto le biade non danno più frutto, il mosto si fa aceto, il ferro arruginisce e così via. Addirittura lo sguardo della donna con le mestruazioni macchia gli specchi !.
La fertilità delle donne varia: alcune sono sterili, altre molto prolifiche. Superati i cinquanta anni nessuna donna può più partorire. Per contro si conoscono casi di uomini ottuagenari che ebbero figli come
Massinissa
e
Catone il Censore
.
Una donna può concepire due figli con due diversi rapporti ed una sola gestazione me fra le due nascite trascorrerà tanto tempo quanto ne è trascorso fra i due amplessi, fu il caso di
Ercole
e
Ificlo
.
Ificlo
fu padre di
Iolao
che si stabilì in
Sardegna
e, risolte le discordie delle popolazioni locali, regnò su di loro e fondò Olbia.
Un consiglio alle donne che desiderano figli: evitare di starnutire dopo l'unione sessuale perché lo sforzo potrebbe espellere il seme maschile.
Mal di testa, nausea e problemi alla vista sono i primi sintomi della gravidanza.
Il feto si forma a partire dal cuore, seguono le ossa. I maschi cominciano a muoversi dopo il quarantesimo giorno, le femmine dopo il novantunesimo.
Le donne incinte di una femmina sono più pallide e deboli ed il loro parto avviene più tardi.
Nascere con i piedi in avanti era considerato contro natura, coloro che nascevano così venivano chiamati Agrippa e la loro vita era breve ed infelice. Anche il famoso Marco Agrippa ebbe i suoi problemi: soffrì per un'infermità ai piedi e per le infedeltà della moglie.
Sono infelici le donne che nascono con la "natura congiunta", come accadde a Cornelia madre dei Gracchi.
Quando uno di due gemelli nasce in anticipo l'altro viene chiamato Vopisco.
Gaio Papirio Carbone e Marco Curio Dentato nacquero con i denti, un figlio di Prusia re di Bitinia aveva un unico osso continuo al posto dei denti.
I maschi hanno più denti delle donne. Se i canini di destra nascono prima di quelli di sinistra recano buona fortuna.
Nessun neonato sorride prima dei quaranta giorni. Si dice che fece eccezione Zoroastro che nacque ridendo, mentre Crasso non rise mai nella sua vita.
Si dice che
Socrate
non cambiasse mai espressione di fronte a quanti lo attaccavano. Eraclito e Diogene non persero mai la forza d'animo davanti alle avversità della vita.
Altri esempi di cose meravigliose: il poeta Pomponio non ruttava,
Antonia
di
Druso
non sputava mai; nascere con le ossa consolidate (senza midollo) evita di sudare e di avere sete.
Secondo Varrone la forza fisica dipendeva dalla densità dei nervi. Noto esempio di forza fisica era l'atleta Milone che uccise un toro con un pugno e morì senza mai essere stato sconfitto.
Capitolo IV - Della somiglianza e delle misure del corpo umano
In genere la somiglianza consiste in caratteri fisici tramandati in linea ereditaria, ma vi sono esempi di somiglianza fra persone che non sono parenti.
Laodice, moglie di Antioco re di Siria, sfruttò la straordinaria somiglianza di un suddito con il re per tenere nascosta la morte del marito finché non fu scelto un successore di suo gradimento.
Anche famosi
Romani
come
Pompeo
, l'oratore Lucio Planco, Marco Messalla Censorio ebbero un sosia.
Marco Antonio
comperò due fanciulli credendoli gemelli per poi scoprire che uno era nato in Gallia e l'altro in Asia.
Altri fenomeni: vissero sotto
Augusto
due
Romani
alti più di dieci piedi, sotto Claudio un arabo che superava i nove piedi.
Si credeva che gli antichi fossero più alti. Il ritrovamento a
Tegea
dello ossa di Oreste dimostrò la sua altezza smisurata.
La distanza fra la punta delle dita tenendo le braccia aperte e tese è pari all'altezza. La mano destra è più abile, la sinistra più forte.
Capitolo V - Della velocità, della vista, della forza di alcuni
Romani
e dell'eccellenza di
Cesare
Un certo Lada è il più antico corridore conosciuto, così veloce che non lasciava orme nella polvere correndoci sopra.
Polimestore di Mileto vinse nella 46ma Olimpiade, ve lo aveva accompagnato un mandriano che lo aveva visto inseguire una lepre.
Filippide corse da Atene a Lacedemone: 248 stadi.
Dei corrieri di
Alessandro Magno
coprirono in un giorno oltre milleduecento stadi.
Varrone racconta di un uomo dalla vista tanto acuta da vedere da Lilbeo in
Sicilia
le navi uscire dal porto di Cartagine.
Altri fenomeni riguardanti la vista fra i quali le formiche che Callicrate scolpì in avorio a grandezza naturale.
Campione di forza fu Lucio Sicinio Dentato, tribuno sotto il consolato di Spurio Tarpeo e Aulo Termo, che riportò trentaquattro spoglie ed ottenne innumerevoli premi.
Manio Sergio antenato di
Catilina
perse una mano in combattimento e la sostituì con una di ferro e continuò a combattere contro
Annibale
. Fatto prigioniero fuggì dopo venti mesi. Fu l'unico a ricevere un premio per il comportamento durante la battaglia di
Canne
.
Ma il più valoroso fu
Giulio Cesare
, combattè in cinquanta battaglie nelle quali caddero quasi due milioni di nemici. Era inoltre velocissimo nel leggere e nello scrivere ed in grado di dettare quattro lettere contemporaneamente.
Capitolo VI - Delle memorie straordinarie, della voce, della pietà, della pudicizia e della beatitudine
Ciro ricordava a memoria il nome dei suoi numerosissimi soldati, Mitridate re del Ponto comprendeva le ventidue lingue dei suoi sudditi.
La memoria si sviluppa con l'esercizio e si può perdere facilmente per incidente o infermità.
La paura può far perdere la memoria o la voce e può farle ritrovare, come accadde ad Ati figlio di Creso che, muto dalla nascita, ritrovò la parola quando Ciro stava per uccidere il padre.
Esempi di rettitudine furono
Catone il Censore
,
Scipione Emiliano
e
Scipione Nasica
.
L'eloquenza non è ereditaria. Fecero eccezione i Curioni, oratori per tre generazioni successive.
Lo spartano Lisandro assediava Atene dove giaceva il corpo insepolto di Sofocle e fu persuaso a sospendere le ostilità e permettere le esequie da
Libero
che gli appariva continuamente in sogno per ordinarglielo.
Il poeta
Simonide
fu salvato dal crollo di un edificio da Castore e Polluce che comparendo improvvisamente gli ordinarono di uscire.
Quando
Pompeo Magno
faceva visita al sapiente
Posidonio
vietava ai vettori di bussare ed aspettava umilmente fuori la porta.
Scipione Africano
volle il proprio sepolcro ornato con la statua di Ennio.
Catone Uticense ospitava volentieri i filosofi greci mentre il suo antenato
Catone il Censore
ne diffidava.
Dionisio di Siracusa
ricevette Platone con grandissimi onori.
Un famoso caso di pietà fu quello della giovane plebea che fu vista nutrire con il proprio latte il padre prigioniero e condannato a morte: l'episodio fu commemorato con la costruzione di un piccolo tempio dedicato alla pietà.
Esempi di pudicizia furono quello di
Claudia
spontaneamente seguita dalla nave che portava oggetti sacri dalla Frigia e quello di Sulpitia, moglie di Marco Fulvio Flacco, che fu eletta da cento matrone per dedicare un tempio a Venere.
Non si conosce un uomo che fu veramente felice.
Cornelio Silla
lo fu forse solo di nome.
Capitolo VII - Dell'
Italia
Elogio dell'
Italia
, del suo paesaggio e delle sue antiche città.
Fedele al suo intento,
Solino
evita una descrizione dettagliata e si limita a citare alcune notizie particolari: una zona della
Liguria
è detta dei Campi Lapidarii perché una volta
Giove
, combattendo, vi fece piovere sassi; la regione ionica prende nome da Ione figlio di Nauloco ucciso da Ercole perché infestava le strade con il brigantaggio.
Il castello di Alchippe fu costruito da
Marsia
re di
Lidia
che sparì nel Lago Fucino.
Giasone edificò il tempio di Giunone Argiva, Pelope fondò
Pisa
.
I
Dauni
discesero da Cleolao figlio di
Minosse
, gli
Iapigi
da
Iapige
figlio di
Dedalo
, i popoli tirreni da
Tirreno
re di Lidia.
Cora
fu fondata da
Dardano
, Argilla dai Pelasgi, Falisca dal greco Aleso,
Faleria
da Falero, Tescennio dai
Greci
, Partenio dai Focensi,
Tivoli
da
Catillo di Arcadia
, figlio di
Anfiarao
che ebbe tre figli:
Tiburto
,
Cora
e
Catillo
.
Ulisse edificò nel Bruzio il tempio di Minerva.
Prima di
Augusto
Napoli
si chiamò
Partenope
dal nome di
una sirena
ivi sepolta.
Preneste
ebbe il nome da Preneste figlio di
Latino
;
Filottete
fondò Petilia ed
Arpi
;
Benevento
fu fondata da
Diomede
,
Padova
da
Antenore
, Metaponto da gente di Pilo in Acaia,
Sibari
dagli Ateniesi, Ancona e Gabi dai
Siciliani
, Taranto da quelli di Eraclea, Pesto dai
Dori
,
Crotone
dagli
Achei
di
Diomede
. Ad
Aricia
Oreste consacrò un tempio a Diana.
I fratelli
Messapo
e
Peucezio
colonizzarono la
Calabria
. Palinuro prese il nome dal timoniere di
Enea
, Miseno dal suo trombettiere, la sua nutrice
Caieta
fu eponima di
Gaeta
, la moglie
Lavinia
di
Lavinio
.
Enea
giunse in
Italia
durante l'estate successiva alla caduta di Troia, consacrò un simulacro a
Venere
nel territorio di
Laurento
e ricevette il
Palladio
da
Diomede
.
Ricevette cinquanta iugeri di terra da
Latino
e vi regnò per trentadue anni prima di scomparire.
Ascanio
fondò
Albalonga
, i
Tizi
fondarono
Nola
, quelli di
Eubea
Cuma
. Nei pressi di
Cuma
è il tempio della
Sibilla
, autrice dei
Libri Sibillini
.
La
Sibilla
li offrì a
Tarquinio il Superbo
ma insoddisfatta del prezzo ottenuto ne bruciò due, gli altri andarono distrutti in un incendio ai tempi di
Silla
.
Secondo Bocco,
Omero
inserì fra i suoi molti versi della
Sibilla Delfica
che aveva predetto le vicende di Troia.
La
Sibilla Eritrea
aveva predetto le cose di Lesbo.
L'
Italia
, compresa fra il Tirreno e l'
Adriatico
, è più lunga che larga. A sud la penisola si divide in due rami. Qui si trovano Taranto, il fiume Crati, i boschi di
Reggio
, le valli di Pesto, quindi la
Campania
, i Campi Flegrei, la casa di
Circe
,
Terracina
.
Da
Augusta Pretoria
a
Reggio
la distanza è di 1.200 miglia, la larghezza della penisola varia da 40 a 410 miglia. Il centro è
Rieti
.
Il primo mare d'
Europa
comincia a Gades e termina a Locri, qui inizia il secondo che arriva ai monti
Acrocerauni
.
Il secondo mare è più chiaro a causa dei sedimenti apportati dal
Po
, che i
Greci
chiamano
Eridano
.
Fra i popoli italici sono gli Irpi che ogni anno sacrificano ad
Apollo
sul
Monte Soratte
, i
Marsi
immuni al veleno dei serpenti perché discendenti da
Circe
. Secondo Celio,
Circe
,
Medea
e Angitia furono figlie di
Eeta
.
Nel territorio di Amicle vivono vipere velenosissime, i boa di
Calabria
succhiano il latte delle mucche e raggiungono dimensioni eccezionali.
In
Italia
vivono anche lupi di una razza particolare e delle linci la cui urina si solidifica in pietra preziose simili all'ambra dotate di virtù terapeutiche.
Le cicale di
Reggio
non cantano, quelle di Locri cantano più delle altre.
Nel mare Ligustico si trovano ramoscelli di una sostanza molle cha tratti fuori dall'acqua solidificano e diventano rossi (corallo), se ne fanno ornamenti.
Una bellissima gemma variegata detta sirtite si estrae in
Lucania
.
In un'isola prossima alla costa pugliese nidificano uccelli simili alle folaghe dette uccelli di
Diomede
. Secondo la leggenda discendono dai compagni di
Diomede
che furono mutati in uccelli e, stando a
Solino
, si avvicinano alle persone se sono greche, altrimenti le attaccano.
A nord l'
Italia
confina con la
Dalmazia
abitata da genti di origine troiana e con la provincia Narbonese dove i
Greci
fondarono
Marsiglia
. Questa regione è bagnata dal
Rodano
, fiume molto impetuoso. Caio Mario, dovendolo superare, ordinò che si scavassero delle fosse per rallentare la corrente.
Vi si trovano anche le Acque Sestie, sorgenti di acqua calda.
Capitolo VIII - Di alcune isole del Mar Tirreno
Fra le isole del Tirreno,
Solino
cita
Pandataria
, Procida, l'
Elba
ricca di ferro, la Capraia e la
Corsica
.
La
Corsica
fu abitata dai Liguri, Mario e
Silla
vi dedussero colonia. Vi si trova una pietra molto preziosa detta catochite.
Capitolo IX - Della
Sardegna
Eponimo della
Sardegna
fu
Sardo
, figlio di
Eracle
. Ma
Solino
nega questa paternità ed afferma che
Sardo
provenisse dalla
Libia
.
Altro importante colonizzatore fu
Norace
, di origine iberica, proveniente da
Tartesso
.
Quindi Aristeo fondò la città di Carace unendo insieme genti di due diverse etnie.
Aristeo generò
Iolao
.
In
Sardegna
non nascono serpenti ma nelle miniere d'argento si trova un ragno molto velenoso detto
solifuga
perché evita la luce del sole. E' tossica anche l'erba sardonia che produce contrazioni tali che gli avvelenati sembrano morire ridendo.
I Sardi usavano conservare per l'estate l'acqua delle piogge invernali. Si trovavano nell'isola fonti calde e salubri che potevano curare molte malattie ma si diceva che rendessero ciechi i ladri che negavano il proprio reato.
Capitolo X - Della
Sicilia
La
Sicilia
ha forma triangolare, con i vertici in Pachino, rivolto al Peloponneso, Peloro rivolto all'
Italia
e
Lilibeo
verso l'
Africa
.
La regione di Peloro è amena e salubre, vi sono tre laghi presso i quali è piacevole cacciare o pescare, ma uno dei tre è sacro ed è proibito bagnarvisi perché le acque hanno effetti letali.
In quella zona è anche la città di
Messina
, opposta a quella di
Reggio
sulla costa italiana.
Il mare di Pachino è ricco di tonni e di ogni altro tipo di pesce.
Sul promontorio
Lilibeo
si trova il sepolcro della
Sibilla
.
L'isola ebbe il nome di Sicania dal re Sicanio, quindi quello di
Sicilia
da Siculo figlio di Nettuno. Molti
Greci
vi fondarono colonie.
L'artefice
Dedalo
visse in
Siracusa
.
I maggiori monti siciliani sono l'
Erice
e l'
Etna
, quest'ultimo sacro a Vulcano.
Nonostante l'attività vulcanica la sommità dell'
Etna
è sempre innevata.
In
Sicilia
visse Archimede, inventore ed architetto, vi si vedono le spelonche dei Ciclopi e dei Lestrigoni.
In un luogo detto Campo Ennense di trova la voragine dalla quale uscì Plutone per rapire
Proserpina
, da qui Cerere iniziò a divulgare l'architettura.
La Fonte Aretusa (
Siracusa
) ed il fiume Alfeo (
Grecai
) sono in comunicazione.
Si diceva che l'acqua di un fiume presso Kamarina non si mescolasse al vino se attinta da persona impudica.
Il sale di Agrigento immerso in acqua "fa strepito" (sodio ?), l'isola è ricca di saline e con il sale si fanno anche delle statue.
Nel paese di Termini nascono canne ottime per costruire strumenti musicali.
Capitolo XI - Del terzo seno dell'
Europa
Il terzo seno dell'
Europa
è compreso fra i monti Ceraunii e l'
Ellesponto
.
Vi si trova il
monte Tomaro
, noto per le sue cento fonti.
In
Epiro
è una fonte sacra: se vi si getta un tizzone acceso si spegne, se vi si getta spento si accende.
Nella regione del terzo seno si trovano anche
Dodona
, sacra a
Giove
,
Delfi
, il fiume
Cefiso
, il monte Parnaso, la fonte Castalia.
Dal monte Pindo, che divide l'
Acarnania
dall'
Etolia
, nasce il fiume
Acheloo
. Nel suo letto si trova una pietra detta galattite che rende abbondante il latte delle madri.
Sul
promontorio Tenaro
si trova una statua in bronzo di
Arione di Metimna
che fu salvato da un delfino e portato in quel luogo.
Fra le città di questo seno
Solino
ricorda
Leuttra
, Amicle,
Sparta
, Teramne ed altre.
Si citano ancora il Monte Taigeto e il
fiume Eurota
, il fiume Inaco che bagna Argo e che prese il nome dal primo re di quella città.
Nel tempio di Esculapio ad
Epidauro
il dio indica in sogno le cure ai malati.
In
Arcadia
, sui monti Cilene, Liceo e Menalo, vengono venerati Mercurio, Pan e Fauno. Varrone narra di una fonte velenosa che sgorga in
Arcadia
.
Sull'istmo di Corinto si celebrano famosi giochi che furono sospesi temporaneamente dal tiranno
Cipselo
.
Il Peloponneso, che fu regno di Pelope, separa il mare
Ionio
dall'
Egeo
. Oltre l'istmo che collega il Peloponneso alla
Grecia
continentale ha inizio l'
Attica
, nella quale si trova Atene. I più importanti monti dell'
Attica
sono l'Imeto (noto per il miele), l'Icario, il Brilesso, il Licabetto, l'Egialo.
In
Beozia
si trova
Tebe
che secondo un mito fu costruita da Anfione che faceva muovere le pietre con il suono della sua lira, ma in realtà - razionalizza
Solino
- era la sua eloquenza a convincere il popolo a lavorare di buon grado.
Nei pressi di
Tebe
si trova la selva Elicona con il fiume Ismenio e numerose fonti fra le quali
Ippocrene
, nata da un colpo di zoccolo di
Pegaso
.
La costa della
Beozia
con quella dell'isola di
Eubea
forma il porto di
Aulide
dove si riunirono i
Greci
in partenza per Troia.
Capitolo XII -
Tessaglia
La
Tessaglia
, chiamata da
Omero
Argo Pelagica
è divisa dalla
Macedonia
dalla
Pieria
.
Vi si trovano importanti città fortificate, molti fiumi e la
Valle di Tempe
nella quale scorre il
fiume Peneo
fra il
Monte Olimpo
e il Monte Ossa. Ancora in
Tessaglia
si trovano i Campi Farsalici che furono teatro degli scontri della guerra civile.
Sulla sommità dell'
Olimpo
si trova il tempio di Zeus. Si diceva che le offerte al dio che vi venivano recate rimanessero intatte per oltre un anno.
Nella Magnesia si trova il castello Metone, assediando il quale
Filippo di Macedonia
fu ferito da una freccia e perse un occhio.
Capitolo XIII - Macedonia
La Macedonia confina con la
Tracia
, l'Epiro, la Tessaglia, la
Dardania
, l'Illiria e la Peonia. Tra la Macedonia e la
Tracia
scorre il fiume
Strimone
. E' ricca di miniere d'oro e d'argento, comprende la regione Orestide che prese il nome da Oreste fuggito da
Micene
dopo il matricidio che vi si rifugiò e vi nascose il figlio avuto da Ermione.
Nella regione sono monti altissimi e le alluvioni provocate dai fiumi in piena hanno portato alla luce ossa umane gigantesche. Emazio fu il primo abitante della regione che si chiamò Emazia prima che Macedone nipote di Deucalione la ridenominasse Macedonia. A Macedone succedette Carano proveniente dal Peloponneso, a Carano Perdicca, noto per la ricchezza e la liberalità.
Successore di Perdicca fu Archelao (Argeo I?), inventore delle battaglie navali e amante delle lettere tanto da vestire il lutto per la morte di Euripide.
Fu poi la volta di
Aminta
che ebbe tre figli, gli successe il maggiore Alessandro che morì presto lasciando il trono al fratello Perdicca II che morì a sua volta succedendogli il fratello minore Filippo padre di
Alessandro Magno
. (nota: la successione dinastica degli Eraclidi indicata da Solino è incompleta, vedere Elenco dei Re di Macedonia).
Si diceva che
Alessandro
fosse nato dall'unione della madre Olimpiade con un serpente e molti, per le sue imprese, lo credettero figlio di un dio. Sottomise infatti tutto l'oriente e l'India.
Alessandro
fu di statura inferiore alla media, di aspetto gradevole e non privo di maestà. Fu vinto soltanto dal vino e dall'infermità che lo uccise a Babilonia. Nessuno dei suoi successori fu alla sua altezza.
Capitolo XIV - Costumi e leggi della
Tracia
Credendo fermamente nella vita eterna, gli abitanti della
Tracia
non temono la morte,anzi accolgono piangendo i neonati e sono allegri ai funerali. Gli uomini sono poligami, le donne usano gettarsi nel rogo del marito morto.
Le ragazze più belle vengono pagate dallo sposo, le brutte pagano per farsi sposare. Durante i pasti siedono intorno al fuoco e gettano sulle fiamme un'erba che come il vino provoca il buon umore.
Lungo il fiume
Strimone
vivono i Denselati, i
Bessi
presso il
fiume Nesso
. L'Ebro bagna il territorio degli Odrisi, Brianti, Dolonchi, Tini, Corpilli,
Ciconi
.
Oltre il monte Emo vivono Mesi, Geti, Sarmati, Sciti. Sul promontorio Sperchio Orfeo compose i suoi inni. Presso lo stagno Bistonio si trovava in un castello la stalla dei cavalli di
Diomede
. Non lontana è la città di
Abdera
che prese il nome dalla sua fondatrice sorella di
Diomede
. Fu patria di Democrito. Più tardi fu ricostruita più grande da coloni di Clazomene.
Tipiche della
Tracia
sono le gru che per migrare oltre il Ponto senza essere travolte dai venti si zavorrano con sabbia e piccole pietre. Si aiutano fra loro e la notte rispettano turni di guardia.
Oltre il promontorio del Corno d'Oro si trova
Bisanzio
distante settecentoundici miglia da
Durazzo
. Sull'altro istmo della
Tracia
sorgeva la rocca del re
Tereo
alla quale le rondini non si avvicinavano mai perché, si dice, sono in grado di riconoscere i luoghi negativi.
Sull'
Ellesponto
si trovano Pattia nella Propontide e Cardia nel Golfo Melane,
Abido
, Festo, Mastusia nel Chersoneso,
Sigeo
(dove si trova il sepolcro di
Ecuba
).
Fra
Tenedo
e Clio è l'isola di Claro.
Capitolo XV -
Isola di Creta
L'isola di
Creta
si estende da oriente a occidente fra la
Grecia
e
Cirene
. E' bagnata a nord dall'
Egeo
e a sud dai mari Libico e Egizio.
Le principali città sono Gortina, Cidona, Cnosso, Terapne, Cireo. Prende il nome da Crete figlia di Giove e della ninfa Idea o dal re Crete. Fra i primati di
Creta
si ricorda l'invenzione della musica fatta dai Coribanti. L'isola è ricca di capre selvatiche, non vi sono belve nè serpenti.
Molti i miti collegati a
Creta
: Dedalo, Europa che vi fu portata dal toro, Cadmo venerato dagli abitanti di Gortina.
Capitolo XVI - Isola di Caristo
Nell'isola di Caristo sgorgano acque calde e vivono uccelli che possono volare tra le fiamme. Anticamente fu chiamata Calcide e vi venne scoperto il rame. Si credeva che fosse stata regno dei Titani e vi si veneravano Briareo e Egeone.
Capitolo XVII - Isola di Ortigia
Ortigia, anche detta Asteria, Lagia o Cineto, fa parte delle
Cicladi
. In quest'isola furono vedute per la prima volta le quaglie, uccelli sacri a
Latona
. Le quaglie migrano a fine estate sorvolando il mare e sono pericolose per i marinai perché possono danneggiare le vele.
Capitolo XVIII - Isola di
Eubea
L'isola di
Eubea
è vicinissima alla terraferma, tanto che il canale di Euripo che la divide dalla
Beozia
potrebbe essere superato da un ponte. All'estremità settentrionale è il promontorio Ceneo, alla meridionale il capo Geresto è volto verso l'
Attica
e il capo
Cafareo
verso l'
Ellesponto
. Qui l'armata greca subì molte traversie dopo la guerra di
Troia
.
Capitolo XIX - Isola di Paro
Paro è rinomata per la qualità dei suoi marmi. Anticamente fu dominata da Minosse.
Capitolo XX - Isola di Icaro
L'isola di Icaro è una delle
Sporadi
, posta tra
Samo
e
Miconos
, è inabitabile. Secondo Varrone è posta nel luogo in cui Icaro cadde in mare. L'isola di
Samo
è ricordata perché patria di Pitagora che l'abbandonò a causa della tirannia e passò in
Italia
.
Capitolo XXI -
Ellesponto
, Propontide,
Bosforo Tracio
Il quarto seno dell'Europa va dall'
Ellesponto
alla palude Meotide. Serse attraversò l'
Ellesponto
con un ponte di barche. Oltre l'
Ellesponto
si apre la Propontide (Mar di Marmara) che riducendosi alla larghezza di cinquecento passi forma il
Bosforo Tracio
che fu attraversato dall'esercito di Dario.
In questi mari vivono i delfini, straordinari per la velocità e per loro vivere in coppie che accudiscono i figli. Le femmine hanno dieci mesi di gestazione, partoriscono in estate e allattano i loro nati. E' accertato che i delfini possono fare amicizia con gli esseri umani, Solino cita in proposito diversi episodi fra cui quello di Arione.
Capitolo XXII - Fiume
Istro
Il fiume
Istro
nasce in Germania, riceve sessanta affluenti quasi tutti navigabili e sfocia nel Ponto con sette rami così grandi che la loro acqua rimane dolce per molte miglia nel mare.
Nelle regioni del Ponto si trovano gli istri o castori dal morso micidiale. Vi sono anche delle gemme rosse o dorate considerate sacre.
Capitolo XXIII - Fiume Hipane e Fiume Esampeo
L'Hipane è il maggior fiume della Scizia, le sue acque sono chiare e potabili finché non si mescolano con quelle amarissime del fiume Esampeo e ciò che giunge al mare è imbevibile.
Capitolo XXIV - Fiume Boristene
Il Boristene nasce nel territorio dei Neuri, genti bellicose devote a
Marte
, adorano le spade e periodicamente si trasformano in lupi. I loro vicini Geloni si vestono della pelle dei nemici e ne fanno finimenti per i cavvalli, seguono gli Agatirsi che si tingono di azzurro, gli Antropofagi che si cibano di carne umana.
Calibi e Dahi, popoli della Scizia, non sono crudeli, gli Albani dicono di discendere da Giasone e prendono il nome dall'aver i capelli bianchi fin dalla nascita. Presso gli Albani vivono cani enormi capaci di uccidere un toro o un leone.
Dei cani in generale Solino loda la fedeltà all'uomo raccontando vari episodi. Tornando alle popolazioni, lungo le rive orientali del Boristene vivono gli Essedoni che hanno l'uso di mangiare i cadaveri dei genitori. Gli abitanti delle aree più interne della Scizia hanno costumi ancora più rudi, vivono in caverne e bevono il sangue dei nemici. Gli Arimaspi hanno un solo occhio.
La Scizia Asiatica è ricca d'oro e di gemme ma infestata dai grifi. Gli Arimaspi li combattono per prendere i preziosi smeraldi ed altre gemme o i purissimi cristalli.
Capitolo XXV - Popoli Iperborei
Gli Iperborei vivono in Europa, prossimi al luogo dove si crede siano i cardini del mondo. Nel loro paese il giorno dura sei mesi ed altrettanti la notte. Il clima è ottimo, il paesaggio gradevole e gli alberi forniscono tutto il sostentamento. Vivono senza discordie e senza malattie, coloro che sono sazi di vivere si gettano da una rupe in un mare profondissimo.
Capitolo XXVI - Popoli Arifei
Gli Arifei sono un popolo dell'Asia simile agli Iperborei, sono pacifici, si cibano di frutti e si radono i capelli, è considerato sacrilegio far loro del male. Più oltre verso il Mar Caspio vivono i
Cimmeri
e le
Amazzoni
, quindi si incontra l'Ircania dove vivono ferocissime tigri. Questi animali sono veloci e famelici, le femmine si battono fino alla morte per i loro piccoli e se vengono uccisi si gettano in mare. Si trovano in Ircania anche le pantere, divoratrici di pecore. Si cerca di ucciderle avvelenando le loro vittime ma spesso si curano mangiando sterco umano.
Capitolo XXVII - Origine dei Mari Mediterranei
Alcuni sostenevano che i Mari Mediterranei fossero tutti originati da flussi e riflussi dell'Oceano, altri che tutte le acque provenissero dal Ponto.
Capitolo XXVIII - Di alcune isole della Scizia
A ottanta miglia dal
Bosforo Tracio
, oltre la foce dell'
Istro
, si trova l'isola degli Apoloniti dalla quale Lucullo riportò l'Apollo Capitolino. Alla foce del Boristene è l'
Isola di Achille
con il tempio nel quale non entrano mai uccelli.
Capitolo XXIX - Oceano Settentrionale
L'Oceano settentrionale che bagna le coste della Scizia, detto Amalchio (mare congelato) da Ecateo o Moremerusa (mare morto) da Filamone, nel suo complesso prende anche il nome di Mare Cronio.
Il Mar Caspio ha acque dolci per i numerosi fiumi che vi sfociano.
Alessandro
andò in otto giorni dalla terra dei Battriani all'India tramite il fiume Icaro, il fiume Ossa, il Mar Caspio e il fiume Ciro, quindi proseguì per cinque giorni sulla terraferma.
Senofonte partì dalla grande isola Balthia a tre giorni di navigazione dalla Scizia. Nelle isole vicine vivono uomini con i piedi di cavallo detti Ippopodi, mentre gli abitanti della Tanesia hanno grandi e lunghe orecchie con le quali ricoprono tutto il corpo.
Capitolo XXX - Cervi e Tragelasi
Nella Scizia vivono molti cervi. I maschi diventano rabbiosi nella stagione degli amori. le femmine allevano i piccoli con attenzione tenendoli nascosti finché non sono in grado di fuggire, quindi li allenano alla corsa. Quando sentono il latrato dei cani corrono nella direzione del vento per nascondere il loro odore. Con le corna e il midollo dei cervi si producevano diversi farmaci, si credeva che fossero estremamente longevi.
Simili ai cervi sono i tragelasi che hanno però spalle pelose e barbe da caprone, vivono lungo il fiume Tasi.
Capitolo XXXI - Germania
La Germania, patria di molti popoli, si estende dalla
Selva Ercinia
ai Monti di Sarmazia, dal
Danubio
al
Reno
. Nella
Selva Ercinia
vivono uccelli le cui penne sono luminose al buio. In tutta la parte settentrionali vivono bisonti, uri e alci.
Capitolo XXXII - Scandinavia
La Scandinavia è considerata un'isola appartenente alla Germania. Vi abita un animale simile all'alce ma con le ginocchia rigide come quelle degli elefanti, caratteristica che gli impedisce di distendersi e lo costringe a dormire appoggiato agli alberi. Si segano gli alberi a cui si appoggia per farlo cadere e poterlo catturare.
La Scandinavia è la più grande delle isole della Germania, in un'altra isola di nome Glessaria si trovano alberi da cui si ricava il succino (ambra) noto in medicina per curare molte infermità. In Germania si trova anche la pietra callatide, simile allo smeraldo.
Capitolo XXXIII - Gallia, Rezia, Norico,
Pannonia
, Mesia
La Gallia si estende dal fiume
Reno
ai
Pirenei
, è una regione fertile e ricca di vigne. I suoi abitatori hanno l'infame usanza dei sacrifici umani. Dalla Gallia si passa via terra in
Spagna
e in
Italia
. Viaggiando verso sud-est si incontrano la Rezia, il Norico, la
Pannonia
bagnata dai fiumi Sava e Drava, quindi la Mesia che fu detta "granaio di Cerere". Vi si produce l'olio medico che se incendiato non si può spegnere con l'acqua ma solo con la terra.
Capitolo XXXIV -
Britannia
e isole circostanti
La
Britannia
misura oltre ottocento miglia ed è circondata da molte altre isole fra la quali la maggiore è detta Ibernia. E' abitata da gente selvaggia che beve il sangue dei nemici uccisi e se ne tinge il viso. Il mare fra la
Britannia
e l'Ibernia è sempre inquieto ed è navigabile solo per pochi giorni in estate.
L'isola Silvaro è abitata da gente primitiva che pratica il baratto e crede di poter predire il futuro.
L'isola Tanati è molto fertile e il suo terreno uccide le serpi.
La più lontana dalla
Britannia
è
Thule
a due giorni di navigazione dal promontorio di Caledonia, è circondata dal mare congelato e durante l'estate, quando il sole è nel Cancro, è sempre giorno mentre è sempre notte per il resto dell'anno.
Le isole Ebude sono cinque, molto vicine tra loro, sono governate da un solo re il quale non può possedere nulla e viene mantenuto dal popolo per fare in modo che amministri la giustizia senza interessi personali.
Le isole Orcadi sono desertiche e vi crescono soltanto giunchi.
Capitolo XXXV -
Spagna
La
Spagna
è ricca di ogni frutto della terra e di ogni sorta di metallo. E' divisa in tre province e termina sull'Oceano con la
Lusitania
.
Vi scorrono il fiume Tago, l'Ibero dal quale prende il nome tutta la penisola, e il Beti dal quale viene il nome della
Betica
.
Cartagena fu fondata dagli
Africani
, Tarragona dagli Scipioni ed è il capoluogo della provincia Tarragonese.
Fra le isole spagnole si ricordano le Baleari nelle quali regnò Boccore, l'isola Eritrea nella quale visse
Gerione
, le isole Gadi che danno il nome al mare Gaditano.
Fra i monti
Calpe e Abila
, detti
Colonne d'Ercole
, l'Oceano entra nel
Mar Mediterraneo
che nei pressi della
Spagna
si chiama Iberico e Balearico, quindi procedendo verso Oriente si trova il Mar Gallico, il Ligustico, il Toscano, lo
Ionio
. Dalla
Sicilia
a
Creta
è detto Siciliano, seguono il Mare d'Egitto e quello Cretico.
Fra
Grecia
e Illiria si passa per l'
Ellesponto
nella Propontide e da questa nella palude Meotide.
Capitolo XXXVI -
Libia
Dalla
Spagna
si passa alla
Libia
, nome usato a volte per indicare l'intera
Africa
. In nome
Libia
viene da
Libia
figlia di Epaco,
Africa
da Afro figlio di
Ercole Libico
. In
Libia
Ercole
sconfisse e uccise Anteo.
Sulle coste dell'isola dove si trovano gli orti delle Esperidi il mare forma con i suoi moti rivoli simili a serpenti sempre in movimento, da qui il mito dei rettili custodi dei pomi.
Sul fiume Sala si trova un castello oltre il quale si accede ai deserti dell'Atlante.
Capitolo XXXVII - Mauretania
Nella regione Tiigintana in Mauretania si trovano sette monti simili fra loro su cui vivono molti elefanti. Questi animali hanno intelletto simile a quello umano, con la luna nuova si recano al fiume e all'alba salutano il nascere del sole. La grandezza dimostra quali sono i più nobili, il bianco dei denti quali sono i più giovani.
Vivono in gruppo e il più anziano guida le loro marce, formano coppie durature e proteggono i più deboli e i feriti. Sono mansueti con gli uomini e le pecore. Vivono trecento anni, si cibano di vegetazione, non sopportano il freddo e fuggono l'odore dei topi.
Seno nemici dei serpenti (dragoni) che vogliono succhiare il loro sangue e cercano di farli cadere avviluppando loro le zampe.
Furono visti per la prima volta in
Italia
al seguito di Pirro re dell'Epiro.
In Mauretania sono il castello di Cesarea (già palazzo reale di Boccopoi donato a Giuba dal popolo romano) e quello di Siga che fu sede di Siface.
Capitolo XXXVIII - Numidia
La Numidia è abitata da pastori nomadi, le sue maggiori città sono Cullu e Cirta, vi si produce porpora e marmo. Gli orsi della Numidia si accoppiano abbracciati come gli essere umani, la gestazione dura solo trenta giorni e i piccoli nascono poco formati e devono essere tenuti al caldo dalle madri per mesi. Gli orsi sono ghiotti di miele, sono fortissimi e in grado di combattere contro i tori. Lucio Domizio Enobarbo, quando era
edile curule
, mostrò nel circo centro orsi numidici con altrettanti cacciatori etiopici.
Capitolo XXXIX -
Africa
L'Africa ha inizio dalla Zeugitana, di fronte alla
Sardegna
, e si estende fronteggiando la
Sicilia
e l'isola di Creta.
La regione Cirenaica è compresa fra le due Sirti pericolose per la navigazione a causa delle maree difficili da prevedere. La Bizacena è una regione fertilissima mentre i territori volti a sud sono aridi e male abitabili.
Molte genti hanno fondato città in
Africa
: i
Greci
costruirono i castelli di Hippone Regio e Hippone Diarrito e le città di Diafra, Abrotano e Letta che nell'insieme chiamano Tripoli.
I
Siciliani
fondarono Clipea e Veneria, coloni di Tiro costruirono
Adrumeto
e Cartagine.
Cartagine fu fondata dalla regina Elissa e fu distrutta dopo settecentotrentasette anni. In seguita Caio Gracco vi trasferì coloni italiani e la chiamò Gianonia, centodue anni più tardi, durante il consolato di Marco Antonio e Dolabella, nacque la seconda Cartagine.
All'interno dell'
Africa
vivono molte belve fra cui i leoni. Ci sono tre specie di leoni che si distinguono per dimensioni e ricchezza del manto. Non sono crudeli e spesso si astengono dalla violenza se non sono spinti dalla fame, quando sono inseguiti preferiscono dileguarsi, se possono, invece di attaccare.
Le iene sono capaci di imitare la voce umana per attirare uomini e cani e divorarli, i cani toccati dalla loro ombra diventano muti.
Gli occhi delle iene hanno vari usi nella magia. Dall'accoppiamento di iene e leoni nasce un mostro detto Crocula che non muove mai le palpebree ha un unico osso al posto dei denti.
I maschi degli asini selvatici africani sono così libidinosi che per aver minor concorrenza cercano di castrare i neonati.
Nessun paese del mondo ha tanti serpenti quanto l'
Africa
. Le ceraste adescano gli uccelli e li uccidono con quattro piccoli corni che hanno sul muso. L'anfisbena ha due teste alle estremità del corpo, i giaculi si lanciano dagli alberi sulle prede, le scitale incantano le vittime con la bellezza delle loro squame. Gli aspidi, notoriamente, uccidono con i loro micidiali veleni. Varie altre specie di serpenti sono velenose e il loro morso provoca putrefazione.
La pietra elitropia ha proprietà magiche che possono rendere invisibili.
Da una Sirte all'altra è una distanza di 250 miglia, nella Piccola Sirte è l'isola di Meninge dove si nascose Caio Mario.
Sui Garamanti vivono gli Psilli immuni al veleno dei serpenti. La nazione degli Psilli fu distrutta dai
Nasamoni
.
Nella Sirte Maggiore è il castello di Cirene che risale ai tempi di
Anco Marzio
e fu la casa del poeta
Callimaco
.
Nel deserto africano vive il basilisco, un rettile con il capo circondato da un diadema bianco che corrompe il suolo su cui si trova, secca l'erba, distrugge gli alberi e ammorba l'aria con il suo fiato pestilenziale.
Oltre le Sirti si trova la città di Berenice bagnata dal fiume Lete che viene dagli Inferi e induce l'oblio. La città fu fondata da Berenice moglie di Tolomeo III.
Nei dintorni vivono molte scimmie abilissime nell'imitazione degli esseri umani. Delle scimmie fanno parte anche
cinocefali
e sfingi.
Capitolo XL - Popoli Ammanienti
I popoli Ammanienti vivono fra i Sagramoni e i Trogloditi. Costruiscono le loro abitazioni con il sale che scavano dai monti.
Capitolo XLI - Garamanti
Nel paese dei Garamanti è una fonte la cui acqua è gelida di giorno e calda di notte. La capitale dei Garamanti è Garama. Furono sottomessi da Cornelio Balbo sotto Vespasiano.
Capitolo XLII - Etiopia
Il fiume Vigro, dal quale si ritiene nasca il Nilo, divide l'Etiopia dal Monte Atlante. Quei Garamanti che vivono in Etiopia praticano la comunanza delle donne e di conseguenza non sanno chi sia il padre.
Molti popoli abitano l'Etiopia, fra loro sono i Nomadi che vivone del latte dei
cinocefali
, i Sirboti lunghi dodici piedi, gli Asache, i Simbri, gli Ariofagi che si cibano di carne di leoni e pantere, i Panfagi che mangiano qualsiasi cosa commestibile, gli Antropofagi, i Cimamolgi con la voce canina, gli Artabatiti sempre col viso rivolto al terreno come animali, i mangiatori di locuste.
Oltre l'isola di Meroe vivono i longevi Macrobi. Vi è un lago dalle pure acque salutifere e poi il deserto oltre il quale vivono creature orrende e deformi. A sud si trova un vulcano sempre attivo dal quale escono in abbondanza i dragoni.
Fra i molti animali dell'Etiopia è il camelopardo (la giraffa) che fu visto nei giochi a
Roma
per la prima volta sotto Cesare, il rinoceronte, il catablepa (che guarda sempre in basso) il cui sguardo uccide chi lo fissa, formiche grandi come cani, il licaone simile al lupo, il tarando (renna??) con le corna ramificate che si credeva capace di cambiare colore come i camaleonti.
Un animale etiope detto teo è peloso in inverno e nudo in estate. Ci sono istrici che possono lanciare lontano i loro aculei. L'uccello detto pegaso ha orecchie da cavallo, il tragopa è un uccello più grande di un'aquila con corna da montone.
In Etiopia si raccoglie il cinnamomo e si trovano il
hiachintho
(pietra preziosa di colore ceruleo) e il crisolampo, pietra che splende al buio.
Capitolo XLIII - Popoli della
Libia
Tutta la regione fra l'Atlante e il confine della
Libia
con l'Egitto fu detta
Canopo
dal nome di un compagno di
Menelao
che vi fu sepolto. Vi abitano popoli privi di un linguaggio ed anche di un nome, che odiano il sole a causa del clima torrido del loro paese. Vi sono i Trogloditi che vivono nelle caverne in volontaria povertà e si cibano di serpenti. Presso di loro si trova una rara pietra preziosa detta
hesecondtalito
. Gli Angili adorano gli dei inferi, le donne devono concedersi a tutti nella prima notte di nozze e successivamente essere molto pudiche.
I Gafasanti non combattono mai ma non permettono agli stranieri di unirsi a loro.
I Blemmi nascono senza testa con occhi e bocca nel petto.
I Satiri e gli Egipani hanno di umano solo il volto.
Gli Imatompodi strisciano perché hanno le gambe piegate.
I Farusi discendono da compagni di
Ercole
che si fermarono in
Libia
andando verso il giardino delle Esperidi.
Capitolo XLIV - Egitto
L'Egitto è attraversato dal fiume Nilo il quale forma alcune isole nel suo delta. Il fiume nasce in Mauritania e presso la fonte forma il lago Nilide, all'uscita del lago diventa sotterraneo e torna più avanti a scorrere all'aperto, percorre ancora un tratto sotto terra e riesce oltre l'Etiopia formando il fiume Nigro che segna il confine dell'
Africa
.
All'isola di Meroe si divide in due rami: Astusapo e Astaboro, quindi segue un percorso accidentato con scogli e rapide fino alle cateratte oltre le quali scorre tranquillo. Si getta nel mare con sette bocche.
Varie ipotesi si facevano sulle cause delle piene del Nilo: le piogge, i venti, i moti delle stelle, il calore del sole. Se le piene sono scarse i raccolti sono poveri, se le piene superano un determinato limite il prolungato allagamento compromette il raccolto.
Fra le cose memorabili dell'Egitto è il bue Api che viene adornato e adorato come un dio. Deve avere una sola macchia bianca a forma di mezza luna, viene sacrificato quando raggiunge una determinata età e quando si trova il nuovo viene consacrato da cento sacerdoti.
iSi crede che con il modo di mangiare predica il futuro, rifiutò il cibo dalla mano di Germanico che venne ucciso pochi giorni dopo.
Durante le cerimonie per il bue Api i coccodrilli del Nilo diventano mansueti e tornano feroci al termine delle solennità. Sono pericolosissimi in acqua e in terra, non hanno lingua e il loro morso è micidiale a causa della forma dei denti.
Depongono le uova in luoghi dove non possono arrivare le acque del Nilo, maschio e femmina si alternano nella cova. Gli abitanti di un'isola del Nilo, benché piccoli di statura, domano i coccodrilli e li cavalcano.
L'ippopotamo nasce nella stessa regione, ha crini sulla schiena e nitrisce come i cavalli, ha muso di serpente, unghie fesse, denti da cinghiale.
Sulle rive del Nilo vive l'uccello detto ibi che mangia le uova dei serpenti ed è sacro perché lotta contro pericolosissimi rettili alati provenienti dall'Arabia.
Capitolo XLV - Arabia
Oltre la foce del Nilo si estende l'Arabia fino al
Mar Rosso
, così detto per volere del re Eritro figlio di Perseo e Andromeda (Eritros=Rosso). L'acqua di una fonte prossima al
Mar Rosso
rendeva rossa la lana delle pecore che la bevevano. Ancora sul
Mar Rosso
Solino cita la città di Arsinoe.
In Arabia, nella regione del Monte Casio, vivono e Catabani e gli Sceniti. Gli Sceniti abitano nelle tende, cuciono i loro indumenti con pelli di capra, si astengono dal mangiare carne di maiale.
La regione dell'Arabia detta Eudemone dai Greci e Felice dai
Romani
è compresa tra i fiumi Tigri e Euleo. Quest'ultimo nasce nella Media, la sua acqua eccellente è la preferita dei re di quel paese.
L'Arabia Felice produce molte piante aromatiche e in particolare l'incenso che è considerato sacro e viene coltivato con accorgimenti rituali: chi lo raccoglie osserva la castità e non partecipa ai funerali. Nei boschi nasce anche la pianta della mirra della quale si raccolgono gocce di resina.
Nasce in Arabia la Fenice, uccello della grandezza di un'aquila. Ha le piume colore d'oro sulla testa, rosse sul corpo e sulla coda piume rosse miste a piume cerulee. Vive quattrocentocinquanta anni e prossima alla fine prepara la sua pira con rami di cinnamomo. Una fenice fu vista in Egitto durante il consolato di Quinto Plaurio e Sesto Papinio, un'altra fu catturata sotto Claudio e esposta nel comizio. Un altro uccello dell'Arabia, detto cinnamolgo, fa il nido sui rami più alti del cinnamomo.
Gli Arabi praticano il commercio vendendo bene i loro prodotti. Si trova in Arabia la pietra sardonica di diverse colorazioni, la molochite verde come lo smeraldo, la pietra iride i cui riflessi riproducono l'arcobaleno, l'androdamante, la pietra pederote.
Capitolo XLVI - Del Monte Casio, della sepoltura di
Pompeo Magno
e del Castello Ioppa
Nei pressi di
Pelusio
si trova il Monte Casio, il tempio di Giove Casio e il paese di Ostracina con la sepoltura di
Pompeo Magno
. Da qui inizia l'Idumea. Segue il castello di Ioppa costruito prima del diluvio. Vi si trovano i resti delle catene di Andromeda, M. Scauro edile espose a Roma le ossa del mostro al quale fu esposta Andromeda; si legge negli annali che le costole del mostro erano lunghe più di quaranta piedi e la sua altezza superava quella degli elefanti indiani.
Capitolo XLVII - Della Giudea e dei fiumi e laghi che vi sono, del balsamo, di Sodoma e Gomorra e dei popoli Esseni
La Giudea è nota per le sue acque. Il fiume Giordano nasce purissimo ma quando entra nel lago Asfaltide viene corrotto dal bitume. Vi sono il lago di Genasara e quello di Tiberiade dalle acque salutifere.
La principale città è Gerusalemme, nei pressi è la fonte Calliroe. Nella regione nasce il balsamo che viene coltivato in modo simile alla vite. Se toccata con il ferro la pianta si secca. Si usano quindi lame di vetro o di osso per tagliare la corteccia e raccogliere le gocce aromatiche, ma anche i frutti, la corteccia e il legno sono pregiati.
Dopo Gerusalemme è un ampio paese il cui terreno è scuro e misto a cenere, vi sorgono i castelli di Sodoma e Gomorra. Verso occidente vivono gli Esseni appartati dal resto del mondo, non hanno donne, nessuno vi nasce ma sono ugualmente numerosi. Vivono delle palme e non usano denato. Chi vuole essere accolto dagli Esseni deve dimostrare di essere casto. Incredibilmente questa gente dura da secoli benché senza nascite.
Capitolo XLVIII - Del castello detto Scitopoli. Del monte Casio
Il castello di Scitopoli fu costruito da Bacco per seppellirvi la nutrice. Mancando abitatori lo fece popolare da genti della Scizia, da cui il nome.
Capitolo XLIX - Dell'Eufrate e del Tigri
L'Eufrate scorre nell'Armenia Maggiore, "nasce sopra Zimara alle radici del monte Capote vicino alla Scizia". Ingrossato dai numerosi affluenti supera il Monte Tauro e prosegue con la Comagine a destra e l'Arabia a sinistra. Le sua piene annuali che rendono fertile la Mesopotamia sono contemporanee a quelle del Nilo. I due fiumi hanno fenomeni simili perché sottoposti a influenza astrologica affine.
Anche il Tigri nasce in Armenia in luogo ameno dalla fonte detta Elangosine. Prende il nome di Tigri quando entra nella Media. Giunto al Monte Tauro si inabissa e scorre sotto il monte, riemerge a Zoroanda e torna a nascondersi, riesce e scorre in Adiabene e in Arabia. In Mesopotamia ficeve il fiume Coaspe, quindi si unisce all'Eufrate entrando nel Golfo Persico.
Lungo il corso dell'Eufrate si trvava la pietra smilace e la pietra sagda. La pietra mirite è il colore della mirra e scaldata odora di nardo. Prosegue un'elencazione di pietre più o meno preziose dalle quali si ottengono rimedi farmaceutici e di altre pietre notevoli per i loro colori.
Capitolo L - Della Cilicia della Grotta Coricia e del Monte Tauro
Quando la Cilicia apparteneva all'Egitto comprendeva la Lidia la Media, l'Armenia, la Panfilia e la Cappadocia. Da quando fu soggiogata dagli Assiri venne descritta più piccola. Si trova sul monte Issico, ha alle spalle il Tauro e l'Amano. Ha preso il nome da Cilice, di origine fenicia, più antico di Giove.
La principale città è Tarso fondata da Perseo, bagnata dal fiue Cidno che alcuni dicono nascere dal Tauro e altri derivare dal fiume Coaspe. Quest'ultimo ha acqua talmente dolce che i re di Persia volevano bere solamente di quell'acqua e se dovevano allontanarsi se ne facevano portare. Anche il fiume Cidno è assolutamente soave e prende il nome dalla parola siriace che significa bianco.
Presso la cittàdi Lorico si raccoglie il miglior zafferano. Vi è anche il paese di Corico e la grotta con lo stesso nome che perfora il monte dalla cima al mare. Ci si cala nella grotta e si procede per duemilacinquecento passi in un ambiente luminoso e ricco di sorgenti. Giunti in fondo al primo speco se ne trova un secondo largo all'inizio che si fa via via più stretto e oscuro. Qui si trova un tempio consacrato a Giove. La gente del luogo crede che nella parte segreta del tempio sia il letto del gigante Tifone.
Eliopoli fu antichissima città della Cilicia, patria di Crisippo filosofo stoico. Dalla conquista romana fu ridenominata Pompeiopoli.
> Il monte Tauro si innalza dal Mare Indiano, tra il mare egiziano e quello di Panfilia. Bagnato da fiversi mari, vi forma promontori, così nel mare di Fenicia, nel Pontico, nel Caspio e infine nel lago Meotico oltre ilquale si congiunge ai Rifei. E' chiamato con nomi diversi in varie lingue. In Grecia ha una vetta nel mote Ceraunio che separa l'Asia dalla Sicilia.
Capitolo LI - Della
Licia
e del mostro chiamato Chimera
Si trova in
Licia
un vulcano detto "monte Chimera" tradizionalmente correlato alla mostruosa chimera del mito. Nei pressi del vulcano si trova la città di Nefestia sacra a Efesto, Vi fu anche una città di nome Olimpo, non più esistente ai tempi dell'autore, che fu nota per l'eccellenza delle sue acque.
Capitolo LII - Dell'Asia Minore
La
Licia
e la Frigia includono quella parte di Asia che ha per confini ad ovest l'Egeo, a sud il mare dell'Egitto e a nord la Paflagonia. Vi si trova la città di Efeso con il tempio di Diana fabbricato dalle Amazzoni l'unico tempio dell'Asia che fu risparmiato da Serse, che in seguito fu incendiato da Erostrato. Nel giorno di quell'incendio nacque a Pella Alessandro Magno, durante il consolato di M. Fabio Ambusto e Quintio Capitolino, nell'anno di Roma 385. Gli abitanti di Efeso ricostruirono il temprio affidando il progetto a Dinocrate.
In questa regione nacquero grandi ingegni come i poeti Anacreonte, Mimnerno, Antimaco, Ipponace, Alceo e Saffo; gli storici Xanto, Ecateo, Erodoto, Eforo e Teopompo, i sette sapienti Viante, Talete, Pittaco, Cleante, Anassagora, Eraclito (sono sei). Vi si trova Apamea, già detta Calme, costruita dal re Seleuco. In questo luogo nacque e fu sepolto Marsia, presso il fiume che prese il suo nome. Qui in Frigia nasce il fiume Mendro che dpo un corso tortuoso sfocia tra la Caria e la Ionia. La Frigia confina a sud con la Troade, con la Sicionia, la Pisidia e la Migdonia, a nordo con la Galazia.
Qui nasce l'animale detto Bonoso, simile a un toro con crini di cavallo,le corna molto ritorte indietro non sono molto offensive e si difende, fuggendo, con grandi getti di sterco che brucia ciò che tocca.
Vi è Mileto capitale della Jonia, in cui visse Cadmo; Colofone famosa per l'oracolo di Apollo Clario, Sipilo capitale della Meonia, il fiume Mela che bagna Smirne, il fiume Erno che divide il pase di Smirne dalla Caria. A Smirne nacque Omero e vi morì dopo 272 annia dalla caduta di Troia, regnando in Alba Agrippa Silvio, 160 anni prima della fondazione di Roma. Solino cita le sepolture di Aiace di Salamina e di Memnone. Molto comune in Asia è i camaleonte che viene descritto in modo pittoresco con la sua capacità di cambiare colore e la caratteristica di nutrirsi di sola aria. Altro animale caratteristico è la cicogna, particolarmente accurata nell'allevare i piccoli. La Galazia fu occupata da popoli provenienti dalla Gallia.
Capitolo LXVIII - Di
Babilonia
, dell'Oceano Atlantico, delle Isole Gorgone e delle Fortunate
Capitale dei
Caldei
,
Babilonia
fu fondata da Semiramide. Si trova presso il fiume
Eufrate
ed è circondata da una possente cinta di mura. Vi si trova il tempio di Belo ritenuto inventore dell'astronomia.
Quanto all'Oceano Atlantico,
Solino
attinge all'opera di Giuba II che ne descriveva approssimativamente le dimensioni e le coste e sosteneva che fosse navigabile fin oltre il promontorio Drepano.
Le coste arabiche sono infestate dai pirati.
In Etiopia abita un popolo di Trogloditi velocissimi nell'inseguire le prede nelle loro battute di caccia, e gli Ictofagi, straordinari nuotatori.
Le isole delle Gorgoni furono abitate da quegli esseri.
Senofonte di Lampsaco narrava che i Cartaginesi vi catturarono due femmine della popolazione locale tanto pelose che le loro pelli furono esposte al pubblico stupore nel tempio di Cartagine.
Più ad occidente, a largo della Mauretania, si trovano le Isole Fortunate. La prima si chiama Ombrio, è lussureggiante e disabitata. Nella seconda, Giunonia, si trovano alcune piccole case.
Un'altra isola di nome Giunonia è deserta; seguono Capraria ricca di lucertole, Nivaria dal clima nuvoloso, Canaria che prende il nome dai suoi grandi cani.