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QUINTO SMIRNEO DETTO CALABRO
POSTHOMERICA
Libro Primo
Dopo la morte di
Ettore
i
Troiani
, timorosi di
Achille
, non osavano uscire dalla città. In quei giorni giunse a
Troia
la bella
Pentesilea
esule dal suo paese per aver involontariamente ucciso la sorella
Ippolita
. Erano con lei dodici compagne che, sebbene di alto lignaggio, le facevano da ancelle. Erano
Clonia
,
Polemusa
,
Evandra
,
Derione
,
Antandra
,
Bremusa
,
Ippotoe
,
Armatoe
,
Alcibia
,
Derimachia
,
Antibrote
,
Termodusa
.
I
Troiani
accolsero le
Amazzoni
stupiti del loro aspetto che infondeva coraggio. Anche
Priamo
, benché dolente per la perdita di tanti figli, fu lieto per l'arrivo di
Pentesilea
e l'accolse come una figlia offrendole ricchi doni.
Pentesilea
intendeva tentare un'impresa mai riuscita prima: sconfiggere
Achille
, distruggere l'esercito dei
Greci
e incendiare le loro navi.
Andromaca
, ascoltando le parole dell'
amazzone
, la compianse prevedendo che
Achille
l'avrebbe sconfitta.
Caduti nella battaglia del libro primo
CADUTI GRECI
Persinoo
,
Molone
,
Glisso
,
Antiteo
,
Ippalmo
,
Lerno
,
Ermonide
,
Elasippo
,
Podarce
uccisi da
Pentesilea
Laogono
ucciso da
Derinoe
Menippo da Filaca
ucciso da
Clonia
Evenore
ucciso da
Paride
AMAZZONI CADUTE
Clonia
uccisa da
Podarce
Bremusa
uccisa da
Idomeneo
Evandra
e
Termodusa
uccise da
Merione
Derione
uccisa da
Aiace d'Oileo
Alcibia
e
Derimachia
uccise da
Diomede
Antandra
,
Polemusa
,
Antibrote
,
Ippotoe
,
Armatoe
,
Pentesilea
uccise da
Achille
CADUTI TROIANI
Cabiro
ucciso da
Stenelo
Agelao
e
Itimoneo
uccisi da
Mege
Deico
,
Illo
,
Enieo
,
Eurinomo
uccisi da
Aiace Telamonio
Durante la notte,
Atena
inviò a
Pentesilea
un sogno falso ma lusinghiero che prometteva vittoria. Sul far del giorno l'
amazzone
, felice per l'ingannevole visione, vestì le sue armi dono di
Ares
e corse fuori a chiamare i
Troiani
che, incoraggiati dal suo fiero aspetto, furono pronti a seguirla.
Priamo
pregò
Zeus
per la salvezza di
Pentesilea
ma vide un'aquila volare con una colomba tra gli artigli, presagio sicuramente funesto.
Segue la descrizione della battaglia che consiste in un elenco di uccisori e uccisi (vedi riquadro laterale). L'autore fa ampio uso di similitudini descrivendo la forza e il coraggio di
Pentesilea
che travolge i nemici, dotata di inesauribile energia ma ignara del destino che sta per colpirla per mano di
Achille
.
Le donne troiane seguivano dall'alto delle mura le gesta di
Pentesilea
e una di loro,
Ippodamia
, propose alle compagne di scendere in campo armate per aiutare i loro uomini. Le fermò l'anziana
Teano
che con sagge parole le fece riflettere sulla preparazione militare delle
Amazzoni
e sulla forza di
Pentesilea
figlia di
Ares
.
Quando i
Troiani
stavano raggiungendo le navi nemiche per incendiarle,
Aiace
e
Achille
, che si erano allontanati per onorare la tomba di
Patroclo
, udirono il clamore della battaglia e si affrettarono ad intervenire con grande sollievo dei
Greci
.
I due eroi avevano già ucciso molti avversari quando
Pentesilea
li sfidò con audaci parole e scagliò contro di loro i suoi giavellotti senza riuscire a ferirli.
Aiace
si diresse contro altri nemici e
Achille
, raccogliendo la sfida, colpì con la sua lancia
Pentesilea
nel petto, ferendola gravemente. Nonostante il suo coraggio,
Pentesilea
pensò di supplicare
Achille
per aver salva la vita, ma gli dei mutarono i suoi pensieri e l'
amazzone
sguainò la spada per tentare un nuovo assalto e questa volta
Achille
la finì.
I
Troiani
che la videro cadere si affrettarono a rientrare in città mentre
Achille
toglieva l'elmo alla sua vittima. La vista del bellissimo viso turbò
Achille
che desiderò non averla uccisa ma aver fatto di lei la propria sposa.
Ares
, padre di
Pentesilea
, prese a scendere rapidamente dall'
Olimpo
per vendicare la figlia ma
Zeus
lo fermò proibendogli di intervenire per non alterare il corso del destino.
Mentre
Achille
contemplava il viso di
Pentesilea
, lo apostrofò
Tersite
deplorando il suo atteggiamento e il suo compiangere una nemica che ha arrecato tanto danno ai
Greci
. Acceso d'ira,
Achille
reagì e
Tersite
cadde morto al primo colpo con soddisfazione dei
Greci
che non sopportavano la sua arroganza. Il solo a dolersi della morte di
Tersite
fu
Diomede
che era suo parente e che avrebbe duellato con
Achille
se gli altri
Greci
non si fossero intromessi per placare l'ira dei due eroi. I
Greci
accordarono ai
Troiani
le spoglie di
Pentesilea
e delle altre
Amazzoni
cadute che ebbero solenni esequie. Anche i
Greci
seppellirono i loro caduti e, in disparte, i resti di
Tersite
.
Intanto la notte ricopriva la terra,
Achille
e gli altri capi
Greci
si riunirono per banchettare nella tenda di
Agamennone
.
Libro Secondo
Il mattino seguente, mentre i
Greci
lieti per la vittoria omaggiavano
Achille
, a
Troia
regnavano il lutto e la paura. Il vecchio
Timete
parlando ai
Troiani
negò ogni speranza di vittoria contro
Achille
e propose di fuggire abbandonando la città.
Priamo
, invece, esortò a resistere parlando dell'arrivo ormai imminente di
Memnone
con un esercito di
Etiopi
. Anche
Polidamante
si espresse in favore della fuga e, inoltre, propose di restituire ai
Greci
Elena
e le sue ricchezze. Ne nacque una lite con
Paride
che mai avrebbe rinunciato a
Elena
.
Giunse
Memnone
con gli
Etiopi
. Fu grande la letizia dei
Troiani
e soprattutto di
Priamo
che molta fiducia riponeva nei nuovi arrivati. Si tenne un grande banchetto e
Priamo
offrì a
Memnone
una coppa d'oro fabbricata da
Efesto
e tramandata dai suoi antenati per generazioni, coppa che avrebbe donato a
Ettore
se il fato l'avesse concesso.
Al mattino
Memnone
scese in campo con grande coraggio e subito gli Argivi si schierarono con
Achille
in testa. Segue un'altra battaglia descritta in stile omerico con molti duelli e molti illustri caduti.
Memnone
, forte della prodigiosa protezione della madre
Aurora
, fece strage dei nemici.
Tra i
Greci
uccisi da
Memnone
fu anche
Antiloco
figlio di
Nestore
. Quest'ultimo, nonostante l'età avanzata, impugnò le armi per difendere il corpo del figlio ma
Memnone
rifiutò di battersi con lui.
Nestore
allora si rivolse a
Achille
che di
Antiloco
era molto amico, e
Achille
affrontò il campione etiope. Dopo una schermaglia verbale,
Achille
e
Memnone
iniziarono un durissimo duello che si concluse con la morte di
Memnone
. Il corpo di
Memnone
fu raccolto dai venti che lo trasportarono presso il fiume
Esepo
insieme al seguito di
Etiopi
.
L'
Aurora
discese dal cielo accompagnata dalle
Ore
e dalle
Pleiadi
e pianse a lungo sul cadavere del figlio rifiutando di compiere il suo corso al termine della notte. Adirato per questo rifiuto,
Zeus
fece tremare la terra con i suoi tuoni, terrorizzando la dea. Dal rogo dell'etiope nacquero gli
uccelli memnonidi
che ogni anno tornano a combattere sulla tomba dell'eroe.
Libro Terzo
I
Greci
seppellirono
Antiloco
nella spiaggia dell'
Ellesponto
e lo piansero insieme al padre
Nestore
mentre
Achille
correva contro i
Troiani
per vendicare l'amico.
I
Troiani
, benché temessero
Achille
, si armarono e uscirono dalle mura con il coraggio che le
Parche
infondevano nei loro cuori. Ancora una volta
Achille
fece strage di nemici finché
Apollo
non discese dal cielo per fermarlo con il suo grido sovrumano, ma
Achille
non lo temette e lo esortò a tornare in cielo con gli altri dei.
Indignato,
Apollo
scoccò una freccia colpendo
Achille
nel tallone. L'eroe cadde in terra imprecando e ricordando che la madre aveva predetto che sarebbe stato ucciso dalle frecce di
Apollo
presso le
Porte Scee
. Estrasse la freccia dalla ferita incurabile che sanguinò copiosamente mentre il dolore mortale gli opprimeva il cuore.
Ripreso il suo dardo,
Apollo
tornò in cielo dove lo accolse
Era
deprecando il suo gesto.
Achille
ebbe ancora la forza di affrontare ed uccidere molti nemici prima di cadere al suolo morto.
Greci
e
Troiani
combatterono a lungo per impadronirsi del suo corpo. Con particolare energia lottò
Aiace Telamonio
, in fine i
Troiani
si chiusero nella loro città mentre i
Greci
portavano il corpo alla spiaggia, lo lavavano, lo vestivano con gli abiti che la madre
Teti
gli aveva donato.
Nel racconto si susseguono i lamenti di
Aiace
,
Fenice
,
Agamennone
, poi quello di
Teti
giunta dal mare con un corteggio di
Nereidi
.
I
Greci
piansero molti giorni, poi consegnarono il corpo di
Achille
a un grande rogo sul quale offrirono in sacrificio prigionieri
Troiani
e molti animali. I
Mirmidoni
e
Briseide
tagliarono le proprie capigliature per gettarle nel fuoco.
Le ossa furono raccolte tra le ceneri e collocate in un'urna fabbricata da
Efesto
.
Poseidone
richiamò
Teti
annunciandole che lo spirito di
Achille
era destinato a un'isola dove sarà sempre venerato come un dio.
Libro Quarto
I
Troiani
collocarono sulla pira il corpo di
Glauco
ma
Apollo
lo rapì e lo affidò ai venti che lo portarono in
Licia
dove fu collocato in un antro presso il fiume che prese il suo nome.
Mentre i
Greci
continuavano a piangere la morte di
Achille
, i
Troiani
ne gioivano, convinti che avrebbe rovesciato le sorti della guerra anche se altri valorosi eroi rimanevano all'esercito nemico.
Era
lamentava la perdita di
Achille
ricordando a
Zeus
le nozze di
Peleo
in tempi molto più lieti.
Gli
Achei
, cedendo alle umane necessità, cenarono e dormirono. Al mattino
Diomede
li incitò a riprendere il combattimento per evitare che i
Troiani
prendessero troppo coraggio dalla morte di
Achille
. Gli rispose
Aiace Telamonio
che suggerì di aspettare che
Teti
venisse per celebrare giochi in onore del figlio, come aveva promesso. Infatti giunse la dea recando doni per i vincitori ed esortando tutti a misurarsi nelle gare.
Il vecchio
Nestore
, al quale l'età precludeva la partecipazione ai giochi, prese a parlare delle nozze di
Peleo
e
Teti
e a magnificare le gesta di
Achille
.
Teti
premiò l'orazione di
Nestore
facendogli dono dei cavalli di
Achille
.
Seguì la gara di corsa,
Teucro
cadde slogandosi un piede e lasciò la vittoria a
Aiace di Locri
.
Diomede
e
Aiace Telamonio
si misurarono nella lotta, fu una lunga gara perché i due lottatori erano altrettanto forti.
Diomede
approfittò di una buona presa per atterrare
Aiace
, ma lo scontro riprese sempre più violento finché
Nestore
si pose tra loro e li invitò a cessare il combattimento.
Teti
premiò i due campioni dando loro quattro leggiadre ancelle esperte nel servizio dei banchetti che
Achille
aveva fatto prigioniere a
Lesbo
.
Idomeneo
desiderava misurarsi nel pugilato ma poiché era molto avanti negli anni nessuno osò incontrarlo e tutti lo onorarono. In premio
Idomeneo
ebbe da
Teti
i cavalli e il carro che
Patroclo
aveva preso a
Sarpedonte
.
Fenice
e
Nestore
, troppo vecchi per combattere, spronarono i giovani a misurarsi con i cesti. Il primo a farsi avanti fu
Epeo
figlio di
Panopeo
, considerato invincibile con i cesti, il quale avrebbe avuto il premio senza battersi ma raccolse la sfida
Acamante
figlio di
Teseo
. Anche i due pugili si batterono a lungo e vennero infine divisi senza che uno di loro avesse sopraffatto l'altro. Ebbero da
Teti
due tazze d'oro che erano state di
Teseo
, di
Arianna
, di
Dioniso
, di
Toante
, di
Isifile
e finalmente di
Achille
.
Teucro
e
Aiace d'Oileo
furono i primi a cimentarsi con l'arco. Si trattava di recidere da lontano la criniera di un elmo con una freccia. Lo fece
Teucro
che ebbe in premio le armi di
Troilo
.
Il lancio del pesantissimo disco riuscì soltanto a
Aiace
. Il disco era stato conquistato da
Eracle
che lo aveva tolto al gigantesco
Anteo
.
Aiace
fu premiato con le armi di
Memnone
.
Agamennone
vinse la gara di salto ed ebbe in premio le armi di
Cicno
.
Eurialo
vinse con il giavellotto ed ebbe in dono un'urna d'argento conquistata da
Achille
a
Lirnesso
.
Aiace
, ancora desideroso di combattere, propose una gara di lotta a chi volesse accettare la sfida. Tutti indicarono
Eurialo
, esperto pugile, ma questi rinunciò a battersi riconoscendo apertamente la superiorità di
Aiace
.
Menelao
vinse la gara di corsa a cavallo, seguito da
Euripilo
,
Eumelo
,
Toante
e
Polipete
. Nella corsa con i carri vinse
Eurialo
seguito da
Toante
.
Menelao
ebbe una coppa che era stata di
Esione
.
La descrizione di un'altra gara di equitazione è alquanto confusa a causa di lacune nel testo. La vinse comunque
Agamennone
che ebbe in premio l'armatura di
Polidoro
, Il secondo arrivato,
Stenelo
, ricevette l'elmo di
Asteropeo
con due lance.
A questi giochi non partecipò
Ulisse
perché era stato ferito difendendo il corpo di
Achille
.
Libro Quinto
Finiti i giochi,
Teti
espose le armi di
Achille
. Segue la descrizione dello scudo di
Achille
che richiama nello stile e nei contenuti il brano di pari argomento nel diciottesimo canto dell'
Iliade
. Scene marine e descrizioni di monti e foreste popolate da belve feroci decoravano lo scudo, opera di
Efesto
, e immagini delle
Erinni
, delle
Gorgoni
, ma anche scene di pace, di uomini intenti a costruire belle città o a coltivare la terra.
Non mancavano rappresentazioni degli dei e, in particolare, di quelli riuniti per le nozze di
Peleo
con
Teti
.
L'elmo di
Achille
era decorato con scene della guerra di
Zeus
con i
Titani
, accanto erano disposti la corazza, gli schinieri, la spada con la cintura d'oro, l'elsa d'avorio e il fodero d'argento.
Teti
invitò a farsi avanti colui che con maggior vigore aveva difeso il cadavere del figlio per avere in premio le magnifiche armi. Si alzarono
Ulisse
e
Aiace Telamonio
mentre
Idomeneo
e
Agamennone
venivano chiamati a decidere chi meritasse il premio.
Aiace
pronunciò una lunga invettiva contro
Ulisse
accusandolo di falsità e vigliaccheria,
Ulisse
replicò negando le accuse e sostenendo che il suo ingegno aveva maggior valore della forza dell'altro. Sostenne inoltre di aver ucciso un maggior numero di nemici mentre difendeva le spoglie di
Achille
. Dopo un secondo scambio di contumelie tra i due campioni si passò alla decisione e, tutti concordi i
Greci
, fu
Ulisse
a vincere le armi di
Achille
. Mentre
Ulisse
gioiva,
Aiace
fu colto da grave turbamento e, perdendo il senno, giacque a terra come privo di vita. I suoi compagni lo accompagnarono alle navi cercando di consolarlo.
Intanto era scesa la sera, i
Greci
si apprestarono alla cena e al sonno mentre
Teti
con le
Nereidi
che l'accompagnavano tornava nel mare.
Durante la notte
Aiace
, ancora furioso, indossò le proprie armi con l'intenzione di vendicarsi incendiando le navi, facendo strage degli
Achei
e, soprattutto, facendo a pezzi
Ulisse
; ma
Atena
, che sempre proteggeva il suo favorito
Ulisse
, sconvolse la ragione di
Aiace
. Vagò a lungo, l'eroe impazzito e, allo spuntare del giorno si imbattè in un gregge di pecore e prese a ucciderle, convinto di colpire altri
Greci
.
Quando
Aiace
si fermò credendo di aver ucciso tutti i
Greci
e tra loro
Ulisse
,
Atena
tolse il velo che confondeva la sua mente e
Aiace
vide intorno a se il bestiame massacrato. Dopo aver pronunciato un accorato lamento, l'eroe si tagliò la gola e cadde nella polvere.
I
Greci
lo circondarono disperati,
Teucro
si sarebbe ucciso se qualcuno non lo avesse disarmato. Insieme a
Teucro
pianse
Tecmessa
, prima schiava e poi moglie di
Aiace
, madre di
Eurisace
. Con il suo lamento la donna mostra di temere per il proprio destino e per quello del figlio ma viene confortata da
Agamennone
che le promette protezione in memoria del caduto.
Ulisse
, commosso, rimpiange di aver vinto la disputa per le armi di
Achille
che è costata la vita di un grande eroe, giura che non avrebbe mai accettato il premio se avesse potuto prevedere le conseguenze.
Dopo che altri ebbero espresso il proprio dolore intervenne
Nestore
incoraggiando tutti a superare il lutto e a provvedere ad esequie degne di
Aiace Telamonio
.
Fu costruito un grande rogo sul quale vennero poste offerte e oggetti preziosi. Il rogo arse a lungo, alimentato dal vento marino e quando il fuoco ebbe consumato le membra di
Aiace
, i
Greci
raccolsero le sue ossa in un'urna d'oro.
Scese la notte ma i
Greci
dormirono un sonno agitato per il timore che i
Troiani
, sapendo morto
Aiace
, potessero attaccarli improvvisamente.
Libro Sesto
Il mattino seguente
Menelao
convocò tutti i comandanti greci e, constatata la morte di
Achille
e di
Aiace
, propose di tornare a casa abbandonando una guerra che ormai non sperava più di vincere.
Menelao
si rammaricò di essere stato il promotore di quella guerra ma in realtà parlava per verificare le intenzioni dei suoi connazionali.
Diomede
reagì con indignazione chiamando vile
Menelao
e minacciando di colpire chiunque tentasse di partire. Parlò quindi
Calcante
che ricordò di aver predetto la caduta di
Troia
nel decimo anno di guerra e consigliò di mandare
Diomede
e
Ulisse
a
Sciro
per prelevare il figlio di
Achille
. Con un breve discorso
Ulisse
accettò la missione e
Menelao
promise di dare in moglie la propria figlia al figlio di
Achille
.
Ulisse
e
Diomede
si imbarcarono con venti compagni alla volta di
Sciro
. A
Troia
ci si preparava al prossimo combattimento mentre si pregava per la pace. Gli dei, esaudendo una preghiera dei
Troiani
, mandarono loro
Euripilo
figlio di
Telefo
, discendente di
Eracle
, alla testa di schiere alleate.
Paride
accolse
Euripilo
e lo accompagnò al suo alloggio nel quale si trovava
Elena
con le sue ancelle.
Euripilo
fu colpito dalla bellezza della donna e volentieri sedette a conversare con lei e con
Paride
.
Durante la cena
Euripilo
promise di aiutare i
Troiani
e allo spuntare del sole indossò le proprie splendide armi decorate con scene della vita e delle imprese di
Eracle
. Salutato da
Paride
e ammirato da tutti i
Troiani
,
Euripilo
promise di difendere
Troia
e giurò di non lasciare il combattimento prima di aver ucciso molti nemici.
Paride
,
Enea
,
Polidamante
,
Deifobo
ed altri comandanti furono scelti da
Euripilo
per marciare al suo fianco davanti alle schiere troiane.
I
Troiani
mossero dalla città e si scontrarono con i
Greci
,
Euripilo
uccise molti nemici tra i quali
Nireo
, uno dei più belli. Mentre
Euripilo
spogliava
Nireo
delle armi, fu attaccato da
Macaone
che lo ferì, seguì un duello nel quale
Macaone
fu colpito a morte e, spirando, predisse a
Euripilo
morte imminente. Vedendo cadere
Nireo
e
Macaone
,
Teucro
gridò incitando i
Greci
ad attaccare il nemico con maggior violenza ma le forze in campo erano pari e lo scontro si prolungava.
Rimasto presso le navi per curare i feriti
Podalirio
fu avvertito della morte del fratello e, prese le armi, corse contro i nemici. Uccise
Clito figlio di Agamestore
,
Lasso figlio di Anticleo
e altri
Troiani
.
Aiace d'Oileo
ferì
Polidamante
,
Menelao
ferì
Deifobo
e molti altri ne uccise
Agamennone
.
Euripilo
,
Paride
ed
Enea
si scontrarono con gli
Atridi
e con
Aiace d'Oileo
, quest'ultimo, tramortito da un colpo di
Enea
, fu ricoverato su una nave.
Menelao
e
Agamennone
si trovarono isolati e circondati dai nemici. Pur difendendosi come belve feroci, i due re sarebbero caduti se in loro aiuto non fossero accorsi
Teucro
,
Idomeneo
,
Merione
ed altri
Greci
.
Un colpo di
Teucro
fu trattenuto dallo scudo di
Enea
,
Merione
uccise
Laofoonte
,
Aiace d'Oileo
scagliò una pietra uccidendo l'auriga di
Pammone
mentre
Pammone
stesso i fu salvato da un Troiano che riuscì a frenare i suoi cavalli.
Acamante
ferì
Antiloco
figlio di
Nestore
che fu costretto a lasciare la battaglia.
Euripilo
e un suo scudiero uccisero
Echemmone
,
Toante
ferì
Paride
,
Idomeneo
percosse
Euripilo
privandolo della lancia, ma quando i servi gli porsero un'altra asta egli riprese a combattere uccidendo molti nemici e incitando i compagni a fare altrettanto. I
Greci
fuggirono verso le navi e
Euripilo
uccise
Bucalione
,
Cromio
,
Antifo
, Nero e molti altri.
Enea
uccise
Antimaco e Ferete
, Cretesi compagni di
Idomeneo
,
Agenore
soppresse
Melo
compagno di
Stenelo
re di
Argo
.
Paride
uccise
Moniso
e
Forci
, fratelli da
Salamina
. I cadaveri degli Argivi erano sparsi nella campagna e certamente i
Troiani
avrebbero bruciato le loro navi se non fosse sopraggiunta la notte.
I
Troiani
tornarono lieti ai loro alloggi mentre i
Greci
, presso le navi, piangevano i compagni estinti.
Libro Settimo
Al mattino i
Greci
si preparavano a combattere mentre alcuni di loro si occupavano delle esequie di
Macaone
e del bellissimo ma imbelle
Nireo
.
Podalirio
(fratello di
Macaone
) soffriva per la sua perdita al punto da progettare il suicidio, mentre i compagni condividendo il suo dolore tentavano di consolarlo, e si sarebbe certamente ucciso se non fosse intervenuto
Nestore
.
A
Nestore
,
Quinto Smirneo
attribuisce un discorso basato sul genere della
consolatio
:
- il pianto è tipico delle donne e non si addice agli uomini,
- piangere non riporterà in vita
Macaone
,
- lo stesso
Nestore
ha perduto un figlio (
Antiloco
) coraggioso e devoto ma è sopravvissuto alla sua perdita,
- la morte è destino di tutti,
- i mortali devono sopportare le sofferenze che gli dei assegnano loro.
Podalirio
rammenta la dolcezza e la sollecitudine del fratello nei suoi confronti e parla del suo dolore inconsolabile che lo priva della voglia di vivere. La replica di
Nestore
ribadisce i concetti già espressi ed introduce il tema di una felicità ultramondana riservata ai buoni.
Mentre
Nestore
consolava
Podalirio
,
Greci
e
Troiani
avevano ripreso a combattere e
Euripilo
stava facendo strage degli
Achei
. I
Greci
furono sospinti dall'eroe presso le navi e si nascosero come poterono per evitare i colpi di
Euripilo
ma infine
Atena
infuse in loro nuovo coraggio. Dopo due giorni di intensi combattimenti fu concordata una tregua per seppellire i caduti. Terminate le esequie la guerra riprese violenta.
Intanto
Ulisse
e
Diomede
, partiti alla ricerca del figlio di
Achille
, avevano raggiunto l'isola di
Sciro
. Trovarono
Neottolemo
davanti alla sua casa intento ad esercitarsi con le armi e con i cavalli e furono colpiti dalla sua bellezza pari a quella del padre.
Il giovane accolse i visitatori e
Ulisse
, presentato se stesso e il suo compagno, passò subito a chiedere a
Neottolemo
di seguirli a
Troia
.
Ulisse
promise a
Neottolemo
ricchi doni e in particolare le armi del padre, di divina fattura. Inoltre riferì la promessa di
Menelao
di diventare suo suocero una volta finita la guerra.
Neottolemo
promise di partire il mattino seguente e invitò gli ospiti alla sua mensa.
Al momento della partenza
Deidamia
, vedova di
Achille
e madre di
Neottolemo
, rivolse al figlio un lamento accorato pregandolo di non partire e il vecchio
Licomede
, padre di
Deidamia
, lo mise in guardia sui pericoli della navigazione. Mentre
Neottolemo
fremeva per partire,
Deidamia
continuava a piangere ma ormai consapevole dell'ineluttabilità del distacco, volle che il figlio fosse accompagnato da venti servitori.
Poseidone
, ammirando la fierezza del figlio di
Achille
, gli concesse un viaggio sereno e la nave prese il mare mentre i suoi passeggeri parlavano delle gloriose gesta di
Achille
. Il mattino seguente i viaggiatori giunsero in vista dei
Monti Idei
e infine approdarono presso le altre navi greche sul lido di
Troia
. Qui continuava la battaglia e
Euripilo
stava portando uno dei suoi attacchi. Vedendolo
Diomede
saltò fuori dalla nave e incitò i compagni ad armarsi immediatamente.
Diomede
e i suoi compagni andarono alla tenda di
Ulisse
per indossare le armi.
Neottolemo
prese le armi del padre che si adattarono perfettamente al suo corpo e corse ad affrontare i nemici insieme a
Ulisse
,
Diomede
e
Leonteo
. Oltre il muro che proteggeva le navi achee,
Euripilo
stava portando l'ennesimo attacco quando
Neottolemo
scese in campo e prese a uccidere i
Troiani
combattendo con inesauribile energia.
La prime vittime di
Neottolemo
furono
Celto e Eubio
, due fratelli troiani abili con le armi ma destinati a morire molto giovani.
Quando scese la sera il combattimento fu sospeso. Il vecchio
Fenice
conobbe
Neottolemo
e si commosse per la grande somiglianza con il padre.
Agamennone
e tutti gli altri
Greci
si strinsero intorno al giovane recandogli molti doni. Quando dopo la cena
Neottolemo
si ritirò nel padiglione del padre fu colpito dalla nostalgia di
Achille
.
Nel loro campo anche i
Troiani
si rallegravano per le gesta di
Euripilo
. Alla fine il sonno vinse i
Troiani
e gli
Achei
.
Libro Ottavo
All'alba
Neottolemo
pronunciò un breve discorso di incoraggiamento quindi scese in campo con le armi e il carro di
Achille
, seguito da tutti gli altri
Greci
.
Neottolemo
uccise
Melaneo
,
Alcidamante
,
Minete
,
Mori
,
Polino
,
Ippomedonte
.
Enea
uccise
Aristoloco
,
Diomede
uccise
Eumeo
,
Agamennone
uccise Strato,
Merione
uccise
Clemo
.
Euripilo
fece molte vittime tra cui
Eurito
,
Menezio
,
Arpalo
.
Antifo
tentò di colpire
Euripilo
ma la sua lancia uccise
Menalione
,
Antifo
riuscì a sfuggire alla vendetta di
Euripilo
perché le
Parche
avevano stabilito per lui un altro modo di morire.
Euripilo
continuò a fare strage di nemici finché non gli si fece incontro il figlio di
Achille
. Prima di combattere
Euripilo
volle sapere chi fosse il suo avversario.
I due eroi scesero dai cavalli per affrontarsi a piedi
Neottolemo
parò con lo scudo una grossa pietra scagliata dall'avversario e il duello ebbe inizio mentre tutto intorno a loro infuriava la battaglia. Dopo un lungo, terribile scambio di colpi,
Euripilo
fu ferito alla gola e dalla piaga fuggì la sua anima. Pronunciando frasi di scherno,
Neottolemo
recuperò la sua lancia e, mentre i
Greci
spogliavano
Euripilo
delle sue armi, riprese a combattere e sterminare nemici.
Per incoraggiare i
Troiani
scese dal cielo
Ares
con i suoi divini cavalli e, invisibile, fece udire nel campo la propria voce con parole di incoraggiamento. L'indovino
Eleno
comprese la situazione e parlò ai
Troiani
che ripresero a combattere più arditamente. Le forze in campo erano pari e la battaglia si protrasse a lungo.
Neottolemo
uccise
Perimede
,
Cestro
uccise
Falero
e
Perileo
Menalca
.
Deifobo
ammazzò
Licone
e
Menettolemo
.
Enea
uccise
Arcesilao
proveniente da
Aulide
.
Eurialo
uccise
Astreo
con una freccia.
Agenore
tolse la vita a
Ippomene
amico di
Teucro
. Questi tentò di colpire
Agenore
ma le
Parche
deviarono la freccia che colpì l'occhio sinistro di
Deifonte
il quale fu ferito da un secondo dardo.
Un grido di
Ares
ispirò coraggio ai
Troiani
e paura agli
Achei
ma non a
Neottolemo
che continuò a fare strage di nemici. Indignato,
Ares
decise di battersi personalmente con
Neottolemo
ma improvvisamente scese dal cielo
Atena
in armi. Prima che i due cominciarono a battersi,
Zeus
li dissuase con i tuoni ed entrambi lasciarono il campo di battaglia.
Privati del sostegno di
Ares
, i
Troiani
fuggirono a chiudersi entro le mura della città mentre i
Greci
si disponevano all'assedio.
Apollo
infuse audacia nei
Teucri
che presero a difendere la città scagliando pietre e frecce dall'alto delle mura.
Merione
uccise
Filodamante
ma non riuscì a colpire
Polite
figlio di
Priamo
.
Vedendo che la propria città rischiava di essere distrutta,
Ganimede
pregò
Zeus
di risparmiarla e
Zeus
coprì
Troia
con una coltre di nubi, spaventando i
Greci
con fulmini e tuoni.
Il saggio
Nestore
, consapevole della potenza di
Zeus
, parlò ai
Greci
e li convinse a smettere per quel giorno di combattere e a tornare alle navi. Durante la cena tutti onorarono
Neottolemo
al quale
Teti
aveva tolto gli effetti della stanchezza.
Libro Nono
Il nuovo giorno trovò i
Troiani
angosciati dal pericolo e
Antenore
che pregava - inutilmente - che
Neottolemo
fosse allontanato da
Troia
.
Priamo
mandò un messaggero a chiedere a
Agamennone
una tregua per seppellire i morti. Durante la tregua
Euripilo
fu sepolto davanti alla Porta Dardania.
Accompagnato dal vecchio
Fenice
e da un gruppo di
Mirmidoni
,
Neottolemo
si recò ad onorare la tomba del padre.
Il giorno seguente i
Greci
marciarono compatti verso le mura di
Troia
mentre
Deifobo
incitava i compagni alla lotta e si preparava vestendo le armi con l'aiuto della moglie e dei figli. Scoppiò l'ennesima battaglia con il consueto spargimento di sangue.
Deifobo
uccise l'auriga di
Ippaso
, questi fu prontamente soccorso da
Melanzio
che con un balzo prese il posto del caduto sul carro e, incitando i cavalli, prese ad uccidere molti nemici mentre
Deifobo
faceva altrettanto contro i
Troiani
. Compiaciuta,
Teti
osservava il nipote
Neottolemo
intento ad uccidere "falangi intere". Tra i
Troiani
caduti per mano di
Neottolemo
furono
Ascanio
e
Enope
. Contro
Deifobo
che stava massacrando molti
Achei
mosse
Neottolemo
. Vedendolo arrivare
Deifobo
si fermò dubbioso se fuggire o affrontare lo scontro.
Neottolemo
lo avrebbe certamente travolto con il suo assalto ma
Apollo
circondò il troiano con una fitta nebbia e prodigiosamente lo portò in salvo tra le mura di
Troia
.
Durante la battaglia anche
Apollo
e
Ares
intervennero più volte ma alla fine i
Greci
tornarono alle navi perché era fatale che
Troia
non cadesse prima dell'intervento di
Filottete
, come spiegò l'indovino
Calcante
.
A prelevare
Filottete
che si trovava a
Lemno
furono inviati
Diomede
e
Ulisse
. A
Lemno
le donne avevano ucciso tutti i mariti per gelosia.
Filottete
viveva in una grotta a dormiva su un giaciglio di piume di uccello. Gli stenti e il dolore della sua ferita lo avevano ridotto come un selvaggio. Nella sua grotta si trovavano il grande arco che era stato di
Eracle
e la faretra con le frecce.
All'arrivo di
Ulisse
e
Diomede
,
Filottete
ancora sdegnato per essere stato abbandonato, prese l'arco per ucciderli ma
Atena
spense l'odio nel suo cuore ed egli si lasciò consolare dalle parole e dalle promesse dei suoi ospiti che lo accompagnarono alla nave dove ricevette le prime cure e un buon pasto.
Giunti al lido di
Troia
furono accolti affettuosamente dagli
Achei
e
Podalirio
guarì la piaga purulenta di
Filottete
con i suoi unguenti. Liberato dall'atroce sofferenza,
Filottete
si riprese rapidamente.
Dopo un banchetto offerto in onore di
Filottete
,
Agamennone
parlò dell'abbandono dell'arciere che era stato deciso dagli dei, promise all'ospite ritrovato di accoglierlo sempre alla sua mensa e gli consegnò ricchi doni.
Quando sorse il sole i
Greci
si prepararono per un nuovo giorno di guerra e
Filottete
auspicò che nessuno di loro tornasse alle navi prima che
Troia
fosse distrutta.
Libro Decimo
Mentre i
Troiani
si affrettavano a seppellire i caduti, sempre temendo un attacco nemico,
Polidamante
parlò loro suggerendo di ritirarsi nelle torri della città lasciano che i
Greci
sprecassero il loro tempo nell'assedio che sarebbe stato lungo e infruttuoso, vista l'abbondanza di scorte di cui
Troia
disponeva. Alla proposta di
Polidamante
si oppose
Enea
prevedendo che anche un lungo assedio sarebbe finito per fame e affermando di preferire una morte gloriosa in combattimento al morire d'inedia senza far nulla. Tutti approvarono le parole di
Enea
e tornarono a armarsi mentre la Discordia visitava il campo troiano e quello greco diffondendo tra gli uomini la volontà di combattere. Il primo a battersi fu
Enea
che uccise
Arpalione figlio di Arizelo e di Amfinome
,
Ialo
figlio di
Tersandro
.
Neottolemo
uccise dodici eroi:
Cebro
,
Arione
,
Pasiteo
,
Ismino
,
Imbrasio
,
Chidio
,
Flege
,
Mneseo
,
Eunomo
,
Amfinomo
,
Fasi
,
Galeno
.
Eurimene
compagno di
Enea
ispirato dalla
Parca
colpì molti nemici finché la stanchezza lo rallentò e
Mege
gli tolse la vita con la sua lancia.
Deileonte e Amfione
, scudieri di
Epeo
, tentarono di prendere le armi di
Eurimene
e furono uccisi da
Enea
.
Diomede
uccise
Menante
e
Anfinoo
,
Paride
uccise
Demoleonte
, giunto dalla
Laconia
con
Menelao
.
Teucro
uccise
Zechi
frigio;
Mege
fu ucciso da
Alceo
.
Aiace d'Oileo
ferì
Scilaceo
ma non lo uccise perché diverso era il suo destino: tornato a casa in
Licia
narrò la morte di tutti i suoi compagni e fu lapidato dai parenti dei caduti.
Le frecce di
Filottete
portarono la morte a
Deioneo
e a
Acamante
figlio di
Antenore
.
Filottete
indossava le armi di
Eracle
che l'autore descrive istoriate con figure di belve e scene del mito, come
Ermes
uccisore di
Argo
o
Fetonte
precipitato nel
Po
, e ancora
Medusa
,
Prometeo
. Le prodigiose armi erano opera di
Efesto
che le aveva fabbricate per
Eracle
e da questi donate a
Filottete
.
Paride
tirò una freccia contro
Filottete
ma lo mancò ed uccise
Cleodoro
.
Filottete
maledisse
Paride
e scagliò una freccia contro di lui ferendolo superficialmente ma con un'altra freccia colpì all'inguine
Paride
che questa volta fuggì verso la città mentre la sera sopraggiungeva e poneva fine alla battaglia.
Molti tentativi di guarire
Paride
fallirono e il giovane si recò a casa di
Enone
, la moglie che aveva abbandonato per rapire
Elena
, perché il fato aveva stabilito che si sarebbe salvato solo se medicato da lei.
Paride
pregò
Enone
di aiutarlo, chiedendole di perdonare le sue colpe e deprecando il suo comportamento ma
Enone
non era disposta a perdonare e lo cacciò dalla sua casa consigliandogli di farsi curare dalla sua bella amante. Allontanatosi tristemente,
Paride
ebbe la visione di Era in compagnia delle sue ancelle alle quali stava parlando degli ultimi atti della guerra, il ratto della statua di
Atena
e la caduta di
Troia
.
Paride
morì ascoltando quelle parole e fu pianto dalle
ninfe
e dai pastori. Un contadino avvertì
Ecuba
che iniziò il suo pianto disperato.
Priamo
che stava piangendo sul sepolcro di
Ettore
non intese la notizia.
Rimasta sola,
Enone
fu presa dal rimorso e corse nel luogo dove era stato approntato un rogo per
Paride
. Senza esitare la donna salì sul rogo e le sue ossa furono raccolte insieme a quelle del marito quando le fiamme furono spente.
Libro Undicesimo
Anche dopo la morte di
Paride
la guerra proseguì con tutti i suoi orrori.
Neottolemo
uccise
Laomedonte
,
Niro
,
Evenore
,
Ifirione
,
Ippomedonte
.
Enea
uccise
Bremonte
e
Andromaco
.
Filottete
ferì
Piraso
, colpì con la lancia
Polidamante
,
Eurimaco
e
Cleone
.
Euripilo
ferì
Ello
.
Ulisse
ammazzò
Polindo
e
Eno
,
Stenelo
uccise
Abante
,
Diomede
tolse la vita a
Laodoco
,
Agamennone
la tolse a
Melio
.
Deifobo
sconfisse
Alcinoo
e
Driante
,
Ippaso
fu ucciso da
Agenore
.
Toante
uccise
Lalo
e
Linco
,
Merione
uccise
Licone
,
Menelao
uccise
Archeloco
.
Teucro
uccise
Menete
figlio di
Ippomedonte
.
Eurialo
portò lo scompiglio tra le schiere nemiche e uccise
Meleto
.
Apollo
prese l'aspetto dell'indovino
Polimestore
e si avvicinò a
Enea
e
Eurimaco
e li incoraggiò assicurandoli che sarebbero vissuti ancora a lungo. I due guerrieri ripresero a combattere con rinnovato vigore e costrinsero i
Greci
a fuggire. A
Enea
e
Eurimaco
l'autore dedica numerosi versi descrivendo la battaglia come prova del loro coraggio e del loro vigore.
Neottolemo
, deprecando la fuga dei
Greci
, li incitò a reagire e si lanciò contro i nemici alla testa di un gruppo di
Mirmidoni
. Respingendo gli assalti dei
Troiani
riuscì a riequilibrare le sorti della battaglia.
Neottolemo
non attaccò personalmente
Enea
perché
Teti
lo indusse a cercare altri avversari per rispetto di
Afrodite
.
Il vento sollevò la polvere fitta come nebbia che oscurava la vista e i combattenti colpivano alla cieca anche i propri compagni.
Zeus
li soccorse allontanando la polvere e permise loro di vedere di nuovo con chiarezza. La battaglia riprese sempre più violenta. Fu la volta di
Atena
di intervenire per incoraggiare i
Greci
mentre
Afrodite
portava il figlio
Enea
fuori dai combattimenti provocando nuovi problemi ai
Troiani
.
La battaglia ha finalmente termine e
Quinto Smirneo
descrive il campo e la spiaggia cosparsi di cadaveri e di sangue, descrive il rientro dei
Troiani
in città, la commozione delle mogli e dei figli, il lutto delle vedove e degli orfani. La pausa è breve e con l'aurora gli scontri ricominciano,
Quinto Smirneo
riprende ad elencare uccisi e uccisori. Questa volta i
Troiani
combatterono dalle mura mentre i
Greci
tentano i loro assalti.
Ulisse
, scaltro come sempre, fece disporre i
Greci
compatti e coperti dai loro scudi in una sorta di testuggine. La compattezza della formazione fu infranta da un colpo micidiale di
Enea
che fece cadere un grande masso sugli scudi: molti
Greci
rimasero schiacciati, altri si dispersero disorientati e spaventati.
Il greco
Alcimedonte
riuscì a salire sulle mura e tentò di aprire un varco per invadere la città ma
Enea
lo colpì lanciando una pietra e lo fece precipitare. Assistendo alla scena,
Filottete
scagliò una freccia contro
Enea
il cui scudo assorbì il colpo. Con una sfida senza risposta lanciata da
Filottete
a
Enea
si chiude l'undicesimo libro.
Libro Dodicesimo
L'indovino
Calcante
riunì tutti i capi degli
Achei
e consigliò loro di cercare uno stratagemma per conquistare
Troia
poiché l'impresa condotta con i tradizionali metodi di assedio non avrebbe mai avuto successo. La proposta, chiaramente, venne da
Ulisse
: allontanare le navi per far credere ai
Troiani
che i
Greci
fossero partiti, nascondere i migliori guerrieri greci nel ventre di un grande
cavallo di legno
, affidare ad un greco il compito di raccontare ai
Troiani
una storia per convincerli ad accogliere il
cavallo
in città.
Tutti accolsero con entusiasmo la proposta di
Ulisse
tranne
Neottolemo
che espresse qualche perplessità.
Ulisse
indicò
Epeo
come il più abile artigiano, certamente il più idoneo per la costruzione del
cavallo
.
A
Neottolemo
, che avrebbe preferito continuare a combattere, si unì
Filottete
ma
Zeus
, con un paio di fulmini scagliati davanti a loro, li indusse a cambiare parere e allinearsi con il piano di
Calcante
. Durante la notte,
Atena
visitò
Epeo
ispirandogli le conoscenze opportune e il desiderio di porsi subito all'opera per costruire il
cavallo
.
I
Greci
affrontarono i boschi del
Monte Ida
per procurare il legname necessario, quindi tutti lavorarono alacremente per segare i tronchi e ricavare le parti da assemblare. L'opera fu completata in tre soli giorni e, grazie all'intervento di
Atena
, riuscì perfetta in ogni particolare.
Lo stratagemma del
cavallo
divise gli dei che cominciarono a discutere poi a combattere tra loro coinvolgendo le forze della natura ma rimanendo invisibili agli uomini. Quando
Zeus
, che era lontano, notò la battaglia in corso tornò rapidamente sull'
Olimpo
e prese a scagliare le due folgori mentre
Teti
parlava agli dei pregandoli di cessare la lotta. Temendo l'ira di
Zeus
gli dei interruppero lo scontro e tornarono nelle rispettive dimore.
Intanto
Ulisse
continuava a organizzare l'attuazione del suo stratagemma invitando i più forti ad entrare nel
cavallo
e scegliendo un giovane, sconosciuto al nemico, che fosse in grado di recitare per i
Troiani
l'inganno preparato. Si fece avanti
Sinone
affermando di essere disposto a morire pur di portare a termine la missione con successo.
Il vecchio
Nestore
chiese di entrare nel
cavallo
ma
Neottolemo
lo invitò a seguire quanti avrebbero atteso a
Tenedo
la fine dell'azione. A questo punto l'autore invoca la
Musa
che gli ha dettato questo racconto quando era ancora un ragazzo (un giovane pastore, per l'esattezza!) perché gli indichi ad uno ad uno i nomi dei
Greci
che si nascosero nel
cavallo
:
I
Greci
nel
cavallo di legno
Neottolemo
-
Menelao
-
Ulisse
-
Stenelo
-
Diomede
-
Filottete
-
Anticlo
-
Mnesteo
-
Toante
-
Polipete
-
Aiace d'Oileo
-
Euripilo
-
Trasimede
-
Idomeneo
-
Merione
-
Podalirio
-
Eurimaco
-
Teucro
-
Ialmeno
-
Talpio
-
Antiloco
-
Leonteo
-
Eumelo
-
Eurialo
-
Demofonte
-
Anfimaco
-
Agapenore
-
Acamante
-
Mege
-
Epeo
Tutti gli altri, guidati da
Nestore
e
Agamennone
, incendiarono gli alloggiamenti e navigarono fino alle spiagge di
Tenedo
dove sostarono in attesa del segnale dei compagni.
All'alba i
Troiani
videro il fumo che saliva dal campo nemico e constatarono la partenza delle navi. Mentre osservavano il grande
cavallo
furono raggiunti da
Sinone
e lo percossero e mutilarono per costringerlo a spiegare la decisione dei
Greci
.
Sinone
raccontò che, stanchi della guerra, i
Greci
avevano deciso di tornare in patria e per consiglio di
Calcante
avevano fabbricato il
cavallo
come offerta per placare l'ira di
Atena
. Avevano deciso di sacrificare lui stesso agli dei del mare ma
Sinone
era riuscito a sfuggire alla morte cercando riparo presso il
cavallo
(ormai consacrato a
Atena
).
Una parte dei
Troiani
credette alle parole di
Sinone
ma molti altri ascoltarono
Laocoonte
che aveva intuito la trappola e insisteva per distruggere il
cavallo
. Per far tacere
Laocoonte
,
Atena
scosse la terra sotto i suoi piedi e i
Troiani
videro i suoi occhi scoppiare nelle orbite divenendo completamente bianchi. La punizione di
Laocoonte
provocò un sacro terrore nei
Troiani
che si affrettarono ad accogliere
Sinone
e a trasportare il
cavallo
entro le mura di
Troia
. Intanto due enormi serpenti vennero dal mare per volere di
Atena
e divorarono i due figli di
Laocoonte
.
I
Troiani
offrivano sacrifici ma la pioggia spegneva il fuoco degli altari mentre il vino diventava sangue. Questi ed altri prodigi annunciavano la rovina senza che i
Troiani
se ne rendessero conto perché le
Parche
avevano obnubilato le loro menti. Solo
Cassandra
urlava nel delirio un monito terribile ai suoi concittadini, insisteva per distruggere il
cavallo
, tentava di colpirlo con una torcia e con un'ascia, ma inutilmente. I
Troiani
la credevano impazzita e non le davano ascolto mentre allegramente consumavano la loro ultima cena.
Libro Tredicesimo
Quella sera tutti i
Troiani
banchettarono allegramente bevendo molto vino, l'ubriachezza confuse le loro menti e li indusse a dormire profondamente mentre
Sinone
, con una fiaccola, dava il segnale convenuto ai
Greci
che attendevano a
Tenedo
e chiamava a bassa voce quanti erano nascosti nel
cavallo
.
Il primo a uscire dal
cavallo
fu
Ulisse
, presto seguito dai compagni, mentre tutti gli altri sbarcavano dalle navi ed entravano a
Troia
indisturbati.
Fu la strage dei
Troiani
: ovunque erano cadaveri, sangue e case incendiate, grida di guerra e pianto di donne. Benché ancora storditi dal vino, i
Troiani
si difendevano come potevano e anche molti
Greci
perirono durante la notte.
Diomede
fece molte vittime:
Corebo
,
Euridamante
, il vecchio
Ilioneo
,
Abante
,
Euricoonte
.
Aiace
uccise
Anfimedonte
,
Agamennone
uccise
Damastoride
,
Idomeneo
,
Mimante
,
Mege
,
Deiopite
.
A
Neottolemo
, che stava massacrando molti nemici, si rivolse
Priamo
chiedendogli di ucciderlo e mettere fine alle sue sofferenze. Il figlio di
Achille
non esitò e con un solo colpo decapitò il vecchio re.
I
Greci
precipitarono da una torre il piccolo
Astianatte
figlio di
Ettore
mentre
Andromaca
disperata chiedeva di essere a sua volta assassinata. Fu risparmiata la casa di
Antenore
che a suo tempo aveva accolto amichevolmente
Ulisse
e
Menelao
. Ispirato dalla madre
Afrodite
,
Enea
prese il padre
Anchise
sulle spalle, il figlio per mano e lasciò la città in fiamme protetto dalla dea. Nel vederlo
Calcante
predisse il destino di
Enea
e ordinò ai
Greci
di lasciarlo andare incolume.
Menelao
uccide
Deifobo
trovandolo addormentato nel letto di
Elena
, continuò a sopprimere nemici fin quando trovò
Elena
in un nascondiglio. L'avrebbe uccisa se
Afrodite
non avesse allontanato il furore dal suo cuore facendogli dimenticare l'adulterio.
Intanto gli dei piangevano la sorte di
Troia
, tranne
Atena
ed Era che gioivano nel vedere distrutta la città di
Priamo
.
Aiace d'Oileo
violò
Cassandra
nel tempio di
Atena
provocando l'ira della dea che più tardi lo avrebbe punito.
Etra
, madre di
Teseo
, fu vista vagare nella città in fiamme e i
Greci
la scambiarono per
Ecuba
. A quanti stavano per catturarla, la donna spiegò di essere figlia di
Pitteo
e sposa di
Egeo
, disse di essere stata schiava di
Elena
e chiese di vedere i suoi nipoti
Demofonte
e
Acamante
, figli di
Teseo
. Fu
Demofonte
a risponderle e a rassicurarla. Mentre
Etra
abbracciava e baciava i nipoti ritrovati con grande commozione e letizia, la giovane
Laodice
figlia di
Priamo
implorava gli dei di essere inghiottita dalla terra piuttosto che essere fatta schiava. Un dio l'ascoltò e l'accontentò: si aprì improvvisamente un abisso che si richiuse quando
Laodice
vi fu caduta dentro.
Il cielo la
pleiade
Elettra
nascose il suo volto per non vedere la rovina della città di suo figlio
Dardano
.
Libro Quattordicesimo
L'aurora trovò i
Greci
intenti a saccheggiare le ricchezze di
Troia
e a catturare le donne per farne schiave.
Menelao
portava con se la moglie ritrovata,
Agamennone
aveva preso
Cassandra
,
Neottolemo
Andromaca
ed
Ulisse
Ecuba
. Tutte piangevano tranne
Elena
che seguiva a testa bassa il marito arrossendo di vergogna.
Piangevano per la rovina di
Troia
il fiume Xanto, il
monte Ida
e il
Simoenta
. Intanto i
Greci
cantavano, offrivano sacrifici, libavano intorno agli altari e pregavano di avere fortunato ritorno, ma questo non a tutti fu concesso.
Tra banchetti e canti tornò la sera e i
Greci
stanchi si ritirarono per dormire. Nella loro tenda
Menelao
ed
Elena
tornavano ai dolci amplessi.
Neottolemo
sognò il padre che gli suggeriva di comportarsi sempre da uomo saggio e benigno e gli ordinava di dire ad
Agamennone
che
Polissena
doveva essere sacrificata in sua memoria. Al mattino il giovane riunì i
Greci
e comunicò loro la richiesta di
Achille
avvertendoli che, in difetto, sarebbero stati ostacolati dalle tempeste. Per dare forza alle sue parole,
Poseidone
mandò sul mare "tutte le procelle insieme" e questa vista spinse i
Greci
ad affrettarsi.
Polissena
fu trascinata piangente fino alla tomba di
Achille
davanti agli occhi di
Ecuba
.
Neottolemo
tagliò la gola a
Polissena
invocando il padre. La giovane fu sepolta presso la casa di
Antenore
che l'aveva destinata a essere la moglie di suo figlio
Eurimaco
. Il mare si placò e i
Greci
si imbarcarono dopo un ultimo banchetto. Tra loro comparve un mostro: era
Ecuba
trasformata in cagna e poi pietrificata per volontà di
Zeus
. Su consiglio di
Calcante
fu imbarcata e sistemata sulla sponda opposta dell'
Ellesponto
.
Calcante
non volle partire perché prevedeva il disastro in mare e rimase a terra con il suo
Amfiloco
suo allievo.
Mentre le navi si allontanavano dalla costa,
Atena
chiedeva a
Zeus
di lasciarle vendicare l'oltraggio di
Aiace
che aveva violato
Cassandra
nel suo tempio.
Zeus
approvò e concesse alla figlia di usare le sue armi. Con l'aiuto di
Poseidone
e di
Eolo
, la dea scatenò un'orribile tempesta che travolse molte navi achee.
Aiace
, aggrappato a uno scoglio, resisteva eroicamente alla violenza del mare ma
Poseidone
e
Atena
scagliarono contro di lui macigni immani fino ad ucciderlo.
Il mare era cosparso di relitti, i superstiti cercavano la salvezza a nuoto o sui loro natanti danneggiati. Molti naufragarono a causa degli ingannevoli segnali di
Nauplio
che vendicava così la morte del figlio [
Palamede
]. Con terremoti, diluvio e inondazioni gli dei colpirono la
Dardania
finché le rovine di
Troia
furono sepolte in un baratro.
I
Greci
sopravvissuti continuarono a navigare e ognuno di loro giunse dove il volere di
Zeus
lo portò.
Mille anni dopo
Quinto
narrò le battaglie troiane sul
Metauro
alle genti italiche.