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Giuseppe Flavio
Antichità Giudaiche
Prologo
Giuseppe
apre la propria opera con una dichiarazione del principale motivo che lo ha spinto a comporla: la volontà di far conoscere al mondo la storia del suo popolo, le leggi e le tradizioni degli
Ebrei
. Anche durante la composizione della
Guerra Giudaica
, dice infatti
Giuseppe
, egli aveva avvertito il bisogno di chiarire al lettore le origini e la cultura del popolo ebreo.
Il prologo contiene inoltre la dedica all'amico
Marco Epafrodito
, al quale
Giuseppe
dedicò anche "Vita" e "Contro Apione".
Nell'esposizione di
Giuseppe Flavio
campeggia la figura di
Mosè
e la sua funzione di legislatore, quindi l'autore si accinge a parlare del patriarca e delle sue leggi con l'intento di dimostrare l'armonia di queste con la volontà di Dio e con la Natura. Rifacendosi ai discorsi di
Mosè
,
Giuseppe
che per i primi libri seguirà sostanzialmente la
Bibbia
, inizia la sua storia dalla
Creazione
.
Libro I
Nel primo giorno Dio creò il cielo e la terra, ordinò che apparisse la luce e separò le tenebre. Nel secondo separò il cielo dalla terra e la dotò dell'umidità che produce le benefiche piogge.
Nel terzo giorno circondò la terra con il mare ed in quella stessa giornata cominciarono a nascere piante e semi.
Nel quarto giorno creò il sole e gli astri.
Nel quinto giorno creò gli animali che volano e nuotano, nel sesto creò i quadrupedi e creò l'uomo.
Nel settimo giorno riposò e questo riposo è commemorato dagli
Ebrei
nel giorno di sabato, il cui nome significa "quiete".
Il primo uomo si chiamò
Adamo
, nome che significa rosso perchè era stato plasmato nell'argilla. Estraendogli una costola durante il sonno, Dio plasmò una compagna di
Adamo
e la chiamò
Eva
.
Dio creò infine un
Paradiso Terrestre, il giardino dell'Eden
ad Oriente ove crescevano l'albero della vita e quello della saggezza. Vi introdusse
Adamo
ed
Eva
proibendo loro di toccare quegli alberi. Ma il serpente, geloso di loro, indusse
Eva
a cibarsi del frutto dell'albero della saggezza ed
Eva
, a sua volta, convinse
Adamo
a fare altrettanto. Dio punì
Adamo
ordinando alla terra di non concedere più i suoi frutti se non a costo di dure fatiche, punì
Eva
con le doglie del parto e punì infine il serpente privandolo della parola e condannandolo a strisciare. Quindi
Adamo
ed
Eva
furono espulsi dal
paradiso terrestre
.
Adamo
ed
Eva
ebbero due figli maschi,
Caino
e
Abele
, ed alcune figlie femmine.
Abele
era pio e giusto mentre
Caino
era avido e cattivo. Geloso della preferenza che Dio accordava ad
Abele
,
Caino
uccise il fratello, ma Dio lo maledisse, lo cacciò dalla terra in cui viveva e lo condannò a vagare per il mondo.
Caino
trovò una dimora ed ebbe dei figli, ma visse nel vizio e nella violenza. Costruì la prima città che fu chiamata
Enoc
dal nome del suo primogenito. La discendenza di
Caino
, coinvolta nella maledizione divina fino alla settima generazione, coltivò le tendenze dell'avo e cominciarono così le guerre ed i crimini.
Adamo
ebbe molti figli fra cui
Seth
che "coltivò la virtù e divenne un uomo eccellente". I suoi discendenti si dedicarono, fra l'altro, allo studio dell'astronomia.
Con l'andar del tempo i costumi peggiorarono e "molti angeli di Dio si unirono a donne generando figli orgogliosi, disprezzanti ogni virtù, pieni di fiducia nella propria potenza". Lo stesso
Giuseppe Flavio
sottolinea la similitudine fra questi esseri (per i quali attinge ad antiche tradizioni ebraiche) ed i
giganti
della mitologia greca.
Dio decise così di sterminare l'umanità con un
diluvio
e concesse la salvezza solo ad un uomo giusto di nome
Noè
ordinandogli di costruire un'arca per porre in salvo se stesso, la sua famiglia ed una o più coppie di ogni genere di animali.
Dopo duemiladuecentosessantadue anni dalla creazione di
Adamo
, iniziò il
diluvio universale
. Alla fine del
diluvio
Noè
offrì sacrifici a Dio pregandolo di non ripetere in futuro una simile devastazione. Dio promise di accontentarlo e la vita ricominciò.
Noè
aveva tre figli:
Sem
,
Cam
,
Jafeth
. Un nipote di
Cam
di nome
Nebrode (Nimrod)
pieno di orgoglio, cominciò a sobillare gli uomini contro Dio, istituì una tirannide e volle costruire una
torre
tanto alta che, nel caso di un altro
diluvio
, le acque non avrebbero potuto sommergerla. Cominciarono a costruire una
torre
immane e Dio li punì con la "discordia delle lingue" rendendo loro impossibile la reciproca comprensione.
Il luogo ove sorgeva la
torre
si chiamò
Babilonia
, da "
babel
" che in ebraico significa "confusione".
Da allora gli uomini si dispersero, fondando ovunque nuove colonie.
Dai figli di
Noè
derivarono dunque tutte le stirpi della Terra, come riepiloga
Giuseppe
derivando le informazioni dal
Vecchio Testamento
. Ripercorrendo in particolare la discendenza di
Sem
si giunge a narrare la storia degli
Ebrei
.
Novecentonovanta anni dopo il
diluvio
, da
Terro (Terah)
, discendente di
Sem
, nacque
Abramo
.
Abramo
e sua moglie
Sara
, non riuscendo ad avere figli, adottarono il fratello di lei di nome
Lot
, quindi per ordine divino lasciarono la
Caldea
per trasferirsi in
Cananea
.
Anni dopo, a causa di una carestia,
Abramo
decise di trasferirsi ancora dalla terra di
Canaan
in
Egitto
. Sapendo che gli
Egiziani
erano molto lussuriosi e che sua moglie era molto avvenente, decise di far credere che fosse sua sorella, cosa che - evidentemente - poteva garantire loro una qualche forma di protezione. Nondimeno il Faraone tentò di sedurre
Sara
, ma Dio punì la sua libidine con una pestilenza e con altre sventure. Avvertito dagli indovini della causa di tante disgrazie, il Faraone fece ammenda con
Abramo
e gli conferì molti onori.
Abramo
divenne famoso in
Egitto
per la sua saggezza ed insegnò agli
Egiziani
l'aritmetica e l'astronomia.
Tornato in
Canaan
egli divise le terre con
Lot
e abitò presso la città di
Ebron
.
In quel tempo gli
Assiri
conquistarono tutta la regione. Dodici anni dopo gli abitanti di
Sodoma
si ribellarono e furono sconfitti. Fra i molti prigionieri degli
Assiri
era anche
Lot
, che era accorso in aiuto dei
Sodomiti
.
Lot
e molti altri prigionieri furono liberati da
Abramo
che si precipitò in loro aiuto con un modesto contingente di uomini ma che, sorprendendo i nemici nel sonno, riuscì a metterli definitivamente in fuga.
Sulla via del ritorno,
Abramo
- ospite di
Melchisedec
re di
Solima
che più tardi si sarebbe chiamata
Hierosolyma
(
Gerusalemme
)- parlò con Dio e si dolse di essere privo di discendenza. Dio gli promise un figlio ed
Abramo
offrì sacrifici.
Sara
offrì ad
Abramo
la sua schiava
Agar
che, unitasi al padrone, concepì un figlio. Inorgoglita di ciò,
Agar
divenne arrogante e fu scacciata.
Per ordine di un angelo,
Agar
tornò alla casa di
Abramo
e partorì
Ismaele
. A quel tempo
Abramo
aveva ottantasei anni. Quando ne ebbe novantanove Dio gli annunciò che avrebbe avuto un figlio da
Sara
e gli ordinò di chiamarlo
Isacco
e di circonciderlo.
Nello stesso periodo, Dio decise di punire i
Sodomiti
che erano diventati arroganti a causa delle loro molte ricchezze.
Abramo
ricevette la visita di tre viaggiatori e li accolse con grande ospitalità. I visitatori annunciarono che presto
Sara
avrebbe avuto un figlio e poiché lei, ormai novantenne, sorrideva, rivelarono di essere angeli e di andare verso
Sodoma
per distruggerla.
Giunti a
Sodoma
, i tre messaggeri furono ospitati da
Lot
, ma la loro avvenenza scatenò la ben nota libidine dei
Sodomiti
e neanche l'offerta di
Lot
che si disse disposto a consegnare loro le sue figlie riuscì a placarli.
Dio punì i
Sodomiti
prima con la cecità e poi con la devastazione di un incendio immane.
Per volontà divina
Lot
fuggì portando in salvo la famiglia ma sua moglie, per essersi voltata a guardare le fiamme che divoravano
Sodoma
, fu trasformata in una statua di sale. La tradizione popolare la identificava con una colonna salina nel deserto che
Giuseppe
dice di aver visto.
Lot
e le figlie trascorsero il resto della vita in un'oasi nel deserto, dai loro rapporti incestuosi nacquero
Moab
e
Amman (Ben Ammin)
, rispettivamente capostipiti dei
Moabiti
e degli
Ammoniti
.
Abramo
si trasferì ancora, a
Gerar
in
Palestina
. Ancora una volta
Sara
suscitò la libidine di un potente, il re
Abimelech
ma questi preavvisato da un malore e da un sogno della protezione divina di cui la donna godeva, lasciò stare le sue mire lussuriose e strinse un'alleanza con
Abramo
.
Poco dopo
Sara
partorì
Isacco
che fu prontamente circonciso.
Sara
cominciò ad insistere perché
Abramo
scacciasse
Agar
ed
Ismaele
ed
Abramo
, vedendo che Dio approvava ciò, finì con l'acconsentire. Madre e figlio rischiarono la vita nel deserto ma con l'aiuto di un angelo e di alcuni pastori sopravvissero.
Ismaele
, sposata una donna egiziana, ebbe dodici figli che si stabilirono nella regione detta
Nabatea
, fra il
Mar Rosso
e l'
Eufrate
, ed originarono tutte le stirpi degli
Arabi
.
Dio volle poi mettere alla prova la fede di
Abramo
ordinandogli di sacrificare l'amatissimo
Isacco
. Senza esitare,
Abramo
si preparò ad ubbidire e quando fu il momento informò
Isacco
sul suo destino.
Isacco
- ritenendosi onorato - si apprestò di buon grado a morire, ma Dio chiamò
Abramo
e lo fermò, compiacendosi per la sua fede e promise ad
Isacco
un'esistenza lunga e felice.
All'età di centoventisette anni,
Sara
morì. In seguito
Abramo
sposò
Catura
dalla quale ebbe sei figli.
Verso i quarant'anni
Isacco
sposò
Rebecca
, nipote di
Nahor
, fratello di
Abramo
. Il vecchio servitore inviato da
Abramo
(
Eliezer
) a prendere
Rebecca
, pregò Dio di fargliela riconoscere ed infatti fu lei la sola ad offrire a lui - stanco ed assetato - un poco d'acqua attinta dal pozzo. Il vecchio fu ospitato da
Labano
, fratello di
Rebecca
e capo della casa dopo la morte del padre.
Labano
acconsentì alle nozze ed
Isacco
sposò
Rebecca
.
Poco dopo
Abramo
morì, lasciando
Isacco
erede di tutte le sue sostanze poiché i figli avuti da
Catura
erano tutti emigrati.
Rebecca
partorì presto due gemelli:
Esau
e
Giacobbe
. Il primo era molto peloso (Esaurion=peloso) e molto caro ad
Isacco
, mentre
Rebecca
preferiva
Giacobbe
.
Quando una carestia colpì la sua terra,
Isacco
si trasferì presso
Abimelech
, memore dell'alleanza che questi aveva contratto con
Abramo
, ma
Abimelech
, geloso nel vedere che
Isacco
era benvoluto da Dio, dopo qualche tempo lo scacciò, per poi nuovamente riconciliarsi con lui.
A quarant'anni
Esau
sposò una donna cananea, all'insaputa del padre che non avrebbe approvato (l'endogamia era un precetto tradizionale presso gli antichi
Ebrei
).
Isacco
, che amava la pace e l'armonia, tuttavia accettò il fatto compiuto.
Divenuto vecchio e cieco,
Isacco
chiese ad
Esau
di andare a caccia per lui ma
Rebecca
, che come si è detto prediligeva
Giacobbe
, cercò di scambiare i figli perché il suo preferito ricevesse la benedizione paterna.
Su consiglio di
Rebecca
,
Giacobbe
uccise dei capretti e li cucinò per
Isacco
, quindi indossò una pelle caprina dissimulando la peluria di
Esau
.
Ingannato,
Isacco
dedicò a
Giacobbe
tutte le sue benedizioni. Quando rientrò
Esau
dalla caccia l'equivoco fu svelato ma il povero
Esau
dovette accontentarsi della profezia di grande fama di cacciatore, avrebbe però dovuto servire il fratello.
Rebecca
ritenne opportuno allontanare
Giacobbe
da un'eventuale vendetta di
Esau
e lo mandò in
Mesopotamia
per prendere in moglie una figlia di
Labano
, fratello di lei.
Durante il viaggio, mentre attraversava la
Cananea
,
Giacobbe
ebbe un sogno profetico nel quale Dio prometteva quella terra alla sua discendenza.
Giunto in
Mesopotamia
,
Giacobbe
cominciò a cercare
Labano
, seppe che era ancora vivo e conobbe subito una delle sue figlie,
Rachele
. Accolto benevolmente da
Labano
, che in virtù della stretta parentela decise di ospitarlo e di affidargli il suo bestiame,
Giacobbe
chiese di sposare
Rachele
.
Labano
acconsentì alla richiesta a condizione che il giovane rimanesse prima per sette anni al suo servizio.
Giacobbe
acconsentì ma quando, trascorso il tempo, si giunse alla prima notte di nozze,
Labano
introdusse nella tenda di
Giacobbe
, invece di
Rachele
, l'altra figlia
Lia
(
Lea
in
Genesi
29, 17), alla quale
Giacobbe
, ubriaco ed inconsapevole, si unì.
Svelato l'inganno,
Labano
si giustificò con la necessità di sistemare quella figlia poco avvenente alla quale l'età dava comunque un diritto di precedenza sulla sorella minore. Così
Giacobbe
dovette aspettare altri sette anni per avere, finalmente, anche
Rachele
.
Da
Lia
,
Giacobbe
ebbe quattro figli:
Ruben
(che
Giuseppe Flavio
chiama Rubel),
Simeone
,
Levi
e
Giuda
.
Dalla concubina
Bilha
ebbe
Dan
e
Neftali
.
Dall concubina
Zelfa (Zilpa in
Genesi
) ebbe
Gad
e
Ascer
.
Ancora da
Lia
nacquero
Issacar
,
Zabulon
ed una figlia di nome
Dina
, quindi
Rachele
ebbe un figlio che fu chiamato
Giuseppe
.
Dopo vent'anni trascorsi al servizio di
Labano
,
Giacobbe
chiese il consenso per partire, non ottenendolo decise di andarsene comunque con le sue due mogli e con i figli.
Labano
inseguì i fuggitivi per giorni, ma una notte Dio gli parlò nel sonno e lo avvertì che avrebbe protetto
Giacobbe
.
Giacobbe
e
Labano
si incontrarono, parlamentarono e trovarono l'accordo,
Labano
tornò a casa e
Giacobbe
proseguì il viaggio verso la sua patria. Prossimo alla destinazione,
Giacobbe
sostò inviando messaggeri al fratello
Esau
del quale temeva ancora la collera.
Esau
fu lieto del suo ritorno e si mosse incontro a lui con un grande seguito ma questo spaventò
Giacobbe
che preparò le difese come poteva.
Durante la notte
Giacobbe
incontrò un fantasma e lottò con lui. Dopo essere stato battuto, il fantasma rivelò di essere un angelo ed ordinò a
Giacobbe
di rallegrarsi della sua vittoria e di cambiare il nome in
Israele
(colui che si contrappone ad un angelo).
L'indomani
Giacobbe
incontrò
Esau
che lo accolse senza alcun risentimento, quindi proseguì per far visita ai genitori. Nella città cananea di
Sichem
,
Dina
- l'unica figlia di
Giacobbe
- fu rapita e violentata dal principe
Sichem
, che la chiese poi in moglie a
Giacobbe
. Prima che egli prendesse una decisione,
Simeone
e
Levi
liberarono la sorella e fecero strage degli uomini della città, compreso
Sichem
ed il re suo padre.
Giacobbe
fu indignato per questa strage, purificò le tende e riprese il viaggio. Più avanti
Rachele
morì di parto, mettendo al mondo
Beniamino
.
Giunto ad
Ebron
,
Giacobbe
seppe che sua madre
Rachele
era morta, poco dopo morì anche
Isacco
, all'età di centoottantacinque anni.
Libro II
Giacobbe
ed
Esau
spartirono il territorio ereditato dal padre. Il primo ebbe la regione di
Ebron
, il secondo il territorio che chiamò
Idumea
dal suo soprannome "Adom". Questo soprannome, che significava "rosso", derivava dal colore delle famose lenticchie per le quali un giorno lontano
Esau
aveva ceduto, quasi per gioco, a
Giacobbe
, i suoi diritti di primogenitura.
Giacobbe
aveva un evidente preferenza per
Giuseppe
, che era nato da
Rachele
e da questa aveva ereditato una grande avvenenza. La gelosia dei fratelli crebbe contro
Giacobbe
e presto si fece odio. Ancora più gelosi divennero quando
Giacobbe
cominciò a narrare i propri sogni, sempre interpretandoli come presagi di futura supremazia, ed infine decisero di eliminarlo.
Solo
Ruben
, il maggiore dei fratelli, si oppose al fratricidio, ma dopo lunghe discussioni ottenne solo che
Giuseppe
, anziché ucciso, venisse abbandonato in un pozzo, per dargli almeno una possibilità di salvezza. Così fu fatto ma, allontanatosi
Ruben
, gli altri fratelli decisero di vendere il diciassettenne
Giuseppe
ad una carovana di mercanti di schiavi che transitava in quei luoghi.
A
Giacobbe
fecero credere che
Giuseppe
fosse stato sbranato da qualche animale, mostrandogli la sua tunica che avevano appositamente lordato di sangue.
Giuseppe
venne portato in
Egitto
e qui venduto a
Pentefre (Putifar nella
Bibbia
), sovrintendente alla cucine del re (comandante della guardia reale nella
Bibbia
).
Pentefre
si innamorò di
Giuseppe
e lo fece suo maggiordomo, ma anche la moglie di
Pentefre
si innamorò di
Giuseppe
. La donna si fece presto intraprendente ma vide le sue offerte respinte decisamente da
Giuseppe
scandalizzato. Alla fine la donna, umiliata ed esasperata dal rifiuto di
Giuseppe
, decise di procurarne la rovina accusandolo di aver tentato di usarle violenza. Naturalmente
Pentefre
le credette ed il povero
Giuseppe
finì in prigione.
Anche in carcere, con la dolcezza del suo carattere,
Giuseppe
riuscì a conquistare la benevolenza dei guardiani e dei compagni. Fra questi era il coppiere del re che era stato rovinato da un impeto di collera del sovrano. A questi
Giuseppe
predisse, interpretandone un sogno, che presto sarebbe stato liberato e reintegrato nelle sue mansioni. Anche un altro compagno di prigionia, che era il capo dei panettieri, volle farsi spiegare un sogno da
Giuseppe
, ma per lui
Giuseppe
previde una fine atroce ed imminente. Infatti dopo tre giorni il coppiere venne liberato ed il panettiere fu impiccato.
Ricordandosi di
Giuseppe
, dopo qualche tempo, il coppiere lo raccomandò al Faraone che era turbato da alcuni sogni che i suoi consiglieri non riuscivano ad interpretare.
A
Giuseppe
il Faraone raccontò il famoso sogno delle sette vacche grasse che venivano divorate da altrettante vacche magre dall'aspetto impressionante. Poco dopo il Faraone aveva sognato sette spighe rigogliose che venivano distrutte da altrettante spighe prive di frutto.
Giuseppe
interpretò i segni annunziando sette anni di abbondanza ai quali sarebbero seguiti sette anni di terribile carestia ed esortò il sovrano ad accantonare nel primo periodo quanto sarebbe servito per resistere nel secondo.
Il Faraone, ammirato, non solo liberò
Giuseppe
, ma lo incaricò di provvedere in suo nome alla raccolta dell provviste, conferendogli ampi poteri.
Giuseppe
sposò
Asenneth (Asenath nella
Bibbia
) di nobile famiglia egizia, ne ebbe due figli che chiamò
Manasse
ed
Efraim
.
Come egli aveva predetto, dopo sette anni felici, scoppiò una gravissima carestia, allora la previdenza di
Giuseppe
si rivelò preziosa ed egli divenne estremamente popolare.
Poiché la carestia colpiva anche
Canaan
,
Giacobbe
inviò tutti i suoi figli in
Egitto
, ad eccezione di
Beniamino
, a comperare provviste.
Giuseppe
riconobbe i fratelli quando si presentarono a lui per chiedere il permesso di acquistare ma non fu da loro riconosciuto e decise di far finta di nulla.
Giuseppe
dimostrò di sospettare della lealtà dei suoi visitatori e li fece arrestare, dopo tre giorni acconsentì a farli ripartire con il grano ma trattenne
Simeone
in ostaggio ordinando loro di tornare con il fratello più giovane che avevano detto di avere.
Tornati a casa, i fratelli spiegarono la situazione a
Giacobbe
ma questi rifiutò di lasciar partire
Beniamino
finché la carestia non lo costrinse a cercare ancora in
Egitto
nuove provviste.
I fratelli tornarono in
Egitto
.
Giuseppe
li accolse benevolmente e liberò
Simeone
, quindi al momento della partenza ordinò al suo amministratore di nascondere nel loro grano l'oro con cui lo avevano pagato, come aveva già fatto la prima volta. Ordinò inoltre di nascondere una coppa d'argento fra le cose di
Beniamino
.
Durante il viaggio di ritorno i fratelli di
Giuseppe
furono circondati da soldati a cavallo ed accusati di aver rubato la coppa.
Beniamino
, ovviamente inconsapevole, fu trovato in possesso della coppa e tutti furono riportati in presenza di
Giuseppe
dove si dimostrarono disperati ed umiliati. In effetti
Giuseppe
aveva ordito l'inganno per saggiare l'affetto dei fratelli verso il giovane
Beniamino
e quando li vide pronti a pagare con la propria vita pur di salvare il fratello minore, si rivelò, dichiarò di perdonarli per quanto gli avevano fatto tanti anni prima e li invitò a trasferirsi in
Egitto
con le loro famiglie.
Pentiti della loro colpa nei confronti di
Giuseppe
e lieti di averlo ritrovato, i fratelli si affrettarono a tornare a casa per prendere
Giacobbe
e portarlo in
Egitto
. Durante il viaggio
Giacobbe
esitò, ma Dio gli apparve in sogno rassicurandolo. Seguendo la
Bibbia
,
Giuseppe Flavio
dice che il gruppo familiare di
Giacobbe
che si mise in viaggio verso l'
Egitto
era composto da settanta persone.
Giuseppe
andò incontro alla sua famiglia fino ai confini dell'
Egitto
e, dopo un emozionante incontro con
Giacobbe
, condusse tutti al cospetto del Faraone che riservò loro una benevola accoglienza.
L'accorta politica di
Giuseppe
permise all'
Egitto
di superare i sette anni di siccità e carestia e quando il
Nilo
tornò ad irrigare il terreno producendo ricchi raccolti,
Giuseppe
ed il Faraone restituirono i campi a quanti li avevano ceduti in cambio del grano, imponendo una tassa del venti per cento sui raccolti futuri.
Trascorsi diciassette anni in
Egitto
,
Giacobbe
- che aveva allora centoquarantasette anni, si ammalò. Prima di morire benedisse i suoi numerosi figli e predisse che la loro discendenza sarebbe tornata in
Canaan
. Ordinò, inoltre, che i figli di
Giuseppe
fossero considerati alla pari dei suoi (cioè li adottò) nella spartizione delle future ricchezze. Espresse infine il desiderio di essere sepolto in
Ebron
, desiderio che fu esaudito da
Giuseppe
ed il suoi fratelli trascorsero felicemente in
Egitto
il resto della loro vita.
Trascorse altro tempo, gli
Ebrei
accumularono ricchezze e suscitarono invidia e gelosia da parte degli
Egiziani
che presero a trattarli come schiavi. Per quattro secoli (ma il dato è tradizionale ed inconsistente così come in genere tutta la datazione degli eventi risulta molto problematica) gli
Ebrei
residenti in
Egitto
furono costretti ai lavori più duri.
Un indovino predisse al faraone che fra gli
Ebrei
sarebbe nato un personaggio pericoloso ed il re ordinò la soppressione per annegamento di tutti i neonati.
Il nobile ebreo
Amram
pregò Dio per la salvezza della sua gente e Dio gli parlò - in sogno come di consueto - rassicurandolo e svelandogli che proprio suo figlio era il temuto liberatore della profezia. Dopo qualche tempo la moglie di
Amram
mise al mondo un bambino eludendo la sorveglianza delle guardie, ma dopo tre mesi
Amram
, non illudendosi di poter riuscire per sempre a nascondere il piccolo, decise di affidarlo alla divina provvidenza e, messolo in una cesta incatramata, lo abbandonò nelle acque del
Nilo
.
Il piccolo fu salvato da
Termuti (Tharmuth)
, la figlia del re che, mentre prendeva il bagno nel fiume, vide per caso la cesta ed udì i vagiti.
Miriam
(che
Giuseppe Flavio
chiama
Mariamme
), sorella del bambino, aveva seguito di nascosto la cesta lungo il fiume e quando vide che la principessa cercava una balia per il piccolo si fece avanti e propose la madre, che nessuno conosceva, così, scampato il pericolo, il neonato potè tornare fra le braccia materne. La principessa volle chiamare il bimbo
Mosè
, salvato dalle acque.
Mosè
divenne un bambino bellissimo e precoce.
Termuti
lo presentò al re proponendolo come erede (lei non aveva infatti avuto figli ed il re, evidentemente, non aveva figli maschi). Crebbe così alla corte del faraone acquistando molto prestigio, ma i notabili egiziani guardavano a lui con sospetto.
Quando gli
Etiopi
invasero l'
Egitto
, il faraone affidò a
Mosè
, ormai adulto, il comando dell'esercito.
Mosè
decise di attaccare il nemico di sorpresa e per farlo attraversò il deserto. Qui si ricorda un episodio singolare: per proteggere durante il cammino le sue truppe dai terribili serpenti che infestavano il luogo,
Mosè
avrebbe usato una "avanguardia" di ibis, trampolieri molto comuni in
Egitto
, nemici naturali dei rettili. Sconfitti gli
Etiopi
,
Mosè
li inseguì fino in patria e qui assediò la loro capitale
Saba
. L'assedio si rivelò molto difficile perche la città era circondata da due bracci del
Nilo
.
La figlia del re degli
Etiopi
,
Tharbi
, si innamorò di
Mosè
ed egli accettò di sposarla a condizione che la città si arrendesse senza combattere. Così fu stabilito e
Mosè
sposò la principessa.
Il successo di
Mosè
, tuttavia, suscitò rancori e gelosie, in particolare nel faraone che, temendo di vedere il suo potere diminuito, decise di farlo uccidere.
Mosè
se ne rese conto e fuggì attraverso il deserto. Dopo aver lungamente vagato giunse nei pressi della città di
Madian
, sul
Mar Rosso
. Qui gli capitò casualmente di assistere ad una disputa fra sette giovani pastorelle ed un gruppo di pastori sul diritto di attingere acqua da un pozzo.
Mosè
aiutò le ragazze che erano figlie del sacerdote
Raguele (altrove detto Jetro o Hobab)
che per riconoscenza lo adottò, gli fece sposare una delle figlie (
Safforah
) e lo fece sovrintendente delle sue greggi.
Così
Mosè
divenne pastore ed un giorno portò il suo bestiame al pascolo sul monte
Sinai
. Qui ebbe la famosa visione del fuoco che avvolgeva un cespuglio senza bruciarlo ed udì la voce di Dio che gli comandava di tornare in
Egitto
per liberare il suo popolo. Dio gli ordinò inoltre di tornare sul
Sinai
, durante il viaggio con il popolo verso la Terra dei Padri, per offrire sacrifici. Con vari prodigi Dio infuse fiducia e coraggio in
Mosè
e gli rivelò il proprio nome (Javeh) che
Giuseppe Flavio
, seguendo l'usanza degli
Ebrei
del suo tempo, dice di non poter trascrivere.
Mosè
quindi prese con se la moglie
Safforah
ed i figli
Eleazar
e
Gherson
e ripartì per l'
Egitto
dove, nel frattempo, il faraone che aveva ordinato di ucciderlo era morto.
Grazie ai prodigi che aveva avuto il potere di compiere (bastone tramutato in serpente, acqua tramutata in sangue, ecc.)
Mosè
, aiutato dal fratello
Aronne
, convinse rapidamente gli
Ebrei
a seguirlo, quindi si presentò al nuovo faraone. Questi però non si fece impressionare dai prodigi compiuti da
Mosè
, anzi inasprì il lavoro e le condizioni di vita degli
Ebrei
i quali, ovviamente, se la presero con
Mosè
. Il faraone proseguì nel vessare gli
Ebrei
e non prestò attenzione agli avvertimenti di
Mosè
, allora orribili sciagure colpirono l'
Egitto
. L'acqua del
Nilo
divenne imbevibile e venefica, ma solo per gli
Egiziani
e non per gli
Ebrei
. Seguì un'invasione di rane che appestarono i campi ed il fiume, quindi gli
Egiziani
soffrirono terribilmente per i pidocchi, poi per una grave epidemia che copriva i loro corpi di piaghe. A questi flagelli seguirono la grandine e le cavallette. Durante questi eventi il faraone concesse più volte agli
Ebrei
il permesso di partire ma ogni volta, passato il pericolo, lo ritirò e non bastarono a convincerlo neanche tre giorni e tre notti consecutivi di tenebre fittissime.
Inflessibile, il faraone scacciò ancora
Mosè
che gli chiedeva di autorizzare la partenza degli
Ebrei
.
Fu lo sterminio dei primogeniti egiziani a convincere il faraone: egli, sollecitato dalla sua gente, chiamò
Mosè
e gli ordinò di partire con tutto il suo popolo per liberare l'
Egitto
da tante piaghe.
Come nella
Bibbia
, le case degli
Ebrei
, con le porte asperse del sangue delle vittime sacrificali, furono risparmiate dal flagello in quel giorno di Pasqua e l'autore cita la probabile etimologia della parola Pasqua che, in Ebraico, significherebbe "passare oltre".
Così, dopo 215 anni dal trasferimento di
Giacobbe
in
Egitto
, il popolo ebraico riprese la via di
Canaan
. Traversando il deserto si sostennero razionando le scorte di farina, intanto il faraone cambiò idea e decise di lanciare il proprio esercito all'insegnuimento degli
Ebrei
per riportarli in cattività.
Fu allora che avvenne il famoso miracolo del
Mar Rosso
: le acque si ritrassero e lasciarono che gli
Ebrei
, ormai intrappolati dagli
Egiziani
fra la montagna e la costa, proseguissero indisturbati verso la salvezza. Lanciatosi all'inseguimento, l'esercito egiziano fu inghiottito dalle onde e gli
Ebrei
, giunti sull'altra riva festeggiarono con grande gioia l'ormai sicura libertà.
Libro III
Ben presto, tuttavia, la sete e la fame cominciarono a farsi sentire, i profughi disperarono e
Mosè
rischiò il linciaggio. Con un primo prodigio egli riuscì a rendere potabile l'acqua velenosa di un pozzo incontrato lungo il cammino, quindi si rivolse a Dio chiedendo sostentamento.
Arrivò una "nuvola di quaglie" (questi uccelli, migrando a primavera dall'
Africa
verso nord, sostano infatti nella penisola dei
Sinai
). Subito dopo cominciò a cadere una rugiada dal sapore simile al miele (i semi della Tamaria Mannifera).
Di questo cibo squisito che pioveva dal cielo, gli
Ebrei
vissero per i quaranta anni che durò il loro viaggio.
Poco dopo Dio concesse a
Mosè
la facoltà di far sgorgare acqua dalla roccia semplicemente colpendola con il suo bastone.
Gli
Amaleciti
ed altre popolazioni delle regioni che andavano attraversando, preoccupati da quello che sembrava loro un tentativo di invasione, decisero di attaccare gli
Ebrei
.
Mosè
, confidando come sempre nell'aiuto divino, organizzò tutti gli uomini atti a combattere ed affidò il comando a
Giosuè
, uomo molto capace e stimato da tutte le tribu. Gli
Ebrei
vinsero clamorosamente senza subire vittime, sterminarono i nemici e conquistarono un ricco bottino.
Dopo qualche giorno di festeggiamenti per la vittoria e di riposo, il popolo riprese la marcia ed in tre mesi raggiunse il monte
Sinai
dove
Mosè
aveva ricevuto l'ordine di riportare gli
Ebrei
nella loro terra.
Qui
Mosè
ritrovò la moglie
Safforah
, i suoi figli ed il suocero
Raguele
e si svolsero nuovi festeggiamenti. Su consiglio di
Raguele
,
Mosè
organizzò un sistema di gerarchie al quale delegò le incombenze amministrative e giudiziarie.
Mosè
si ritirò quindi sul
Sinai
per incontrare Dio ed ordinò agli
Ebrei
di accamparsi alle falde del monte ed offrire sacrifici.
Egli rimase assente alcuni giorni ed i costumi si rilassarono ma molti furono presi anche dal timore di aver perduto la loro guida. Quando tornò,
Mosè
recava le tavole dei
Comandamenti
e riunì il popolo perché li ascoltasse direttamente dalla voce di Dio, e si udì una voce soprannaturale pronunciare le "dieci parole che
Mosè
aveva inciso sulle due tavole". Interessante notare che
Giuseppe Flavio
dichiara, a proposito di tali parole: "a noi non è lecito svelare palesemente alla lettera".
Mosè
tornò sul
Sinai
e questa volta la sua assenza durò quaranta giorni. Quando gli
Ebrei
disperavano di rivederlo egli, improvvisamente, tornò fra di loro.
Da questo momento inizia il dettame della Legge Mosaica (Torah) che investe ogni aspetto della vita civile e religiosa. Si inizia con la costruzione della "tenda", sorta di tempio mobile che doveva fungere da sede per i riti sacri e per la preghiera.
Seguendo la
Bibbia
,
Giuseppe Flavio
fornisce una dettagliata descrizione della tenda, del recinto circostante e del lavoro di costruzione. Si costruì quindi l'Arca, nella quale racchiudere le tavole delle leggi e gli altri oggetti votivi, le tavole delle offerte, il candelabro a sette braccia, l'altare dei profumi e l'altare di bronzo.
Si realizzarono quindi gli abiti sacerdotali e quelli del grande sacerdote, arricchiti da una tunica tessuta in un solo telo. Anche di questi indumenti l'autore fornisce una dettagliata descrizione. Completati i lavori,
Mosè
per ordine di Dio, conferì il supremo sacerdozio al fratello
Aronne
.
Dopo sette mesi di lavoro, all'inizio del secondo anno dalla partenza dall'
Egitto
, gli
Ebrei
consacrarono la tenda ed i suoi arredi. Dio manifestò la propria presenza durante i rituali di consacrazione con fenomeni atmosferici e con un fuoco che consumò istantanemante le offerte sacrificali, lo stesso fuoco bruciò ed uccise
Nadab
e
Abihu
, figli ed assistenti di
Aronne
i quali, durante i preparativi, avevano commesso qualche irregolarità.
Da allora in poi
Mosè
si dedicò alla stesura della Legge, verificando la propria ispirazione in frequenti colloqui con l'Eterno nella nuova tenda sacra.
Dichiaratamente,
Giuseppe Flavio
si astiene dal dettagliare i termini delle leggi compilate da
Mosè
in quanto, mentre scriveva, coltivava l'intenzione di comporre un'altra opera esclusivamente dedicata all'argomento.
Dedica invece alcune pagine alla descrizione dei riti e dei sacrifici così come furono stabiliti in quei giorni, seguendo qui la descrizione dell'
Esodo
.
Dopo il periodo trascorso presso il
Sinai
per la preparazione della Legge,
Mosè
decise di riprendere il cammino, non senza ulteriore malcontento ed agitazione da parte del popolo che nonostante gli aiuti misteriosamente ricevuti continuava a temere per il proprio destino e, talvolta, a rimpiangere i tempi dell'
Egitto
.
Alla fine, giunti alla frontiera dei
Cananei
,
Mosè
decise di mandare avanti gli esploratori per accertare tutti gli aspetti della situazione.
Dopo quaranta giorni gli esploratori tornarono magnificando le qualità del territorio ma nel contempo portando notizie non liete sulle difese naturali e militari di quel paese e, quindi, sulla prevedibile difficoltà della conquista.
Per l'ennesima volta il popolo si ribellò a
Mosè
e ad
Aronne
che in questa circostanza rischiarono il linciaggio.
Mosè
, dopo aver nuovamente colloquiato con l'Eterno, annunciò agli
Ebrei
che questa volta sarebbero stati puniti: solo ai loro discendenti sarebbe stato concesso di entrare nella Terra Promessa mentre il popolo dell'
Esodo
era ormai condannato a vagare per quarant'anni nel deserto.
Libro IV
Insofferenti alla vita del deserto, gli
Ebrei
contravvennero al divieto espresso in tal senso da
Mosè
ed attaccarono i
Cananei
. L'esperienza fu infelice, rapidamente sconfitti dai
Cananei
, gli
Ebrei
si scoraggiarono e si rivolsero di nuovo a
Mosè
il quale, per evitare danni peggiori, decise di riportare il popolo più indietro nel deserto, lontano dalla prevedibile rivalsa del nemico. In questo contesto scoppiò una rivolta sobillata da un certo
Kore
, ebreo di nobili natali, particolarmente invidioso del prestigio e del potere di
Mosè
.
Kore
lavorò a lungo con calunnie e maldicenza: il suo obiettivo immediato era il supremo sacerdozio che voleva togliere ad
Aronne
del quale si dichiarava più meritevole per natali, ricchezze e capacità. Alla fine
Kore
riuscì a sollevare il popolo che si radunò intorno alla tenda invocando la destituzione di
Aronne
e la lapidazione di
Mosè
.
Abilmente
Mosè
placò gli animi dichiarando che
Aronne
avrebbe rinunciato alla propria carica di sommo sacerdote per rimettere la nomina al giudizio di Dio. Invitò dunque tutti coloro che aspiravano al sacerdozio ad presentarsi il mattino successivo alla Tenda con un incensiere riempito di profumi votivi. Nondimeno
Mosè
si recò da alcuni congiurati ed invocò contro di loro la punizione divina: prontamente la terra si aprì inghiottendo i congiurati dei quali non rimase traccia.
Quando i candidati al sacerdozio si presentarono come stabilito, il giudizio divino fu ben chiaro: un immane fuoco scaturì dal nulla e li incenerì tutti, erano duecentocinquanta, lasciando illeso il solo
Aronne
. Neanche questo servì a calmare i disordini: il popolo attribuì infatti alle "macchinazioni di
Mosè
" una punizione così severa contro la migliore aristocrazia ebraica.
Ma ben presto si verificò un altro miracolo: su iniziativa di
Mosè
ogni tribù recò un bastone nella Tenda consacrata e l'indomani quello di
Aronne
era fiorito e carico di mandorle. Davanti a questo ennesimo ed indiscutibile segno della volontà divina, gli
Ebrei
si trovarono finalmente concordi nel lasciare ad
Aronne
ed alla sua tribu (i
Leviti
) l'onore del sommo sacerdozio.
Così i
Leviti
vennero esentati dagli obblighi militari per dedicarsi al servizio sacerdotale e
Mosè
stabilì a loro favore generose contribuzioni pubbliche affinché il lavoro non li distogliesse dai loro uffizi.
Gli
Ebrei
ripresero il loro cammino e ostacolati dagli
Edomiti
furono costretti, per evitare la guerra, a scegliere un percorso più lungo.
Quell'anno morì
Miriam
, sorella di
Mosè
e di
Aronne
, alla quale gli
Ebrei
dedicarono esequie solenni. Poco dopo morì anche
Aronne
, all'età di centoventitre anni, dopo aver consegnato i suoi paramenti sacerdotali al figlio
Eleazaro
.
Dopo un mese di lutto gli
Ebrei
ripresero il cammino ed arrivarono alla terra degli
Amorrei
.
Mosè
inviò ambasciatori al re degli
Amorrei
Sichon
per chiedere il permesso di transito ed acquistare provviste ma il re si dimostrò ostile. Questa volta
Mosè
, con il consenso divino, decise di combattere e vinse clamorosamente: gli
Ebrei
misero in fuga gli
Amorrei
e conquistarono un ricchissimo bottino.
Poco dopo gli
Ebrei
si scontrarono con l'esercito di
Og
, re di un distretto limitrofo, giunto tardivamente in soccorso di
Sichon
e riportarono una nuova vittoria e nuove conquiste.
Balac
, re dei
Moabiti
, preoccupato per l'avvicinarsi degli
Ebrei
al suo paese, decise di consultare il famoso indovino
Balaam
che viveva oltre l'
Eufrate
. Con le sue capacità divinatorie
Balaam
comprese che Dio era favorevole agli
Ebrei
ma, cedendo alle insistenze del re, si mise in viaggio per recarsi a corte.
Durante il cammino
Balaam
fu avvicinato da un angelo che gli fornì gli ordini dell'Eterno sul comportamento da tenere. Infatti, giunto al cospetto del re,
Balaam
offrì sacrifici e predisse grande gloria e fortuna per il popolo di
Israele
. Chiaramente
Balac
, che aveva convocato l'indovino perché maledicesse gli
Ebrei
, ascoltò con indignazione il discorso di
Balaam
e lo scacciò dal suo paese.
A questo punto, pur confermando di sapere che gli
Ebrei
erano un popolo protetto da Dio e quindi impossibile da distruggere, l'indovino decise di spiegare ai
Moabiti
come procurare ai nemici almeno un danno temporaneo.
Su consiglio di
Balaam
, tutte le donne più giovani ed avvenenti di
Moab
si misero a frequentare il campo degli
Ebrei
e dopo aver conquistato i giovani li indussero a sposarle ed a rinnegare la loro religione. Questa situazione, chiaramente, portò presto a dissensi e ribellioni ma i trasgressori ebbero la peggio, prima ad opera della fazione ortodossa capeggiata da
Fineas
, figlio di
Eleazaro
, poi a causa di un'opportuna pestilenza "selettiva" che sterminò quattordicimila persone.
Mosè
decise dunque che era il caso di muovere guerra contro
Balac
. Anche in questa guerra gli
Ebrei
risultarono vittoriosi e conquistarono molte città e ricchezze.
Alla fine del conflitto
Mosè
, ormai molto vecchio, passò il comando supremo a
Giosuè
.
Da questo punto in avanti, praticamente fino alla fine del quarto libro, il racconto di
Giuseppe Flavio
riassume i tre lunghi discorsi che
Mosè
rivolge al popolo nel
Deuteronomio
, i quali discorsi, a loro volta, riepilogano gli eventi ed annunciano il codice mosaico dal punto di vista pratico-legislativo e da quello etico-religioso.
Di tratta di una vasta raccolta di disposizioni in maniera civile, giudiziaria e religiosa che vanno dall'organizzazione civica al diritto matrimoniale, alle leggi in materia di testamento.
Filo conduttore dei discorsi di
Mosè
è la raccomandazione di vivere nell'osservanza della Legge: unica garanzia per conservare la benevolenza di Dio e la felicità che ne deriva.
Si nota, leggendo queste pagine e quelle corrispondenti del
Deuteronomio
una concezione tutto sommato materialista dei benefici conseguiti dall'osservante: egli godrà di felicità e benessere, della fruizione di generose ricchezze che Dio vorrà concedergli e la sua memoria sarà perpetuata da un'ampia e non discontinua discendenza. Concetti dunque legati all'esistenza terrena molto più delle promesse di beatitudine e vita eterna che contraddistingueranno il pensiero cristiano.
Sul finire della sua vita,
Mosè
convocò in assemblea generale tutto il suo popolo e fece a tutti giurare di osservare sempre la legge, quindi benedisse tutti gli
Ebrei
ed esortò
Giosuè
a guidarli contro i
Cananei
alla conquista della Terra Promessa oltre il
Giordano
.
Mentre il popolo piangeva disperatamente,
Mosè
- accettando la sola compagnia di
Eleazaro
e di
Giosuè
- salì sui monti dominanti la valle del
Giordano
, dai quali potè vedere oltre il fiume il paese dei
Cananei
.
Subito dopo morì scomparendo misteriosamente in una nube.
Aveva vissuto centoventi anni, di cui quaranta nel deserto alla guida del popolo.
Libro V
Trascorso il periodo di lutto,
Giosuè
iniziò i suoi preparativi inviando esploratori oltre il
Giordano
e radunando cinquantamila uomini in armi.
Presto tornarono gli esploratori che avevano rischiato di essere catturati ed erano stati aiutati a fuggire da una donna cananea di nome
Raab
(albergatrice in
Giuseppe Flavio
, prostituta nella
Bibbia
).
Guidati da
Giosuè
e dai sacerdoti, gli
Ebrei
oltrepassarono il
Giordano
mentre l'aiuto divino mitigava la corrente del fiume che era privo di ponti. Giunti sull'altra riva posero il campo, eressero un altare e celebrarono riti e sacrifici. Raccolsero il grano dei campi ed un ricco bottino e "dopo averli nutriti per quarant'anni, la manna cessò".
Poichè i
Cananei
si erano asserragliati fra le mura della loro principale città,
Gerico
,
Giosuè
mise a punto uno strano piano: fece girare per sette giorni intorno alla città un manipolo di armati seguiti dai sacerdoti; la processione procedeva suonando i corni e gridando finché - al settimo giorno - le mura di
Gerico
crollarono. Subito dopo l'esercito degli
Ebrei
irruppe nella città e fece strage di tutti gli abitanti, risparmiando solo
Raab
che aveva aiutato gli esploratori e tutti i suoi parenti.
Per ordine di
Giosuè
, nessuno prese nulla di prezioso e l'enorme bottino di oro, argento e bronzo entrò nel tesoro comune custodito dai sacerdoti. Solo un tale
Achar
, della tribu di
Giuda
, si impadronì di alcuni oggetti preziosi e li nascose nella propria tenda.
Quando poco dopo gli
Ebrei
subirono una modesta sconfitta,
Giosuè
seppe da Dio che la disgrazia era dipesa dal furto di oggetti consacrati:
Achar
fu presto smascherato e giustiziato.
Purificato così il suo esercito,
Giosuè
conquistò facilmente la città di Naja che era stata teatro della precedente sconfitta.
Fra i
Cananei
, i
Gabaoniti
e altre popolazioni, cercarono l'amicizia degli
Ebrei
dai quali temevano di essere sterminati e, riusciti a stipulare un patto di alleanza fingendosi non
Cananei
, una volta scoperti furono costretti ad accettare condizioni poco onorevoli per garantirsi la salvezza.
Il re di
Gerusalemme
ed i suoi alleati, indignati per il comportamento dei
Gabaoniti
, mossero loro guerra.
Giosuè
intervenne e si svolse la famosa battaglia nel corso della quale Dio, per agevolare i suoi protetti, fermò il corso del sole prolungando la durata del giorno.
Muovendo dall'accampamento di
Galgala (anche detta Ghilgal)
, gli
Ebrei
portarono progressivamente la guerra in tutta la regione circostante. La "Terra Promessa" era abitata da una moltitudine di popolazioni fra cui i più importanti erano i
Cananei
(corrispondenti ai
Fenici
) stanziati nelle regioni costiere ed i
Palestinesi
nelle pianure interne.
Davanti alla minaccia dell'invasione,
Cananei
e
Palestinesi
si allearono organizzando un potente esercito contro il quale
Giosuè
riportò una grande e definitiva vittoria. I
Cananei
superstiti si chiusero nelle loro città fortificate impegnando gli
Ebrei
in lunghi e difficili assedii. Ma
Giosuè
decise che era arrivato il momento di prendere concretamente possesso delle regioni conquistate. Rimandò indietro le tribù alle quali, ai tempi di
Mosè
, erano state assegnate le terre oltre il
Giordano
a condizione che contribuissero comunque alla guerra contro i
Cananei
ed istituì una commissione incaricata di misurare e dividere i nuovi territori conquistati. Si procedette quindi all'assegnazione delle terre alle tribu. Dopo venti anni morirono
Giosuè
ed
Eleazaro
, quest'ultimo lasciò il sacerdozio al figlio
Fineas
.
Il compito di tener testa ai
Cananei
, che durante quegli anni si erano ripresi dalle molte sconfitte subite, fu affidato alla tribu di
Giuda
.
Continuando a combattere contro i
Cananei
, gli
Ebrei
si espansero ancora verso sud e giunsero ad assediare
Gerusalemme
, della quale non riuscirono tuttavia ad espugnare la parte alta.
Alla lunga, però, gli ardori bellici si sedarono e le varie tribù ebraiche cominciarono a tollerare la presenza dei
Cananei
nelle regioni conquistate limitandosi ad esigere un tributo. Con la pace ed il benessere anche i costumi e l'osservanza delle Leggi si rilassarono. Dalla morte di
Giosuè
non era più stato eletto un consiglio di anziani e, presto, questa situazione di anarchia causò discordie e lotte civili. Pretesto per lo scoppio di una guerra civile fu un episodio di stupro ai danni della moglie di un levita, subito in una città della tribu di
Beniamino
mentre si trovava in viaggio. La donna morì ed il marito chiese vendetta a tutte le tribu. Gli
Israeliti
armarono subito il loro esercito contro quella città (si chiamava
Gaba
) che aveva rifiutato di consegnare i colpevoli e la attaccarono. Gli abitanti di
Gaba
erano abili e bellicosi ed inflissero due sconfitte agli attaccanti ma alla fine furono massacrati e la città distrutta. Successivamente tutti gli
Israeliti
concordarono di soccorrere i pochi superstiti della tribu di
Beniamino
per evitare che la tribu stessa avesse ad estinguersi.
In quel periodo anche i
Daniti
(tribu di
Dan
) caddero in disgrazia a causa dei
Cananei
che avevano trovato modo di riorganizzarsi e di scacciarli, così i
Daniti
furono costretti a trasferirsi in una regione non distante dalla città di
Sidone
.
Ad un certo punto gli
Israeliti
furono sopraffatti dagli
Assiri
che li sconfissero, imposero loro tributi e li assoggettarono. Dopo otto anni di questa situazione, gli
Ebrei
guidati da un capo di nome
Keniazo (Otniel figlio di Kenaz)
, della tribu di
Giuda
, riuscirono a ribellarsi e a ricacciare gli
Assiri
oltre l'
Eufrate
.
Keniazo
prese il potere e governò per quaranta anni, ma alla sua morte gli
Ebrei
furono di nuovo soggiogati, questa volta da
Eglon
, re dei
Moabiti
.
La situazione fu risolta da un giovane di nome
Giuda
che con un attentato eliminò
Eglon
e quindi guidò la rivolta che portò alla cacciata dei
Moabiti
. Anche
Giuda
assunse il comando e governò per ottant'anni. Dopo di lui il potere passò a
Sanagar (Shamgar)
che, tuttavia, morì nel primo anno di governo.
Le disavventure degli
Ebrei
continuarono (secondo l'autore a causa della loro scarsa osservanza religiosa) ed essi divennero sudditi di
Jabin
, re dei
Cananei
.
Dopo vent'anni gli
Ebrei
rivolsero particolari preghiere a Dio tramite la sacerdotessa
Debora
, quindi affidarono al giovane
Barak
il comando di un esercito di diecimila uomini, sotto i migliori auspici oracolari di
Debora
.
Barak
volle associare
Debora
al comando e gli
Israeliti
, aiutati anche da una tempesta che si dimostrò loro favorevole, ebbero la meglio sui
Cananei
, pur molto più numerosi. Riconquistata la libertà,
Barak
governò per quarant'anni.
Dopo la morte di
Barak
e di
Debora
, sorse un nuovo problema, costituito dai
Madianiti
che per sette anni tormentarono gli
Ebrei
con incursioni e saccheggi.
Gedeone
, un giovane della tribu di
Manasse
, avuta una visione di Dio ed un sogno profetico, decise di combattere contro i
Madianiti
. Radunò un esercito di diecimila uomini ma fra questi, su consiglio di Dio, ne scelse solo trecento.
Ancora per ispirazione divina,
Gedeone
penetrò con un solo compagno nell'accampamento nemico e qui, origliando fuori da una tenda, sentì un comandante madianita raccontare un sogno premonitore che gli aveva svelato l'imminente rovina del suo esercito. Preso coraggio da questo episodio,
Gedeone
decise di rompere gli indugi ed attaccare.
L'attacco fu condotto di notte e portò grande confusione nel campo nemico, sfruttando la sorpresa
Gedeone
conquistò una prima vittoria e ben presto tutti gli
Israeliti
, incoraggiati dal suo esempio, presero le armi e sterminarono i
Madianiti
.
Gedeone
, di carattere schivo e modesto, non avrebbe voluto il comando ma fu costretto ad assumerlo. Contro di lui erano solo gli abitanti della sua città natale,
Ofra
, offesi perché aveva preso l'iniziativa senza avvertirli, ma
Gedeone
seppe risolvere diplomaticamente la controversia e governò felicemente per quarant'anni.
Gedeone
lasciò settanta figli legittimi ed un illegittimo di nome
Abimelech
. Questi assoldò un manipolo di loschi figuri, uccise tutti i fratelli e, assunto il potere, prese a governare da despota. L'unico fratello superstite,
Jotham
, costretto a darsi alla macchia, lavorò contro
Abimelech
finché questi non fu cacciato da
Sichem
, sua città di residenza. Contro i
Sichemiti
, che pure lo avevano aiutato a salire al potere,
Abimelech
combattè senza pietà, fino al loro completo sterminio. Follemente inebriato di potere e violenza,
Abimelech
passò ad attaccare la vicina città di Thema, ma morì durante l'assedio ed il suo esercito si smembrò rapidamente.
Seguirono ventidue anni sotto la guida onorevole del giudice
Jair
. Successivamente gli
Ebrei
furono attaccati dagli
Ammoniti
ed affidarono il comando al sacerdote
Jefte
il quale sconfisse gli
Ammoniti
ma pagò cara la sua vittoria: aveva infatti giurato di offrire in sacrificio, se fosse tornato a casa vincitore, "tutto ciò che avrebbe incontrato per primo" e la prima a venirgli incontro fu la sua giovanissima figlia che, suo malgrado, dovette offrire in olocausto.
Jefte
ebbe il potere ma contro di lui si sollevò la tribu di
Efraim
: ne seguì una guerra civile che arrecò gravissime perdite agli
Efraimiti
.
Jefte
governò per sei anni e lasciò il posto ad
Aspane (Ibzan)
il cui governo durò sette anni senza episodi degni di nota. Seguirono
Elon
ed
Abdon
che furono a loro volta giudici durante un periodo di tranquillità.
Dopo la morte di
Abdon
, gli
Israeliti
furono assoggettati dai
Palestinesi
ai quali, per quarant'anni, furono costretti a versare un tributo.
Viveva a quel tempo un uomo di nome
Manoch (Manoak)
, della tribu di
Dan
, che aveva una bellissima moglie della quale era molto innamorato e molto geloso. Il cruccio di
Manoch
era la mancanza di figlio, ma un angelo annunciò alla moglie che ne avrebbe avuto uno grande e fortissimo che sarebbe stato in grado di liberare la sua gente a condizione di non tagliarsi mai i capelli e di non bere altro che acqua.
Quando il figlio di
Manoch
nacque fu chiamato
Sansone
.
Cresciuto,
Sansone
conquistò grande fama per la sua forza (una volta uccise un leone a mani nude) e si fidanzò con una ragazza palestinese.
Sansone
era molto temuto nella città della sua fidanzata dove fu attorniato da una trentina di compagni che, in realtà, avevano il compito di sorvegliarlo.
Sansone
, per un secondario episodio, comprese l'inganno, lasciò la ragazza e giurò vendetta contro i
Palestinesi
.
Così egli cominciò a devastare i campi dei
Palestinesi
e ad uccidere molti di loro.
I
Palestinesi
iniziarono delle rappresaglie sugli
Ebrei
che finirono per arrestare
Sansone
e consegnarlo ai suoi nemici, ma
Sansone
riuscì a liberarsi e a fuggire, uccidendo ancora altri
Palestinesi
.
Quindi si trasferì a
Gaza
ma anche in questa città gli abitanti cercarono di catturarlo ed egli dovette di nuovo fuggire riparando sulle colline.
Più avanti
Sansone
si innamorò di una prostituta palestinese di nome
Dalila
. Per ordine dei capi del suo popolo,
Dalila
usò tutte le sue arti di seduzione per scoprire il segreto della forza di
Sansone
ma egli, accortamente, più volte la ingannò riuscendo sempre a salvarsi dalle insidie dei
Palestinesi
. Alla fine, ubriaco,
Sansone
confidò a
Dalila
il segreto: la sua forza era legata alla folta chioma che, per ordine di Dio, aveva curato fin dall'infanzia e non aveva mai tagliato. Ovviamente
Dalila
tagliò i capelli di
Sansone
mentre questi dormiva e i
Palestinesi
riuscirono facilmente a catturare l'eroe, lo accecarono e lo chiusero in prigione.
Passò del tempo ed i capelli del prigioniero ricrebbero.
Quando, durante una festa dei
Palestinesi
, egli fu condotto in pubblico per essere deriso dalla folla, aveva ormai riacquistato forza sufficiente per svellere le colonne del tempio facendolo crollare. Morirono così tutti gli astanti, oltre tremila persone e nel crollo morì anche
Sansone
, che era stato giudice degli
Ebrei
per vent'anni.
Dopo la sua morte il governo passò al sommo sacerdote
Eli
. In quel periodo si verificò una grave carestia che costrinse molti ad espatriare. Una coppia di
Bethlemme
,
Abimelech
e
Naamis (Naomi)
si trasferì nella terra di
Moab
, ma dopo dieci anni
Abimelech
e i suoi figli morirono e
Naomi
, addolorata, decise di tornare in patria. Una delle sue nuore, di nome
Ruth
, volle seguirla. Le due donne furono accolte da
Boaz
, parente di
Abimelech
. Secondo la legge e le consuetudini semitiche del tempo, il parente più prossimo di un defunto aveva il diritto ed il dovere di sposarne la vedova e di garantirgli la discendenza.
Boaz
rintracciò colui che aveva diritto per parentela all'eredità di
Malaon
(figlio di
Abimelech
e marito di
Ruth
) e gli impose di sposarla, ma poiché quello rifiutava,
Boaz
stesso sposò la giovane e ne ebbe un figlio di nome
Obed
che fu allevato da
Naomi
. Figlio di
Obed
fu
Jesse
e da
Jesse
nacque
Davide
che fu re ed i cui discendenti detennero il regno per ventuno generazioni.
Il sommo sacerdote
Eli
aveva due figli di nome
Ofnie
e
Finees
che erano violenti, corrotti e malvisti dal popolo. Perirono entrambi in una battaglia contro i
Palestinesi
, che in quell'occasione riuscirono ad impadronirsi dell'Arca dell'Alleanza.
Appresa la notizia della disfatta,
Eli
morì, dopo quarant'anni di sacerdozio.
La sconfitta era stata predetta dal profeta
Samuele
che, a quel tempo, aveva solo dodici anni.
Libro VI
Tutte le città di
Palestinesi
che ospitarono l'Arca furono colpite da grandi tragedie, epidemie, invasioni di topi e simili.
Alla fine gli anziani proposero di caricare l'arca su un carro trainato da giovenche, ornarla di offerte votive e lasciarla andare. Le bestie trainarono l'Arca fino ad un villaggio ebreo dove fu accolta con grande festa e commozione, tuttavia quelli che, senza essere sacerdoti, la toccarono furono sterminati dall'ira dell'Eterno, come di consueto. Allora l'Arca fu affidata ad un levita che la custodì per vent'anni.
Durante quel periodo fu attivo il profeta
Samuele
che riuscì a sollevare il popolo contro i
Palestinesi
oppressori e a riconquistare i territori perduti. Sconfitti i
Palestinesi
,
Samuele
assunse il potere come giudice e si dedicò ad amministrare la giustizia.
Quando
Samuele
divenne vecchio delegò parte del potere ai suoi figli (
Ioel e Abia
) ma questi si dimostrarono iniqui e corrotti ed il popolo pretese che
Samuele
scegliesse un re.
Samuele
, contrario alla monarchia, fu profondamente angustiato dalla situazione ma Dio, non senza annunciare un nuovo periodo di sciagure, gli ordinò di eleggere il re che gli avrebbe indicato.
In quei giorni il giovane
Saul
, figlio di
Kis
della tribu di
Beniamino
, arrivò nella città di
Samuele
in cerca di certe asine perdute dal padre. Dio indicò a
Samuele
che quello era l'uomo destinato a diventare re ed il profeta accorse ed ospitò il giovane nella propria casa. L'indomani
Samuele
unse il giovane e gli ordinò di tornare a casa per prendere congedo dalla famiglia prima di assumere il potere.
Saul
, tuttavia, preferì non raccontare a parenti ed amici quanto gli era capitato temendo di divenire oggetto di invidia o di derisione.
Dopo qualche tempo
Samuele
ordinò al popolo di estrarre a sorte il re, ben sapendo che, per volontà divina, la scelta sarebbe ricaduta su
Saul
.
Saul
si mostrò schivo e modesto quando fu presentato ai suoi sudditi, del resto molti
Ebrei
erano scettici sulla sua elezione non ritenendolo all'altezza del compito.
Un mese dopo
Naas
, re degli
Ammoniti
, fornì a
Saul
l'occasione per guadagnare gloria e prestigio attaccando i
Giudei
e minacciando la strage.
Saul
reagì prontamente, radunò un poderoso esercito, sconfisse i nemici ed uccise lo stesso
Naas
. Fra il giubilo popolare,
Samuele
ripetè la cerimonia di incoronazione di
Saul
che questa volta venne unto pubblicamente. Ebbe così termine l'"età dei giudici" (governo aristocratico) ed iniziò l'epoca della monarchia.
Nonostante tutto,
Samuele
continuò a rinfacciare al popolo di aver peccato preferendo la guida di un re a quella di Dio.
Ben presto si prospettò un nuovo scontro con i
Palestinesi
e
Saul
chiamò
Samuele
a fargli da consigliere.
Samuele
comunicò che sarebbe venuto a lui dopo sei giorni ma
Saul
, vedendo che i suoi soldati disertavano a causa delle minacce preparate dal nemico, non seppe aspettare, anticipò i sacrifici rituali e si preparò a combattere. Quando arrivò
Samuele
lo rimproverò, indignato per la sua fretta e se ne tornò a casa. Così
Saul
affrontò il nemico privo del consiglio del profeta, con una modesta guarnigione e con suo figlio
Gionata
.
Fu proprio
Gionata
a compiere un'impresa eroica e a risolvere la situazione: egli infatti in compagnia solo del suo scudiero penetrò notte tempo nell'accampamento dei nemici e ne fece strage. Ora pare che i
Palestinesi
a causa della "moltitudine di etnie" quando si trovavano in pericolo non riuscivano a riconoscersi fra di loro, quindi nella confusione presero ad uccidersi l'un l'altro recando grande danno alla propria causa e grande aiuto a quella degli
Ebrei
.
Anche
Saul
accorse con la sua guarnigione e l'entusiasmo trascinò altri diecimila uomini, così i
Palestinesi
vennero sconfitti.
Durante la battaglia però,
Saul
colto dall'eccitazione maledisse "quell'ebreo che desiste dall'uccidere il nemico per prendere cibo", e fu proprio
Gionata
che, mentre inseguiva i nemici fuggiaschi ignaro della maledizione scagliata dal padre si riposò e si cibò del miele di un favo.
Dopo la battaglia gli oracoli dei sacerdoti svelarono l'errore inconsapevole di
Gionata
e
Saul
, per fugare lo spergiuro, condannò a morte il proprio figlio. Il popolo difese il giovane e prese a pregare per lui.
Qualche tempo dopo, per il tramite di
Samuele
,
Saul
ricevette l'ordine divino di sterminare gli
Amaleciti
che avevano angustiato i suoi antenati durante l'esodo. L'ordine era categorico: nessuno doveva sopravvivere nella terra degli
Amaleciti
, uomini, donne, bambini e animali dovevano essere distrutti.
Saul
eseguì l'ordine alla lettera ma risparmiò il re
Agag
che lo aveva colpito per la sua bellezza ed il suo portamento. Anche alcuni soldati trasgredirono gli ordini impossessandosi di una parte del bestiame mentre l'ordine divino prevedeva lo sterminio assoluto.
A causa di questi fatti,
Saul
perse il favore di Dio e quando ne fu informato da
Samuele
non gli restò che ammettere le sue colpe e tornare alla sua reggia a
Gaba
. Ma sapeva che il suo regno era ormai in declino e, dopo quel giorno, non incontrò più
Samuele
.
Infatti, poco dopo, Dio ordinò a
Samuele
di recarsi a
Bethlemme
e di ungere un giovane pastore di nome
Davide
che sarebbe diventato il nuovo re degli
Ebrei
.
Saul
era perseguitato da "demoni" che erano forse i suoi rimorsi: i medici gli prescrissero come cura il suono dell'arpa e fu proprio
Davide
- che aveva fama di buon suonatore - ad essere convocato per lenire con la musica i mali del re.
Poco dopo i
Palestinesi
ripresero le armi e dal loro campo il gigantesco
Goliath
, loro campione, cominciò a sfidare gli
Ebrei
proponendo di risolvere la guerra con un duello fra lui ed un avversario. Le dimensioni di
Goliath
incutevano timore e nessuno fra gli
Ebrei
era disposto a raccogliere la sfida che, ogni giorno, il gigante ripeteva urlando ingiurie contro il campo nemico.
Davide
, troppo giovane per combattere, era stato rimandato a casa, ma quando venne a trovare i fratelli che facevano parte dell'esercito di
Saul
decise di accettare la sfida.
Saul
esitò ma alla fine il coraggio di
Davide
lo indusse a concedergli il permesso di combattere contro il gigante.
Davide
rinunciò all'armatura datagli da
Saul
e si presentò a
Goliath
con una fionda ed alcuni ciottoli di fiume. Il gigante prima lo derise, poi lo minacciò, quindi mosse verso di lui ma era lento e goffo nella pesantissima armatura.
Davide
lo colpì in piena fronte con uno dei suoi proiettili e
Goliath
crollò esanime. Subito
Davide
decapitò il gigante con la sua stessa spada e la fine imprevedibile del loro campione gettò i
Palestinesi
nel panico, si diedero alla fuga e gli
Ebrei
ne fecero strage.
Il successo così conquistato da
Davide
, tuttavia provocò la gelosia di
Saul
che decise di affidare al giovane una posizione di comando (
chiliarca
) con lo scopo di esporlo al pericolo e farlo morire. Quando seppe che una delle sue figlie (
Melcha = Mikal
) si era innamorata di
Davide
,
Saul
decise di acconsentire al matrimonio a patto che
Davide
gli portasse la testa di seicento
Palestinesi
. L'impresa sembrava impossibile ma
Davide
non si tirò indietro e, sempre aiutato da Dio, attaccò e distrusse un campo nemico riportando il macabro trofeo che era stato richiesto. A
Saul
, che aveva ovviamente tentato ancora una volta di eliminarlo, non restò che celebrare le nozze.
Ma l'odio di
Saul
verso
Davide
non si placò: progettò più volte di ucciderlo ed una volta tentò di colpirlo personalmente. Con l'aiuto della moglie e di
Gionata
, che era diventato suo intimo amico,
Davide
fuggì e si rifugiò presso il profeta
Samuele
.
Saul
lo venne a sapere e mandò più volte i soldati ad arrestare
Davide
ma appena giungevano al cospetto di
Samuele
gli uomini venivano invasi dallo "Spirito di Dio" e dimentichi della loro missione cominciavano a "profetare". Lo strano fenomeno colpì lo stesso
Saul
quando decise di recarsi personalmente a catturare il rivale.
Dal canto suo
Gionata
rinnovò la sua dichiarazione di amicizia verso
Davide
e pronunciò un giuramento solenne di lealtà. Quando
Gionata
, discutendo con
Saul
, ebbe prova inconfutabile dell'odio del re verso il giovane, avvertì
Davide
delle dimensioni del pericolo che correva e
Davide
si allontanò definitivamente da ogni luogo in cui
Saul
avrebbe potuto raggiungerlo.
Durante il suo vagare
Davide
ebbe occasione di riappropriarsi della spada con la quale aveva decapitato
Goliath
e di raccogliere un certo seguito. Quando
Saul
apprese queste notizie ne fu oltremodo preoccupato e prese a perseguitare quanti avevano aiutato
Davide
. Fra questi era il sommo sacerdote
Achimelech
che venne giustiziato con tutti i suoi parenti, si attuava così la maledizione che aveva colpito quella famiglia a causa dell'iniquità dei figli di
Eli
, di cui si è parlato nel quinto libro. La persecuzione si mutò in breve in una strage e
Saul
distrusse l'intera città sacerdotale di
Nob
. L'unico sopravvissuto,
Abiathar
figlio di
Achimelech
, fuggì presso
Davide
e lo informò sugli eventi.
Qualche tempo dopo
Davide
, con i quattrocento uomini che erano rimasti a lui fedeli, aiutò gli abitanti della città di
Killa (Khirbet Qila)
contro i
Palestinesi
che li avevano attacati. Vinse e la notizia arrivò a
Saul
che tentò nuovamente di catturarlo ma
Davide
fuggì ancora e si trasferì nel deserto dove proseguì la sua vita raminga. Infine il caso gli porse l'occasione di eliminare
Saul
ma
Davide
non ne volle approfittare. Incontrò faccia a faccia il re e fece pesare le proprie ragioni:
Saul
, sorpreso dello scampato pericolo, ammise di aver sbagliato e chiese a
Davide
di giurare che non avrebbe fatto ricadere il rancore sulla sua posterità.
Davide
giurò e lasciò andar via
Saul
illeso.
In quel periodo morì
Samuele
che fu compianto dagli
Ebrei
. Aveva governato da solo per vent'anni ed insieme a
Saul
per altri diciotto.
Durante la permanenza nel deserto,
Davide
chiese aiuto ad un ricco allevatore di nome
Nabal
al quale non aveva arrecato mai alcun danno, aveva anzi ordinato ai suoi uomini di rispettare i beni ed il bestiame di
Nabal
. Tuttavia
Nabal
accolse senza ospitalità gli ambasciatori di
Davide
e li rimandò indietro a mani vuote. Offeso,
Davide
preparò una spedizione punitiva contro
Nabal
. Lo prevenne
Abigail
, moglie di
Nabal
che gli andò incontro con ricchi doni e lo scongiurò di desistere dal distruggere la sua casa.
Davide
accettò i doni ed annullò la spedizione. Dopo alcuni giorni venne a sapere che
Nabal
, che era alcolizzato e dissoluto, era morto e poiché era rimasto colpito dall'avvenenza di
Abigail
e dal suo contegno, le chiese di sposarlo e la donna accettò.
Saul
si mise di nuovo in caccia di
Davide
ed una notte
Davide
penetrò nel campo del re con due soli compagni, trovò
Saul
addormentato nella sua tenda e gli risparmiò la vita, ma prese con se la lancia di
Saul
per poter dimostrare l'impresa.
Ancora una volta
Saul
dovette riconoscere la magnanimità dell'avversario e se ne tornò a casa promettendo di non riaprire le ostilità.
Davide
tuttavia non si fidò di lui e si trasferì a
Gitta (Gath)
, in terra palestinese presso
Anchus (Achis)
, re di quella città.
Anchus
lo accolse benevolmente ma dopo qualche tempo
Davide
si trovò coinvolto nell'ennesima guerra fra
Ebrei
e
Palestinesi
, ma questa volta non si trovava a militare con i suoi connazionali ma contro di essi.
Anchus
tuttavia decise di esentarlo dal combattimento, anche per volontà degli altri capi palestinesi che ritenevano la situazione troppo ambigua e pericolosa, così
Davide
e i suoi seguaci tornarono al villaggio che il re aveva affidato loro ma lo trovarono devastato da un'incursione degli
Amaleciti
,
Davide
si lanciò all'inseguimento dei saccheggiatori, ne fece strage e recuperò donne e bambini che erano stati rapiti.
Intanto
Saul
aveva saputo, tramite una medium che aveva evocato lo spirito di
Samuele
, che quella dell'indomani sarebbe stata la sua ultima impresa e che durante la battaglia egli sarebbe caduto con tutti i suoi figli. Così in effetti avvenne:
Gionata
,
Aminabad
e
Melchis
, figli di
Saul
, caddero combattendo valorosamente. Lo stesso
Saul
si battè ai limiti della sua forza ed alla fine, coperto di ferite, si tolse la vita con l'aiuto di un soldato. L'esercito ebreo subì un massacro e la popolazione superstite si ritirò nelle città fortificate. I corpi di
Saul
e dei figli furono presi dai
Palestinesi
ed esposti come trofei ma il giorno seguente un gruppo di ardimentosi riuscì a recuperare i poveri resti e a dar loro degna sepoltura.
Saul
aveva regnato per quaranta anni.
Libro VII
L'uomo che aveva aiutato
Saul
a morire si recò da
Davide
portandogli la corona del re.
Davide
"elevò pianti e lamenti insieme ai suoi compagni" e fece uccidere l'uomo (forse ritenendolo responsabile della morte di
Saul
).
Terminato il lutto,
Davide
si stabilì ad
Ebron
dove venne proclamato re dalla tribu di
Giuda
. Nel frattempo
Abenner
, comandante dell'esercito di
Saul
, proclamava re di tutte le altre tribu
Jebosthos
figlio di
Saul
,
Jebosthos
ben presto si organizzò ed attaccò
Davide
. I due eserciti che si scontrarono erano comandati l'uno da
Joab
, figlio della sorella di
Davide
, l'altro dallo stesso
Abenner
.
Questi ebbe la peggio e riuscì a stento a rimanere vivo.
Ebbe così inizio una lunga guerra civile fra i seguaci di
Davide
e quelli della casa di
Saul
, mentre non cessavano le continue lotte contro i
Palestinesi
. Qui l'autore racconta che
Davide
prese sei mogli e ne ebbe altrettanti figli, si tratta probabilmente di alleanze matrimoniali in un contesto diplomatico teso a rafforzare il potere di
Davide
.
Infine
Abenner
, che era molto potente alla corte di
Jebosthos
, decise di cambiare bandiera ed intavolò trattative segrete con
Davide
. L'entusiasmo con cui
Davide
accolse
Abenner
e la benevolenza che gli dimostrò pubblicamente, suscitarono l'invidia di
Joab
che vedeva la propria posizione personale minacciata dal prestigio del nuovo alleato.
Joab
tentò di screditare
Abenner
presso
Davide
, ma vedendo inefficace questa tattica, risolse infine di tendere un'imboscata al rivale e di assassinarlo.
Poco dopo anche
Jebosthos
cadde vittima di una congiura. Gli assassini portarono la testa del re a
Davide
, sperando in una lauta ricompensa ma
Davide
, ritenendo l'atto iniquo e la loro speranza un'offesa al suo onore, li condannò a morte.
Dopo la morte di
Jebosthos
, i capi di tutte le tribu decisero unanimi di conferire il potere a
Davide
che divenne così monarca dell'intero popolo israelita.
Al potere di
Davide
si opposero solo i
Gebusei
, una tribu di origine cananea che abitava
Gerusalemme
.
Davide
attaccò ed espugnò la città e vi elesse la propria residenza.
Davide
avrebbe anche dato alla città il nome di
Gerusalemme (Hierosolyma, Hiero = Santuario - Solyma = Sicurezza)
con riferimento alle possenti fortificazioni da lui fatte costruire, tuttavia il significato di questo passo di
Giuseppe Flavio
è incerto e si presta a varie interpretazioni.
Qualche tempo dopo un grosso esercito palestinese, con alleati siriani e fenici, attaccò
Gerusalemme
ma fu sconfitto in più riprese dalle truppe di
Davide
.
Quindi
Davide
decise di trasferire l'Arca a
Gerusalemme
, operazione che si svolse con una grande processione e solenni festeggiamenti.
Davide
avrebbe voluto costruire un tempio per ospitare l'Arca, tuttavia Dio, tramite il profeta
Nathan
al quale parlò in sogno, gli fece sapere che, pur lodando l'iniziativa, non gli permetteva di costruire il tempio in quanto egli era impuro per le troppe guerre combattute. L'onore della costruzione del tempio sarebbe toccato ad un figlio di
Davide
,
Salomone
, che sarebbe stato il suo successore.
Davide
fu molto felice di veder così assicurata la continuazione del regno alla sua discendenza e, dopo aver reso grazie a Dio, accantonò il progetto.
Negli anni successivi,
Davide
continuò a combattere contro i
Palestinesi
ed i loro alleati, riportando molte vittorie ed i bottini di guerra andarono a formare un grande tesoro.
Uomo di grande lealtà,
Davide
ricordò il debito morale che aveva verso
Gionata
, il figlio di
Saul
che lo aveva aiutato nei tempi difficili e che era morto in battaglia con il padre. Rintracciò un figlio di
Gionata
, di nome
Memfibostrhos (in ebraico Mefiboshet)
, storpio e caduto in miseria, lo accolse nella sua casa e gli consegnò tutti i beni che erano stati del padre.
In quel periodo morì
Naas
, re degli
Ammoniti
amico di
Davide
e gli successe il figlio
Annon
che, sobillato dai consiglieri, ruppe l'alleanza recando oltraggio agli ambasciatori di
Davide
.
Fu la guerra e gli
Ammoniti
, dopo aver subito una grave sconfitta, trovarono alleati in
Mesopotamia
ma vennero di nuovo battuti da
Davide
che affidò a
Joab
una campagna nel loro territorio e li sottomise definitivamente.
A questo punto si racconta un episodio certamente non glorioso della vita di
Davide
: invaghitosi di una bella donna di nome
Betsaabe
,
Davide
la mise incinta ma
Betsaabe
era sposata e la legge prevedeva che le adultere fossero condannate a morte. Per salvarla
Davide
richiamò dal fronte il marito,
Uriah
, che era impegnato nella guerra contro gli
Ammoniti
e cercò di fare in modo che passasse la notte con la moglie per evitare che la gravidanza di lei, una volta manifesta, risultasse sospetta. Tuttavia l'uomo si fece un punto d'onore nel rinunciare al piacere mentre i suoi compagni erano al fronte.
Davide
allora lo rimandò al fronte ed ordinò segretamente a
Joab
di esporlo a grandi pericoli e così avvenne. Durante l'assedio di una città degli
Ammoniti
,
Uriah
cadde valorosamente a
Davide
aggiunse
Betsaabe
alle sue numerose mogli.
Questo episodio provocò l'ira divina ed il profeta
Nathan
annunciò grandi sciagure a
Davide
. Il re si pentì sinceramente e si umiliò di fronte al profeta e fu perdonato. Tuttavia il bambino nato da
Betsaabe
si ammalò gravemente e, nonostante le preghiere ed il digiuno del re, dopo alcuni giorni morì. Dopo qualche tempo
Betsaabe
partorì di nuovo e, per ordine di
Nathan
, il bambino fu chiamato
Salomone
.
Quando
Davide
rientrò a
Gerusalemme
dopo la guerra contro gli
Ammoniti
, un fatto tragico colpì la sua casa: il suo primogenito
Amnon
, colto da insana passione, violentò la sorella
Tamar
.
Dopo la violenza,
Amnon
scacciò la sorella e
Tamar
riparò presso un altro fratello di nome
Assalonne
, con il quale aveva in comune entrambi i genitori.
Due anni dopo, in occasione di un banchetto,
Assalonne
riuscì a vendicare l'offesa patita da
Tamar
, uccidendo
Amnon
dopo averlo fatto ubriacare, quindi fuggì oltre i confini del regno di
Davide
rifugiandosi presso il nonno materno.
Dopo tre anni,
Davide
lo mandò a chiamare e gli permise di tornare a vivere a
Gerusalemme
, grazie all'intercessione di
Joab
, tuttavia non volle incontrarlo personalmente per altri due anni. Infine i due si riconciliarono ma quattro anni dopo
Assalonne
si ribellò e, raccolto un certo seguito, tentò di detronizzare il padre.
Davide
decise di affidare la questione alla volontà di Dio e con la famiglia, gli amici ed i soldati a lui più fedeli si ritirò sul Monte degli Ulivi.
Giuseppe Flavio
propone un lungo racconto di congiure e di tradimenti, alcuni dei consiglieri di
Davide
passarono ad
Assalonne
, altri gli rimasero fedeli.
Davide
organizzò un esercito e decise di attaccare per primo. L'esercito di
Davide
, comandato da
Joab
, era molto meno numeroso di quello avversario ma, grazie ad una maggiore esperienza di cose belliche, riuscì a vincere.
Dopo la battaglia,
Assalonne
tentò di fuggire a cavallo di un mulo ma la sua lunga chioma si impigliò in un albero e
Joab
lo raggiunse e lo uccise, nonostante
Davide
avesse ordinato di risparmiargli la vita.
Davide
pianse amaramente la morte del figlio che, nonostante tutto, amava molto ma
Joab
lo richiamò alla "ragion di stato" e
Davide
, fattosi coraggio, riprese il potere. Saggiamente evitò di infierire contro quanti avevano partecipato alla congiura, perdonò anche i superstiti fra i responsabili del tentato colpo di stato ed operò in generale in modo da riportare l'ordine nella nazione.
Poco dopo un'altra insurrezione comandata da un certo
Sabaio
, minacciò il potere di
Davide
. L'insurrezione fu repressa da
Joab
che colse l'occasione per eliminare a sangue freddo
Amasa
, suo collega nel comando supremo dell'esercito del quale era molto geloso.
Davide
continuò a combattere contro i
Palestinesi
finchè non li sconfisse assicurando al suo regno un periodo di pace, tuttavia, avendo corso un grave pericolo durante una battaglia, fu costretto dal popola a promettere che si sarebbe astenuto dal partecipare personalmente ai combattimenti.
Successivamente
Davide
ordinò un censimento ma non tenne conto delle prescrizioni rituali che
Mosè
aveva dettato per quella circostanza ed attirò sul popolo una terribile pestilenza. Consigliato da profeti e sacerdoti, il re acquistò l'area dove più tardi sarebbe sorto il Tempio per svolgervi sacrifici e placare l'ira divina. In quel tempo,
Davide
designò suo figlio
Salomone
alla successione, gli svelò la profezia che lo riguardava e gli ordinò di attendere, dopo la sua morte alla costruzione del tempio. A
Davide
, infatti, era stato proibito di realizzare l'opera personalmente perché macchiato dal sangue di troppe guerre, così egli si limitò, negli ultimi anni della sua vita, a raccogliere molti fondi e molti materiali per facilitare il compito di
Salomone
.
Durante la vecchiaia di
Davide
, uno dei suoi figli di nome
Adonia
, tentò di impadronirsi del potere. Venutolo a sapere
Davide
ordinò che si procedesse senz'altro all'unzione ed all'incoronazione di
Salomone
che prese così a regnare accanto al padre. La coreggenza non durò a lungo perchè poco tempo dopo, all'età di settant'anni,
Davide
morì lasciando la figlio un regno ricco, solido e ben organizzato.
Libro VIII
Morto
Davide
,
Salomone
si sbarazzò rapidamente di
Adonia
, di
Joab
e di quanti riteneva pericolosi per la stabilità del proprio regno, quindi si dedicò a governare il paese con grande saggezza e moderazione.
A questo punto
Giuseppe Flavio
racconta un celeberrimo episodio: due prostitute si presentarono a
Salomone
chiedendo giudizio. Entrambe avevano da poco partorito un bambino ma una delle due, avendo perso il proprio, aveva tentato di scambiarlo con il figlio dell'altra.
Salomone
ordinò che i due neonati (sia il vivo, sia il morto) fossero smembrati in due parti e le membra divise fra le due madri. L'orrore autentico della donna che, pur avendo intentato la causa si diceva disposta a rinunciare al bambino per salvargli la vita, servì al re per stabilire la verità e, punita la colpevole, a restaurare la giustizia.
Salomone
, ricorda
Giuseppe
, dimostrò la sua sapienza anche componendo opere di scienza e di filosofia, nonché mettendo a punto pratiche esoteriche ed esorcismi ancora in uso presso gli
Ebrei
contemporanei dell'autore.
Accingendosi alla costruzione del
Tempio
,
Salomone
strinse un accordo commerciale con l'amico
Eirom
, re di
Tiro
, ed ottenne legname pregiato in cambio di grano, olio e vino.
Nel quarto anno di regno,
Salomone
iniziò ufficialmente i lavori di costruzione del
Tempio
. Nei capitoli successivi (in modo non molto chiaro per la verità),
Giuseppe Flavio
descrive il progetto, la maestosità dell'edificio e la ricchezza degli arredi.
Grazie alla perizia degli artisti e delle maestranze, nonché delle grandi ricchezze di cui
Salomone
poteva disporre, i lavori procedettero molto speditamente ed il grande
Tempio
fu completato in soli sette anni. Allora
Salomone
convocò tutti i capi delle tribu ed indisse una grande processione che trasportò l'arca nel
Tempio
.
Si fece una grande festa con sacrifici, libagioni e banchetti, poi
Salomone
sognò Dio che gli confermava di aver gradito l'offerta del
Tempio
e gli prometteva pace e prosperità ma, lo avvertiva, nel caso in cui egli e gli
Ebrei
avessero trasgredito alle Leggi, il
Tempio
sarebbe caduto nelle mani dei nemici ed il popolo avrebbe sofferto ogni disgrazia ed avversità.
Completato il
Tempio
,
Salomone
fece costruire una reggia illustre, se pur meno imponente del
Tempio
, ed altri edifici di pubblica utilità. Negli anni successivi fortificò
Gerusalemme
ed altre città e fondò nel deserto della
Siria Superiore
la città di
Tadmor
che i
Greci
chiamavano
Palmira
.
Con l'aiuto del re di
Tiro
,
Salomone
si dotò anche di una flotta che esplorò le coste dell'
Arabia
e si spinse fino all'
India
.
"La donna che regnava in
Egitto
e sull'
Etiopia
" (probabilmente la regina di
Saba
) fece visita a
Salomone
incuriosita della sua fama. Durante il soggiorno a
Gerusalemme
la regina rimase impressionata dalla magnificenza e dalla sapienza di
Salomone
. I due sovrani si scambiarono ricchissimi doni e
Salomone
risolse per lei i più difficili enigmi. La fama di
Salomone
continuò a crescere e ben presto tutti i sovrani vollero testimoniargli la propria ammirazione con doni preziosi.
Tuttavia anche
Salomone
finì col violare le leggi: lo fece a causa della sua smodata passione per le donne. Arrivò ad avere settecento mogli, molte delle quali straniere e, cosa ancora più grave, a praticare culti stranieri per compiacere le sue numerose consorti. L'ira di Dio, ovviamente, non tardò a manifestarsi e contro
Salomone
si sollevò un nemico di nome
Adero (Hadad)
, un idumeo che era rifugiato in
Egitto
quando
Davide
aveva conquistato il suo paese.
Organizzata una banda di predoni in
Siria
,
Adero
prese a razziare i territori
israeliti
.
Contemporaneamente
Jeroboamo
, capo delle tribù di
Giuseppe
tentò di prendere il potere supremo ma fu scoperto e fuggì in
Egitto
.
Salomone
morì a novantaquattro anni, dopo aver regnato per ottanta anni. Gli successe il figlio
Roboamo
ma il suo atteggiamento autoritario provocò presto gravi disordini ed egli fuggì da
Gerusalemme
. Fu acclamato re solo dalle tribu di
Giuda
e
Beniamino
mentre le altre dieci tribu eleggevano
Jeroboamo
, fatto rientrare dall'
Egitto
. Si avverava così una profezia che il sapiente
Achia
aveva annunciato anni prima a
Jeroboamo
.
Lo scisma politico fu anche scisma religioso e
Jeroboamo
istituì culti e riti nella città di
Bethel
temendo che il prestigio del
Tempio di Salomone
allontanasse da lui i suoi sudditi.
Anche nel regno di
Roboamo
venne presto meno l'ortodossia e fu questa, secondo
Giuseppe
, la causa prima dell'invasione da parte degli
Egiziani
. Gli
Egiziani
predarono gran parte delle ricchezze del regno, quindi si ritirarono.
Roboamo
morì a cinquatasette anni, dopo diciassette di un regno infelice e soggetto al timore dei nemici. Gli successe il figlio
Abia
.
Nonostante il profeta
Achia
presagisse il disastro,
Jeroboamo
decise di combattere contro
Abia
ma questi, malgrado la netta minoranza numerica del suo esercito conquistò la vittoria facendo grande strage di nemici.
Abia
, tuttavia, visse e regnò solo per tre anni dopo la guerra.
Gli successe il figlio
Asano
(ebraico
Asa
) sotto il cui regno la regione conobbe dieci anni di pace. Nel secondo anno del regno di
Asano
morì
Jeroboamo
al quale successe il figlio
Nabado
(ebraico
Nadabo
).
Questi fu ucciso dopo due anni da un complotto guidato da un certo
Basane
che si impadronì del potere eliminando l'intera famiglia di
Jeroboamo
.
Asano
, che dopo dieci anni di regno sconfisse gloriosamente un tentativo di invasione da parte degli
Etiopi
, regnò con giustizia e restaurò il culto ortodosso.
Al contrario,
Basane
si macchiò di molte empietà e malvagità, verso la fine del suo regno che durò ventiquattro anni effettuò alcune azioni belliche contro il regno di
Gerusalemme
.
Alla sua morte gli successe il figlio
Elano (ebraico = Elah)
che fu a sua volta ucciso da un suo ufficiale di nome
Zambria (ebraico = Zimri)
.
Zambria
prese il potere ma fu attaccato ed eliminato da un altro comandante aspirante al regno di nome
Amarino (ebraico = Omri)
.
Amarino
regnò dodici anni e gli successe il figlio
Achab
. Da canto suo
Asano
continuò a regnare con giustizia e quando morì, dopo aver governato per quarant'anni, gli successe il figlio
Josafat
.
Durante il regno di
Achab
si verificò una grande siccità che il profeta
Elia
annunciò come punizione divina per l'empietà del re e della regina
Jezebel
.
Inizia qui il racconto delle vicende di
Elia
, profeta illuminato ed assistito da Dio che con le sue miracolose dimostrazioni indusse il popolo ad eliminare i profeti dei falsi dei. Perseguitato dalla regina
Jezebel
,
Elia
dovette nascondersi nel deserto e nelle grotte ma la provvidenza divina non gli fece mancare mai il sostentamento.
Convocato dal re
Achab
e da questi interrogato sulla siccità,
Elia
si scontrò con i sacerdoti degli dei stranieri e propose loro una sfida. Si trattava di offrire un bue in sacrificio ma senza accendere il fuoco, pregando invece perché sopraggiungesse un evento ultraterreno a far divampare le fiamme. I sacerdoti degli idoli fallirono, ma
Elia
ottenne il fulmine propizio e quando la pira fu consumata ordinò al popolo - ormai sottomesso ed affascinato - di catturare ed uccidere i suoi rivali. Quindi salì sul
monte Carmelo
ed attese finché non vide la prima nuvola all'orizzonte annunciare la fine della siccità.
Minacciato dagli emissari di
Jezebel
,
Elia
fu costretto alla fuga e raggiunse il
Sinai
. Qui gli capitò di ascoltare una voce divina che gli ordinava di tornare in patria e di designare
Jehu
quale re del suo popolo ed
Azaleo
re di
Damasco
in
Siria
.
Elia
prontamente obbedì e durante il viaggio incontrò
Eliseo
che iniziò all'arte profetica.
Intanto il re
Achab
aveva deciso di acquistare il terreno di un cittadino di nome
Naboth
. Al rifiuto di questi
Achab
e
Jezebel
intentarono un processo ammaestrato ed ottennero che
Naboth
fosse giustiziato, così ottennero il terreno desiderato.
Elia
, rientrato in patria, venne a conoscenza del misfatto e maledisse il re il quale fu colto da grande sgomento e prostrazione.
Così Dio informò
Elia
di aver deciso, in forza del pentimento di
Achab
, di procrastinare il castigo a danno del figlio del re.
E proprio in quei giorni
Adado (Ben-Hadad)
, re di
Siria
, decise di muovere guerra al padre.
Achab
non reagì e dichiarò agli ambasciatori dei
Siri
di essere disposto a cedere tutto quanto gli apparteneva personalmente ma
Adado
pretendeva molto di più e si venne ai ferri corti.
Nonostante la superiorità numerica dell'esercito della
Siria
,
Achab
- consigliato da
Elia
- riuscì a riportare una prima vittoria su
Adado
attaccandolo di sorpresa.
L'anno successivo
Adado
attaccò nuovamente e fu definitivamente sconfitto, ma
Achab
si mostrò clemente verso il nemico e fra i due regni fu conclusa la pace.
Tuttavia Dio, attraverso un profeta di nome
Michaia
, fece sapere ad
Achab
di essere in collera con lui per aver perdonato il bestemmiatore
Adado
.
Nello stesso periodo il regno di
Gerusalemme
godeva di grande prosperità: si viveva in pace sotto il governo di
Josafat
che per le sue virtù era amato dal popolo e rispettato dai vicini.
Josafat
strinse alleanza con
Achab
ed i figli dei due re si sposarono tra loro. Durante la cerimonia dell'alleanza i due re decisero di consultare i profeti sull'opportunità di muovere insieme guerra alla
Siria
.
I numerosi profeti di
Achab
si pronunciarono favorevolmente ad eccezione di
Michaia
che avvertì che i
Siri
avrebbero vinto e che
Achab
sarebbe caduto in battaglia.
Achab
, incitato dai suoi consiglieri, non volle dare ascolto a
Michaia
, lo fece arrestare e mosse nuovamente guerra ad
Adado
. Come era stato predetto morì nel combattimento. Gli succedette il figlio
Ochozia (Ahaziau)
.
Libro IX
Josafat
tornò a
Gerusalemme
ed emanò alcune riforme in materia legislativa e giudiziaria, nel pieno rispetto dell'ormai antica legge mosaica.
In quel periodo
Josafat
fu attaccato da
Ammoniti
e
Moabiti
ma ottenne una facilissima vittoria come era stato predetto dai profeti.
Questi eventi favorirono la fama ed il prestigio di
Josafat
che strinse nuove alleanze e tentò di arricchire il suo regno con nuove imprese commerciali, purtroppo non fortunate.
Intanto
Ochozia
, figlio di
Achab
e discendente di
Jeroboamo
, si era insediato in
Samaria
. Infortunatosi, mandò uomini ad interrogare gli dei degli stranieri, ma i suoi messi furono intercettati da
Elia
che li rimandò al re con una triste profezia.
Ochozia
volle catturare
Elia
ma questi attirò una pioggia di fuoco che fece strage di quanti volevano arrestarlo.
Infine
Ochozia
mandò ad
Elia
un ambasciatore non aggressivo ed il profeta accettò di presentarsi al re, ma solo per ribadire la propria profezia di morte.
Infatti di lì a poco
Ochozia
morì e gli succedette il fratello
Joram
, uomo empio e scellerato, che regnò per venti anni. Durante il suo regno si persero le tracce del profeta
Elia
.
Joram
si scontrò a sua volta con i
Moabiti
e chiese - ed ottenne - l'aiuto e l'alleanza di
Josafat
e del re degli
Idumei
. Quando i tre re si trovarono in difficoltà a causa della siccità decisero di consultare
Eliseo
, profeta e successore di
Elia
.
Il nuovo profeta si dimostrò ostile a
Joram
ma accettò di collaborare per rispetto di
Josafat
.
Eliseo
annunciò una pioggia imminente e, con questa, la vittoria.
Infatti, quando si venne al combattimento, i tre ebbero re la meglio ed il re dei
Moabiti
tentò un'estrema reazione con un piccolo gruppo di uomini a lui fedelissimi.
Infine il re dei
Moabiti
immolò in sacrificio il proprio figlio:
Josafat
ed i suoi assistendo alla scena furono presi dalla compassione ed abbandonarono la guerra.
Josafat
, tornato a casa, visse ancora per breve tempo, quindi morì nel compianto generale. Gli succedette il figlio, anche egli di nome
Joram
.
Quanto ad
Eliseo
, il successore di
Elia
, si raccontano episodi spettacolari. Si dice che soccorse la vedova di un uomo che stava per essere resa schiava a causa dei debiti che il marito aveva contratto per aiutare i profeti ai tempi di
Jezebel
.
Eliseo
riempì miracolosamente numerosissimi vasi d'olio in modo che la donna, vendendoli, potesse liquidare i suoi creditori.
Eliseo
, inoltre, sventò con la sua chiaroveggenza un complotto del re di
Siria
Adado
ai danni di
Joram
, re degli Israeleti.
Adado
cercò di eliminare il profeta ma davanti a chiari segni della protezione divina in favore di
Eliseo
, decise di abbandonare complotti e macchinazioni e passare alle vie di fatto. Così accerchiò ed assediò la
Samaria
, tentando di sconfiggere gli
Ebrei
tramite la fame.
Davanti alla sofferenza della sua gente (si racconta anche di orribili episodi di cannibalismo)
Joram
se la prese con
Eliseo
che, a suo parere, non faceva quanto necessario per suscitare le clemenza divina e decise di sopprimere il profeta. Subito pentito, però,
Joram
fermò il sicario che aveva mandato da
Eliseo
ed il profeta annunciò che l'indomani si sarebbe avuta grande abbondanza di cibo.
Infatti durante la notte un prodigio mise in fuga gli assedianti: si udì un grande frastuono di armi e di cavalli rompere il silenzio della notte. I
Siri
, convinti che potenti alleati stessero correndo in aiuto degli abitanti di
Samaria
, fuggirono terrorizzati abbandonando i loro accampamenti. Alcuni lebbrosi di
Samaria
che, non potendo entrare in città a causa della loro malattia, avevano deciso proprio quella notte di consegnarsi al nemico, scoprirono le tende abbandonate e si precipitarono alle porte della città a dare l'allarme. I campi dei
Siri
furono così saccheggiati da quelli di
Samaria
che vi trovarono cibo e ricchezze in grande quantità: si avverò così la profezia di
Eliseo
.
Poco tempo dopo il re di
Siria
Adado
fu ucciso da un suo servitore di nome
Azaleo (Khazael)
che prese il potere. Anche questo evento era stato predetto da
Eliseo
che lo riteneva nefasto per il popolo di
Israele
.
Intanto a
Gerusalemme
il re
Joram
andava compiendo ogni sorta di ingiustizia e di empietà, anche per l'istigazione di sua moglie
Othlia (Athaljahu)
. Sotto il suo regno si verificarono alcune ribellioni che furono soffocate nel sangue. Infine
Joram
fu attaccato dagli Arabi che saccheggiarono il paese. Solo uno dei figli di
Joram
, di nome
Ochozia (Aachazjahn)
si salvò nell'eccidio e lo stesso
Joram
morì di li a poco per un'orribile malattia che era stata predetta da
Elia
.
Anche l'altro re degli
Israeliti
di nome
Joram
rimase ferito in battaglia e si ritirò per farsi curare lasciando il comando ad un ufficiale di nome
Jehu
.
Eliseo
mandò uno dei suoi discepoli a
Jehu
per ungerlo re. L'esercito approvò con entusiasmo e convinse
Jehu
ad accettare il potere e muovere contro
Joram
.
Jehu
uccise personalmente
Joram
, re degli
Israeliti
, e ferì a morte
Ochozia
, il nuovo re di
Gerusalemme
.
Come era stato ordinato dal discepolo di
Eliseo
che lo aveva unto re,
Jehu
fece subito eliminare
Jezebel
e tutti i settanta figli di
Achab
. Si dedicò quindi a rintracciare ed uccidere tutti i sacerdoti di
Baal
, la divinità che era stata venerata da
Achab
e dai suoi amici. L'azione di
Jehu
prosegue, nel racconto di
Giuseppe Flavio
, fino alla totale eliminazione dei seguaci di
Baal
dal territorio israelita.
Quando
Othlia
, figlia di
Achab
, seppe della morte di suo fratello
Joram
e di suo figlio
Ochozia
, decise di sterminare tutta la casa di
Davide
: si salvò solo un figlio di
Ochozia
di nome
Joas
, infante, che fu portato al sicuro e segretamente allevato dal sommo sacerdote
Joda
.
Sette anni dopo
Joda
organizzò un complotto, rovesciò ed uccise la regina
Othlia
ed incoronò il piccolo
Joas
. Anche in questo caso si svolsero reazioni contro i seguaci del culto di
Baal
che la regina aveva legittimato.
Joas
morì dopo aver regnato sugli
Israeliti
per ventisette anni. Durante il suo regno subì duri attacchi da parte di
Azaleo (Chaza'El)
, re di
Siria
. A
Joas
successe il figlio
Joazo (Jeho'Achaz)
.
Quanto a
Joas
, si comportò con grande giustizia e rispetto della legge fin quando fu vivo il sommo sacerdote
Joda
e fece, fra l'altro, restaurare il
Tempio di Gerusalemme
. Ma quando
Joda
morì i costumi del re degradarono rapidamente ed egli arrivò a far lapidare
Zaccaria
, figlio di
Joda
, perché aveva criticato il suo operato.
Questo delitto, però, gli costò la vita perché un gruppo di congiurati, per vendicare
Zaccaria
, lo uccise.
Il trono passò ad
Amasia
, figlio di
Joas
.
Anche
Joazo
, figlio e successore di
Jehu
, commise molte empietà e fu sconfitto dal re di
Siria
che gli distrusse l'esercito.
Joazo
allora si pentì, si rivolse ad
Eliseo
chiedendo la protezione divina e visse tranquillamente per il resto dei suoi giorni. Il regno passò poi a suo figlio
Joas
che lo tenne per sedici anni. Era il trentasettesimo anno del regno dell'altro
Joas
a
Gerusalemme
. Durante il regno di
Joas
di
Samaria
, che era uomo buono e giusto,
Eliseo
morì dopo aver profetizzato che
Joas
avrebbe vinto i
Siri
tre volte in battaglia.
Anche questa profezia si avverò e quando il nuovo re di
Siria
Adado (Ben-Hadad III)
, figlio di
Azaleo
, attaccò
Joas
fu vinto per tre volte.
Alla morte di
Joas
il potere passò a suo figlio
Jeroboamo
.
Amasia
, re di
Gerusalemme
, nel secondo anno di regno decise una campagna militare contro
Amaleciti
,
Edomiti
e
Gabaliti
. Su consiglio di un profeta decise di non servirsi delle truppe israelite che aveva assoldato e vinse comunque la guerra, ma gli
Israeliti
congedati si ritirarono ed attaccarono il suo territorio compiendo stragi e saccheggi.
Euforico per la vittoria conseguita,
Amasia
reagì intimando a
Joas
, re degli
Israeliti
, di sottomettersi al suo potere.
Joas
rifiutò ed
Amasia
lo attaccò ma fu sconfitto e fatto prigioniero.
Joas
entrò in
Gerusalemme
, prelevò tutte le ricchezze del palazzo reale, quindi lasciò libero
Amasia
e se ne tornò a
Samaria
.
Era il quattordicesimo anno di regno di
Amasia
.
Quindici anni dopo
Amasia
fu ucciso da un gruppo di cospiratori ed il regno passò a suo figlio
Ozia
.
Quando fu incoronato
Jeroboamo
re degli
Israeliti
, figlio di
Joas
, correva il quindicesimo anno del regno di
Amasia
.
Jeroboamo
, che era particolarmente blasfemo ed idolatra, mosse guerra alla
Siria
ed assoggettò tutta la regione, come gli era stato predetto dal profeta
Giona
.
Qui inizia la narrazione delle vicende di
Giona
, corrispondente - appunto - al "Libro di
Giona
" nella
Bibbia
.
Per ordine divino
Giona
avrebbe dovuto recarsi a predicare a
Ninive
, ma per paura preferì imbarcarsi alla volta della
Cilicia
. Durante il viaggio la nave rischiò di affondare per una terribile tempesta, tempesta che si placò solo quando
Giona
ammise di essere la causa dell'ira di Dio e si lasciò gettare in mare dai marinai. Secondo la leggenda (e qui
Giuseppe Flavio
prende debite distanze dal racconto biblico),
Giona
fu ingoiato da una balena, comunque dopo tre giorni e tre notti raggiunse la costa incolume, si recò a
Ninive
ed annunziò agli abitanti che stavano per perdere il loro potere sull'
Asia
, come sarebbe appunto avvenuto ad opera di
Jeroboamo
.
Jeroboamo
morì dopo quarant'anni di regno lasciando il trono al figlio
Zaccaria
. A
Gerusalemme
regnava intanto
Ozia
, figlio di
Amasia
, che era un governante giusto ed infaticabile.
Ozia
riportò diverse vittorie contro
Palestinesi
, Arabi e
Ammoniti
.
Rilanciò l'agricoltura, riorganizzò l'esercito e portò lo stato a grande livello di potenza.
Il suo successo, tuttavia lo fece inorgoglire ed egli commise sacrilegio tentando di svolgere personalmente sacrifici che erano riservati ai sacerdoti. La sua punizione fu la lebbra che lo colse immediatamente e, scacciato fuori dalla città, dovette lasciare il regno al figlio
Jotham
. Morì poco dopo all'età di sessantotto anni di cui cinquanta trascorsi a governare.
Zaccaria
, figlio di
Jeroboamo
, regnò solo per sei mesi, poi fu ucciso da un usurpatore di nome
Sellem
il quale fu subito eliminato dal generale
Menaemo
che si proclamò re e fece uccidere quanti gli si opponevano. Regnò dieci anni e, poco prima di morire, evitò una guerra con gli
Assiri
accettando di pagare un tributo.
A
Menaemo
successe il figlio
Fakea (Pekahjahn)
che dopo soli due anni fu ucciso da un usurpatore suo omonimo che regnò per vent'anni. Intanto il re assiro
Tiglat-Pileser
marciò sul regno di
Israele
e ne sottomise una parte, deportando gli abitanti.
Jotham
, figlio di
Ozia
, visse invece un regno prosperoso, era un governante giusto ed onesto, restaurò e fortificò
Gerusalemme
e consolidò la potenza ed il prestigio del suo stato. Morì dopo sedici anni di regno e gli successe il figlio
Achaz
.
Eretico ed idolatra,
Achaz
dovette subito affrontare forti nemici: prima i
Siri
, poi
Fakea
, re degli
Israeliti
.
Dopo aver subito una prima disfatta ad opera degli
Israeliti
,
Achaz
chiese aiuto a
Tiglat-Pileser
, re degli
Assiri
. Questi mosse contro i
Siri
espugnando
Damasco
e contro gli
Israeliti
.
Achaz
consegnò grandi ricchezze agli
Assiri
in cambio del loro aiuto, ma ben presto fu sconfitto nuovamente (secondo
Giuseppe Flavio
a causa della sua empietà) e morì all'età di trentasei anni, dopo sedici di regno, lasciando il trono a suo figlio
Ezechia
.
Nello stesso periodo morì
Fakea
, vittima di
Oseo (Hoshe'a)
che prese il potere e fu l'ultimo re di
Israele
.
Dal canto suo
Ezechia
ripristinò in
Gerusalemme
il culto tradizionale, riaprendo il
Tempio
che suo padre
Achaz
aveva chiuso e celebrando nuovamente la festa dei pani azzimi che era caduta in disuso da generazioni.
Nel nono anno del suo regno,
Oseo
fu definitivamente sconfitto dal re assiro
Salmanasse (Salmanassar V)
che lo fece prigioniero e deportò gran parte della popolazione israelita. Ebbe così fine il regno di
Israele
, novecentoquarantasette anni dopo l'esodo dall'
Egitto
.
La regione venne ripopolata dai
"Chutei"
, provenienti dalla
Persia
, che alla lunga adottarono la religione locale e diedero origine al popolo detto dei
Samaritani
.
Libro X
Nel quattordicesimo anno del regno di
Ezechia
, gli
Assiri
, dopo aver distrutto il regno di
Israele
ed occupato la
Fenicia
, si rivolsero contro
Gerusalemme
. Secondo
Giuseppe Flavio
,
Ezechia
pagò spontaneamente pesanti tributi per evitare la guerra ma il re assiro
Sennacherib
inviò a tradimento un esercito ad assediare la città. Tuttavia il profeta
Isaia
predisse un tragico insuccesso della campagna di
Sennacherib
contro gli
Ebrei
e contro gli
Egiziani
. E in effetti la campagna assira contro l'
Egitto
fu un fallimento anche a causa di una pestilenza che colpì l'esercito (episodio ricordato anche da
Erodoto
).
Sennacherib
, distolto da questi gravi problemi, abbandonò anche l'assedio di
Gerusalemme
e tornò a
Ninive
dove, poco dopo, fu ucciso in una congiura. Gli successe
Esarhaddon
.
Ezechia
morì quindici anni più tardi, dopo un periodo di pace durante il quale - secondo la tradizione - fu guarito miracolosamente da una grave malattia ed ebbe come consigliere il profeta
Isaia
.
Gli successe il figlio
Manasse
, il quale prese subito a comportarsi in modo empio verso la religione e crudele verso i suoi sudditi. Tuttavia, dopo essere stato fatto prigioniero dai
Babilonesi
ed essere scampato al pericolo, divenne un religioso osservante e trascorse il resto della vita in pace, dedicando grande cura alle cose della religione e a quelle del governo. Morì a sessantasette anni lasciando il regno al figlio
Ammon
.
Anche
Ammon
si comportò in modo empio e perverso e fu ucciso dalla sua servitù dopo ventiquattro anni di regno. Gli successe il figlio
Giosia
che aveva solo otto anni. Assistito dal consiglio degli anziani,
Giosia
si dette presto da fare per eliminare ogni forma di idolatria. Indisse quindi una pubblica raccolta di fondi per finanziare il restauro del
Tempio
, vennero rinvenuti i libri sacri di
Mosè
. In quell'occasione la profetessa
Oolba (Khulda)
spiegò che l'Eterno aveva già decretato da tempo di disperdere gli
Ebrei
per punirli della loro idolatria, ma che questi tristi eventi si sarebbero svolti dopo la fine del regno di
Ammon
.
A seguito di queste profezie
Giosia
intensificò la sua lotta contro l'idolatria spingendosi oltre il suo regno per riportare il culto tradizionale anche a quanti, nel regno di
Israele
, erano riusciti ad evitare la deportazione in
Assiria
.
Nel trentunesimo anno dei suo regno,
Giosia
si scontrò con il faraone
Nechao
che attraversava il suo territorio per muovere guerra a
Medi
e
Babilonesi
(battaglia di
Megiddo
,
609 a.C.
) e morì per le ferite riportate. Gli succedette il figlio
Joachazo
.
Joachazo
fu presto destituito dal faraone
Nechao II
che lo fece prigioniero ed affidò il regno al fratello
Joakeimo
.
Nel terzo anno di regno,
Joakeimo
rifiutò di pagare il tributo imposto dagli
Egiziani
confidando nell'aiuto dei
Babilonesi
, ma il profeta
Geremia
predisse che proprio questi ultimi avrebbero sottomesso
Gerusalemme
, provocando l'ira del re.
Infatti poco dopo il re di
Babilonia
Nebukadnezzar (Nabucodonosor II)
prese la città, uccise
Joakeimo
e designò suo figlio
Joachimo (Joachin)
come re della regione e della città. Tremila persone, le più ragguardevoli di
Gerusalemme
, furono deportate a
Babilonia
. Pochi mesi dopo, non fidandosi di lui, il re babilonese fece catturare e deportare anche
Joachimo
e tutta la sua famiglia.
Fu nominato
Sacchia (Sidquijahn)
, fratello di
Joakeimo
, che dovette impegnarsi a non collaborare con l'
Egitto
.
Non rispettoso della tradizione,
Sacchia
veniva spesso ammonito dai profeti
Geremia
ed
Ezechiele
. Nel suo ottavo anno di regno si ribellò ai
Babilonesi
e si alleò agli
Egiziani
ma fu ripetutamente sconfitto.
Geremia
profetizzò allora la caduta di
Gerusalemme
e l'inizio di una nuova schiavitù che sarebbe durata settant'anni.
Geremia
fu arrestato. Quando i
Babilonesi
assediarono
Gerusalemme
egli, dalla prigione, predicava l'opportunità della resa ed alcuni esponenti politici chiesero la sua condanna a morte.
Geremia
fu calato in un pozzo fangoso perché vi morisse soffocato, ma
Sacchia
, pentito, lo fece liberare.
Nell'undicesimo anno del regno di
Sacchia
,
Gerusalemme
cadde nelle mani dei
Babilonesi
, dopo un lungo assedio. Il re tentò di fuggire con la famiglia nel deserto ma venne catturato ed accecato. Così, dopo ventuno generazioni, cinquecento quaranta anni, ebbe fine la stirpe davidica. I
Babilonesi
distrussero il
Tempio
, saccheggiarono e devastarono la città e ne deportatono la popolazione.
Sacchia
morì, più tardi in prigione a
Babilonia
. I
Babilonesi
, deportando gli
Ebrei
, lasciarono in
Giudea
i poveri e i disertori nominando governatore
Gadalia (Godolia)
.
Il generale babilonese
Nabuzardane
, che aveva comandato le operazioni, liberò dal carcere
Geremia
e gli propose di seguirlo a
Babilonia
, ma il profeta scelse di restare nel suo Paese.
Partito l'esercito babilonese, gli
Ebrei
che erano fuggiti per evitare la deportazione cominciarono a riunirsi intorno al governatore
Gadalia
, che li accoglieva benevolmente promettendo loro protezione. Fra questi fuggitivi era un uomo di stirpe regale di nome
Ismaelo
. Nonostante i benefici ricevuti dal governatore,
Ismaelo
organizzò una congiura ed uccise
Gadalia
e tutti i suoi amici per impossessarsi del potere su quanto restava di quella nazione devastata. Contro
Ismaelo
reagì
Giovanni
, già amico e collaboratore di
Gadalia
, e lo costrinse a fuggire presso il re degli
Ammoniti
.
Giovanni
ed i suoi seguaci, timorosi di un possibile ritorno dei
Babilonesi
, decisero di trasferirsi in
Egitto
.
Geremia
si oppose dicendo che Dio era contrario ma non fu creduto, anzi
Giovanni
lo costrinse a seguirlo in
Egitto
insieme al discepolo
Baruc
.
Poco dopo i
Babilonesi
attaccarono e sconfissero gli
Egiziani
e gli
Ebrei
che si trovavano in
Egitto
furono deportati in
Babilonia
.
In
Babilonia
, intanto, il re
Nebukadnezzar
, scelse i giovani più nobili ed avvenenti fra i
Giudei
e li affidò a tutori perché li educassero, fra questi era
Daniele
, della famiglia di
Sacchia
.
Daniele
ed i suoi compagni scelsero di attenersi ad una dieta esclusivamente vegetariana e crebbero in ottime condizioni fisiche ed intellettuali.
Daniele
si dedicava all'interpretazione dei sogni. Dopo due anni dal saccheggio dell'
Egitto
, il re si destò un mattinno convinto di aver fatto un sogno meraviglioso che, però, aveva dimenticato.
Convocò allora indovini e divinatori perché gli svelassero di quale sogno si era trattato e, adirato per l'insuccesso, minacciò di mandare tutti a morte.
Daniele
chiese una notte di tempo e pregò a lungo finché Dio, impietosito, non gli fece conoscere l'arcano.
L'indomani
Daniele
spiegò il sogno al re: una grande statua in piedi, il capo d'oro, le spalle e le braccia d'argento, più in basso bronzo ed infine ferro. Nel sogno una grande pietra si staccava dalla montagna e travolgeva la statua distruggendola.
Daniele
interpretò il sogno svelando che mentre il capo d'oro rappresentava lo stesso re, gli altri metalli erano il simbolo di quanti gli sarebbero succeduti impossessandosi in modo più o meno violento del potere. Quanto al significato della pietra - interpretato anch'esso da
Daniele
-
Giuseppe Flavio
non dice nulla, trattandosi di avvenimenti ancora non accaduti mentre scriveva.
Colpito dalla chiaroveggenza di
Daniele
, il re gli rese molto onore e ne fece un uomo potente, più tardi i compagni di
Daniele
offesero il re rifiutando di venerare un idolo e furono gettati nel fuoco, dal quale si salvarono miracolosamente.
Poco dopo il re sognò che avrebbe perduto il potere e che prima di recuperarlo avrebbe vissuto sette anni nel deserto. Così avvenne e
Giuseppe
prende qualche distanza dalla scarsa chiarezza dell'episodio.
Nebukadnezzar
morì dopo aver regnato per quarant'anni (
569 a.C.
).
Giuseppe
ne ricorda alcune gesta fra cui la costruzione dei famosi "giardini pensili" realizzati sopra il complesso dei palazzi regali.
Divenne re
Abilmathadacho (Amil-Marduk)
, figlio di
Nebukadnezzar
, che regnò per diciotto anni e lasciò il trono al figlio
Eglizaro (Nergal-Shar-Usur o Neriglissar)
.
Abilmathadacho
fece liberare
Joachimo
che era stato imprigionato da suo padre e lo nominò sovrintendente al palazzo reale di
Babilonia
.
Eglizaro
regnò per quattro anni, gli successe il figlio
Labosordacho (Labashi-Marduk)
che regnò solo per nove mesi, quindi morì lasciando il regno a
Baltasare (Belshazzar)
.
Quest'ultimo subì l'assedio di
Babilonia
ad opera dei
Persiani
e dei
Medi
.
Durante l'assedio
Baltasare
, che era empio e blasfemo, vide una mano apparire dal nulla e tracciare sul muro una scritta misteriosa. I
Magi
non riuscirono ad interpretare la scrittura, così venne convocato
Daniele
che ne spiegò il significato: ben presto il re sarebbe morto ed il regno sarebbe caduto in mano ai nemici.
Poco dopo, infatti,
Dario
re dei
Persiani
pose fine all'impero babilonese.
Daniele
fu onorato dal conquistatore che lo volle al suo fianco negli affari di stato.
Ovviamente gli onori di cui godeva suscitarono contro
Daniele
l'invidia di molti potenti rivali. Questi, non trovando nel comportamento di
Daniele
nessun pretesto per calunniarlo, ordirono un piano infame. Convinsero il re ad emanare un decreto che sospendesse per trenta giorni ogni forma di culti.
Daniele
continuò a svolgere le sue quotidiane devozioni ed i suoi nemici riuscirono finalmente ad accusarlo e farlo condannare.
Il profeta fu così rinchiuso nel serraglio dei leoni per un'intera notte ma il mattino successivo
Dario
, trovandolo vivo ed illeso, lo fece liberare e consegnò alle belve gli autori del complotto.
Il libro decimo si chiude con il ricordo delle grandi profezie di
Daniele
e con alcune considerazioni dell'autore sulla provvidenza divina, in contrasto con il punto di vista degli epicurei.
Libro XI
Nel primo anno di regno il re persiano
Ciro
liberò gli
Ebrei
dalla cattività babilonese.
Ciro
aveva letto il libro profetico di
Isaia
, scritto due secoli prima, in cui si prevedeva che egli avrebbe riedificato il
Tempio
.
Così i discendenti degli
Ebrei
deportati tornarono in patria accompagnati da alcuni funzionari di
Ciro
che dovevano sovrintendere alla costruzione del tempio, tuttavia trovarono forte ostilità da parte dei
Samaritani
che, nel frattempo, avevano occupato la regione.
Qualche tempo dopo
Ciro
morì ed il potere passò a suo figlio
Cambise
. A
Cambise
si rivolsero i
Samaritani
e lo convinsero che gli
Ebrei
, una volta ricostruita
Gerusalemme
, si sarebbero ribellati.
Cambise
ordinò la sospensione dei lavori e la situazione rimase tale per nove anni fino a quando non fu mutata da
Dario
che prese il potere dopo la morte di
Cambise
.
Giuseppe Flavio
racconta qui un aneddoto tradizionale per spiegare il comportamento di
Dario
. Si dice che una volte il re pose ai suoi consiglieri un quesito su cosa avesse più potere fra il vino, i re, le donne e la verità. Fra le risposte ottenute la più saggia fu quella di
Zorobabele
il quale sostenne che il maggior potere è quello della verità in quanto questa produce cose giuste e durevoli. Oltre ai molti premi promessi,
Dario
offrì a
Zorobabele
la possibilità di esprimere una richiesta ed il notabile chiese che si riprendesse la costruzione del
Tempio di Gerusalemme
.
Così un grande numero di
Ebrei
tornò in
Giudea
ed intraprese la ricostruzione sotto la protezione di
Dario
. In pochi anni il
Tempio
fu ricostruito ma gli anziani che ricordavano la grandezza del primo
Tempio
erano rattristati dalla modestia del nuovo edificio.
Ancora una volta i
Samaritani
si dimostrarono ostili verso i
Giudei
e protestarono presso
Dario
insinuando che i
Giudei
stavano fortificando
Gerusalemme
con nuove mura mentre preparavano una sedizione.
Dario
, tuttavia, rinvenne negli archivi di
Ecbatana
la lettera con la quale
Ciro
decretava la ricostruzione del
Tempio
e, confortato da questa autorevole fonte, ribadì la propria decisione. I
Samaritani
dovettero necessariamente adeguarsi, ma le ostilità ed il boicottaggio continuarono se pure in modo meno evidente.
Alla morte di
Dario
(
486 a.C.
), salì al trono il figlio
Serse I
che proseguì la politica paterna nei confronti dei
Giudei
. Sotto
Serse
un altro folto gruppo di
Ebrei
residenti in
Babilonia
tornò in
Giudea
sotto la guida del profeta
Esdra
.
A
Gerusalemme
Esdra
si dedicò a ripristinare l'ortodossa osservanza della Legge riprendendo la celebrazione dei riti e delle feste secondo le modalità tradizionali e persuadendo quanti avevano sposato donne straniere ad allontanarle dalla città.
Dopo aver raccontato che
Esdra
morì in tarda età e fu sepolto a
Gerusalemme
con molti onori,
Giuseppe Flavio
passa a narrare le vicende del profeta
Nehemia
.
Questi viveva ancora a
Susa
ed era al servizio del re quando venne a sapere da alcuni viaggiatori che le cose non andavano bene in
Giudea
a causa dell'ostilità dei due popoli confinanti.
Nehemia
chiese a
Artaserse
il permesso di recarsi in
Giudea
per portare il proprio aiuto ed il re, fornitolo di opportune credenziali, lo lasciò andare.
Nehemia
partì con un gruppo di suoi parenti e seguaci e, giunto a
Gerusalemme
, cominciò a predicare ai
Giudei
perché riprendessero le fortificazioni della città, opera che era stata trascurata a causa dei conflitti di cui si è detto. Egli stesso presiedette ai lavori con indefessa alacrità e riuscì a portare a compimento l'opera - a dispetto delle continue insidie dei nemici - nell'arco di due anni e quattro mesi.
Alla morte di
Serse
, il potere passò al figlio Assuero, detto dai
Greci
Artaserse
.
Quando questi si insediò sul trono indisse favolosi festeggiamenti nel corso dei quali si ritenne offeso dalla moglie
Aste
che, in osservanza della legge persiana che proibiva alle donne di mostrarsi agli estranei, rifiutò di partecipare ad un banchetto.
Artaserse
, pur amandola, ripudiò
Aste
ed incaricò i suoi consiglieri di trovargli una nuova consorte fra le vergini più belle dell'impero. Fu così che conobbe
Ester
, donna ebrea che, orfana di entrambi i genitori, era stata allevata dallo zio
Mordecai
, uno dei membri più ragguardevoli della tribu di
Beniamino
.
Più tardi
Mordecai
ebbe occasione di salvare la vita di
Artaserse
denunciando una congiura degli eunuchi di corte e, ovviamente, ricevette molti onori. Ciò provocò l'invidia e l'ostilità di
Aman
, un consigliere del re di origine
amalecita
il quale riuscì a convincere
Artaserse
a decretare lo sterminio degli
Ebrei
.
Disperato,
Mordecai
chiese ad
Ester
di intervenire, operazione molto rischiosa in quanto la legge prevedeva la morte per chiunque, familiari compresi, importunasse il re senza essere espressamente convocato.
Intanto
Aman
, fiero dei propri successi, aveva progettato di chiedere al re la crocefissione di
Mordecai
.
Ester
osò presentarsi al re che l'accolse benevolmente e lei fece in modo che venisse organizzato un banchetto, invitando
Aman
.
Durante la cena la regina smascherò il perfido consigliere rivelandone le macchinazioni ed
Aman
finì appeso alla croce che aveva preparato per
Mordecai
.
Immediatamente
Artaserse
emanò un nuovo decreto che annullava il precedente e rendeva di pubblica notorietà le malefatte di
Aman
ed il castigo da questi subito. Questi eventi portarono ad un forte mutamento della condizione degli
Ebrei
in tutto l'impero persiano, molti loro nemici vennero eliminati e fu istituita una nuova festa per commemorare lo scampato pericolo.
Negli anni successivi continuarono le difficoltà fra
Ebrei
e
Samaritani
ma la
Giudea
visse relativamente tranquilla come provincia dell'impero persiano.
Si arriva così agli ultimi decenni del
quarto secolo a.C.
, nel
336 a.C.
il re di
Macedonia
Filippo
morì lasciando il potere al figlio
Alessandro
il quale intraprese una vasta campagna alla conquista dell'
Asia
.
Nel
333
si scontrò con
Dario III
nella battaglia di
Isso
ed i
Persiani
subirono una dura sconfitta.
Subito dopo conquistò la
Siria
ed attaccò la
Fenicia
. In quel periodo scrisse al gran sacerdote dei
Giudei
,
Jaddo
, chiedendogli aiuti materiali per le sue truppe ed offrendo amicizia, ma il gran sacerdote rispose di essere vincolato dal giuramento di fedeltà prestato a
Dario
.
Conquistata
Tiro
,
Alessandro Magno
marciò minacciosamente contro la
Giudea
ed occupò
Gaza
, a questo punto il governatore
Sanaballete (Sanballat)
abbandonò la causa persiana e passò dalla parte dei
Macedoni
.
Con l'approvazione di
Alessandro
,
Sanaballete
iniziò la costruzione di un tempio dei
Samaritani
e ne rese sommo sacerdote il genero
Manasse
. Sette mesi dopo
Sanaballete
morì, intanto
Alessandro
muoveva alla conquista di
Gerusalemme
.
Per ispirazione divina ricevuta in sogno,
Jaddo
decise di accogliere
Alessandro
gioiosamente e gli andò incontro vestito dei paramenti sacerdotali e seguito dal popolo in festa.
Alessandro
rese onore al Dio rappresentato da
Jaddo
e raccontò di averlo a sua volta sognato prima di iniziare le sue imprese.
Quando gli fu mostrato il libro di
Daniele
che aveva profetizzato la caduta dei
Persiani
ad opera di un greco,
Alessandro
si mostrò entusiasta e concesse volentieri agli
Ebrei
di continuare a vivere secondo le proprie leggi.
Anche i
Samaritani
cercarono di godere dei benefici ricevuti dagli
Ebrei
ma
Alessandro
rimandò ogni decisione in merito al suo ritorno, quindi proseguì la sua marcia verso l'
Egitto
.
Il Macedone sarebbe morto qualche anno dopo (
323 a.C.
) ed il suo impero diviso fra i suoi successori.
Libro XII
Fra i generali di
Alessandro
che si spartirono il regno,
Antigono
ebbe l'
Asia
,
Seleuco
i territori babilonesi,
Lisimaco
l'
Ellesponto
,
Cassandro
la
Macedonia
e
Tolomeo
l'
Egitto
. I successori del conquistatore, detti
Diadochi
, furono spesso in guerra fra loro.
Tolomeo detto Sotere
conquistò
Gerusalemme
senza combattere, invadendola di sabato mentre i
Giudei
erano intenti al riposo rituale. Prese molti schiavi ed altri lo seguirono spontaneamente, attratti dalle ricchezze dell'
Egitto
.
Tolomeo I Sotere
morì dopo quarantuno anni di regno, lasciando il potere a
Tolomeo II detto Filadelfo
. Questi, appassionato bibliofilo, ordinò una traduzione in greco delle Leggi degli
Ebrei
e di altri loro testi sacri.
Consigliato dal suo amico
Aristea
,
Tolomeo Filadelfo
decise di liberare tutti gli schiavi
Ebrei
che si trovavano in
Egitto
molti dei quali deportati dal padre o discendenti di quelli. Lo fece in modo pacifico, riscattandoli dai proprietari a spese del tesoro regio.
Intanto il bibliotecario
Demetrio Falereo
si occupava di raccogliere i testi ebraici. Trovando non ben curate le versioni delle Leggi di cui era in possesso, propose al re di richiedere al sommo sacerdote dei
Giudei
un gruppo di esperti che curasse una nuova e più affidabile edizione.
Tolomeo
scrisse dunque al sommo sacerdote
Eleazaro
, inviandogli anche ricchissimi doni per il
Tempio
. Nella stessa lettera il re informava il sacerdote di aver liberato oltre centomila schiavi
Ebrei
, parti dei quali erano entrati nel suo esercito o negli uffici statali.
Gli esperti selezionati da
Eleazaro
, sei per ogni tribu, erano settantadue ma
Giuseppe Flavio
"arrotonda" a settanta e con il nome di "
Bibbia
dei LXX" passò infatti alla storia questa famosissima traduzione.
Tolomeo
accolse gli anziani con molto onore e con grande gioia ed offrì loro un banchetto di benvenuto che durò dodici giorni durante i quali il re consultò i suoi sapienti ospiti su grandi questioni filosofiche.
Alloggiati comodamente sull'
isola di Pharos
i Settanta si misero al lavoro con grande impegno e nell'arco di settantadue giorni completarono la traduzione.
La versione fu accolta con entusiasmo da
Tolomeo
che rimandò quindi a casa i traduttori non senza aver elargito loro ricchissimi doni.
La
Giudea
fu più tardi invasa e conquistata da
Antioco III il Grande
che combattè lungamente contro
Tolomeo Filopatore
e contro il figlio di questi
Tolomeo Epifane
. Esasperati dal lungo periodo di guerre, i
Giudei
accolsero volentieri il vincitore ed
Antioco
li ricompensò in vari modi: con la libertà nel culto e nelle tradizioni, con varie facilitazioni fiscali, con la liberazione dei prigionieri di guerra e con un nuovo restauro del
Tempio
e dei principali edifici di
Gerusalemme
.
Dopo aver vinto,
Antioco
concluse un trattato di pace con
Tolomeo Epifane
e lo suggellò dandogli in sposa sua figlia
Cleopatra
. La
Giudea
,
Samaria
, la
Celesiria
e la
Fenicia
passarono a
Tolomeo
come dote della sposa.
Si racconta che a questo punto il grande sacerdote
Onia
rifiutò di versare i tributi per avarizia provocando risentite reazioni da parte del re. Ad accogliere gli ambasciatori di
Tolomeo
fu
Giuseppe
, figlio di Tobia e della sorella di
Onia
. Questi seppe conquistare la simpatia degli ambasciatori, evitando ogni rappresaglia e quando, poco più tardi, si presentò personalmente a
Tolomeo
, riuscì ad ottenere l'incarico di esattore, incarico che svolse con onestà e risolutezza, aumentando le entrate regali ed acquisendo grande potere e prestigio personali.
Nell'arco di ventidue anni
Giuseppe
ebbe sette figli da una sola moglie, quindi sposò la moglie del proprio fratello ed ebbe da questa un altro figlio di nome
Ircano
.
Ircano
si dimostrò presto molto intelligente e capace procurandosi il favore del padre e l'invidia rabbiosa dei fratelli.
Quando a
Tolomeo
nacque un erede,
Giuseppe
, ormai anziano, inviò
Ircano
a rappresentarlo nei festeggiamenti munendolo di una lettera per l'amministratore dei suoi beni in
Alessandria
perché finanziasse l'acquisto di doni per la coppia reale e per il neonato.
Gli invidiosi fratelli tramarono perché
Ircano
venisse ucciso durante il viaggio, ma
Ircano
, giunto in
Alessandria
, seppe guadagnarsi a sua volta la benevolenza del re. Lo fece offrendo doni ricchissimi (200 schiavi) che costrinse l'amministratore a finanziare e con altri regali comperò quanti erano incaricati di ucciderlo.
Tornato a casa incolume fu attaccato dai fratelli, con la connivenza del padre ora adirato con lui per le grandi somme spese.
Ircano
si scontrò con i fratelli, ne uccise due e fuggì oltre il
Giordano
, ove si stabilì. Negli anni successivi morirono il sacerdote
Onia
e
Giuseppe
, morì anche
Antioco
lasciando il trono a
Seleuco IV Filopatore
. Morì infine
Tolomeo Epifane
che lasciava il potere al figlio omonimo. Durante quegli anni
Ircano
continuò a vivere oltre il
Giordano
, ove si costruì una fortezza, scontrandosi spesso con gli Arabi. Anche le ostilità con i suoi fratelli non si esaurirono, anzi continuarono a lungo provocando scontri e guerra civile.
Quando
Seleuco
morì lasciando il trono d'
Asia
al fratello
Antioco Epifane
,
Ircano
si sentì minacciato dal nuovo sovrano e preferì togliersi la vita.
Antioco
si impadronì di tutto il suo dominio.
In quel periodo altre lotte civili tormentavano
Gerusalemme
e parte dei
Giudei
cercò sostegno in
Antioco
rinnegando le Leggi ed adottando usanze greche.
Antioco
si dedicò alla conquista dell'
Egitto
(
169 a.C.
) che occupò con grandi forze militari ma non arrivò a prendere
Alessandria
a causa dell'intervento romano.
Ripiegando sulla
Giudea
,
Antioco
occupò
Gerusalemme
con l'aiuto dei cittadini suoi simpatizzanti e dopo aver eliminato gran parte degli oppositori fece ritorno ad
Antiochia
.
Due anni più tardi
Antioco
tornò a
Gerusalemme
per saccheggiare, spogliò il
Tempio
di tutti i suoi tesori e proibì lo svolgimento dei sacrifici quotidiani. Iniziò quindi un periodo di persecuzione nel quale coloro che non accettavano di abbandonare le usanze nazionali ed i riti religiosi subirono spesso la crocifissione o altre forme di martirio.
In un villaggio della
Giudea
viveva in quegli anni un uomo di nome
Mattatia
che aveva cinque figli:
Giovanni
,
Simone
,
Giuda
,
Eleazaro
e
Gionata
. Quando i soldati di
Antioco
si recarono al villaggio per imporre riti pagani
Mattatia
ed i figli si ribellarono provocando un'insurrezione e facendo rapidamente molti proseliti.
Mattatia
, che aveva assunto il comando della ribellione, morì di malattia dopo circa un anno affidando ai figli il compito di continuare la lotta contro gli invasori. Assunse allora il comando il figlio
Giuda detto Maccabeo
, che riuscì a scacciare dalla regione i soldati di
Antioco
.
Giuda Maccabeo
affrontò quindi l'esercito di
Apollonio
, governatore di
Samaria
ottenendo una grande vittoria ed uccidendo lo stesso
Apollonio
. Poco dopo toccò a
Serone
, governatore della
Celesiria
, cadere sotto le armi di
Giuda Maccabeo
.
Antioco
si rese conto della forza di
Giuda Maccabeo
e, deciso di agire nel modo più efficace contro di lui, affidò il comando al generale
Lisia
. Questo organizzò due campagne contro la
Giudea
ma fu ambedue le volte sconfitto nonostante la superiorità numerica del suo esercito.
Tornato a
Gerusalemme
,
Giuda
restaurò il
Tempio
, ripristinò il culto tradizionale e si occupò di combattere contro i popoli vicini che si mostravano ostili, come gli
Idumei
e gli
Ammoniti
.
Questi conflitti andarono complicandosi e ben presto
Giuda Maccabeo
ed i suoi fratelli si trovarono ad affrontare quella che, dal racconto di
Giuseppe Flavio
, si direbbe una vera e propria coalizione antigiudea delle popolazioni confinanti.
I
Maccabei
condussero una campagna gloriosa oltre il
Giordano
, conquistarono vari territori e città e tornarono a casa senza aver subito perdite.
In quel periodo, colpito da una malattia durante una campagna militare in Oriente,
Antioco Epifane
morì lasciando il regno al figlio
Antioco V Eupatore
con la reggenza di un consigliere di nome
Filippo
, data la giovane età dell'erede.
Anche
Antioco Eupatore
, ancora affiancato da
Lisia
, invase la
Giudea
con un esercito. Evento scatenante fu il tentativo di
Giuda Maccabeo
di scacciare da
Gerusalemme
il presidio militare di
Antioco
.
Dopo la battaglia nel corso della quale perse la vita
Eleazaro
, fratello minore di
Giuda Maccabeo
,
Antioco
arrivò a
Gerusalemme
e la cinse d'assedio, tuttavia fu informato che l'ex reggente
Filippo
, insorto, muoveva contro di lui alla testa di un esercito.
Antioco
venne dunque a patti con gli
Ebrei
e lasciò
Gerusalemme
ma non senza aver distrutto le fortificazioni del
Tempio
ed aver eliminato il sommo sacerdote
Onia
(III). Tornato a casa
Antioco
sconfisse ed uccise
Filippo
che aveva tentato di usurpare il trono.
Antioco
fu ucciso a sua volta, dopo due anni di regno, da
Demetrio
, figlio di
Seleuco IV Filopatore
.
Demetrio
, accogliendo le istanze del nuovo sommo sacerdote
Alcimo (Jakeimo)
, tentò di catturare
Giuda Maccabeo
.
La controversia fra
Alcimo
e
Maccabeo
degenerò provocando episodi di guerra civile.
Alcimo
convinse
Demetrio
ad intervenire e questi inviò il generale
Nicanore
con un esercito, ma
Giuda Maccabeo
ebbe ancora una volta la meglio e
Nicanore
dovette abbandonare il tentativo di occupare
Gerusalemme
e tornò ad
Antiochia
.
Durante questa campagna
Alcimo
morì ed il popolo elesse
Giuda
come sommo sacerdote.
Giuda
cercò l'amicizia dei
Romani
che in quel periodo erano in piena espansione ed avevano appena sconfitto
Perseo
ed
Antioco il Grande
, e riuscì a stipulare un trattato di amicizia ed alleanza con
Roma
che gli garantì aiuto e protezione contro
Demetrio
.
Infine
Giuda Maccabeo
cadde combattendo contro
Bacchide
, generale macedone. Quando morì (
160 a.C.
) aveva retto il sommo sacerdozio per tre anni.
Libro XIII
Alla morte di
Giuda Maccabeo
per la nazione giudaica seguì un duro periodo di dominazione macedone.
La guida del movimento antimacedone passò a
Gionata
e
Simone
, fratelli di
Giuda Maccabeo
che, inizialmente, dovettero ritirarsi nel deserto per sfuggire a
Bacchide
e furono per due anni pressoché latitanti, perseguitati dai continui tentativi di cattura operati dai
Macedoni
.
Infine, dopo un assedio nel quale rischiò di essere sconfitto,
Bacchide
accettò di firmare un trattato di pace con
Gionata
e si ritirò dalla
Giudea
.
Qualche tempo dopo
Alessandro Bala
, figlio di
Antioco IV Epifane
, attaccò la
Siria
occupando la città di
Tolemaide (Acri)
;
Demetrio
, preparandosi allo scontro con lui, stipulò un nuovo trattato di amicizia con
Gionata
per essere certo che questi non sostenesse
Alessandro
. Dal canto suo
Alessandro
, consapevole dei vantaggi di un'alleanza con i
Giudei
, cercò di portare
Gionata
alla sua causa e gli conferì l'investitura di sommo sacerdote (
152 a.C.
).
Intenzionato a non lasciarsi sfuggire l'alleanza,
Demetrio
rilanciò sgravando la
Giudea
dei contributi fiscali e promettendo forti elargizioni per finanziare abbellimenti del
Tempio
e nuove fortificazioni di
Gerusalemme
.
Poco dopo
Alessandro
e
Demetrio
si scontrarono in una battaglia nel corso della quale
Demetrio
perse la vita. Sconfitto
Demetrio
,
Alessandro
ottenne il pieno potere sulla
Siria
e stabilì rapporti amichevoli con l'
Egitto
sposando
Cleopatra
, figlia del re
Tolomeo VI Filometore
.
Gionata Maccabeo
era, a sua volta, in amicizia con
Alessandro Bala
ma qui
Giuseppe Flavio
, in un passo poco chiaro, racconta di uno scontro militare con un esercito di
Alessandro
comandato dal governatore della
Celesiria
Apollonio Tao
. Sembra, tuttavia, che quest'ultimo combattesse per
Demetrio II
, figlio del defunto
Demetrio
, che contendeva il regno di
Bala
.
L'allenaza fra
Alessandro Bala
e
Tolomeo
fu rotta da quest'ultimo che aveva subito un attentato da parte di una congiura alla quale
Alessandro Bala
era risultato estraneo.
Tolomeo Filometore
riprese la figlia, si alleò con
Demetrio II
e lo aiutò a deporre
Alessandro
e a salire sul trono di
Antiochia
. Nella guerra che seguì persero la vita sia
Tolomeo
che
Alessandro
.
Demetrio II Nicatore
finita la guerra congedò i soldati rifiutando ulteriori compensi ed esponendo così il proprio potere ad un grave rischio. Infatti quanti avevano parteggiato per
Alessandro
ne approfittarono e cominciarono ad organizzarsi per insediare sul trono il giovane
Antioco
, figlio di
Alessandro Bala
.
Demetrio
riuscì a sedare una prima rivolta con l'aiuto di un contingente giudeo inviatogli da
Gionata
, ma alla fine i suoi avversari guidati dal generale
Trifone
, lo cacciarono da
Antiochia
ed incoronarono
Antioco VI
.
Alla causa del nuovo re passò anche
Gionata
verso il quale
Demetrio
si era comportato slealmente, immemore del soccorso ricevuto, imponendo alla
Giudea
aspre vessazioni fiscali.
Gionata
condusse una campagna vittoriosa contro i generali di
Demetrio
e, nello stesso periodo, rinnovò i trattati di amicizia con i
Romani
e con gli Spartani.
Dal canto suo
Demetrio II
intraprese una campagna contro i
Parti
ma venne duramente sconfitto e catturato vivo.
Il generale
Trifone
, tramando di rovesciare
Antioco
, decise di eliminare
Gionata
che era un temibile alleato del re. Attirandolo a
Tolemaide
con l'inganno,
Trifone
riuscì a far prigioniero
Gionata
e cominciò a preparare azioni militari contro la
Giudea
.
Venuto a mancare
Gionata
, il comando dei
Giudei
passò al fratello
Simone
, mentre
Gionata
veniva ucciso da
Trifone
dopo aver detenuto il potere per quattro anni.
Durante il suo pontificato
Simone
riuscì a liberare definitivamente la
Giudea
dal dominio macedone, sgravandola da ogni tributo e cacciando i presidi militari.
Trifone
prese il potere eliminando
Antioco VI
e i dissidenti del regno si raccolsero intorno a
Cleopatra
, vedova di
Demetrio II
che viveva in
Seleucia
. Questa propose di sposarla ad
Antioco (Antioco VII Sidete)
, fratello di
Demetrio II
e di prendere il potere.
Questo
Antioco
infatti attaccò
Trifone
, lo spinse in
Fenicia
e qui lo assediò nella città di
Dora
. In questa guerra contro
Trifone
,
Antioco
trovò presto un alleato in
Simone Maccabeo
, ma quando
Trifone
fu sconfitto ed ucciso,
Antioco
, dimentico del sostegno ricevuto, saccheggiò la
Giudea
e tentò di catturare lo stesso
Simone
.
Simone
, tuttavia, affrontò il nemico con grande vigore ed abilità e riuscì a sconfiggerlo.
Dopo otto anni di sacerdozio,
Simone
fu ucciso in un complotto organizzato dal genero
Tolomeo
. Dal complotto riuscì a scampare il giovane
Giovanni Ircano
, figlio di
Simone
. Il popolo, favorevole ai
Maccabei
, costrinse alla fuga
Tolomeo
ma questi si rifugiò in una fortezza prendendo come ostaggio la madre ed i fratelli di
Giovanni
. L'assedio, per questo motivo, si protrasse a lungo. Infine
Tolomeo
uccise gli ostaggi e fuggì fuori dalla
Giudea
.
Poco dopo
Antioco Sidete
invase la
Giudea
ed assediò
Gerusalemme
, anche questo assedio fu lungo e doloroso e si concluse quando, durante una tregua,
Antioco
e
Giovanni
raggiunsero un accordo.
Giovanni
accettò di pagare tributi e consegnare ostaggi in cambio della liberazione della città.
Si raggiunse quindi un patto di alleanza militare ed i
Giudei
appoggiarono
Antioco
nella sua guerra contro i
Parti
. In questa guerra
Antioco
morì e gli successe il fratello
Demetrio
.
Approfittando della situazione,
Giovanni Ircano
attaccò alcune città della
Siria
e conquistò l'intera
Idumea
, imponendo agli abitanti i costumi giudaici. Il tempio dei
Samaritani
venne distrutto.
Giovanni
rinnovò anche il trattato di amicizia con i
Romani
e cercò di ottenere dal
Senato
soddisfazione per i danni subiti dai
Giudei
nella guerra contro
Antioco
, tuttavia il
Senato
, pur rinnovando il trattato, prese tempo differendo ogni intervento.
Il re
Demetrio
fu sconfitto ed ucciso da
Alessandro Zabina
, inviato di
Tolomeo VIII Evergete
, ed
Alessandro
venne a sua volta sconfitto ed ucciso da
Antioco VIII Grypo
, figlio di
Antioco Sidete
.
Della guerra che
Antioco Grypo
combatté contro il fratello
Antioco Cyziceno
approfittò
Giovanni Ircano
che riuscì a consolidare il governo della
Giudea
, riorganizzare l'economia ed accumulare considerevoli ricchezze.
Venuto in conflitto con i
Samaritani
,
Giovanni Ircano
attacco la città di
Samaria
ed affidò l'assedio ai propri figli
Antigono
ed
Aristobulo
.
Antioco Cyziceno
, accorso in aiuto agli assediati, fu sconfitto da
Aristobulo
.
Antioco
tornò con nuove forze ottenute dagli
Egiziani
e provò a disturbare i
Giudei
con una tattica di saccheggi e guerriglia per distrarli dall'assedio ma, non ottenendo risultati significativi, dopo qualche tempo abbandonò l'impresa. Infine, dopo circa un anno di assedio,
Giovanni Ircano
conquistò e distrusse
Samaria
.
Ircano
morì dopo aver governato per trentun'anni. Durante l'ultimo periodo aveva rotto con il partito dei
Farisei
ed era passato a quello dei
Sadducei
.
Ircano
aveva disposto che il governo passasse alla moglie ed il sommo sacerdozio al figlio maggiore
Aristobulo
. Questi però fece imprigionare la madre, che lasciò morire di inedia, e si proclamò re. In un primo momento
Aristobulo
associò al regno il fratello
Antigono
ma dopo qualche tempo, non fidandosi di lui, lo fece eliminare.
Aristobulo
trascurò le tradizioni giudaiche ed accolse sollecitazioni culturali greche, tanto che
Giuseppe Flavio
ricorda il suo soprannome di "Filelleno". Morì dopo un solo anno di regno, sconvolto - secondo l'autore - dal rimorso per gli assassinii dei suoi consanguinei.
Morto
Aristobulo
, sua moglie
Salina - detta Alessandra
dai
Greci
- affidò il regno al fratello
Alessandro Janneo
.
Alessandro Janneo
, approfittando delle rivalità interne nel regno di
Siria
che ancora proseguivano, attaccò la città di
Tolemaide
. I cittadini chiesero aiuto a
Tolomeo IX Latiro
, ex re di
Egitto
che, scacciato dalla madre
Cleopatra III
, era divenuto signore dell'isola di
Cipro
. I rapporti politici fra
Tolemaide
,
Tolomeo Lathyro
ed
Alessandro Janneo
furono una complessa serie di trattati di pace ed alleanza subito infranti, fra le cause di questa situazione era l'influenza della regina
Cleopatra
che, ostile al figlio, cercava di evitare che trovasse altri alleati potenti. Infine
Tolomeo
sconfisse l'esercito di
Alessandro
ed invase la
Giudea
.
A questo punto però
Cleopatra
, preoccupata della crescente potenza di
Tolomeo
, intervenne in modo massiccio, prese
Tolemaide
ed accettò di concludere un patto di alleanza con
Alessandro Janneo
.
Alessandro
marciò sulla
Celesiria
, quindi sulle città costiere occupandone diverse, infine - dopo un assedio particolarmente sanguinoso - conquistò la città di
Gaza
.
Intanto continuavano le guerre fratricide dei
Seleucidi
:
Antioco Grypo
fu ucciso da una congiura, il figlio di lui
Seleuco Epifane
uccise lo zio
Antioco Cyziceno
ma dovette affrontare il figlio di questi,
Antioco Eusebe
, e fu cacciato dalla
Siria
.
Seleuco
morì in esilio ed i suoi fratelli
Antioco XI
e
Filippo
continuarono a combattere e quando il loro rivale
Antioco Eusebe
morì in battaglia contro i
Parti
, rimasero padroni della
Siria
.
Il potere di
Alessandro Janneo
era instabile, l'opposizione era forte e nutrita e questa situazione portò ad una guerra civile in
Giudea
che durò sei anni. I rivali di
Alessandro
chiesero aiuto a
Demetrio III Euchero
. Sconfitto
Demetrio
,
Alessandro
fuggì sulle montagne con quanti gli erano rimasti fedeli, in seguito riuscì a riprendere il potere e si vendicò sui rivali con crudeltà che divenne proverbiale. Quando la grande maggioranza dei suoi nemici ebbe subito la morte o l'esilio,
Alessandro Janneo
riprese le redini del governo per conservarle fino alla morte.
Demetrio Euchero
si scontrò con varie nazioni fra loro alleate finché non fu sconfitto e fatto prigioniero da
Mitridate
, re dei
Parti
. La
Giudea
, presa fra gli eventi delle guerre fra
Seleucidi
, subì altre invasioni, prima da parte di
Antioco Dioniso
, poi di
Areta
, re della
Celesiria
, per contro
Alessandro Janneo
svolse campagne militari, a volte con successo, conquistando porzioni delle regioni confinanti.
Nel corso di una di queste campagne, stroncato dal bere e dalla malaria,
Alessandro Janneo
morì affidando il regno alla moglie
Salomè Alessandra
.
La nuova regina seppe assicurarsi l'appoggio del potente partito dei
Farisei
, affidò il sommo sacerdozio al figlio
Ircano
e governò per qualche tempo con relativa tranquillità, nonostante le tensioni politiche tra i
Farisei
suoi sostenitori e l'opposizione guidata da suo figlio
Aristobulo II
.
Al nono anno del regno di
Alessandra
,
Aristobulo
era pronto per prendere il potere con la forza ma fu preceduto dalla scomparsa della madre che morì di malattia all'età di settantadue anni.
Libro XIV
La guerra di successione fra
Ircano II
e
Aristobulo II
si concluse con la resa di
Ircano
, che perse il potere ed ottenne solo di poter vivere indisturbato da privato cittadino, conservando le proprietà personali. Qualche tempo dopo
Ircano
, sostenuto dall'idumeo
Antipatro
, si recò a
Petra
dal re
Areta
, in cerca di aiuti contro
Aristobulo
. Questa guerra si concluse con l'intervento delle forze romane di
Pompeo
(si trovava nella regione per combattere in
Armenia
contro
Tigrane
) che liberarono
Aristobulo
e costrinsero
Areta
ed
Ircano
a ritirarsi.
Poco dopo
Aristobulo
, riorganizzato il proprio esercito, attaccò e sconfisse
Areta
.
Su richiesta degli stessi contendenti,
Pompeo
accettò di farsi giudice fra le parti ed ascoltò le ragioni di
Aristobulo
ed
Ircano
ma l'atteggiamento ostile e sleale di
Aristobulo
lo spinse ad un intervento militare in
Giudea
.
Pompeo
espugnò
Gerusalemme
e depose
Aristobulo
nominando
Ircano
sommo sacerdote.
Gerusalemme
divenne tributaria dei
Romani
e la nazione giudaica fu posta sotto il controllo di un governatore. Le città ed i territori che erano stati conquistati dai
Giudei
furono liberati ed annessi alla provincia. In particolare la
Celesiria
fu affidata a
Marco Emilio Scauro
che ne divenne governatore (
65 a.C.
).
Aristobulo
, la sua famiglia e molti prigionieri furono tradotti a
Roma
per essere esposti nel trionfo di
Pompeo
.
Riuscì a fuggire
Alessandro
, figlio di
Aristobulo
e qualche tempo dopo tentò di rientrare in possesso della
Giudea
e si scontrò con
Aulo Gabinio
, governatore romano della
Siria
. Costretto a ritirarsi nella fortezza di
Alessandreion
, venne assediato dai
Romani
ed alla fine si arrese.
Gabinio
suddivise la
Giudea
in cinque distretti, governati da altrettanti consigli, eliminando così ogni forma di monarchia. Qualche tempo dopo
Aristobulo
riuscì a fuggire da
Roma
, tornò in
Giudea
e cercò di riprendere il potere, ma fu battuto e catturato da
Gabinio
che lo rimandò a
Roma
ove fu definitivamente imprigionato.
Prima di tornare a
Roma
e lasciare il governatorato a
Crasso
,
Gabinio
affronta altre rivolte sollevate dai
Nabatei
ed ancora da
Alessandro
.
Quando
Crasso
divenne governatore spogliò il
Tempio di Gerusalemme
dai suoi tesori per finanziare la sua campagna contro i
Parti
, campagna nella quale, notoriamente, subì una disastrosa sconfitta e perse la vita.
Qualche tempo dopo,
Giulio Cesare
, che aveva intanto preso il potere a
Roma
, liberò
Aristobulo
e lo dotò di due
legioni
per inviarlo in
Siria
a combattere contro i Pompeiani.
Tuttavia
Aristobulo
non potè compiere l'impresa perché avvelenato dai partigiani di
Pompeo
. Anche
Alessandro
, figlio di
Aristobulo
, fu eliminato dai Pompeiani.
Più tardi, dopo la sconfitta di
Pompeo
(
Farsalo
,
48 a.C.
),
Antipatro
governatore dei
Giudei
ed
Ircano II
sommo sacerdote, collaborarono con
Cesare
sul piano militare e su quello politico.
Cesare
li ricompensò confermando
Ircano II
sommo sacerdote e reintegrandolo nella dignità di
etnarca
(che era stata abolita da
Gabinio
) e nominando
Antipatro
procuratore della
Giudea
.
Partito
Cesare
,
Antipatro
divise il potere che aveva ricevuto con i figli maggiori:
Fasaele
ed
Erode
. I due giovani si comportarono bene e furono amati dal popolo, in particolare
Erode
che, pur avendo solo quindici anni, prese subito ad occuparsi con successo dei banditi che infestavano la regione. Ma il successo di
Antipatro
e dei suoi figli suscitò la gelosia di molti notabili che si appellarono ad
Ircano
. Come pretesto addussero il fatto che
Erode
, avendo fatto giustiziare dei banditi senza processo, aveva violato la legge.
Erode
si presentò in giudizio ma quando vide che stava per essere condannato, su consiglio dello stesso
Ircano
, fuggì a
Damasco
, presso il romano
Sesto Cesare
che lo nominò governatore della
Celesiria
.
In un primo momento
Erode
decise di rientrare in
Gerusalemme
con la forza e mosse contro
Ircano
con un esercito, tuttavia il padre ed il fratello lo convinsero a desistere.
A questo punto
Giuseppe Flavio
inserisce nel racconto una lunga digressione citando diversi decreti di
Giulio Cesare
che concedevano benefici ai
Giudei
riconoscendone la lealtà ed il comportamento amichevole verso i
Romani
.
Anche dopo la morte di
Cesare
questa politica continuò ed i
consoli
Marco Antonio
e
Dolabella
rinnovarono i trattati con i
Giudei
. Analogamente altri
consoli
successivi concessero benefici ai
Giudei
, sgravi fiscali, esenzioni dal servizio militare ed altro.
Dopo la digressione, l'Autore fa un passo indietro e riprende il racconto dai tempi in cui
Cesare
combatteva in
Africa
contro i Pompeiani (
46 a.C.
-
45 a.C.
). In quel periodo
Cecilio Basso
, in
Siria
, eliminò
Sesto Cesare
e si dichiarò padrone della regione. Contro di lui
Cesare
, poco prima di morire, inviò
Lucio Staio Murco
.
Antipatro
collaborò attivamente con i
Romani
nella guerra contro
Cecilio Basso
.
Il cesaricida
Cassio
venne in
Siria
e sia
Staio Murco
, sia
Cecilio Basso
, passarono dalla sua parte.
Cassio
impose pesanti tributi ai
Giudei
ma
Erode
, che governava la
Giudea
, riuscì a conquistare la sua amicizia ed ottenne il comando di un potente esercito nonché la promessa di essere nominato re della
Giudea
a guerra finita. Intanto
Antipatro
veniva avvelenato da uno dei suoi rivali, di nome
Malico
. Poco tempo dopo
Erode
, con il consenso e l'aiuto di
Cassio
, fece pugnalare
Malico
, evitando di affrontarlo direttamente per non correre il rischio di scatenare una guerra civile.
Dopo la partenza di
Cassio
si verificarono diversi disordini.
Erode
sconfisse
Antigono
, figlio di
Aristobulo
, che aveva tentato di invadere la
Giudea
.
Quando
Cassio
fu sconfitto da
Antonio
ed
Ottaviano
,
Erode
ed
Ircano
si affrettarono a dimostrarsi amici di
Marco Antonio
che, dopo la battaglia, si era recato in
Bitinia
ad incontrare gli ambasciatori delle province asiatiche.
Antonio
accolse benevolmente la richiesta di liberare i
Giudei
che essendosi dimostrati ostili verso
Cassio
erano stati resi schiavi ed emanò alcuni decreti favorevoli ai
Giudei
.
Più tardi
Antonio
incontrò altri ambasciatori giudei che, ostili verso
Erode
, chiesero ad
Antonio
di agire contro di lui. Tuttavia
Antonio
- che aveva conosciuto
Antipatro
quando militava con
Gabinio
- si dimostrò favorevole verso
Fasaele
ed
Erode
e li riconfermò al governo della
Giudea
.
L'anno successivo (
40 a.C.
) la
Siria
fu occupata dai
Parti
. Approfittando della situazione,
Antigono
figlio di
Aristobulo
, trattò con il capo dei
Parti
Pacoro
ed ottenne aiuti con i quali tentò un nuovo attacco a
Gerusalemme
ma anche questa volta fu sconfitto da
Fasaele
e da
Erode
.
Ciò nonostante, i
Parti
assediarono
Gerusalemme
e, con un inganno, convinsero
Fasaele
ed
Ircano
a recarsi nel loro paese dove li fecero prigionieri.
Erode
, intuito il pericolo, fuggì in
Idumea
, con la famiglia ed un gruppo di amici e servitori. Messa al sicuro la famiglia nella fortezza di
Masada
,
Erode
continuò a viaggiare verso l'
Arabia
. Intanto i
Parti
, conquistata
Gerusalemme
, si davano al saccheggio in tutta la
Giudea
.
Antigono
fu insediato dunque al potere con l'aiuto dei
Parti
. Il suo primo gesto fu di mutilare
Ircano
tagliandogli le orecchie per privarlo del sommo sacerdozio, la legge giudaica proibiva infatti che questa carica fosse detenuta da chi avesse difetti fisici.
Fasaele
preferì uccidersi piuttosto che morire per mano del nemico.
Erode
chiese senza successo aiuti a agli Arabi, quindi si recò in
Egitto
e da qui partì alla volta di
Roma
.
A
Roma
Erode
incontrò
Antonio
al quale chiese aiuto dopo averlo informato sugli eventi recenti e sulla situazione in
Giudea
.
Antonio
ed
Ottaviano
lo appoggiarono pienamente e convinsero il
Senato
non solo ad intervenire presso i
Parti
ma anche a conferire ad
Erode
il titolo di Re della
Giudea
.
Erode
tornò in
Galilea
dove raccolse un esercito e marciò contro
Antigono
con il sostegno delle
legioni
romane di
Silone
e di
Ventidio
, debitamente istruiti da
Antonio
. Prima di attaccare,
Erode
si recò alla fortezza di
Masada
, mise in fuga i
Parti
che l'assediavano e liberò i propri familiari.
A
Gerusalemme
Antigono
, parlamentò con i
Romani
ma rifiutò di consegnare il regno ad
Erode
. Dal canto suo
Erode
, indebolito dal boicottaggio di
Silone
che era stato corrotto da
Antigono
, ripiegò sulla
Galilea
, la riconquistò e, pagato il soldo alle truppe, permise loro di ritirarsi nei quartieri d'inverno. Successivamente
Erode
completò l'eliminazione del brigantaggio della
Galilea
e si organizzò per il tentativo di eliminare definitivamente
Antigono
.
Prima di agire
Erode
incontrò nuovamente
Antonio
che in quel periodo era impegnato nell'assedio di
Samosata
ed ottenne due
legioni
come aiuto nella sua guerra contro
Antigono
.
Mentre
Erode
si trovava presso
Antonio
, suo fratello
Giuseppe
periva in combattimento contro le forze di
Antigono
presso
Gerico
. Seguì una ribellione popolare in
Galilea
contro la famiglia ed il partito di
Erode
.
Erode
, dunque, si affrettò a tornare in
Galilea
dove, con l'aiuto delle
legioni
di
Antonio
, ristabilì la calma.
Poco dopo
Erode
sconfisse l'esercito di
Antigono
e cinse d'assedio
Gerusalemme
. Durante l'assedio
Erode
si recò a
Samaria
ove sposò
Mariamne
, figlia di
Alessandro
figlio di
Aristobulo
. Durante l'estate del
37 a.C.
alle forze di
Erode
impegnate nell'assedio si unirono altre truppe romane comandate da
Sossio
.
Alla fine di un assedio durissimo in cui innumerevoli
Giudei
persero la vita,
Antigono
si arrese a
Sossio
.
Sossio
decise di deportare
Antigono
a
Roma
ma
Erode
convinse
Antonio
a giustiziare immediatamente il prigioniero.
Con
Antigono
ebbe termine la dinastia degli
Asmonei
iniziata da
Giovanni Ircano
che aveva regnato per centoventisei anni.
Libro XV
Dopo la caduta di
Gerusalemme
e la morte di
Antigono
,
Erode
divenne signore di tutta la
Giudea
. Come spesso accade in queste situazioni, seguì un periodo di persecuzioni durante il quale il re eliminò tutti quelli che erano stati ostili durante la sua ascesa.
Erode
, che evidentemente si sentiva insicuro del potere conquistato perché non poteva vantare alcun diritto dinastico, operò perché il re del
Parti
Fraate
liberasse
Ircano
(che si trovava ancora in
Babilonia
) e lo rimandasse in
Giudea
.
Ircano
nel frattempo aveva ottenuto di poter vivere in relativa libertà nella città di
Babilonia
ed era divenuto capo e sacerdote dei
Giudei
ivi residenti.
Animato dalla stessa preoccupazione,
Erode
fece in modo che il sacerdozio venisse affidato ad un personaggio mediocre di nome
Ananel
. Questa scelta ferì
Alessandra
(moglie dell'
Alessandro
ucciso dai Pompeiani e madre di
Mariamne
, dunque suocera di
Erode
) la quale desiderava che il titolo fosse riconosciuto al figlio
Aristobulo
.
Alessandra
si rivolse ad
Antonio
e a
Cleopatra
. L'intervento di
Antonio
fu diplomatico e blando (mosso - a dire di
Giuseppe Flavio
- più dalla curiosità per la grande avvenenza dei figli di
Alessandra
che da un sincero interessamento alla situazione) tuttavia bastò a preoccupare
Erode
che, pur accusando la suocera di cospirazione, esonerò
Ananel
e conferì il sacerdozio al giovane
Aristobulo
.
Erode
, chiaramente, non si fidava più della suocera e sottoponendola ad una discreta ma strettissima sorveglianza, la ridusse presto in una sorta di onorata prigionia.
Alessandra
scrisse segretamente a
Cleopatra
chiedendole aiuto e la regina le rispose esortandola a raggiungerla insieme al figlio.
Alessandra
organizzò la fuga ma fu tradita da un amico che informò
Erode
.
Temendo una reazione ostile da parte di
Cleopatra
,
Erode
finse di ignorare le intenzioni di
Alessandra
e si limitò ad aumentare la sorveglianza, tuttavia alla prima occasione fece uccidere
Aristobulo
del quale era particolarmente invidioso per l'affetto che il giovane sacerdote suscitava nel popolo.
Con un'altra lettera
Alessandra
informò
Cleopatra
dell'accaduto accusando apertamente
Erode
e
Cleopatra
(che forse nutriva delle mire sul regno di
Giudea
) persuase
Antonio
a convocare
Erode
ed interrogarlo.
Erode
dunque partì affidando il governo allo zio
Giuseppe
(che era anche suo cognato in quanto marito di
Salomè
, sorella di
Erode
) ed incaricandolo, nel caso lui non fosse tornato, di eliminare
Alessandra
e sua moglie
Mariamne
.
Erode
riuscì a persuadere
Antonio
ad astenersi dall'interferire negli affari interni del suo regno, gli offrì ricchi doni e rinsaldò la loro amicizia.
Tornato in
Giudea
, sospettò la moglie di averlo tradito con
Giuseppe
e quando venne a sapere che
Giuseppe
aveva svelato a
Mariamne
i suoi ordini segreti lo fece immediatamente eliminare.
Cleopatra
era particolarmente avida, non esitava ad eliminare parenti ed amici se riteneva che potessero ostacolarla e dominava totalmente la volontà di
Antonio
. Per lei
Antonio
sottrasse territori alla
Giudea
ed all'
Arabia
, facendogliene dono.
Del resto
Erode
, quando ricevette la visita di
Cleopatra
che passò dalla
Giudea
dopo aver accompagnato
Antonio
fino all'
Eufrate
per la sua campagna in
Armenia
, le donò spontaneamente alcuni territori per superare l'inimicizia che l'episodio di
Aristobulo
aveva suscitato.
Sembra che durante questo soggiorno in
Giudea
,
Cleopatra
tentò di sedurre
Erode
, forse per pura lussuria, forse in cerca di un pretesto per poterlo colpire, ma
Erode
eluse saggiamente le profferte della donna.
Mentre
Antonio
vinceva in
Armenia
,
Erode
si preparava ad attaccare gli Arabi per dei tributi che questi non gli avevano pagato.
Lo scontro fu differito quando
Erode
decise di offrire aiuto ad
Antonio
in quella sua ostilità nei confronti di
Ottaviano
che sarebbe presto culminata nella battaglia di
Azio
.
Tuttavia
Antonio
declinò l'offerta e consigliò ad
Erode
di proseguire la sua campagna contro gli Arabi che ebbe luogo di lì a poco e si concluse con la vittoria dei
Giudei
. In una seconda battaglia, tuttavia, gli Arabi si rifecero con l'aiuto di un esercito di
Cleopatra
.
Per qualche tempo
Erode
tormentò gli Arabi con la guerriglia ed il brigantaggio, ma dopo la battaglia di
Azio
(
31 a.C.
) ed un tremendo terremoto che nel
30 a.C.
sconvolse la
Giudea
, inviò agli Arabi un'ambasciata per proporre la pace.
Gli Arabi, confidando nell'indebolimento del nemico, rifiutarono la pace ed uccisero gli ambasciatori, tuttavia avevano sbagliato i loro calcoli. Il terremoto, infatti, pur avendo ucciso migliaia di
Giudei
, non aveva leso gravemente l'esercito che si trovava all'aperto. Così
Erode
attaccò nuovamente gli Arabi ottenendo questa volta una vittoria definitiva e gloriosa.
Nonostante questo successo, tuttavia, una grave pericolo pendeva sul capo di
Erode
:
Ottaviano
deteneva ormai il potere a
Roma
e la lunga alleanza fra
Antonio
ed
Erode
poteva rivelarsi, per quest'ultimo, causa di rovina.
Alessandra
ed
Ircano
, in quei giorni, decisero di fuggire dalla
Giudea
e riparare presso gli Arabi per attendere al sicuro gli sviluppi della situazione ma furono traditi ed
Erode
colse il pretesto per condannare
Ircano
a morte.
Subito dopo
Erode
decise di incontrare
Ottaviano
, affidò il governo al fratello
Ferora
e si recò a
Rodi
dove
Ottaviano
soggiornava dopo la battaglia di
Azio
.
Astutamente evitò di supplicare, anzi dimostrò di non rinnegare i suoi passati rapporti con
Antonio
che considerava un amico e verso il quale riteneva di essersi comportato con la dovuta lealtà. L'atteggiamento di
Erode
piacque ad
Ottaviano
che lo liberò da ogni accusa e gli rese onore.
Più tardi, quando
Ottaviano
transitò dal suo regno,
Erode
gli riservò un'accoglienza regale, rinsaldando ancora di più il loro rapporto di amicizia.
Quando
Ottaviano
, morti
Antonio
e
Cleopatra
, prese possesso dell'
Egitto
,
Erode
lo raggiunse, si congratulò con lui ed ottenne vari privilegi e favori, fra i quali la restituzione di alcuni territori che
Cleopatra
aveva sottratto in precedenza alla
Giudea
.
Se gli affari di
Erode
andavano così bene sul piano diplomatico, la sua situazione familiare destava in lui grandi preoccupazioni. La moglie
Mariamne
prese a mostrargli un odio profondo perché
Erode
le aveva ucciso il padre ed il fratello. Di questa situazione approfittarono la sorella e la madre di
Erode
(che odiavano
Mariamne
e le invidiavano il nobile lignaggio) ed ordirono una serie di gravi calunnie finché
Erode
non si convinse che la moglie aveva tentato di assassinarlo.
Erode
, che pure amava
Mariamne
e ne era oltremodo geloso, fece processare immediatamente la donna chiedendo ed ottenendo la condanna a morte.
Dopo l'esecuzione di
Mariamne
,
Erode
, a causa del rimorso e della nostalgia, cadde in uno stato di grande frustrazione e confusione. Dopo due anni, inoltre, si ammalò gravemente a causa di un'epidemia che aveva colpito la
Giudea
. Ne approfittò
Alessandra
che cercò, senza successo, di organizzare una congiura per riprendere il potere. Quando
Erode
, dopo qualche tempo, si riprese dalla malattia, venne informato del tentativo di
Alessandra
e la fece giustiziare.
In quel periodo
Erode
operò una persecuzione contro chiunque gli risultasse sospetto, non esitando ad eliminare anche amici e parenti, fra questi il cognato
Costobaro
.
Costobaro
, idumeo e secondo marito di
Salomè
, era diventato governatore dell'
Idumea
e cognato del re per volontà dello stesso
Erode
, tuttavia aveva cospirato per il potere cercando l'aiuto di
Cleopatra
.
Erode
venne a conoscenza del fatto ma, per intercessione di
Salomè
, in un primo tempo perdonò
Costobaro
. Qualche tempo dopo però
Salomè
, entrata in contrasto con il marito, divorziò da
Costobaro
e lo denunciò ad
Erode
per nuovi atti sediziosi e questa volta
Costobaro
venne eliminato.
A questo punto
Giuseppe Flavio
comincia a narrare il secondo periodo del regno di
Erode
(dal 25 al
15 a.C.
), durante il quale il re importò in
Giudea
usi e pratiche "stranieri", disapprovate dall'ortodossia giudaica.
Istituì giochi quinquennali in onore di
Augusto
e, per celebrarli, costruì dei grandi teatri. I giochi comprendevano anche gare di musica e spettacoli teatrali; atleti ed artisti di tutte le nazioni venivano invitati a partecipare.
Queste innovazioni turbarono molti ben pensanti ed un gruppo di fanatici organizzò un attentato per eliminare
Erode
. Grazie ad un delatore i congiurati furono scoperti e giustiziati, ma la situazione rimase molto tesa.
Questo clima spinse
Erode
a costruire una fortezza che chiamò
Antonia
e numerose altre fortificazioni. Si dedicò inoltre a fortificare, ingrandire ed ornare la città di
Samaria
, alla quale mutò il nome in
Sebaste
.
In quel periodo, però, (
24 a.C.
o
23 a.C.
) una grande siccità colpì il Paese rendendo il cibo molto scarso. La carestia che ne seguì portò con se una grave pestilenza e la situazione si fece insostenibile.
Erode
, che si trovava a disporre di mezzi limitati a causa delle spese sostenute, non esitò a dar fondo ai suoi beni personali ed al tesoro del palazzo pur di riuscire a sfamare la popolazione.
Acquistò ingenti quantitativi di frumento con l'aiuto di
Petronio
, governatore romano dell'
Egitto
, e questo intervento portò la salvezza in
Giudea
.
Erode
ne fu ripagato con una popolarità che non aveva mai fino ad allora conquistato.
Superata la crisi,
Erode
fece costruire una nuova, ricchissima reggia, quindi sposò la figlia del sacerdote
Simone
al quale conferì il sommo sacerdozio per innalzarlo ad un rango degno della famiglia reale.
Spinto dall'ambizione di lasciare una considerevole traccia nella storia,
Erode
continuò la sua munifica opera di costruzione ed abbellimento di città, spingendosi a costruire anche fuori dal regno quando capitava che i suoi monumenti fossero per qualche motivo proibiti dalla legge giudaica. Sulla costa
fenicia
ricostruì la città di
Cesarea
, dotata di un formidabile porto, di un teatro e di un anfiteatro.
Successivamente mandò i suoi figli
Aristobulo
ed
Alessandro
a studiare a
Roma
.
Augusto
accolse i ragazzi con benevolenza ed ampliò il regno di
Erode
con una regione della
Traconitide
perché
Erode
la liberasse dal radicato brigantaggio.
Il malcontento di molti cittadini verso
Erode
si manifestò in occasione di una visita di
Augusto
, ma anche questa volta
Erode
uscì indenne dalla situazione e, anzi, i suoi buoni rapporti con i
Romani
ne risultarono rinforzati.
In politica interna
Erode
ricorse spesso a benefici e condoni fiscali per compensare l'impopolarità delle sue riforme. D'altro canto attuò numerose persecuzioni eliminando rapidamente chiunque si rendesse sospetto di atteggiamenti sediziosi.
Dalle sue persecuzioni e dai suoi sospetti furono sempre immuni gli
Esseni
, per il grande rispetto di cui godevano presso tutte le popolazioni e, forse, anche per il ricordo della profezia di diventare re che uno di loro aveva reso ad
Erode
quando era un ragazzo.
Nel suo diciottesimo anno di regno,
Erode
intraprese la ricostruzione del Tempio, demolendo quello precedente che era stato costruito sotto i
Persiani
i quali avevano imposto limiti alle dimensioni dell'edificio. Si trattò di un'opera grandiosa che comprese la fortificazione di tutta la collina del tempio e durò otto anni.
Libro XVI
Erode
si recò in
Italia
e visitò
Roma
, al ritorno riportò in patria i suoi figli che avevano completato gli studi.
I giovani provocarono presto la gelosia di
Salomè
, sorella di
Erode
, e l'ostilità di molti rivali politici del regno. Le molte calunnie nei loro confronti arrivarono a minare l'affetto di
Erode
per i figli, comunque per il momento il re continuò a curarsi del loro destino e li fece sposare:
Aristobulo
con
Berenice
, figlia di
Salomè
ed
Alessandro
con
Glafira
, figlia del re di
Cappadocia
Archelao
.
Qualche tempo dopo (
14 a.C.
)
Erode
accolse con grande sfarzo ed ospitalità
Marco Agrippa
in visita in
Giudea
.
Agrippa
ripartì per una missione nel
Ponto
ma nella primavera successiva
Erode
lo raggiunse per onorarlo ancora. Al termine della missione nel
Ponto
Agrippa
ed
Erode
tornarono indietro via terra. Durante il viaggio
Agrippa
riceveva la visita dei rappresentanti degli stati che stavano attraversando ed accoglieva molte delle loro richieste, mentre
Erode
lo accompagnava fungendo da consigliere. Giunti nella
Ionia
incontrarono i
Giudei
ivi residenti che si lamentavano perché non era loro concesso di seguire le leggi giudaiche. Davanti ad
Agrippa
parlò
Nicola di Damasco
. Il discorso di
Nicola
, che
Giuseppe
riferisce in forma retorica, richiama alla memoria di
Agrippa
i diritti che egli stesso ed i
Romani
in generale hanno riconosciuto alla nazione giudaica e fa presente come il re
Erode
, che siede accanto ad
Agrippa
, abbia sempre manifestato nei confronti dei
Romani
la massima amicizia. E' dunque doppiamente giusto che gli
Ebrei
si aspettino dai
Romani
la tutela dei loro diritti.
Agrippa
accolse le richieste dei
Giudei
dell'
Asia
e poco dopo partì per
Lesbo
separandosi da
Erode
il quale, tornato a
Gerusalemme
, parlò al popolo narrando il buon esito del suo viaggio.
Ma ancora i dissensi familiari angustiavano nel privato la vita di
Erode
, così fortunato nelle cose pubbliche. Cresceva l'astio dei suoi figli contro di lui (che aveva soppresso la loro madre), astio acuito da un'accorta politica da parte di
Salomè
e di altri parenti.
A questo punto
Erode
ebbe l'infelice idea di chiamare a se
Antipatro
, suo figlio nato dalla prima moglie
Doris
quando egli era ancora un privato cittadino. Lasciò intendere che
Antipatro
sarebbe stato il suo successore, sperando che i figli di
Mariamne
ridimensionassero le proprie aspettative, ma ottenne - in realtà - soltanto di scatenare la loro invidia e di accrescere il loro odio. Inoltre lo stesso
Antipatro
prese ad organizzare trame segrete contro i fratellastri.
Quando
Agrippa
lasciò il governo delle province asiatiche e tornò a
Roma
,
Erode
lo incontrò di nuovo e gli affidò
Antipatro
perché lo introducesse negli ambienti del potere imperiale. Anche da lontano, con le sue lettere,
Antipatro
continuò a provocare i sospetti di
Erode
contro i fratellastri ed alla fine
Erode
si recò a
Roma
con i due giovani per farli processare da
Augusto
.
Erode
espose ad
Ottaviano
i sospetti e le accuse che gravavano sui suoi figli, questi si difesero come poterono ma riconoscendo al padre il diritto di ucciderli se li riteneva colpevoli mossero a compassione
Augusto
e quanti assistevano al processo.
Augusto
decise infine di liberare i giovani da ogni accusa e fece in modo di riconciliarli con
Erode
, riconoscendo a questi il diritto di decidere liberamente sulla sua successione.
Tornati tutti in patria,
Erode
dichiarò che avrebbe lasciato il regno ad
Antipatro
e, dopo di lui, ai figli di
Mariamne
,
Alessandro
ed
Aristobulo
.
In quel periodo
Erode
inaugurò
Cesarea
ed istituì dei grandiosi giochi, da ripetersi ogni cinque anni, dedicandoli ad
Augusto
quale commemorazione della vittoria di
Azio
. Mai soddisfatto dello splendore del suo regno,
Erode
continuò a costruire nuove città e ad abbellirle con importanti monumenti. Si fece ricordare anche fuori del regno finanziando importanti opere in
Grecia
ed in
Asia Minore
, fra l'altro istituì un fondo per finanziare le
Olimpiadi
che in quel periodo erano divenute molto modeste per carenza di fondi.
A questo punto
Giuseppe
inserisce un'interessante digressione nella quale tenta di spiegare sul piano "psicologico" la strana ambiguità dei comportamenti di
Erode
, così generoso con gli estranei, così spietato con i suoi sudditi e con i suoi amici. L'ipotesi dell'Autore appare molto verosimile: è sempre e solo l'ansia di gloria a guidare
Erode
, è per ricevere onori e gloria che egli si mostra magnanimo e generoso, è per difendere il proprio potere che ricorre senza scrupoli ai metodi più crudeli.
Giuseppe
inoltre critica lo storico
Nicola di Damasco
, suddito e contemporaneo di
Erode
, per l'atteggiamento partigiano nei confronti del re. Cita ad esempio la profanazione del sepolcro di
Davide
e di
Salomone
, commessa da
Erode
per impadronirsi delle ricchezze ivi custodite, episodio che
Nicola
aveva minimizzato.
Dal canto loro i parenti di
Erode
non perdevano occasione per tramare, calunniarsi a vicenda e creare continui problemi e sospetti nell'animo del re. Così
Ferora
, fratello di
Erode
, lo calunniava insinuando che fosse innamorato di una delle sue nuore, il figlio
Antipatro
continuava a cospirare ai danni dei fratellastri, la sorella
Salomè
era ormai invisa alle sue mogli.
La situazione andò via via aggravandosi ed
Erode
instaurò un vero e proprio regime del terrore: persecuzioni, arresti e torture non risparmiavano neanche i più cari amici e a volte i malcapitati, pur di sfuggire ai tormenti, rilasciavano dichiarazioni diffamatorie, più o meno veritiere, generalmente ai danni di
Alessandro
, figlio di
Erode
.
Alessandro
venne arrestato ma le prove a suo carico non risultavano definitive;
Erode
, sempre più angosciato, viveva ai limiti della follia. A salvare
Alessandro
e riportare un po' di pace nel palazzo di
Erode
, servì l'intervento saggio ed amichevole di
Archelao di Cappadocia
. Questi, grande amico di
Erode
e suocero di
Alessandro
, preoccupato soprattutto del benessere e dell'integrità di sua figlia, si recò in visita da
Erode
e seppe trovare il modo di rappacificarlo con il figlio ed allontanare la tensione.
Scoppiò una rivolta nella
Traconitide
, territorio annesso dai
Romani
al regno di
Erode
, rivolta legata ad una recrudescenza del brigantaggio precedentemente represso. In aiuto ai rivoltosi vennero gli Arabi per volere del nobile
Silleo
, un potente politico arabo che aveva chiesto di sposare
Salomè
ma aveva visto il matrimonio impedito da
Erode
per motivi religiosi. Le ostilità fra Arabi e
Giudei
si inasprirono rapidamente,
Erode
svolse un intervento militare in territorio arabo e
Silleo
denunciò l'accaduto ad
Augusto
il quale si indignò nei confronti di
Erode
.
Durante il periodo seguente si scoprì che
Alessandro
ed
Aristobulo
, oppressi dai continui sospetti, avevano organizzato di fuggire presso
Archelao
e di qui a
Roma
.
Erode
fece di nuovo arrestare
Alessandro
per aver congiurato contro di lui ed inviò ambasciatori ad
Archelao
accusandolo di aver sostenuto la congiura dei figli.
Nicola di Damasco
fu inviato da
Erode
a
Roma
per perorare la sua causa presso
Augusto
e riuscì a dimostrare che l'azione militare giudaica in
Arabia
non solo era giustificata dalle circostanze, ma era stata approvata preventivamente dal governatore romano
Saturnino
.
Erode
riottenne così l'amicizia di
Augusto
e
Silleo
venne condannato. Altri ambasciatori giudei presentarono all'imperatore una lettera di
Erode
che conteneva i capi di accusa contro i figli
Alessandro
ed
Aristobulo
.
Augusto
ordinò che la questione fosse esaminata con un regolare processo alla presenza dei governatori
Romani
ma
Erode
organizzò le cose in modo che i due giovani non potessero adeguatamente difendersi, il giudizio che concluse il processo fu incerto e, dopo altri episodi di calunnia, violenza e torture,
Erode
fece finalmente strangolare
Alessandro
ed
Aristobulo
.
Libro XVII
Antipatro
, pur essendosi liberato alla minaccia che i fratellastri costituivano per le sue aspirazioni, era molto preoccupato a causa dell'odio che il popolo e l'esercito nutrivano ormai contro di lui. Inoltre quando
Erode
decise di prendersi cura degli orfani lasciati da
Alessandro
e da
Aristobulo
, cominciò a nutrire nuove, pericolose gelosie.
A corte, intanto, si continuava ad intrigare: alcune dame della famiglia reale, fra le quali la moglie e la figlia di
Ferora
, avevano stretto una segreta alleanza con l'aiuto di alcuni cortigiani
farisei
.
Salomè
, sorella di
Erode
, ne venne a conoscenza e denunciò il fatto al re.
Erode
fece giustiziare i
Farisei
ed accusò la moglie di
Ferora
.
Ferora
rifiutò di ripudiare sua moglie e questo contribuì a deteriorare i suoi rapporti con il fratello, ne approfittò
Antipatro
che cercò la sua amicizia ed alleanza.
Ferora
si ritirò nel territorio che governava evitando di incontrare ancora
Erode
e, dopo qualche tempo, morì in circostanze non chiare. Poichè si vociferava di avvelenamento,
Erode
aprì un'inchiesta che mise in luce varii particolari dell'amicizia fra
Ferora
ed
Antipatro
. Sotto tortura, le ancelle delle donne cospiratrici parlarono di banchetti segreti e raccontarono quanto odio
Antipatro
esprimesse verso
Erode
in quelle occasioni.
Anche la moglie di
Ferora
confermò una congiura contro
Erode
ordita dal marito con
Antipatro
. Quest'ultimo, nel frattempo, si trovava in missione diplomatica a
Roma
ed era all'oscuro di tutti gli avvenimenti che stavano per provocare la sua rovina. Completata la missione, egli annunciò il suo ritorno ed
Erode
fece in modo che rientrasse in patria senza alcun sospetto.
Appena fu rientrato in
Giudea
,
Antipatro
fu denunciato da
Erode
e subito venne istituito un processo presieduto da
Quintilio Varo
, nuovo governatore romano della
Siria
. Al termine del processo
Varo
partì per
Antiochia
senza che fosse emanata una sentenza definitiva,
Antipatro
venne imprigionato ed
Erode
inviò ambasciatori a
Roma
per sottoporre la questione ad
Augusto
.
In quel periodo le inchieste continuarono e portarono alla luce altri particolari delle trame di
Antipatro
: egli aveva tentato di screditare e rovinare anche la zia
Salomè
ed inoltre era riuscito a procurarsi complici perfino a
Roma
corrompendoli con il denaro.
Erode
, che aveva settant'anni, si ammalò gravemente e rifece il testamento designando il figlio minore
Antipa
.
Della sua malattia approfittò la fazione a lui contraria, capeggiata questa volta da due
Giudei
, per provocare disordini popolari. Ancora una volta gli agitatori attaccarono le innovazioni poco ortodosse volute da
Erode
che, a loro dire, infrangevano le antiche e sacre tradizioni. L'episodio culminò con la distruzione di un'aquila d'oro che decorava la facciata del Tempio ricostruito da
Erode
, dopo di che l'insurrezione fu repressa ed i caporioni giustiziati.
Aggravatasi la sua malattia,
Erode
concepì, stando a
Giuseppe Flavio
, il più orribile dei suoi misfatti: ordinò alla sorella
Salomè
ed al cognato
Alessa
di far sopprimere, subito dopo la sua morte, tutte le persone che egli aveva convocato e che tratteneva sotto sorveglianza nell'ippodromo. Si trattava di un membro per ogni famiglia della
Giudea
, in questo modo il vecchio re si procurava la certezza che la sua dipartita sarebbe stata accompagnata da un autentico cordoglio nazionale.
In quei giorni ricevette una lettera da
Augusto
che lo informava di aver eliminato a
Roma
quanti avevano aiutato
Antipatro
e rimetteva a lui ogni decisione in merito alla sorte del figlio.
Antipatro
, che in carcere aveva saputo della malattia di
Erode
ed aveva cominciato tentativi di corruzione dei carcerieri, venne subito eliminato.
Prima di morire,
Erode
cambiò ancora il proprio testamento: lasciò il trono al figlio
Archelao
e creò
tetrarchi
di varie regioni i figli
Antipa
e
Filippo
e la sorella
Salomè
.
Morì dopo trentasette anni di regno, la data ritenuta più probabile dagli studiosi moderni è il 13 marzo del
4 a.C.
Fortunatamente
Salomè
ed
Alessa
non rispettarono la folle disposizione di
Erode
e rimandarono a casa quanti avrebbero dovuto morire, quindi la notizia della morte del re fu resa di pubblico dominio e si svolsero le solenni esequie di
Erode
che fu sepolto nella fortezza da lui stesso eretta e battezzata Herodyon.
Mentre il nuovo re
Archelao
attendeva la conferma della sua nomina da parte di
Augusto
, scoppiarono - come era prevedibile - nuove insurrezioni popolari provocate, questa volta, da quanti chiedevano vendetta per l'esecuzione somnmaria subita dai protagonisti dell'espisodio dell'aquila d'oro. Con la ricorrenza della Pasqua ed il conseguente affollamento di
Gerusalemme
, i disordini si aggravarono ed
Archelao
, con l'aiuto della milizia romana, fu costretto a compiere una violenta manovra repressiva nella quale persero la vita migliaia di persone. Dopo questi eventi
Archelao
si recò a
Roma
per chiedere ad
Augusto
l'approvazione della sua investitura. Anche
Antipa
si recò a
Roma
deciso a contendere il regno al fratello e a far valere il penultimo testamento di
Erode
.
Quando
Augusto
ed i suoi consiglieri convocarono le parti per discutere la questione, contro
Archelao
parlò
Antipatro
, figlio di
Salomè
, e lo accusò di aver abusato di un potere non ancora confermato per compiere un atto gravissimo come la strage del giorno di Pasqua. In favore di
Archelao
parlò invece
Nicola di Damasco
sostenendo che la ribellione di Pasqua era stata giustamente punita perché provocata da forze sediziose ed autonome.
Ottaviano
, pur mostrando di voler rispettare la volontà del defunto, differì per il momento ogni decisione.
Intanto in
Giudea
scoppiavano nuovi disordini che
Varo
non riuscì a contenere, intervenne dunque il procuratore romano Sabino (che secondo
Giuseppe Flavio
aveva contribuito personalmente a sedare la rivolta) e dopo aver sparso molto sangue arrivò a saccheggiare il tempio e ad impadronirsi del tesoro in esso custodito. I
Giudei
organizzarono però un'energica resistenza e la situazione si fece molto grave. Ne approfittarono molti avventurieri, miserabili e briganti che portarono avanti per tutto il periodo di vacanza del trono una forma di guerriglia che era spesso vera e propria pirateria ai danni dei
Giudei
loro connazionali e dei
Romani
. Fra questi alcuni pretesero di chiamarsi re come un noto bandito, un ex schiavo di
Erode
ed uno sconosciuto pastore.
Infine intervenne nuovamente
Varo
con tre
legioni
ed altre forze ausiliarie raccolte fra gli stati alleati o clienti che confinavano con la
Giudea
. Questa volta il governatore romano ebbe ragione dei rivoltosi e crocifiggendo duemila tra le persone più facinorose riuscì a riprendere il controllo della situazione.
A
Roma
riprese il dibattito ed infine
Augusto
, confermando nella sostanza la volontà di
Erode
, decise di dividere il regno fra i tre figli superstiti del defunto:
Archelao
,
Antipa
e
Filippo
, nonostante un'ambasciata del popolo giudeo avesse richiesto l'annessione alla provincia di
Siria
e, dunque, il governo diretto dei
Romani
.
A questo punto
Giuseppe
introduce il curioso episodio di un imbroglione che, approfittando di una notevole somiglianza fisica con
Alessandro
, il figlio di
Erode
che questi aveva fatto giustiziare con il fratello
Aristobulo
, aveva sparso la voce di essere il vero
Alessandro
, salvatosi in modo rocambolesco dall'esecuzione, ed era riuscito a convincere molti
Giudei
a finanziare le sue imprese.
Quando fu convocato a
Roma
aveva raccolto notevoli somme ed un ampio seguito ma non riuscì ad ingannare
Augusto
e finì a remare sulle galere romane.
Dopo dieci anni di governo,
Archelao
, che si era dimostrato particolarmente violento, avido e dispotico, venne destituito dai
Romani
e mandato in esilio in
Gallia
. La sua parte di regno fu ridotta a provincia, annessa alla
Siria
, ed il consolare romano
Quirinio
fu inviato a per stimarne la consistenza e per liquidare i beni confiscati ad
Archelao
.
Libro XVIII
Così
Quirinio
, che
Giuseppe Flavio
definisce "persona estremamente distinta" assunse il governo della
Giudea
e, coadiuvato da un altro romano incominciò ad organizzare il censimento.
Chiaramente l'operazione non fu gradita ad una parte della popolazione ed un abitante di
Gamala
di nome
Giuda
si pose a capo di un partito che boicottava il censimento con l'aiuto di un altro caporione, un fariseo di nome
Saddoc
.
Questo partito provocò la nascita, in
Giudea
, di una quarta scuola di pensiero che andò ad aggiungersi alle tre tradizionali. Nel suo costante sforzo di farsi comprendere dal lettore non ebreo,
Giuseppe Flavio
propone un breve riepilogo delle "quattro scuole": i
Farisei
, paragonabili agli stoici, suggerivano una vita semplice e frugale basata sul rispetto delle leggi e delle tradizioni, credevano all'eternità dell'anima e ad una legge che premiasse o castigasse, dopo la morte, la condotta tenuta in vita. Mentre i
Farisei
godevano di grande prestigio, i
Sadducei
erano guardati con diffidenza dal popolo. Essi negavano l'eternità dell'anima, rispettavano le leggi ma seguivano una dottrina non accessibile al di fuori della loro scuola.
Gli
Esseni
costituivano una comunità chiusa i cui membri condividevano ogni proprietà: credevano nell'immortalità dell'anima, nella superiorità della volontà divina e dedicavano particolare cura alla giustizia, vivevano senza mogli e rifiutavano di avere schiavi.
La nuova scuola (si tratta degli
Zeloti
ma
Giuseppe
non indica questo nome) seguiva la dottrina dei
Farisei
ma anteponeva la libertà ad ogni altro obiettivo: sul piano religioso la posizione prendeva le mosse dal concetto che solo Dio potesse essere considerato padrone del destino e della vita degli uomini, sul piano politico si trattava chiaramente di un forte nazionalismo antiromano che allora e negli anni successivi provocò rivolte e sanguinose insurrezioni.
Quirinio
vendette i beni confiscati ad
Archelao
mentre i poteri di
Filippo
ed
Antipa
vennero confermati. Al governo di
Quirinio
successe
Marco Ambivolo
(
9
-
12 d.C.
). In quegli anni morì
Salomè
, sorella di
Erode
.
Seguì il governo di
Annio Rufo
(
12 d.C.
-
15 d.C.
), in quel periodo morì
Ottaviano Augusto
, all'età di settantasette anni.
Il nuovo imperatore
Tiberio
, nel
15 d.C.
, inviò
Valerio Grato
a governare la
Giudea
. Durante il suo governatorato
Valerio Grato
nominò e depose diversi sommi sacerdoti, fino a scegliere
Giuseppe, detto Caifa
.
A
Grato
successe
Ponzio Pilato
.
Intanto
Erode Antipa
aveva contratto una salda amicizia con l'imperatore, tanto da dedicargli la città di
Tiberiade
da lui fondata.
A questo punto l'autore inserisce una digressione sulle vicende del regno dei
Parti
: il re
Fraate IV
venne ucciso dal figlio
Fraatace
che era nato dalla sua unione con una schiava italiana di nome
Tesmusa (o Musa)
donatagli da
Giulio Cesare
.
Fraate
si era follemente innamorato della concubina e la aveva resa regina. La donna lo aveva convinto a mandare gli altri figli a
Roma
e, cresciuto
Fraatace
, aveva con questi congiurato per uccidere il re e prendere il potere.
Fraatace
fu a sua volta ucciso nella guerra civile che seguì e la nobiltà, comunque fedele alla dinastia degli
Arsacidi
, pose sul trono
Orode III
. Anche questi fu presto ucciso in una congiura ed i
Parti
mandarono un'ambasciata a
Roma
perché uno dei figli di
Fraate
fosse rimandato in patria per regnare. Fu scelto
Vonone
ma i suoi modi ormai occidentalizzati non piacquero alla nobiltà che gli contrappose
Artabano
, re della
Media
, anche egli imparentato con gli
Arsacidi
. Dopo un periodo di guerra
Vonone
fu costretto a fuggire in
Armenia
dove tentò senza successo di prendere il potere, infine rifugiò in
Siria
dove rimase presso il governatore romano
Silano
.
Poco dopo nacquero problemi in
Armenia
a causa della successione di
Antioco di Commagene
,
Tiberio
inviò
Germanico
per riordinare la situazione ma il generale fu ucciso da
Pisone
.
Si torna alle vicende di
Ponzio Pilato
che iniziò il suo governo introducendo a
Gerusalemme
i busti degli imperatori, atto considerato idolatra e sacrilego dalla legge giudaica.
Pilato
rivide questa decisione davanti allo sdegno ed alla costernazione degli
Ebrei
, tuttavia l'episodio vuole significare come egli non avesse gran cura delle tradizioni locali. Anche in occasione della costruzione di un acquedotto
Pilato
affrontò e represse violentemente il dissenso popolare.
A questo punto dell'opera di
Giuseppe Flavio
è presente un breve brano detto
Testimonium Flavianum
sulla cui autenticità molto si è discusso senza che si sia mai giunti ad un definitivo accordo tra gli studiosi.
Si parla di
Gesù Cristo
"uomo saggio" che visse in quel tempo e "compì opere sorprendenti e fu maestro di persone che accoglievano con piacere la verità. Egli era il
Cristo
".
Pilato
, su richiesta degli
Ebrei
, lo condannò alla croce ma Egli risorse dopo tre giorni come era stato annunciato dai profeti. La comunità fondata da quanti lo avevano amato, conclude l'autore, è ancora viva ed unita.
Ora qualche studioso ha affermato che si tratti di un'interpolazione cristiana ma altri sostengono che la tesi non vanti fondamenti obiettivi. Del resto anche in passi successivi - di non discutibile autenticità -
Giuseppe
parla di
Giovanni Battista
e di
Giacomo
dimostrando conoscenza e sensibilità verso le tematiche della crescente comunità cristiana.
In modo alquanto singolare,
Giuseppe
inserisce proprio dopo il
Testimonium Flavianum
un episodio di cronaca scandalistica avvenuto a
Roma
nel periodo di cui si sta trattando: un certo
Decio Mundo
di condizione equestre era innamorato della nobile
Paolina
ma questa, sposata e pudica, aveva sempre rifiutato le sue profferte. La liberta
Ida
si incaricò, per
Mundo
, di corrompere i sacerdoti del tempio di
Iside
, del quale
Paolina
era devota, e i sacerdoti convinsero la donna di essere desiderata dal dio
Anubi
. Così
Paolina
trascorse una notte con
Mundo
convinta di concedersi al dio egiziano. Quando più tardi
Mundo
le svelò l'inganno,
Paolina
chiese al marito di vendicarla. La questione fu sottoposta a
Tiberio
che condannò
Mundo
all'esilio mentre
Ida
ed i sacerdoti corrotti furono messi a morte.
Nello stesso periodo
Tiberio
espulse da
Roma
la comunità giudaica, come ricorda anche
Tacito
, quattromila
Giudei
atti alle armi furono inviati in
Sardegna
per combattere il brigantaggio, tutti gli altri furono comunque allontanati dalla città.
Giuseppe Flavio
spiega la decisione di
Tiberio
con il caso di una nobile matrona che, convertitasi alla religione mosaica, si lasciava defraudare da alcuni
Giudei
disonesti.
I
Samaritani
furono dispersi da
Pilato
che, con un distaccamento di cavalleria, attaccò una loro riunione non autorizzata. Il Senato dei
Samaritani
protestò presso
Vitellio
, governatore della
Siria
, e
Pilato
venne rimosso dall'incarico.
Lo stesso
Vitellio
, per ordine di
Tiberio
, condusse in porto una trattativa diplomatica con
Artabano
, re dei
Parti
, offrendo amicizia e protezione e prendendo, a sigillo del patto, alcuni ostaggi fra i quali un figlio del re.
Erode Antipa
partecipò alla trattativa e volle essere il primo ad informare l'imperatore del successo, guadagnandosi in questo modo l'odio di
Vitellio
.
Poco dopo morì
Filippo
(
34 d.C.
) ed il suo regno fu annesso alla provincia romana di
Siria
.
Erode Antipa
si scontrò con il re arabo
Areta
, suo suocero, del quale aveva ripudiato la figlia per sposare la cognata
Erodiade
. Venne sconfitto ma fu soccorso dai
Romani
, molti comunque videro nella sua sconfitta una punizione divina per aver condannato
Giovanni Battista
. Questi era un pio predicatore che somministrava il battesimo come pratica di purificazione del corpo,
Erode
lo fece giustiziare temendo che la sua popolarità e la sua eloquenza comportassero pericoli di sedizione. (Nel
Vangelo
la rovina di
Giovanni
è causata dalle sua critiche alla condotta immorale di
Erode
e di
Erodiade
).
Mentre
Vitellio
muoveva per ordine di
Tiberio
contro
Areta
, sostò alcuni giorni a
Gerusalemme
dove gli giunse la notizia della morte dell'imperatore (15 marzo
37 d.C.
).
Per chiarire meglio il prosieguo degli eventi,
Giuseppe Flavio
riepiloga la discendenza di
Erode
:
- dalla moglie
Mariamne
ebbe due figlie:
Salampsio
che sposò il cugino
Fasaele
figlio di
Fasaele
, fratello del padre;
Cipro
che sposò il cugino
Antipatro
, figlio di
Salomè
, sorella di
Erode
.
-
Salampsio
e
Fasaele
ebbero cinque figli:
Antipatro
,
Alessandro
,
Erode
,
Alessandra
,
Cipro
;
- questa
Cipro
sposò
Agrippa
, figlio di
Aristobulo
, ed ebbe cinque figli:
Agrippa
,
Druso
,
Berenice
,
Mariamne
,
Drusilla
.
Gli altri due figli maschi di
Aristobulo
,
Erode
ed
Aristobulo
, sposarono rispettivamente
Mariamne
e
Sotape
, la loro sorella
Erodiade
fu moglie di
Erode Antipa
ed ebbe una figlia di nome
Salomè
.
Berenice
fu madre dell'
Agrippa
protagonista del seguito del racconto.
Alessandro
, figlio di
Erode
, ebbe due maschi:
Alessandro
e
Tigrane (V)
.
Tigrane
fu re dell'
Armenia
e non ebbe figli.
Alessandro
ebbe un figlio che chiamò
Tigrane (VI)
che ebbe a sua volta un figlio di nome
Alessandro
.
Agrippa
visse a
Roma
e divenne amico di
Druso
, figlio di
Tiberio
e di
Antonia
, figlia di
Marco Antonio
e madre di
Germanico
.
Agrippa
era molto munifico e dopo la morte della madre
Berenice
prese a condurre una vita così dispendiosa da ridursi in miseria, inoltre era morto l'amico
Druso
, così
Agrippa
lasciò
Roma
e tornò in
Giudea
. Qui fu aiutato dalla sorella
Erodiade
, moglie di
Erode Filippo
, ed ottenne un'abitazione ed una carica in
Tiberiade
. Non andando d'accordo con
Erode
, tuttavia,
Agrippa
si trasferì e venne accolto dal governatore romano
Lucio Pomponio Flacco
. Ben presto però anche la sua amicizia con
Flacco
si deteriorò ed
Agrippa
"precipitò nella più oscura miseria". Iniziò un periodo di duro pellegrinaggio ed infine, perseguitato dai creditori, riuscì in qualche modo ad imbarcarsi per l'
Italia
. Giunto a
Pozzuoli
scrisse a
Tiberio
chiedendogli il permesso di fargli visita a
Capri
, ma
Tiberio
fu informato da un procuratore romano in Oriente della disastrosa situazione finanziaria di
Agrippa
e gli rifiutò l'udienza. A risolvere la situazione fu
Antonia
che, memore dell'amicizia con la madre di lui
Berenice
, lo soccorse con cospicui mezzi finanziari e lo riconciliò con
Tiberio
.
Agrippa
divenne inseparabile amico di
Gaio
, il futuro imperatore
Caligola
, il quale gli confidò la sua ambizione di prendere presto la guida dell'impero.
Qui
Giuseppe Flavio
inserisce un'interessante digressione sul carattere di
Tiberio
ed in particolare sulla sua abitudine di prolungare a tempo indeterminato le cariche dei governatori. L'imperatore sosteneva che la durata della carica avrebbe spento, nel tempo, gli appetiti dei governatori stessi, "propensi ai guadagni per legge naturale"; per contro sostituendo spesso i funzionari designati avrebbe sottoposto i sudditi a più fameliche ruberie. In base a questa logica, infatti, durante i ventidue anni del suo regno, affidò la
Giudea
a due soli governatori,
Grato
e
Pilato
.
Anche nell'esaminare le causee e nell'ascoltare i prigionieri,
Tiberio
adottava la stessa tattica dilatoria. Quando fu arrestato un liberto di nome
Eutico
che aveva accusato
Agrippa
di cospirazione,
Tiberio
lo lasciò in catene per lungo tempo senza esaminare il suo caso finché non cedette alle esortazioni di
Antonia
.
Antonia
, che era vedova di
Druso Maggiore
, fratello di
Tiberio
, era molto considerata dall'imperatore anche perché, almeno secondo
Giuseppe Flavio
, era stata proprio lei a metterlo in guardia contro le cospirazioni di
Seiano
, l'infedele prefetto che proprio in quel periodo venne eliminato.
Eutico
raccontò a
Tiberio
di aver sentito
Agrippa
augurare a
Gaio
di poter prendere presto il potere e pronosticare che
Tiberio Gemello
, nipote dell'imperatore ed unico ostacolo all'ascesa di
Gaio
, sarebbe stato presto eliminato.
Indignato,
Tiberio
fece imprigionare
Agrippa
. Durante la prigionia, che durò sei mesi,
Agrippa
fu trattato umanamente grazie ai buoni uffici di
Antonia
e ricevette da un prigioniero germanico la profezia di una futura felicità.
Tiberio
, tornato da
Capri
, si ammalò gravemente e comprese che era giunto il momento di designare il proprio successore. Profondamente convinto come era del valore degli oroscopi e dei presagi, decise che avrebbe affidato l'impero al primo, fra i suoi due possibili eredi, che avrebbe risposto alla sua convocazione. Nonostante avesse dato ordine di chiamare in anticipo
Tiberio Gemello
, fu
Gaio
il primo a presentarsi al suo cospetto e
Tiberio
, per rispetto di quella che giudicò un'indubbia dimostrazione della volontà divina, affidò a lui il potere raccomandadogli però di rispettare e proteggere il nipote.
Gaio
promise ma non mantenne: quando pochi giorni dopo, morto
Tiberio
, assunse il potere, mise subito a morte il giovane
Gemello
.
I
Romani
accolsero lietamente la notizia della morte di
Tiberio
il quale "aveva infatti una natura implacabilmente biliosa, qualche volta gli si accendevano le furie dell'odio senza motivo ... dava pene di morte per colpe di nessun rilievo".
L'indomani della morte di
Tiberio
,
Gaio Caligola
fece trasferire
Agrippa
dal carcere alla sua abitazione, pur continuando a tenerlo sotto sorveglianza, e dopo i funerali del predecessore lo dichiarò "re della
tetrarchia
di
Filippo
".
L'improvvisa fortuna di
Agrippa
suscitò, ovviamente, molta invidia ed il
tetrarca
Erode Antipa
, incitato dalla moglie
Erodiade
che era sorella di
Agrippa
, si recò in
Italia
per chiedere all'imperatore altrettanto potere. Tuttavia
Agrippa
inviò un messaggero a
Gaio
avvertendolo che
Erode
disponeva di forti armamenti e
Gaio
, sospettandolo di cospirazione, destituì
Erode
dalla
tetrarchia
e lo esiliò in
Gallia
.
In quel periodo si verificarono disordini in
Egitto
, fra la locale comunità giudaica e le altre componenti della popolazione, poi in
Giudea
a causa della pretesa di
Caligola
di farsi erigere statue in quel Paese dove leggi e tradizioni lo probivano.
Caligola
ordinò al governatore
Petronio
di imporre le statue anche, se necessario, con la guerra ma di fronte alla compatta e non violenta resistenza dei
Giudei
il procuratore esitò e decise infine di scrivere all'imperatore - sfidandone la collera - per tentare di convincerlo a desistere.
La situazione fu risolta da
Agrippa
che, trovandosi a
Roma
, fece coraggiosamente leva sull'amicizia che lo legava a
Gaio
per ottenere l'abrogazione del decreto imperiale relativo alle statue in
Gerusalemme
.
Caligola
cedette ma non perdonò la disubbidienza di
Petronio
e gli scrisse ordinandogli di uccidersi, prima di ricevere questa lettera
Petronio
venne informato della morte di
Caligola
.
In
Mesopotamia
, intanto, si era formato un movimento politico nella comunità giudaica capeggiato dai fratelli
Asineo e Anileo
che resisteva ai
Babilonesi
ed ai
Parti
ed era andato via via rinforzandosi tanto che il re dei
Parti
Artabano
arrivò a concludere con i due fratelli un patto di amicizia.
Il potere dei due fratelli crebbe e durò indisturbato per quindici anni ma quando
Anileo
sposò una donna parta dopo averne ucciso il marito, la violazione delle legge non fu tollerata dal popolo ed il loro prestigio cominciò a tramontare. Infine la donna avvelenò
Asineo
.
Rimasto solo al potere,
Anileo
mosse guerra contro i
Parti
. Si trattò più che altro di guerriglia e di scorrerie ma quando
Anileo
catturò ed umiliò il generale
Mitridate
, genero del re
Artabano
, i
Parti
decisero di reagire molto duramente.
Anileo
subì una grave sconfitta e perse gran parte del suo esercito, ma continuò a saccheggiare i villaggi babilonesi alla testa di truppe irregolari.
Anileo
fu ucciso da un'incursione di
Babilonesi
ed i rapporti fra
Babilonia
e
Giudea
si fecero molto più difficili, molti
Giudei
abbandonarono la regione per trasferirsi nella città di
Seleucia
, ma anche qui vennero presto in conflitto con le componenti greca e siriaca della popolazione e negli scontri che seguirono gli
Ebrei
subirono una vera e propria strage.
Libro XIX
Caligola
, prima di morire, dava segni di pazzia: si riteneva un dio, discorreva sul
Campidoglio
con la statua di
Giove
al quale si rivolgeva come a un fratello e pretendeva onori divini.
Depredava templi e monumenti di tutto l'impero per abbellire con le opere d'arte così trafugate le proprie dimore. Fece costruire un ponte di barche sul golfo di
Baia
(come racconta anche
Svetonio
) per traversarlo con il suo cocchio.
Verso i sudditi si dimostrava spietato, emanò moltissime condanne a morte e confiscò i beni di numerosi illustri cittadini.
In questa situazione, come è ovvio, "da più parti presero a bollire le congiure".
Si formarono tre circoli di cospiratori, il primo - in
Spagna
- faceva capo a
Emilio Regolo
, il secondo al tribuno militare
Cassio Cherea
ed il terzo ad
Annio Viniciano
. I tre gruppi decisero di unire i loro sforzi nell'organizzare l'attentato e la persona più adatta ad eseguirlo materialmente risultò essere
Cherea
il quale, per gli uffici della sua carica, aveva frequente occasioni di avvicinare l'imperatore.
Cherea
, a detta di
Giuseppe
, disprezzava
Caligola
e considerava una vergogna il doverlo servire. In particolare detestò l'incarico - conferitogli dal tiranno - di dirigere l'esazione fiscale.
La cospirazione fece molti proseliti a causa dei continui atti di tirannide e di barbarie perpetrati da
Caligola
e, molto numerosi, senatori e cavalieri si accordarono segretamente con
Cherea
.
Si decise di agire il primo giorno dei giochi palatini poiché in quell'occasione la confusione e la calca avrebbero certamente fornito occasioni propizie. In effetti però l'azione dovette essere differita fino all'ultimo giorno dei giochi quando
Cherea
attese
Gaio
all'uscita del teatro e lo aggredì ferendolo gravemente con la spada. Subito accorsero altri congiurati e finirono l'imperatore.
L'uccisione di
Caligola
avvenne in un luogo relativamente isolato perché l'imperatore aveva imboccato da solo, uscito dal teatro, una scorciatoia verso la sua residenza. Questa circostanza permise ai congiurati di allontanarsi prima che il fatto venisse scoperto. Poco dopo i "Germani" che costituivano la guardia personale di
Caligola
rinvennero il cadavere e cominciarono a cercare i colpevoli commettendo molte violenze ed uccidendo alcuni innocenti. Questo corpo militare, composto in prevalenza di mercenari, era molto devoto a
Gaio
per le sue generose elargizioni: seguirono ore di angoscia, i "Germani" circondarono il teatro ancora gremito di spettatori minacciando una strage ma quando la morte di
Caligola
fu annunciata ufficialmente desistettero dall'iniziativa.
Il senatore
Annio Viniciano
fu arrestato dai pretoriani ma il prefetto
Marco Arrecino Clemente
, favorevole alla congiura, lo lasciò fuggire.
Intanto i
consoli
facevano promesse di donazioni al popolo e ai soldati cercando di mantenere la situazione sotto controllo evitando che degenerasse come in simili circostanze sarebbe potuto facilmente accadere.
I soldati decisero in breve che
Claudio
, zio del defunto, era la persona più adatta a succedergli per la parentela e per l'educazione che aveva ricevuto. Erano convinti che una soluzione democratica non avrebbe giovato ai loro interessi mentre
Claudio
, una volta insediato, li avrebbe certamente ricompensati, quindi lo rapirono letteralmente dalla sua casa per acclamarlo imperatore.
Intanto in senato
Gneo Senzio Saturnino
pronunciava un'esortazione a premiare
Cassio Cherea
che aveva eliminato l'aborrito tiranno restituindo la libertà ai suoi concittadini.
I congiurati discussero sulla sorte da riservare alla famiglia di
Caligola
e dopo varie esitazioni decisero di eliminare la moglie e la figlia dell'ucciso. Affidarono il compito al tribuno militare
Giulio Lupo
che trovò la vedova presso il cadavere del marito: lo rimproverava di non averle dato ascolto ma non si seppe se intendeva dire di averlo avvisato della congiura o se lo avesse messo in guardia sulle possibili conseguenza della sua folle crudeltà.
Lupo
eseguì il suo compito ed uccise la moglie di
Caligola
(
Cesonia
) e la sua giovane figlia (
Giulia Drusilla
).
In un suo giudizio finale su
Caligola
,
Giuseppe Flavio
afferma che si trattava di una persona colta e dotata di grandi capacità oratorie ma una volta salito al potere dismise ogni moderazione e divenne incredibilmente immorale e crudele.
Nella grande confusione che seguì all'attentato il mite
Claudio
si nascose in una nicchia, ma fu scorto da una delle guardie di palazzo che lo additò ai soldati i quali lo proclamarono subito imperatore, soprattutto perché era fratello del famoso e non dimenticato
Germanico
.
Il popolo dimostrava di concordare con i soldati sulla scelta di
Claudio
ma i senatori si opponevano perché speravano di recuperare il pieno governo dell'impero.
Agrippa
parlò al senato e si offrì di fare da ambasciatore presso
Claudio
per convincerlo a rinunciare, ma in realtà parlò in privato con
Claudio
informandolo della confusione in cui versavano i senatori e persuadendolo a non desistere.
Claudio
elargì denaro ai soldati e fece loro giurare fedeltà. Non era l'unico candidato, aspiravano al trono altri nobili come
Marco Vinicio
marito di
Giulia
, sorella di
Caligola
, e
Valerio Asiatico
, ma la guardia pretoriana, i gladiatori e tutti i soldati presenti in città sostenevano
Claudio
ed anche l'opposizione dei congiurati risultava impotente.
Salito sul
Palatino
con la scorta di molti soldati,
Claudio
prese a dare disposizioni dalla sua nuova posizione di potere.
Si discusse sul caso di
Cherea
e si decise di dargli una punizione esemplare, egli fu quindi giustiziato insieme a
Giulio Lupo
e a molte altre persone. Fu prosciolto il congiurato Sabino ma ritenne indegno sopravvivere ai compagni e si suicidò.
Claudio
confermò ad
Agrippa
quanto aveva ottenuto da
Caligola
ed aggiunse altri territori al suo dominio. Con appositi editti stabilì inoltre che i
Giudei
potessero continuare a praticare la loro religione e a rispettare le loro antiche usanze in tutto l'impero e in modo particolare ad
Alessandria
dove erano stati privati dei loro diritti da
Caligola
.
Rientrato a
Gerusalemme
,
Agrippa
celebrò gli opportuni riti, nominò un nuovo sommo sacerdote e condonò le imposte per festeggiare il suo ritorno.
Quando alcuni provocatori collocarono una statua di
Cesare
nel Tempio,
Agrippa
si rivolse a
Publio Petronio
, governatore romano, che chiese ai magistrati giudei la consegna dei colpevoli per punire la trasgressione dei recenti editti di
Claudio
.
Agrippa
aveva un generale di nome Sila che gli era sempre stato fedele e lo aveva sostenuto nei momenti più difficili ma aveva il difetto di vantarsi eccessivamente. Con questo comportamento esasperò
Agrippa
che lo fece imprigionare.
In genere il re era molto liberale ed indulgente con i suoi sudditi, realizzò grandi opere pubbliche ma interruppe la costruzione di nuove mura a
Gerusalemme
per ordine di
Claudio
, offrì spettacoli e si attenne scrupolosamente ai rituali del suo popolo.
Durante le feste di
Tiberiade
venne in contrasto con il nuovo governatore romano
Gaio Vibio Marso
che non gradiva di vederlo fraternizzare con gli altri monarchi della regione.
Alla fine del suo terzo anno di regno sulla
Giudea
,
Agrippa
si recò a
Cesarea
per la festa in onore di
Claudio
. Si presentò sontuosamente abbigliato e dalla folla si levò un grido di ammirazione. Subito il re fu colpito da un dolore lancinante. Trasportato nella sua reggia vi morì dopo cinque giorni di sofferenze.
Lasciava un figlio diciassettenne di nome
Agrippa
e tre figlie:
Berenice
moglie di
Erode Antipa
,
Mariamme
e
Drusilla
ancora bambine.
Nonostante la sua generosità non fu ricordato benevolmente dal popolo che anzi festeggiò la sua morte e profanò la sua memoria con varie oscenità.
Erode re della Calcide
mandò un sicario ad uccidere Sila fingendo di eseguire un ordine di
Agrippa
.
Per rispetto alla memoria di
Agrippa
,
Claudio
non confermò il governo di
Marso
che era stato in discordia con lui, ma affidò l'intera
Palestina
ad un procuratore di nome
Cuspio Fado
mentre il figlio del defunto monarca, ancora troppo giovane per regnare, proseguiva la sua educazione a
Roma
alla corte dell'imperatore.
Libro XX
Il governo della
Siria
fu affidato a
Cassio Longino
.
Il procuratore
Fado
intervenne contro la
Perea
che aveva attaccato gli abitanti di Filadelfia (attuale Amman) per una contesa territoriale e liberò la
Giudea
da una pericolosa banda di briganti.
I sacerdoti di
Gerusalemme
avanzarono una petizione prima a
Fado
e
Longino
, poi a
Claudio
tramite un'ambasciata per poter custodire gli abiti del sommo sacerdote che ai tempi di
Erode
erano stati deposti in una fortezza in mano ai
Romani
.
Claudio
approvò grazie alla mediazione del giovane
Agrippa
. Approvò anche la richiesta di
Erode
fratello del defunto
Agrippa
conferendogli autorità sul tempio e sull'elezione del sommo sacerdote.
Monobazo
re di
Adiabene
aveva sposato la sorella
Elena
e ne aveva avuto due figli di nome
Monobazo
e
Izate
. Quest'ultimo era il suo favorito e per timore che i suoi figli avuti da altre mogli potessero fargli del male lo mandò a vivere lontano richiamandolo soltanto quando fu in punto di morte.
Rimasta vedova,
Elena
propose ai notabili del regno di incoronare
Izate
e quelli accettarono ma chiesero di uccidere tutti gli altri eredi per la sicurezza del nuovo re.
Elena
decise di lasciare la decisione a
Izate
che si trovava altrove e, nell'attesa, affidò il regno all'altro figlio
Monobazo II
.
Il questo periodo
Elena
e
Izate
si convertirono alla religione giudaica ma inizialmente lo tennero segreto ed
Izate
evitò la circoncisione per timore delle reazioni del popolo, ma più tardi aderì apertamente al suo nuovo credo e si fece circoncidere.
Elena
visitò il
Tempio di Gerusalemme
ed elargì generose elemosine alla popolazione che era afflitta dalla carestia.
Artabano re dei Parti
fu spodestato e si rifugiò presso
Izate
il quale lo aiutò a riprendere il trono con la diplomazia e fu ricambiato con grandissimi onori. Morto
Artabano
divenne re il figlio
Vardane
il quale intendeva far guerra ai
Romani
e chiese l'aiuto di
Izate
, non ottenendolo dichiarò guerra all'
Adiabene
ma fu ucciso dai suoi sudditi e il regno passò al fratello
Cotarde (Gotarze II)
, anche questi fu ucciso e divenne re
Vologese
, anche egli figlio di
Artabano
, che affidò la
Media
al fratellastro
Pacoro
e l'
Armenia
al fratellastro
Tiridate
.
Non tollerando la conversione di
Izate
, i nobili del suo regno contattarono
Abia re degli Arabi
per far guerra a
Izate
ma
Abia
fu sconfitto e per non essere catturato si uccise.
Anche
Vologese
decise di accogliere le proposte della nobiltà dell'
Adiabene
e mosse in armi contro
Izate
che si rifugiò in una fortezza con la famiglia per digiunare e pregare. Le sue preghiere furono esaudite e
Vologese
fu costretto a ritirarsi rapidamente perché in sua assenza delle tribù sciite avevano invaso il regno dei Parti.
Poco tempo dopo
Izate
morì all'età di cinquantacinque anni lasciando il regno al fratello
Monobazo
. Non molto più tardi morì anche
Elena
e
Monobazo
li fece seppellire a
Gerusalemme
.
In
Giudea
un sobillatore di nome
Teuda
, spacciandosi per profeta, convinse molta gente a seguirlo fuori dal paese ma fu bloccato e giustiziato dal procuratore
Cuspio Fado
. A
Fado
successe
Tiberio Alessandro
che represse un altro tentativo di rivolta. A
Tiberio Alessandro
successe
Cumano
.
Erode
fratello di
Agrippa
morì lasciando tre figli ma
Claudio
assegnò il regno al giovane
Agrippa II
.
Durante le festività di Pasqua un gesto osceno di un soldato romano suscitò l'indignazione popolare e si rischiò una sedizione.
Cumano
ordinò che l'esercito si portasse in armi nella fortezza vicina al tempio per sedare eventuali disordini ma all'arrivo della massa dei soldati, fra la gente che tentava di fuggire molti rimasero uccisi.
Altri sediziosi depredarono un romano e durante le rappresaglie un soldato strappò davanti a tutti una copia della Legge di
Mosè
. I notabili del luogo chiesero soddisfazione a
Cumano
che per evitare una rivolta fece decapitare il soldato.
Si verificarono scontro di confine fra
Giudei
e
Samaritani
e questa volta
Cumano
, corrotto dai
Samaritani
, non volle intervenire. I
Giudei
si armarono e coinvolgendo bande di briganti attaccarono villaggi della
Samaria
. Solo i discorsi e le preghiere dei gerosolimitani più nobili e influenti riuscirono a riportare la calma.
I
Samaritani
si rivolsero a
Ummidio Quadrato
governatore della
Siria
accusando i
Giudei
per i saccheggi compiuti. I
Giudei
accusarono
Cumano
di essersi lasciato corrompere dai
Samaritani
e
Quadrato
promise di indagare sulla situazione. Più tardi
Quadrato
si recò in
Samaria
, mise a morte i più facinorosi e mandò a
Roma
i capi giudei e samaritani insieme a
Cumano
rimettendo il giudizio all'imperatore.
Claudio
appurò che i
Samaritani
erano stati i primi a sollevare disordini e condannò a morte i loro capi mentre
Cumano
venne esiliato.
Claudio
nominò
Felice
procuratore della
Giudea
e conferì ad
Agrippa II
la
tetrarchia
che era stata di
Filippo
con l'aggiunta di altri territori.
Agrippa
fece sposare la sorella
Drusilla
con
Azizo re di Emesa
e la figlia Mariamme con un uomo al quale era stata promessa da suo padre.
Drusilla
lasciò
Azizo
per sposare
Felice
che si era innamorato di lei e anche Mariamme si separò dal marito per sposare un altro uomo.
Berenice
sorella di
Agrippa II
, già moglie di
Erode
, dopo un lungo periodo di vedovanza, sposò
Polemone re di Cilicia
ma il matrimonio fu di breve durata a causa della licenziosità di lei.
Claudio
morì dopo tredici anni di regno (
54 d.C.
), ci furono sospetti sulla moglie
Agrippina
figlia di
Germanico
.
Claudio
lasciava la primogenita
Antonia
avuta dalla prima moglie
Petina
e due figli,
Britannico
e
Ottavia
, avuti da
Messalina
.
Prima di sposare
Claudio
,
Agrippina
era stata moglie di
Domizio Enobarbo
dal quale aveva avuto un figlio di nome
Domizio Nerone
. Alla morte di
Claudio
Agrippina
mandò subito il prefetto
Burro
a prendere
Nerone
per farlo acclamare imperatore.
Salito al trono,
Nerone
fece uccidere
Britannico
, la madre
Agrippina
e
Ottavia
(dopo averla sposata) oltre a molti personaggi illustri che accusò di cospirazione.
Giuseppe Flavio
avverte che non tratterà di
Nerone
, sul quale molto è stato scritto, e torna alla storia della sua gente. In quel periodo la
Giudea
era infestata dai briganti nonostante le frequenti condanne a morte comminate dal procuratore
Felice
.
Felice
era stato scelto con l'appoggio del sommo sacerdote
Gionata
ma poiché questi spesso non approvava il suo operato
Felice
prese a detestarlo e alla fine commissionò il suo assassinio ai briganti.
Erano frequenti anche le ribellioni, che spesso i
Romani
domavano con la forza, e numerosi i sobillatori e i falsi profeti. Sorse inoltre una contesa in merito ai diritti civili fra
Giudei
e
Siri
abitanti di
Cesarea
che
Felice
tentò di risolvere con metodi relativamente moderati ma che durò a lungo e giunse a provocare morti e feriti.
Quando
Nerone
sostituì
Felice
con
Porcio Festo
(
60 d.C.
) i capi ebraici di
Cesarea
andarono a
Roma
per accusare l'ex procuratore che evitò la punizione grazie all'intercessione del fratello
Pallante
che era molto caro a
Nerone
. I
Siri
di
Cesarea
corruppero
Berillo
precettore di
Nerone
ed ottennero l'annullamento dei diritti civili dei
Giudei
e da questo evento derivò una guerra.
Festo
trovò la
Giudea
devastata dai combattimenti e dalle scorribande dei briganti.
Una volta insediato,
Festo
progettò di abbattere un muro del tempio costruito per nascondere i riti che si svolgevano all'interno a chi osservava da fuori, i capi giudaici inviarono un'ambasciata a
Nerone
il quale acconsentì a lasciare il muro al suo posto per compiacere la moglie
Poppea
che era favorevole ai
Giudei
.
Festo
morì e gli succedette
Lucceio Albino
(
62 d.C.
) Durante il viaggio di
Albino
, in assenza di un procuratore, il sommo sacerdote
Anano
convocò il Sinedrio per chiedere che
Giacomo
fratello di
Gesù Cristo
venisse lapidato con alcuni suoi compagni.
Molte persone furono tuttavia indignate per il comportamento di
Anano
che in seguito fu deposto per volontà di
Agrippa II
e di
Albino
.
Anche
Albino
dovette lottare contro i briganti detti "sicari" ed arrivò a sterminarne gran parte ma quelli si riorganizzarono e rapirono il figlio del sommo sacerdote per ottenere la liberazione dei loro compagni prigionieri.
Agrippa II
fece costruire un teatro a
Berito
ed attuò molte opere pubbliche ma le ingenti spese fecero crescere il malcontento.
I fratelli
Costobaro
e Saul, due personaggi molto in vista di alto lignaggio, presero a raccogliere e organizzare bande di delinquenti e in questo periodo, secondo
Giuseppe Flavio
,
la malattia piombò
sulla
Giudea
e le cose iniziarono ad andare di male in peggio.
Prima di essere sostituito da
Gessio Floro
,
Albino
concesse molte amnistie:
così la prigione si svuotò di prigionieri e la regione si riempì di ribelli
.
A questo punto l'autore introduce una digressione sulla cronologia del sacerdozio riportando un elenco dei sommi sacerdoti che non sempre corrisponde a quelli di altre fonti.
Il nuovo legato di
Nerone
,
Gessio Floro
, si mostrò particolarmente iniquo e spudorato nella sua avidità e fu la sua amministrazione, secondo
Giuseppe Flavio
, a costringere i
Giudei
a iniziare la guerra contro i
Romani
le cui vicende l'autore ha già narrato nella sua opera precedente intitolata, appunto, la
Guerra Giudaica
.
Nelle ultime righe dell'opera
Giuseppe Flavio
si compiace, giustamente, del grande lavoro svolto e di come sia riuscito ad ottemperare ai suoi propositi.
Si ripromette di scrivere ancora un'opera storica fino ai suoi giorni ed un'altra sulla sua religione ma questi progetti non furono mai realizzati.